lunedì 3 dicembre 2012

I regali di Natale di Riva & co.

Ilva: a Taranto parte la cassa integrazione nell'area a freddo


L'Ilva sta inviando oggi le lettere di cassa integrazione al personale dell'area a freddo. Si tratta degli addetti ai tubifici, ai rivestimenti, al treno lamiere e ai treni nastri per i quali gia' nei giorni scorsi l'azienda, a causa della crisi di mercato, aveva chiesto la cassa ordinaria per 13 settimane per un massimo di 2mila persone. La cassa e' stata avviata a partire da oggi col mancato accordo sindacale in quanto si sono conclusi i giorni previsti dalla procedura preliminare.
  Non si parte subito con i 2mila ma con un numero inferiore che i sindacati non sono ancora in grado di quantificare perche' attendono di incontrare l'Ilva. Il personale che va in cassa integrazione e' lo stesso che gia' da diversi giorni e' in ferie forzate. A questa soluzione l'Ilva ha fatto ricorso in via provvisoria in attesa di definire l'intesa sulla cassa con i sindacati, intesa che sinora non c'e' stata. Erano 700 sul finire dell'altra settimana gli operai dell'area a freddo in ferie forzate e solo alcuni impianti erano inattivi. Da lunedi' scorso, invece, il numero complessivo degli operai e' salito a 5mila e tutta l'area a freddo e' stata fermata dall'azienda a seguito dei nuovi sviluppi dell'inchiesta giudiziaria e del sequestro dei prodotti finiti (coils e lamiere) da parte della Guardia di Finanza su ordinanza del gip Patrizia Todisco. Ora la situazione si modifica ulteriormente nel senso che una parte di questi 5mila vanno in cassa integrazione ordinaria per 13 settimane.
  E' peraltro ancora in corso la cassa integrazione per 1.031 unita' in forza a tutti gli impianti e le aree che sono risultate danneggiate a causa del tornado che mercoledi' scorso si e' abbattuto sull'Ilva. Questa ulteriore cassa e' stata chiesta dall'Ilva dal 28 novembre al 3 dicembre. I sindacati ritengono che gia' domani il personale dell'acciaieria 2, colpito dal provvedimento, potrebbe tornare al lavoro in quanto si sono conclusi sia i lavori di ripristino dell'area che la sua messa in sicurezza. Rispetto ai 1.031, col rientro in produzione degli addetti all'acciaieria 2, il numero dei cassintegrati diminuirebbe di circa 500 unita'.
  Per quanto attiene lo sbarco delle materie prime, l'Ilva e' alle prese con un doppio problema: da un lato i vincoli allo scarico posti dai custodi giudiziari, responsabili delle aree sequestrate, e dall'altro i diversi danni subiti dalle gru nell'area del porto. Attualmente lo scarico avviene sui moli 2 e 4 dell'Ilva e secondo i sindacati il molo 2 avrebbe danni impiantistici piu' contenuti mentre piu' critica sarebbe la situazione del molo 4. Lo stoccaggio delle materie prime, per effetto di questi problemi, viene definito al limite dai sindacati, che pero' annunciano che l'Ilva si sta attrezzando per superare l'emergenza. Tra le soluzioni in via di messa a punto c'e' anche la possibilita' di operare con le gru attraverso radiocomando da terra. (AGI).

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