Ilva: dl oggi al Quirinale, al via settimana conflitto
Entro oggi il decreto legge sull'Ilva arrivera' al Quirinale e, con la firma del presidente della Repubblica, il probabile conflitto istituzionale tra la procura di Taranto e il Governo si materializzera' in tutta la sua complessita' giuridica. Non e' escluso che del tema, secondo quanto riferiscono fonti parlamentari, il Presidente Napolitano abbia parlato nell'incontro avuto con il ministro della Giustizia, Severino, salita al Colle domenica pomeriggio.
Intanto, in attesa della pubblicazione ufficiale del decreto, la magistratura tarantina sta gia' studiando il testo licenziato l'altro ieri dal Consiglio dei ministri che consente all'Ilva di produrre malgrado i sequestri. E sta valutando le contro mosse per non vedere vanificati i provvedimenti presi a salvaguardia della salute pubblica e dell'ambiente. In un week end di silenzio e riflessione, i magistrati direttamente impegnati nell'inchiesta tacciono: ''parlare sulle ipotesi e' prematuro e scorretto'' ha ripetuto nei giorni scorsi il procuratore, Franco Sebastio. Il disappunto e l'irritazione per l'iniziativa del governo, pero', traspare chiaramente dalle parole del segretario nazionale dell'Anm, Maurizio Carbone, anche lui pm a Taranto, che esprime serie perplessita' sulla possibilita' costituzionale che un decreto legge possa sospendere un atto giudiziario di sequestro preventivo ''finalizzato a impedire il protrarsi di reati gravi che mettono a rischio la salute della collettività''. A questo punto, quindi, a meno che i magistrati rinuncino ad ogni azione, le strade possibili appaiono due.
La prima e' che venga posta alla Consulta una eccezione di incostituzionalita'. L'occasione potrebbe arrivare in settimana con l'udienza del 6 dicembre in cui il Tribunale del riesame dovra' decidere sull'istanza di dissequestro del prodotto finito e semilavorato disposta il 26 novembre scorso dall'Ilva. La seconda e' che venga posta alla Corte Costituzionale la questione del conflitto di attribuzione tra i poteri dello Stato. In ogni caso, comunque, la decisione della Corte non potra' non richiedere diversi mesi e quindi, dal momento in cui il decreto entrera' in vigore, con le spalle coperte dalla legge, l'Ilva potra' continuare a produrre e commercializzare. Cosa che, in realta', il siderurgico tarantino non ha mai smesso di fare malgrado i sequestri.
Per questa ragione Carbone ''giudica ''ingenerosa'' nei confronti della magistratura, l'osservazione fatta oggi dal ministro dell'Ambiente, Corrado Clini, secondo cui "le bonifiche all'Ilva stavano partendo, ma il sequestro ha rinviato tutto. Si è dato un alibi all'azienda''. ''Non dimentichiamo - ha aggiunto Carbone - che il provvedimento di sequestro degli impianti risale allo scorso luglio e che nei fatti non è mai stato eseguito perché l'azienda ha continuato a produrre e non ha avviato alcuna azione di risanamento''. Punti di vista molto distanti, malgrado il ministro dello Sviluppo, Corrado Passera, cerchi di conciliarli. ''Mi auguro che i magistrati capiscano che i loro obiettivi e i nostri non confliggono, ma coincidono - ha detto - c'é una volontà comune che è quella di tutelare la salute e di salvare il lavoro di tutti. Noi non vogliamo vanificare le sentenze dei Tribunali né ledere la maestà del potere giudiziario. Vogliamo solo trovare una soluzione condivisa, nel rispetto del diritto''. (Ansa)
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