giovedì 31 dicembre 2009

un bilancio...

Un felice anno a chi viaggia...

Buon 2010!

Storie degli «altri» che sono tra noi


KARID UNA VITA IN FUGA
Karid ha 18 anni e fugge dall'Afghanistan. Una fuga dura. Disperata. Un viaggio del quale è difficile parlare. E non soltanto per la difficoltà della lingua. Per poter scappare da quei luoghi di guerre e di sterminii ha dovuto pagare i trafficanti di uomini...

DALL'INDIA PER SEGUIRE IL PAPA' A BRINDISI DI MONTAGNA
Sono due fratellini Lovepreet, 14 anni, e sua sorella Sandeep, di 13. Vengono dal Lakhimpur in India. Sono arrivati in Basilicata da sette mesi e con il papà vivono a Brindisi di Montagna. Loro padre ha ripreso anche qui il suo vecchio mestiere di agricoltore...

LAUREATA LE NEGANO CONCORSO
Iulia ha 25 anni e viene dall'Ucraina. Ha raggiunto sua madre che lavora a Potenza ormai da 7 anni. È arrivata l'anno scorso e, con la mamma, vive a Picerno. È un anno che studia la lingua, ma per Iulia lo studio non è una novità...

SPOSA UNA POTENTINA CHE GLI DARA' UN FIGLIO
Zouhair ha 29 anni, viene da Casablanca (Marocco), e vive a Potenza da un anno e 9 mesi. Prima ha vissuto e ha lavorato a Parigi, per tre anni...

RAGGIUNGE LA MADRE DALLA MOLDAVIA
Maria ha occhi spauriti, 19 anni, e viene dalla Moldavia. Tre mesi fa ha raggiunto sua madre che era a Potenza da 5 anni dove lavora come badante o donna delle pulizie....

UN VIAGGIO PER SCOPRIRE IL SUO FUTURO
Karim ha 44 anni e ha raggiunto, sette mesi fa, sua moglie che da cinque anni lavorava a Potenza come badante. Anche lui viene dal Marocco. È partito da Casablanca, con un diploma in tasca, un biglietto d'aereo e un po' di speranza nel viaggio che aveva di fronte....

martedì 29 dicembre 2009

L'Arpa risponde alla commissione AIA sull'Ilva

ARPA Puglia
Osservazioni sul parere della Commissione Istruttoria IPPC e dell'allegato Piano di Monitoraggio e Controllo (PMeC) nell'ambito dell'Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) relativa allo Stabilimento Ilva Spa di Taranto.

Parere Arpa Puglia Su Ippc Ilva Taranto

Un po' di aggiornamento dal mondo...


Clicca sui link per scaricare i documenti

AGENDA

SESSIONE MATTUTINA: From good practices to best policies:

Virginia BOMBELLI: From local communities to sustainable cities

Declan MEALLY: Sustainable Energy Communities From good practice to best policies HOLISTIC Dundalk 2020

Teresa PERNKOPF: HOLISTIC - Mödling

Olivier ARAGNO: Concerto Holistic

Franco ANZIOSO: POLICITY The project in Torino

Roberto PAGANI: Concerto AL piano

Simona COSTA: Concerto Plus Activities Italian Site Visit

Marcello CAPRA: Politica energetica, ricerca e innovazione

SESSIONE POMERIDIANA: Patto dei Sindaci e Linee Guida SEAP

Virginia BOMBELLI - Antonio LUMICISI: Il template da compilare e le Linee Guida per il Piano d'Azione per l'Energia Sostenibile (SEAP)

lunedì 28 dicembre 2009

Uno schiaffo agli amministratori inetti e corrotti!

Comunicato stampa
FABIO MATACCHIERA CREERA’ UN FONDO VOLONTARIO ACCESSIBILE A TUTTI ATTRAVERSO PASSWORD PUBBLICA.

E’ ormai indubbio che la diossina a Taranto continui ad accumularsi nell’ambiente. Si ricordino i numerosi abbattimenti di bestiame allevato nell...e aree prospicienti la grande industria siderurgica, perché fortemente contaminato da questa micidiale sostanza, ed il notevole aumento nella popolazione dei tumori che da qualcuno sono stati considerati “invenzioni popolari”.
Se non si riesce ancora ad ottenere un monitoraggio costante delle emissioni di diossina, tale da far prendere posizioni decise relative ad una sua diminuzione a livelli accettabili e legali, bisogna allora accertare, attraverso analisi specifiche, il tasso di diossina nell’organismo dei tarantini. Perseguendo questo obiettivo, ho sensibilizzato alcuni imprenditori jonici a devolvere fondi da investire in queste analisi. L’appello è stato raccolto con entusiasmo straordinario da concittadini che hanno a cuore le sorti della collettività e che si sono resi disponibili a versare direttamente in un apposito fondo la cifra che hanno deciso di offrire per questa causa. Non ci saranno passaggi di denaro a livello personale, tutto il percorso economico di questa operazione sarà limpida e permetterà di indirizzare il ricavato esclusivamente allo scopo previsto. Sarà aperto nei prossimi giorni un conto corrente postale, il cui movimento sarà visibile in tempo reale online attraverso una PASSWORD che verrà comunicata PUBBLICAMENTE A TUTTI. Chiunque potrà verificare le operazioni effettuate e, nel caso, contribuire con una propria offerta anche minima con le modalità che saranno successivamente indicate in maniera specifica. Le analisi per quantificare la presenza di diossina nell’organismo umano sono estremamente elaborate e quindi costose (c.a 950 euro + Iva per l’esame di un solo campione). In Italia, sono solo pochissimi i centri universitari specializzati in grado di effettuarle e dare la garanzia di affidabilità del risultato. Sono stai da me individuati alcuni laboratori particolarmente qualificati, ai quale sarà affidato il compito di verificare in che misura la diossina si stia impadronendo della salute dei tarantini.
A mano a mano che il fondo si costituirà e prenderà consistenza, si procederà ad inviare, via via, i campioni di sangue ai laboratori prescelti. Più il fondo sarà cospicuo, maggiore sarà il numero dei cittadini volontari che potranno essere sottoposti all’esame della diossina. Saranno presi in considerazione gli abitanti che vivono nei vari quartieri della città, con particolare attenzione a coloro che risiedono al rione Tamburi, in quanto sono i più esposti all’incidenza di malattie tumorali. Il campione di cittadini verrà selezionato anche in base all’età ed al sesso, in modo da promuovere un’indagine che sia la più rappresentativa possibile. Il test sarà anonimo, tuttavia, solo su precisa richiesta e consenso del donatore, potranno essere fornite l’identità del soggetto ed il risultato dell’esame con rilascio della CERTIFICAZIONE UFFICIALE DEL CENTRO UNIVERSITARIO CHE AVRA’ EFFETTUATO LE ANALISI.
Questa indagine farà ulteriore luce sulla quantità di diossina presente nel sangue dei tarantini e quindi della probabile maggiore incidenza di malattie tumorali, in special modo di leucemie. Non si intende, attraverso questa iniziativa, scavalcare le istituzioni che finora non hanno effettuato questo monitoraggio, bensì scuotere ulteriormente l’opinione pubblica su questa situazione critica che a Taranto si sta cronicizzando. E’ giusto, però, ricordare che un paio di anni fa anche l’associazione Tarantoviva sottopose ad esame dieci tarantini per lo stesso monitoraggio, ma in quella circostanza, per problemi economici, il sangue di tutti i volontari fu mescolato in un unico campione ed il risultato ottenuto rappresentava solo un valore medio che, pur essendo notevolmente alto, non permetteva, tuttavia di distinguere i livelli di diossina presenti nel sangue di ciascuno. La differenza sostanziale fra il precedente monitoraggio e questo nuovo promosso da me, sta nel fatto che da quest’ultimo si otterranno dati individuali, più indicativi ed oggettivi per comprendere lo stato delle cose. Ciò servirà per rendere noti a tutti, quei dati che ritengo potrebbero essere molto allarmanti, alla luce dell’indagine precedente, visto che ancora le istituzioni preposte ritardano a darci. Presto, inoltre, renderò noti i nomi di alcuni cittadini di riconosciuta onorabilità e credibilità che insieme a me costituiranno il Comitato dei Garanti per la verifica di tutte le operazioni che riguarderanno questa mia iniziativa.
Prof. Fabio Matacchiera

domenica 27 dicembre 2009

Tempi duri per le chiacchiere!




E chiudiamo con una chicca del direttore del Corriere del Giorno, Di Bella che, nel criticare - giustamente - lo scempio ambientale della variante per la costruzione di 5.000 alloggi popolari alla Salinella, cita nientepocodimenoché due illustri sindaci, protagonisti indiscussi e preminenti della condizione attuale di Taranto: Rossana Di Bello (commensale e amica del direttore...) e Mario Guadagnolo (...)!!!
Complimenti per l'obiettività e per la scelta dei personaggi esemplari!
Certo, se bastassero la coerenza e un pizzico di memoria e non si dovesse sempre pagare il dazio agli amichetti... sarebbe tutto più semplice, efficiente e normale in questa città... Crede di poter scagliare la prima pietra, direttore?

Acqua Santa!

Dopo i tanti appelli di Padre Alex Zanotelli che del popolo dell'acqua è l'autorevole guida e i comunicati dei vescovi del Molise, della diocesi di Termoli-Larino, dei padri comboniani di Lecce, del vescovo di Messina arcivescovo emerito di Messina, con l'auspicio che possano seguire tanti altri, ecco il messaggio dei sacerdoti di Altamura:

PRIVATIZZARE L'ACQUA?
I Sacerdoti di Altamura deplorano questa manovra
L'ACQUA E' UN BENE ESSENZIALE
L'acqua è un bene di prima necessità, come l'aria, il calore del sole, la pioggia, il vento, la luce...
Non dev'essere ridotta a livello di merce qualsiasi. Noi, Sacerdoti della città, plaudiamo all'opera di quanti si stanno associando al movimento di difesa del servizio dell'acqua evitando la privatizzazione e quindi la mercificazione, ci associamo allo sforzo che va compiendo l'apposito Comitato (Comitato pugliese Acqua Bene Comune), che sta sensibilizzando anche le nostre parrocchie e deploriamo questo tentativo, anche se ha ottenuto il placet legislativo.
Per la gestione dell'acqua, l'assioma che il privato agisce meglio del pubblico non si può applicare, considerando che ne deriverebbe subito un aumento dei prezzi che peserebbe soprattutto sulle famiglie in difficoltà. Noi siamo mossi dal principio fondamentale di sostenere tutto ciò che concorre al bene comune e di non condividere quanto vi si oppone.
In questa circostanza ci sostiene anche l'autorevole parola del nostro Papa Benedetto XIII, che nell'Enciclica Caritas in Veritate al n. 27 afferma: "È necessario, pertanto, che maturi una coscienza solidale che consideri l'alimentazione e l'accesso all'acqua come diritti universali di tutti gli esseri umani, senza distinzioni né discriminazioni."
Invitiamo a sottoscrivere la petizione al Comune di Altamura, perchè vengano modificati lo statuto comunale e quello provinciale con l'introduzione del seguente articolo: "L'Acqua è un Bene Comune, diritto universale di ogni essere vivente. Il servizio idrico è un servizio privo di rilevanza economica".
Don Giacomo FIORE, vicario foraneo, Altamura (BA)

Inceneritori? Ripassiamo un po'

Una scheda di qualche tempo fa, ma sempre attuale, per conoscere in poche righe l'affaire inceneritori e per capire che cos'è veramente il mito bresciano che tanto riempie la bocca anche dei nostri amministratori ignoranti

Inceneritori

sabato 26 dicembre 2009

Il triste Natale in fabbrica

Agli operai, la solidarietà e l'augurio di riacquistare la capacità di tornare uniti in nome di un mondo diverso ed umano!

Dalla Yamaha di Lesmo agli impianti Fiat di Termini Imerese e Pomigliano d'Arco, passando per aziende più piccole e meno conosciute, come il pastificio Russo di Cicciano in provincia di Napoli, sale la protesta degli operai che hanno perso o stanno per perdere il posto di lavoro. In questi giorni di festa, non sono mancati gli appelli anche da parte del Papa.
Lavoratori in lotta da oltre un mese contro la chiusura dello stabilimento di Lesmo (Monza). La mobilitazione sul tetto è stata scelta in questi giorni anche dai dipendenti della Gros Market e da due operai, ex dipendenti della Hydrogest, saliti per disperazione a 30 metri su una torretta dell'impianto di depurazione.
Al centro c'è poi la protesta dei dipendenti di Fincantieri. I lavoratori di Sestri Ponente a Genova, di Muggiano a La Spezia e di Ancona, da giorni mobilitati dormendo in cantiere e bloccando la circolazione stradale, protestano per il taglio dei 750 euro di premio di efficienza mentre sono sempre a rischio le prospettive per i cantieri di Castellammare di Stabia. La cantieristica e le attività portuali sono tra i settori in difficoltà tanto che proprio ieri, a Taranto, il sindacato ha firmato un accordo con Evergeen per la Cigs a zero ore di un anno alla Taranto terminal contanier, mentre proteste dei lavoratori delle Fs si sono svolte anche a Civitavecchia. Nel settore, con oltre 100 mila addetti, sono migliaia in Cig e il numero è destinato a salire con il ridursi delle commesse.
Grave la situazione provocata dal blocco della produzione chimica negli impianti italiani della Vinyls, a Porto Torres e a Marghera, dove verrà avviata una Cigs a rotazione a fronte di una richiesta da parte dell'azienda di 12 mesi di Cigs per 323 addetti su un totale di 433 de gruppo e quindi anche a Ravenna. Nei giorni scorsi per protesta è stata occupata la palazzina Eni al petrolchimico di Marghera.
La crisi di Eutelia ha sollevato il coperchio sulla situazione dei call center in gravissima crisi con migliaia di dipedenti moltissimi dei quali da mesi non percepiscono lo stipendio. Infine, a più di un anno dalla messa in amministrazione straordinaria del gruppo di elettrodomestici non ci sono manifestazioni di interesse per un gruppo conta 3.000 dipendenti in Italia, quasi tutti concentrati fra Marche e Umbria, più 6-7 mila dell'indotto. (Sole24h)

venerdì 25 dicembre 2009

Auguri, per un mondo migliore!

Il Comitato per Taranto

E dobbiamo pure ringraziare se l'Ilva annuncia di voler rispettare la legge?

L'Arpa: Ilva abbatterà emissioni entro 2010 come legge prevede

«Un regalo inatteso sotto l'albero di ciascuna famiglia tarantina»: così il direttore dell'Arpa Puglia, Giorgio Assennato, definisce la decisione dell'Ilva di Taranto, nell'ambito del piano di fattibilità, di arrivare entro dicembre 2010 a contenere le concentrazioni di diossine nei fumi emessi dal camino dell'impianto di agglomerazione entro la soglia di 0.4 nanogrammi/Nm3. Si tratta di un adempimento previsto dalla legge regionale 44/08 sulle diossine - ricorda Assennato in una nota - che imponeva all'azienda il rispetto entro giugno 2009 della soglia di 2.5 ng ITEQ/Nm3 ed entro dicembre 2010 della soglia di 0.4 ng I-TEQ/Nm3.
In questo modo - afferma - «sono state premiate la coraggiosa innovazione legislativa della Regione e il senso di responsabilità istituzionale da cui derivò il protocollo d'intesa del febbraio scorso siglato dal Governo (Presidenza del Consiglio, Ministro per l'Ambiente, Ministro per gli Affari regionali, Regione Puglia, Provincia e Comune di Taranto): un evento unico di governance ambientale efficace e partecipata». Assennato ricorda che peraltro continua ad essere vigente la norma del DLgs 152/2006, che consente alle aziende di emettere elevate quantità di diossine in atmosfera.
«Quando a dicembre 2010 l'azienda dimostrerà di poter rispettare il limite di 0.4 ng I-TEQ/Nm3 - osserva - l'emissione nel 2011 sarà pari a soli 11 grammi di diossine. I dati parlano da soli». Il direttore dell'Arpa rileva inoltre che «soltanto un anno fa Ilva sosteneva l'impossibilità di rispettare i limiti della legge regionale e ancora in questi giorni qualcuno sostiene che la legge è stato un imbroglio, se non addirittura una truffa. Come direttore generale di ARPA Puglia, sono orgoglioso di aver contribuito a questo fantastico risultato, che ha dimostrato come un organo tecnico possa svolgere un ruolo fondamentale nelle complesse situazioni proprie di un'area ad elevato rischio di crisi industriale».
«Un ultimo importante riconoscimento del ruolo di Arpa Puglia - conclude Assennato - è la decisione di convocare a Taranto, ai primi di febbraio, il Consiglio federale del sistema agenziale, costituito da Ispra, l'Agenzia Nazionale, e da tutte le Arpa regionali: non era mai successo». (GdM)

I regali di Natale di Tremonti. Tanto paghiamo noi!

Bisogna pur ricordarsi degli amici...

La trasparenza non è il punto di forza di questa "legge mancia": si parte dalla legge Finanziaria, si arriva a 165 milioni di fondi stanziati nel 2008 che si frammentano in decine e decine di interventi la cui lista completa è stata appena pubblicata sul sito della Camera dei deputati, come allegato ai lavori della commissione Bilancio della seduta del 22 dicembre.

OPERE DI BENE.
Una volta arrivati alla lista degli interventi, la prima cosa che si scopre è un torrente di denaro che arriva alla Chiesa, già finanziata dallo Stato con altre voci della spesa pubblica come l’otto per mille. Il primo intervento religioso che si incontra scorrendo le 47 pagine di tabelle riguarda l’arcidiocesi di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo (la terra di padre Pio), a cui finiscono 400 mila euro nel 2009 per il “recupero ambientale degli immobili della curia vescovile” (integrati da 50.000 all’anno per i successivi due anni). Arrivano poi altri 100.000 in tre anni per la ma "manutenzione straordinaria di immobili e arredi della parrocchia Madonna del Carmine di Manfredonia". Qualche pagina dopo ci sono 100.000 euro per il "recupero ambientale e ristrutturazione della chiesa di san Francesco finalizzata allo sviluppo turistico" nel comune di Aversa (in provincia di Caserta). L’aggettivo "ambientale" si spiega con la necessità di giustificare il ricorso a un fondo che, almeno nella sua origine, doveva servire a finanziare la tutela dell'ambiente e la promozione del territorio. L’elenco del sostegno a edifici in senso lato religiosi è lunghissimo: dalla chiesa medievale di Centola, a Salerno, dove servono 50.000 euro per "incremento flussi turistici", al seminario diocesano San Giovanni Bosco di Castellamare di Stabia a cui ne toccano 110.000 per i "lavori di ristrutturazione ostello della gioventù Monte Faito per la formazione dei ragazzi".

OPERE VARIE. Spiegare in meno di dieci parole come spendere parecchie migliaia di euro richiede una capacità di sintesi rara nella pubblica amministrazione. Ma molte delle giustificazioni di stanziamenti sono comunque un po’ troppo vaghe. Prendiamo il comune di Ziano Piacentino, a Piacenza, che avrà diritto nel 2010 e nel 2011 rispettivamente a 40.000 e 42.000 euro. La ragione? "Opere viarie". In altri casi le informazioni sono appena più precise. Un alone di mistero circonda anche le necessità della Croce rossa italiana che come causale per 160.000 euro indica un “progetto per la diffusione della cultura della donazione Comitato regionale dell’Umbria”. Molto dettagliata la spiegazione per i 400.000 euro in una sola tranche assegnati alla Fondazione nazionale "Giuliana Carmignani" di Livorno che ne ha bisogno come "contributo per la costruzione di un soggetto consortile multidisciplinare volto a sviluppare attività di supporto operativo ed informativo delle attività professionali italiane". La fiscalità generale assegna anche 120.000 euro in tre anni alla non famosissima Scuola del gusto del comune di Torrecuso (Benevento) come "finanziamento per adeguamento ambientale e messa in sicurezza".

OPERE STRANE. Perfino per la "realizzazione di un campo di calcio a sette nel comune di Torino", un intervento da 50.000 euro. Da Roma, nella commissione Bilancio, hanno ritenuto opportuno provvedere con 80.000 euro anche per un "impianto di valorizzazione e smaltimento delle vinacce" a Offida (Ascoli Piceno). Il comune di Monza, per citarne uno come esempio, ottiene 133.000 euro per la "sistemazione del nodo viabilistico di largo Mazzini", un grosso incrocio con una piccola aiuola al centro che, a giudicare da Google Maps, non sembra aver bisogno di grandi interventi. Se queste opere sono soltanto alla lontana coerenti con le misure del Fondo che eroga i soldi, altri soggesti hanno chiesto soldi per progetti davvero collegati all’ambiente e al territorio. Ono San Pietro, in provincia di Brescia, ottiene 70.000 euro per la promozione dei "prodotti tipici e delle attività alimentari". Più criptica la cittadina salernitana di Perdifumo: 200.000 euro per la "realizzazione ecomuseo vichiano per valorizzazione e sviluppo dei luoghi vichiani in Vatolla". Roma, forse per la vicinanza ai centri decisionali, riesce ad aggiudicarsi molti soldi. Per esempio quasi mezzo milione (450.000 euro) per un "programma di azioni finalizzate allo sviluppo economico del tessuto produttivo della capitale”
Da Il Fatto Quotidiano del 24 dicembre

giovedì 24 dicembre 2009

Se Gesù fosse nato nell’Italia 2000

25 dicembre 2009: “Trovato neonato in una stalla. La polizia e i servizi sociali indagano. Arrestati un falegname e una minorenne”. L’allarme è scattato nelle prime ore del mattino grazie alla segnalazione di un comune cittadino (obbediente all’invito del ministro Maroni): aveva scoperto una famiglia accampata in una stalla. Al loro arrivo gli agenti di polizia, accompagnati da assistenti sociali, si sono trovati di fronte ad un neonato avvolto in uno scialle e depositato in una mangiatoia dalla madre extracomunitaria, tale Maria H. di Nazareth, appena quattordicenne.

Al tentativo della polizia e degli operatori sociali di far salire la madre e il bambino sui mezzi delle forze dell’ordine, un uomo, successivamente identificato come Giuseppe H di Nazareth, ha opposto resistenza spalleggiato da alcuni pastori e tre stranieri presenti sul posto. Sia Giuseppe H. che i tre stranieri, risultati sprovvisti di documenti di identificazione e permesso di soggiorno, sono stati tratti in arresto.

L’Ufficio Stranieri della Questura e la Guardia di Finanza stanno indagando per scoprire il paese di provenienza dei tre clandestini. Secondo fonti di polizia i tre potrebbero essere spacciatori internazionali, dato che sono stati trovati in possesso di un ingente quantitativo di oro e di sostanze presumibilmente illecite. Nel corso del primo interrogatorio gli arrestati hanno riferito di agire in nome di Dio per cui non si escludono legami con Al Qaeda. Le sostanze chimiche rinvenute sono state inviate al laboratorio per le analisi. La polizia mantiene uno stretto riserbo sul luogo in cui è stato portato il neonato. Si prevedono indagini lunghe e difficili.

Un breve comunicato stampa dei servizi sociali, diffuso in mattinata, si limita a rilevare che il padre del bambino è un adulto di mezza età, mentre la madre è ancora adolescente. Gli operatori si sono messi in contatto con le autorità di Nazareth per scoprire quale sia il rapporto tra i due e se la loro lontananza dal luogo di residenza abituale possa nascondere rapimento o plagio. Nel frattempo Maria H. è stata ricoverata all’ospedale e sottoposta a visite cliniche e psichiatriche. Sul suo capo pende l’accusa di maltrattamento e tentativo di abbandono di minore. Gli inquirenti nutrono dubbi sullo stato di salute mentale della donna la quale afferma di essere ancora vergine e di aver partorito il figlio di Dio.

Il primario del reparto di Igiene Mentale ha dichiarato oggi in conferenza stampa: “Non sta certo a me dire alla gente a cosa deve credere, ma se le convinzioni di una persona mettono a repentaglio – come in questo caso – la vita di un neonato, allora la persona in questione rappresenta un rischio sociale. Il fatto che sul posto siano state rinvenute sostanze stupefacenti non ancora consuete al nostro mercato clandestino, non migliora il quadro. Sono comunque certo che, se sottoposte ad adeguata terapia per uno due o tre anni – solo i progressi determineranno la durata della cura – le persone coinvolte, compresi i tre trafficanti di droga, potranno essere reinseriti a pieno titolo nella società. Le autorità competenti decideranno se espellerli con foglio di via obbligatorio o accettare la loro eventuale richiesta di permesso di soggiorno. Ma questo esula da ogni mia responsabilità professionale”.

Pochi minuti fa si è sparsa la voce che anche i contadini presenti nella stalla vengono sospettati di essere consumatori abituali di sostanze stupefacenti. Il loro alibi non ha retto ai primi controlli. Sostengono di essere stati costretti a recarsi nella stalla da una persona di alta statura con addosso una lunga veste bianca e due ali sulla schiena (?). Avrebbe loro imposto di festeggiare il neonato. Il portavoce della sezione antidroga della questura ha così commentato: “Gli effetti di certe sostanze a volte sono imprevedibili, ma si tratta della scusa più assurda mai messa a verbale negli interrogatori di tossicodipendenti”.
(Anonimo Lombardo)

Florido Conserva-tore

Ridicolo scambio di salamelecchi tra due amministratori su cui stendiamo un velo "penoso"...

Per la ripubblicizzazione dell'acqua anche il Comune di Taranto

COMUNICATO STAMPA COMITATO PUGLIESE ACQUA BENE COMUNE

Il Consiglio Comunale di Taranto del 21 Dicembre scorso ha votato a favore della modifica da apportare allo Statuto comunale a totale vantaggio della ripubblicizzazione del servizio idrico volto a superare l’art. 15 del decreto 135/09 (Decreto Ronchi) approvato con fiducia a Montecitorio un mese fa.

Vale la pena di precisare che la conversione in legge dell’art. 15 del Decreto Ronchi sancisce la definitiva cessione ad operatori privati della gestione degli acquedotti, delle fognature e della depurazione; il tutto con il falso pretesto di uniformare la gestione dei servizi pubblici locali alle richieste della Commissione Europa senza che, in realtà, vi sia alcun obbligo comunitario di trasformazione dei soggetti pubblici in società private.

Nonostante sia oramai sotto gli occhi di tutti che le gestioni del servizio idrico affidate in questi ultimi anni a soggetti privati, sperimentate in alcune Provincie Italiane (es. Latina, Arezzo, Firenze, ecc…) o a livello europeo ( es. in Francia) abbiano prodotto esclusivamente innalzamento delle tariffe, diminuzione degli investimenti e costi di gestione, si continua a sostenere che mercato e privati siano sinonimi di efficienza e riduzione delle tariffe

Il Comitato Pugliese Acqua Bene, apprende con soddisfazione l’approvazione dell’odg del Consiglio Comunale di Taranto di giorno 21 dicembre 2009 sull’impegno di riconoscere all’interno del proprio Statuto Comunale l’accesso all’acqua come diritto umano, universale, indivisibile, inalienabile e lo status dell’acqua come bene comune pubblico, confermando il principio della proprietà e della gestione pubblica del servizio idrico integrato, riconoscendolo come un servizio pubblico locale privo di rilevanza economica, in quanto servizio pubblico essenziale la cui gestione va attuata attraverso gli artt.31 e 114 del d. lgs N 267/2000;
Inoltre il Comune di Taranto s’impegna a promuovere nel proprio territorio una Cultura di salvaguardia della risorsa idrica e del suo utilizzo attraverso campagne informative e aderisce e sostiene le iniziative del Coordinamento Nazionale “Enti Locali per l’Acqua Bene Comune e per la ripubblicizzazione del servizio idrico integrato”.

La modifica allo Statuto è stata richiesta dal Comitato Pugliese “Acqua bene comune” lo scorso 03 Dicembre mediante lettera protocollata presso la segreteria gabinetto sindaco ed è stata suffragata dall’attuazione sul territorio cittadino di una petizione popolare che ha assunto il nome di: “Petizione Salva l’Acqua”. L’odg è stato depositato dal consigliere Anna Rita Lemma.

Il Consiglio comunale con voto favorevole dei consiglieri si è uniformato agli intendimenti della Regione Puglia, sanciti con Deliberazione n°1959 del 20/10/09 “Approvazione di principi orientati al concetto dell’acqua quale bene comune dell’umanità”.

Inoltre sempre la Regione Puglia si è impegnata ad approvare a breve una legge regionale che sancisca la trasformazione dell’Acquedotto Pugliese da S.p.A. a soggetto di diritto pubblico, che deve essere gestito con meccanismi che garantiscano la partecipazione sociale, definendo così la totale fuoriuscita dell’acqua dalle leggi del mercato

Il Comitato Pugliese “Acqua bene comune” prende felicemente atto della scelta operata dal governo della Città di Taranto che ha intrapreso una strada virtuosa confermando che l’Acqua sia fonte di vita e non si possa mercificare, e di cui si attende l’integrazione dello Statuto.

Continua la raccolta firme per la campagna “SALVA L’ACQUA” a Taranto e provincia presso alcune associazioni parte del Comitato pugliese: Confconsumatori , il Meet Up “I grilli delle 100 masserie” e “Cittadinanza attiva Palagianello.”

Taranto 22 Dicembre 2009
Vianello Giovanni jvianello@gmail.com
Referente per Taranto e provincia del” Comitato Pugliese Acqua Bene Comune”

mercoledì 23 dicembre 2009

Trivella qua, trivella là...



Chi ha ucciso le “balene” nel mare Adriatico



Mare Adriatico che accarezza il Gargano quando infuria il Maestrale. “Il 9 dicembre sono stati avvistati 10 capodogli in difficoltà” rivela una elevata fonte militare italiana. Strano. Ma allora come mai la notizia è stata fatta trapelare agli organi di informazione soltanto il 10 dicembre? Che cosa è accaduto nel frattempo? Cosa ha causato lo spiaggiamento di ben 7 cetacei e la loro morte sull’istmo di Varano? Inquinamento chimico e radioattivo, o inquinamento sonoro? Che fine hanno fatto gli altri esemplari? Tutte le “balene” potevano essere salvate? Qualcuna si è per caso riversata sul litorale di Vieste? Forse, era in corso un esperimento bellico? C’è un nesso con il recente ritrovamento nelle acque dell’omonimo e adiacente lago costiero (comunicante con il mare attraverso due canali), di tracce consistenti del radionuclide artificiale cesio 137? Chi ha abbandonato scorie nucleari in quell’area “protetta”? Esiste un legame con la presenza a poche miglia dal luogo dell’insabbiamento dei cetacei di numerose navi imbottite di veleni chimici, affondate nell’ultimo trentennio (Et Suyo Maru e Panayota senza citarle tutte)?
...
Leggi l'articolo completo pubblicato su Terranostra da Gianni Lannes (a cui lo Stato ha appena assegnato la scorta in seguito alle minacce per la sua scomoda attività giornalistica)

Tutta la Puglia è incazzata!


BRINDISI SOTTO ASSEDIO

Conosciamo tutti, almeno a grandi linee, la storia economica del nostro territorio, caratterizzata soprattutto da un’ agricoltura “secolare” e una pluridecennale industria “pesante”.
Purtroppo, ci duole constatare che quest’ultima strada, fortemente voluta dai vari amministratori locali avvicendatisi negli anni, ha trasformato in negativo la fisionomia della città e del porto.
Tralasciando l’esiguo contributo che tale politica ha apportato in termini occupazionali, la scelta di trasformare la nostra città in un polo industriale non ci ha consentito uno sviluppo sostenibile. E oggi tutti ne stiamo pagando le conseguenze.
Nonostante ciò, negli ultimi tempi abbiamo assistito al proliferare di aziende multinazionali che vogliono contribuire al massacro della nostra città attraverso la medesima produzione: quella energetica. Certo, cambierebbero le fonti, aggiungendo così ai milioni di tonnellate di carbone movimentate 2 serbatoi di gas, circa 1700 metri cubi di gpl, un imprecisato quantitativo di olio vegetale.
Noi non ci stiamo!
Non vogliamo continuare a pagare scelte intraprese altrove, né tantomeno continuare a perdere amici e parenti tra emigrazione e malattie. Noi non vogliamo crescere nella morsa tra il ricatto occupazionale e quello culturale, che non consentono una AUTODETERMINAZIONE POPOLARE. Riteniamo, inoltre, che questo sviluppo sia incoerente con la “lungimiranza elettorale” dei nostri amministratori che hanno prospettato per questa comunità uno sviluppo innovativo, culturale, turistico, eco-compatibile e SALUBRE.
In questa fase in cui si sta discutendo di NUOVE CONVENZIONI ENERGETICHE con le centrali a carbone che insistono sul territorio, chiediamo una FORTE RIDUZIONE DELLA QUANTITà DI CARBONE MOVIMENTATA A BRINDISI e alle amministrazioni locali di TUTELARE E RAPPRESENTARE il diritto della cittadinanza brindisina e non solo, alla salute e a vivere in un ambiente pulito.
Per queste e tante altre ragioni abbiamo deciso di scendere in piazza a manifestare il nostro dissenso verso il futuro che si prospetta, perché non vogliamo più essere solo spettatori dei business altrui, ma registi del nostro futuro, compatibilmente con le nostre risorse e con le capacità e la volontà del territorio.
Il prossimo 23 dicembre (ore 17,00), avrà così luogo un corteo che partirà dal piazzale della Stazione e culminerà a Piazza Santa Teresa, dove è previsto un concerto di gruppi locali che hanno fornito la loro GRATUITA adesione per continuare l’opera di sensibilizzazione dell’opinione pubblica in merito a un problema molto sentito dai più giovani e non.
Sul palco di Piazza Santa Teresa si avvicenderanno: Franco Zuccaro (regista teatrale e cantante); I Malvasia e I Pizzicati di Beppe e Donatella (folk-pizzica); gli MKS (rock-blues anni ‘70); i Mama Roots e i Sud Sound System (reggae). Nel corso della manifestazione saranno allestiti spazi informativi per ricevere ulteriori informazioni sul tema e poter esprimere il proprio parere.
Dopo il concerto, tutti alla dance hall al Goldoni!

L’invito a partecipare è rivolto a tutta la cittadinanza, alle associazioni ambientaliste, culturali e di volontariato, alle associazioni di categoria e ai sindacati, ai partiti e alle istituzioni, a chiunque, nel proprio piccolo, spera e si adopera per un futuro migliore.

I ragazzi del NO AL CARBONE ed il gruppo ANTI CERANO.

martedì 22 dicembre 2009

I cittadini di Taranto vogliono vedere questo progetto!

Per quanto ancora industria ed enti pubblici si ostineranno a ignorare una cittadinanza attiva e partecipativa che chiede di conoscere e valutare per il proprio futuro?
Ai sindaci, al presidente della Provincia, ai direttori dell'ARPA Puglia e dell'Ispra, rendete pubblico questo progetto!!!

Ilva di Taranto un progetto per abbattere diossina
TARANTO – L'Ilva ha elaborato uno studio di fattibilità per ridurre le emissioni di diossina dallo stabilimento di Taranto, così come previsto nel protocollo integrativo dell’accordo di programma sottoscritto a Roma il 19 febbraio scorso. Lo studio di fattibilità è stato trasmesso a cinque ministeri, alla Regione Puglia, alla Provincia di Taranto, ai Comuni di Taranto e Statte, all’Istituto superiore per la Protezione e la Ricerca ambientale (Ispra) e all’Agenzia regionale per la protezione ambientale (Arpa) di Puglia.

«Con questo studio – sottolinea in una nota il gruppo Riva - si sono definite le attività, gli interventi e i tempi per l'adeguamento dello stabilimento di Taranto ai valori limite per le emissioni di diossine stabiliti dalla legge regionale 19 dicembre 2008». La tecnologia individuata per ridurre le emissioni di diossina dall’impianto di agglomerazione del camino E312, precisa l’Ilva, «consiste nella realizzazione di un sistema di iniezione controllata di carbone e agenti inerti a monte degli elettrofiltri, tecnologia già adottata in altri impianti di agglomerazione europei con caratteristiche similari a quello di Taranto». L'installazione dell’impianto definitivo avverrà dopo una fase preliminare di prove sperimentali, mentre la realizzazione dell’intero progetto sarà completato entro il 2010. (Gazzetta del Mezzogiorno)

Regione forte, a Taranto Provincia e Comune ridicoli!

Eni power, petrolio e rigassificatore: Puglia ricorre al Tar

Nei decreti ministeriali con i quali si autorizzano le prospezioni sismiche in aree che verosimilmente custodiscono giacimenti sottomarini di petrolio, si legge a chiare lettere: «In quella zona non esistono Posidonie». Dunque, per il ministero dell’Ambiente, nessun ostacolo. Eppure l’assessore regionale all’Ecologia, Onofrio Introna, si appresta a proporre alla giunta tre delibere per ricorrere presso il Tar del Lazio contro altrettanti provvedimenti di via libera a interventi a forte impatto ambientale: il rigassificatore di Brindisi, l’ampliamento dello stabilimento Eni power a Taranto e adesso la ricerca del petrolio al largo delle coste pugliesi. Contro quest’ultima ipotesi è tutta la Regione, dal Gargano a Taranto, a mobilitarsi.
In questo fronte che vuole a tutti i costi scongiurare il rischio di veder compromettere fonti certe di ricchezza per il territorio come la pesca e il turismo ci sono amministratori di diverso colore politico. Ieri, ad esempio, nel corso di un incontro interistituzionale voluto dal sindaco di Monopoli (una ventina di chilometri a Sud si Bari), Emilio Romani (Pdl), uno accanto all’altro sedevano il parlamentare dell’Italia dei Valori, Pierfelice Zazzera, i consiglieri regionali Domenico Lomelo (Verdi), Pietro Manni (Rifondazione comunista), Giovanni Copertino (Pdl) e Ignazio Zullo (La Puglia prima di tutto), il vicensindaco del comune di Fasano (maggioranza di centrodestra) Fasano e il sindaco di Polignano a mare, Angelo Bovino (centrodestra) oltre a cittadini che si riconoscono in comitati e associazioni.
In mattinata, gli uffici regionali hanno lavorato alla sovrapposizione delle cartografie relative ai punti indicati per le prospezioni sismiche preliminari alle perforazioni e le aree protette a mare (l’area marina protetta delle Isole Tremiti, le riserve naturali di Torre Guaceto, che è comune di Carovigno, e Porto Cesareo, i Siti di importanza comunitaria del Posidonieto San Vito-Barletta, il litorale Brindisino, Macchia San Giovanni a nord di Brindisi, Stagni e saline di Punta della Contessa, Bosco Tramazzone, Rauccio, Acquatina di Frigole, Torre Veneri, Le cesine, Alimini, il litorale di Ugento col Posidonieto San Gregorio-Punta Ristola, il litorale di Gallipoli-Isola Sant’Andrea, Montagna spaccata e rupi di San mauro, palude del Capitano, dune di Punta prosciutto, Palude del Conte, Torre Colimena, vicino Manduria, Campomarino e Posidonieto San Pietro Torre Canneto ormai sotto Taranto).
«Il fatto che le aree interessate alle prospezioni - dice Introna - non ricadono direttamente in area protetta non ci tranquillizzano. E in più va detto che al largo, in numerosi dei punti a rischio, recentemente sono stati individuati giacimenti di corallo. Proporrò un ordine del giorno al Consiglio regionale. Credo che sulla tutela del nostro territorio e dell nostre bellezze si possa trovare unanimità di intenti». GIUSEPPE ARMENISE GdM

Sindaco palazzinaro: altro cemento selvaggio per ingrassare le imprese!

Ieri, nel Consiglio comunale di Taranto, è stato dato il via libera al piano-Salinella per costruire migliaia di nuovi alloggi, con una quota del 20 per cento destinati all’edilizia sociale.
Su questo provvedimento la maggioranza ha perso pezzi trovandone però all’opposizione tanto da raggiungere quota venticinque. Da sempre contrari al progetto, hanno lasciato l’aula Voccoli (Rifondazione), Basile (Pdci) e Lemma (Pd) di maggioranza, Vietri (Pdl) di minoranza. Politicamente significativo il gesto di Anna Rita Lemma, capogruppo del Pd la quale, in disaccordo con gli altri consiglieri democratici, ha preferito andarsene piuttosto che votare sul provvedimento. Dall’inizio ha considerato troppo alto l’indice di fabbricabilità accettato dal consiglio comunale, 0.585 che arriva a 0.725 con le premialità, rispetto allo 0.375 iniziale e ha valutato l’intera operazione sempre come un «pasticcio». Il gesto di ieri potrebbe addirittura costarle il posto di capogruppo. Dell’opposizione hanno votato a favore i due riformisti (Laruccia e Mancini), l’indipendente Lomartire e Stellato (Udc). Il sindaco, questa volta presente in aula, ha detto sì anche lui al progetto. «Diamo una risposta ai senza casa - ha commentato Stefàno - e anche all’occupazione perché i cantieri daranno posti di lavoro. Siamo riusciti a coniugare gli interessi della città, dell’ambiente e degli imprenditori». (Corriere del Mezzogiorno)

Colpo di grazia al Mar Grande?

Il mare di Taranto già nel mirino dal ’96

Forse non diventeremo il Mare del Nord, o le coste della Nigeria. Ma quell’ostacolo che si poneva fra le trivelle Eni e i fondali di Mar grande ora è caduto aprendo scenari nuovi. La firma della Soprintendenza ai beni archeologici della Puglia in calce alla richiesta di un parere sulle perforazioni, richiesta dal ministero per i Beni culturali, alla fine ha permesso all’Eni di avere «le carte in regola» per cercare poco lontano dalle coste tarantine «idrocarburi liquidi e gassosi».
Fidandoci delle carte ministeriali, la ricerca Eni prevede la trivellazione di un solo pozzo a fini esplorativi e l’utilizzo di «linee sismiche» per le altre attività di analisi del sottosuolo. Ma proprio quest’ultimo punto lascia aperte alcune domande sulla vastità e sul possibile impatto delle ricerche e dei futuri eventuali pozzi. L’Eni ha rivisto i «confini» dell’area di Mar grande nella quale effettuare le ricerche, escludendo le zone costiere «di pregio ambientale» e, prim’ancora, i siti di rilevanza archeologica.
La richiesta, in cui si fissano i nuovi limiti di «caccia» al petrolio, è stata presentata nel settembre del 2008 al ministero dello Sviluppo economico. Rapida la marcia di avvicinamento all’obiettivo: a marzo di quest’anno l’Eni ha ottenuto il sì del ministero dell’Ambiente. Lo scenario era profondamente mutato rispetto alla prima richiesta Agip datata 1996 e al parere negativo dei ministeri dell’Ambiente e dei Beni culturali risalente al 2001. Ma l’esclusione delle zone di pregio ambientale e archeologico non convince gli ambientalisti e i pescatori tarantini. Dopo le indiscrezioni della scorsa estate, la levata di scudi è stata quasi simultanea.
I pescatori dell’Agci Pesca di Taranto vogliono impedire le «devastazioni che colpirebbero la fauna e la flora marina». La tecnica di ricerca di idrocarburi detta air-guns (utilizza l’aria compressa «sparandola» nelle profondità marine) ha comunque conseguenze non irrilevanti. L’Eni utilizzerà ancora quella tecnica?
Al di là delle rassicurazioni su un maggior grado di cautela nelle prospezioni sui fondali marini, restano i dubbi: Perché in questi anni l’Eni ha detto poco o nulla alla città? E perché la città non ha fatto domande? Dov’è il cortocircuito del dialogo? La prima richiesta dell’Agip è datata 1996. Scordiamoci il passato, ma il sindaco Stefàno e il presidente della Provincia Florido qualche interrogativo avrebbero potuto sollevarlo. Perché non lo hanno fatto? Perché non lo fanno ancora malgrado l’ok alle ricerche? FULVIO COLUCCI GdM

L'ultima del 2009?

TARANTO: SEQUESTRATA DISCARICA ABUSIVA CON 50 TONNELLATE RIFIUTI SPECIALI

Un'area, estesa 10mila metri quadrati, adibita a discarica abusiva, e' stata sequestrata dai militari della Guardia di Finanza di Manduria a Torricella, in provincia di Taranto. All'interno sono state trovate 50 tonnellate di rifiuti speciali. In particolare c'erano fibro-cemento contenente amianto, pneumatici usati, vetro, materiale plastico e ferroso. Una persona e' stata denunciata all'autorita' giudiziaria. Dall'iniziio dell'anno sono state sequestrate in provincia di Taranto 43 aree destinate a discariche abusive e circa 622.000 tonellate di rifiuti speciali e pericolosi e denunciato 92 persone all'autorita' giudiziaria.(Adnkronos)

Impianti fermi... no infortuni!

I sindacati "pavoneggiano" incensandosi per l'assenza di incidenti mortali all'Ilva nel 2009... A parte la scaramanzia (il 2009 non è finito ancora!), si prova un terribile senso di pena a vedere quanto ci si possa vantare di qualcosa che dipende ESCLUSIVAMENTE dal fatto che la produzione a caldo è stata ridotta di quasi l'80%! Come è noto, a parte l'inciucio a Roma ai tempi della legge diossina, quale accordo è stato ottenuto dai sindacati per le condizioni di lavoro degli operai?


Finalmente, all'Ilva di Taranto un anno senza infortuni mortali

«Per la prima volta dopo dieci anni, il 2009 finisce senza un incidente mortale all’Ilva. Ci avviamo verso un primato che vogliamo continuare a mantenere sempre e nel tempo. Per la prima volta dodici mesi passano senza eventi luttuosi nello stabilimento, fra i lavoratori alle dirette dipendenze del Gruppo Riva e quelli delle aziende dell’appalto». Rocco Palombella, segretario generale della Uilm di Taranto, lascerà agli inizi del 2010 la leadership del sindacato metalmeccanico provinciale per andare a Roma. Il prestigioso incarico di segretario nazionale è dietro l’angolo (a febbraio) e Palombella arriverà con quest’ultimo, importante, risultato ottenuto grazie «a un continuo lavoro che ha coinvolto i vari livelli dell’organizzazione, compreso il prezioso impegno delle rappresentanze sindacali unitarie e dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza».
Il segretario generale della Uilm è uomo scevro dal culto della personalità, grave forma di allergia che affligge la classe dirigente locale. Così, nel raccogliere gli apprezzamenti dei delegati invitati ieri a Massafra all’attivo del sindacato metalmeccanici della Uil, Palombella ha più volte rimandato alla giovane platea tutti i meriti: «E' grazie a voi se questo sindacato è il primo a Taranto e in provincia. E’ l’attivo dei delegati che considera il buon risultato ottenuto all’Ilva, in termini di sicurezza in fabbrica, frutto di un continuo impegno dell’organizzazione». Queste parole, contenute nell’ordine del giorno, hanno costituito il perno della sua approvazione unanime.
Sbaglia, però, chi pensa a una marcia trionfale. L’attivo Uilm è servito a riflettere sulla grave crisi economica e occupazionale che attraversa la provincia: «Bisogna rifinanziare nel 2010 gli ammortizzatori sociali dopo il ricorso alla cassa integrazione straordinaria all’Ilva». Ma anche a riflettere sulle questioni ambientali a conferma del «nuovo approccio» voluto da Palombella: «Se l’Ilva fa ripartire la seconda linea dell’agglomerato quando sarà costruito il secondo impianto Urea per ridurre la diossina?». Interrogativo pesante come la critica del segretario della Uil Franco Sorrentino a una classe dirigente amorfa «e che non sta facendo nulla per difendere Taranto dalla crisi». O come l’invito del segretario regionale della Uil Aldo Pugliese a difendere la supremazia del sindacato nella difesa dei diritti dei lavoratori.
FULVIO COLUCCI GdM

Opposizione stattese

lunedì 21 dicembre 2009

Dove si parla di sostenibilità siamo sempre ultimi!

Presentato il terzo rapporto di Euromobility sulla mobilità sostenibile in 50 città
Bologna sale sul podio per eco-mobilità
Seguono Firenze e Parma. Milano balza al quinto posto e batte Roma che arretra al diciottesimo. Al nono
posto, ma in discesa, arriva Bari, unica città del sud nella top ten. Quattro città emiliane fra le prime dieci.
Le più insostenibili? Taranto,Sassari e Catania. Nell’ultimo anno boom delle bici e delle auto a gas.

Classifica Mobilità sostenibile 50città09

La città resiste!

Premio, per la cronaca



Basta con le baraccopoli dei geometri!

I diplomati non devono progettare più!
Perderemo, finalmente, i panorami squallidi di case/scatole di scarpe sparsi per le nostre periferie e coste?
...ma siamo sicuri che i "laureati" punteranno alla qualità progettuale?

Competenze professionali Architetti/Ingegneri e Geometri
Sentenza Corte di Cassazione n. 19292/2009
Basta con le baraccopoli dei geometri!

In Puglia, petrolio al posto del turismo

Vocazione turistica? Provate voi a promuovere le spiagge sterminate sulle quali si affaccia il promontorio del Gargano o le acque cristalline del Salento mentre sul destino della regione con l’esposizione costiera più estesa d’Italia incombe la minaccia del petrolio. Il passo tra la Puglia perla del turismo e la Puglia pattumiera è davvero breve. E le popolazioni già si mobilitano per dire no a questo possibile scempio. Al loro fianco anche l’amministrazione regionale che proprio ieri, attraverso l’assessore all’Ecologia, Onofrio Introna, ha annunciato di voler affiancare l’azione di rivendicazione di quanti «si oppongono alle ricerche petrolifere in una delle più belle zone costiere d'Italia».
La ricerca del petrolio sui fondali di fronte al litorale di Puglia promette di portare solo danni. L’esiguità dei possibili giacimenti, la cui portata si esaurirebbe, secondo alcuni, in poco più di un anno e mezzo, non giustifica affatto il costo ambientale richiesto alle popolazioni in termini di interferenze deleterie con l’attività di pesca, di sconvolgimenti inevitabili degli ecosistemi marini (nelle aree interessate affacciano riserve marine protette, parchi regionali e zone umide di assoluto pregio), di compromissione dell’industria turistica (stabilimenti balneari e strutture ricettive) che negli ultimi due anni proprio in Puglia ha mostrato segnali in controtendenza rispetto al generale calo registrato ovunque.
Il primo a lanciare l’allarme, un paio di settimane fa, il deputato di Monopoli, città a 40 km da Bari, Pierfelice Zazzera. Proprio nel mare di Monopoli e nella zona Sud tra le province di Bari e Brindisi (a una distanza che varia tra i 10 e i 37 km al largo) si segnalano tre punti di potenziale perforazione. Al momento, il ministero dell’Ambiente ha autorizzato solo le prospezioni sismiche (a colpi di proiettili ad aria, tecnicamente air gun) per la caratterizzazione delle aree oggetto dell’interesse delle società petrolifere (tutte con sede all’estero anche se in almeno in case partecipate da società italiane). Ma quei tre punti di prospezione sono diventati, nel frattempo, 7. Sui tavoli delle Capitanerie di porto competenti, infatti, sono arrivate richieste per l’avvio di attività in mare anche a Molfetta (20 km a nord di Bari) e poi a Gallipoli e a Taranto. Nel comprensorio della Capitaneria di Termoli, invece, ricadono i punti di interesse al largo delle isole Tremiti, sede di una delle più estese riserve marine di Puglia. E da Monopoli, i Verdi annunciano per bocca del portavoce Giuseppe De Leonibus: «I punti complessivi di possibile perforazione, in prospettiva sono addirittura 15, 5 dei quali nell’arco jonico».
Gli elementi per rendere inquiete le popolazioni locali e le amministrazioni (compresa quella monopolitana che è retta da un sindaco di centrodestra, quindi affine al governo nazionale) ci sono tutti. Non ultimo il fatto che Regione e enti locali sostengono di aver saputo di questa campagna di ricerca del petrolio ormai a cose fatte, quando cioè ormai non era più possibile esprimere alcun parere. Una lettera, in realtà, risulta inviata dal ministero dell’Ambiente alle amministrazioni delle città costiere (compreso il capoluogo di regione, Bari) a gennaio. Ma gli uffici competenti di ciascuno dei Comuni in indirizzo sostengono di non averla mai ricevuta. In più, tra i due quotidiani scelti per rendere pubblica la procedura avviata ne è stato scelto uno («Il Giorno» di Milano) che non ha alcuna diffusione in Puglia. E così la protesta si sposterà molto presto in strada. Il comitato di cittadini cui già hanno dato la propria adesione Italia dei valori e Verdi si costituirà ufficialmente la prossima settimana, il 28 dicembre, e già si annunciano una serie di manifestazioni.
Decisamente duro l’attacco dell'assessore Introna al ministro Stefania Prestigiacomo: «Mentre sta rappresentando l'Italia al vertice di Copenhagen - dice Introna - sul clima, dal suo ministero arrivano bordate che renderanno la Puglia la pattumiera d'Italia e di Europa. I più grandi scienziati e i più eminenti statisti cercano modi per ridurre le emissioni di gas serra in Danimarca. Mentre il ministro si fa bella con discorsi sul Bel Paese, ci viene reso noto che risultano depositate alle Capitanerie di porto ben 7 nuove richieste di prospezioni geologiche per ricerche di gas e petrolio. La Regione non può neppure restare inerte. La Prestigiacomo sta a Copenaghen e i suoi uffici dicono che per il rigassificatore di Brindisi a due passi dalla case va tutto bene. Il Ministro parla al vertice Onu sull'ambiente, ma con una mano nascosta firma il raddoppio della centrale Eni di Taranto. Si tratta di scelte scellerate. Appena arriveranno i decreti, stia pur sicura il ministro che saranno impugnati dalla Regione». (G Armenise, Gazzetta del Mezzogiorno)

"La Regione Puglia, nel ribadire la propria posizione di diniego, chiede ai ministri competenti di non procedere alle concessioni delle relative autorizzazioni"
L’assessore all’Ecologia, Onofrio Introna sulla conclusione della valutazione governativa riferita alla compatibilità ambientale dei progetti inerenti il rigassigicatore di Brindisi (proponente British LNG) e il raddoppio della centrale Enipower di Taranto (Eni): “Apprendo della conclusione degli iter tecnici di valutazione della compatibilità ambientale, la Regione Puglia, su entrambe le istanze, a seguito delle valutazioni tecniche operate dal Comitato regionale VIA, che ha tenuto conto tra l’altro che le aree interessate risultano “a rilevante rischio ambientale”, ha espresso, con delibera di giunta, il proprio parere negativo. La Regione Puglia, nel ribadire la propria posizione di diniego, chiede ai ministri competenti di non procedere alle concessioni delle relative autorizzazioni e si riserva di adire il competente TAR per la difesa degli interessi del territorio e dei cittadini”. (Sudnews)

Sud: sempre più ultimo in "classifica"?

Quale sviluppo?

200.000 tarantini, 200.000 ricette.

domenica 20 dicembre 2009

Assemblea cittadina!

AltaMarea dopo la grande manifestazione del 28 Novembre indice un'Assemblea Generale per rilanciare la lotta all'inquinamento.
Stiamo lavorando su più fronti e c'è bisogno del supporto di tutte le persone che hanno a cuore le sorti della città.
La sensibilizzazione è ormai alta ma marciare non basta più.
Per proseguire sulla strada concreta delle azioni da fare per porre un freno deciso agli inquinanti e agli inquinatori stiamo organizzando 4 gruppi di lavoro:
1)TECNICO SCIENTIFICO (INGEGNERI , CHIMICI. BIOLOGI ECC.)
2)GIURIDICO(AVVOCATI GIUDICI ECC.)
3)MEDICO SANITARIO (MEDICI INFERMIERI)
4)COMUNICAZIONE(TECNICI INFORMATICI, ESPERTI DI COMUNICAZIONE)
I 4 GRUPPI LAVORERANNO IN SINERGIA PER AFFRONTARE LE PROBLEMATICHE RELATIVE AL DISCORSO AMBIENTALE.
Ovviamente c'è spazio per tutte le persone di buona volontà che non abbiano necessariamente competenze nei settori sopra indicati.
Per Illustrare l'organizzazione dei gruppi suddetti e raccogliere le adesioni di quanti avranno l'entusiasmo di partecipare abbiamo organizzato un Assemblea Generale Martedi 22 Dicembre 2009 dalle ore 17.30 presso l'Aula Magna dell'istituto Salesiani in Viale Virgilio 97.
SE HAI VOGLIA DI PORTARE IL TUO CONTRIBUTO CONCRETO NON MANCARE.

CO2 di Stato: seppellita Copenhagen!

sabato 19 dicembre 2009

101 volte ultimi!

Taranto 101esima (su 107 province), un vero motivo di vanto per Florido & co.!
Domani soliti articoli sui soliti quotidiani locali, e poi, dopodomani, tutti a fare le cartellate e a comprare spumanti per festeggiare il Natale e dimenticare, per l'ennesima volta, che siamo in una delle peggiori realtà provinciali d'Italia e d'Europa!
Auguri!

acqua di tutti a Taranto

Lunedì mattina 21 dicembre alle ore 9:00 circa, al Comune di Taranto il Consiglio Comunale discuterà l'odg sull'acqua come bene comune presentato dal consigliere AnnaRita Lemma, che da subito ha dimostrato interesse verso questa tematica e ha accolto la richiesta del Comitato pugliese “Acqua Bene Comune”.
Mi preme sottolineare che questa battaglia non è una lotta di partito, ma un riconoscimento che mira al bene comune dei cittadini di Taranto e vorremo che fosse una visione condivisa e trasversale tra i Consiglieri che rappresentano la cittadinanza.
Sarà realmente un momento importante per la nostra città, riconoscere l'acqua come fonte di vita, l'accesso all'acqua come diritto inalienabile ed universale e il servizio idrico, servizio di interesse generale, privo di rilevanza economica, in linea con la Regione Puglia, darà forza a non cedere la gestione a un ente di diritto privato, che ha come primo scopo il profitto e non il servizio verso gli utenti.
E' Importante:
Invitiamo tutti ad assistere alla seduta, per capire come il resto degli amministratori si porranno d'inanzi quest'argomento.
Uno stravolgimento del senso della richiesta, ovvero il non riconoscimento dei principi basilari che sosteniamo con forza, principi condivisi e supportati, tra l'altro, anche dalla Confconsumatori Taranto, sarà una decisione lesiva per gli interessi e per il bene comune dei cittadini di Taranto.

Giovanni Vianello
Comitato Pugliese Acqua Bene Comune.

Incidenti di percorso...

venerdì 18 dicembre 2009

Il teatrino della politica e dei quattrini

Sopravvissuto "All'ombra della grande fabbrica"

... e pensare che Taranto gli ha aperto gli occhi!

La Grande Fabbrica. Gennaro e gli anni all'ombra delle ciminiere di Bagnoli

Costretto dalla malattia su una carrozzina, Morra racconta in un libro la lunga stagione dell'Italsider e della dismissione dell'impianto. E di un quartiere

La fabbrica sul mare di Coroglio. Le ciminiere con le colonne di fumo, il suono delle sirene in piena notte, l´odore pesante del metallo rovente, il boato delle lastre di ghisa tuffate nell´acqua. Gennaro abita ancora lì, a Cavalleggeri, di fronte a quello scheletro di ruggine che oggi è l´ex Italsider. Ma ora quei rumori non li sente più. «Dal balcone di casa vedo il mare. E ancora mi sorprendo». Sono passati più di dieci anni dalla dismissione dell´Ilva ma Gennaro quell´immenso cantiere non lo dimentica. Anche se ha 37 anni e non ci ha mai lavorato. Ne ha però respirato i ritmi. Di notte, nel suo letto. Di giorno, seduto sulla sua carrozzina, compagna fedele sin dalla nascita.
Gennaro Morra è un ragazzo brillante con cui la vita non è stata clemente. Una lesione al cervello durante il parto lo inchioda ad una carrozzina con una tetra paresi spastica. A 17 anni, un linfoma di Hodgkin lo costringe a molti anni di chemioterapia. Ma sul volto sempre aperto al sorriso, le ombre di tante battaglie non si vedono mai. «Perché le ho vinte» dice, mentre lo sguardo gli si illumina. L´ultima conquista è un libro. "All´ombra della grande fabbrica" con prefazione di Giustino Fabrizio, (Cicorivolta edizioni, oggi la presentazione alle 18.30 all´Open Center di Pozzuoli in via Celio Rufo, 20), in cui Gennaro mescola vita personale e rivoluzione del quartiere di Bagnoli, all´indomani della chiusura della fabbrica. Una scrittura agile, leggera, una narrazione ben costruita. Da cui trapela una passione, la scrittura. Per lui l´ennesima prova. La malattia non gli consente di usare le mani che, ironia della sorte, sono lunghe e bellissime. Costretto a continui spasmi, non riesce a star fermo nemmeno un minuto. Lui, però ha aggirato l´ostacolo. E ha scoperto un metodo tutto suo per la videoscrittura: usa la tastiera con il naso, riesce così a usarla senza il mouse. «Questione d´abitudine» minimizza. Così ha scritto il suo libro. Lo spunto, un articolo scritto su Repubblica qualche anno fa, il libro riporta lo stesso titolo di quel pezzo pubblicato allora. L´argomento, Bagnoli e l´Italsider. «La fabbrica ha avuto per tutti un valore ambivalente. Ha dato lavoro alle famiglie e dall´altra parte le ha uccise. Non saprò mai se il linfoma che mi ha colpito è dipeso dall´aria che ho respirato in quegli anni. Certo è che l´altra sera seguivo un documentario sulla fabbrica di siderurgia a Taranto. E si parlava proprio del linfoma di Hodgkin, diffuso tra chi vive vicino all´industria».
Ora quei tempi sono lontani. Gli amici di famiglia che perdevano il lavoro, i compagni di scuola che raccontavano dei genitori al collasso, il quartiere che perdeva identità e così la gente. Lo spaesamento si ritrova tutto nelle pagine del libro. Mescolato alla vita a ostacoli di Gennaro. Prima la malattia da bambino. Che gli impone «una conquista per ogni cosa», a partire dalla scuola. Poi il nuovo nemico da combattere, il linfoma. Alla fine la vita nuova, il lavoro da webmaster, gli amici, la scrittura. Tutto "all´ombra della fabbrica", nello stesso quartiere, la Cavalleggeri operaia degli anni Settanta e Ottanta, quella senza fisionomia degli anni Novanta. Che ora Gennaro sogna di lasciarsi alle spalle. «Sogno una casa nel centro storico. Mi piace andare la sera in discoteca, al pub. E non posso farlo dove abito. A Cavalleggeri ci vai a dormire ma non puoi viverci». Ora sta ricominciando a scrivere, una specie di impresa tenere la penna tra due dita «lo faccio perché non voglio tirarmi indietro quando mi chiedono di autografare il libro». Un altro modo di combattere la sua diversità. Ma non ci si stanca sempre sul campo di guerra? «No, non desidero una vita tranquilla, che noia, non potrei sopportarlo. Voglio conquistarmele le cose, non importa che ci sia la fatica. Così me le godo di più». (Tiziana Cozzi, L'Espresso)

Un'altra piccola fucina d'idee

...non fosse per la sgradevole presenza del sindaco che ha finto di farsi picchiare dagli stessi ragazzi che ora apprezza...

Grottaglie (Taranto ) - Inaugurazione del Laboratorio Urbano e.MOTIVA.mente

Sabato 19 dicembre, domani, alle ore 18.30 in via Mastropaolo 123, si terrà l'inaugurazione del Laboratorio Urbano e.MOTIVA.mente, un nuovo luogo per i giovani della Città di Grottaglie.
Il progetto nasce da una intuizione della Regione Puglia, che ha voluto finanziare in tantissimi comuni del territorio la nascita di luoghi di aggregazione e formazione a disposizione dei giovani. L'investimento è stato sostenuto economicamente con le amministrazioni comunali e in fase di progettazione dal pezioso contributo dell'associazionismo locale.
Il Laboratorio Urbano di Grottaglie nasce nella “Torrente del vento”, una struttura ristrutturata e donata nuovamente alla città, situata nell’incantevole borgo antico della Città delle Ceramiche. L’edificio è stato in passato un complesso conventuale annesso alla Chiesa del Carmine ed un carcere mandamentale.
Durante la cerimonia di inaugurazione interverranno Ciro Annicchiarico - Associazioni della Rete, Giacinto Santoro - Consulente del Progetto, Ottavio Orlando - Assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Grottaglie, Luciano Santoro - Assessore alle Politiche Giovanili e del Comune di Grottaglie
Raffaele Bagnardi - Sindaco del Comune di Grottaglie, Guglielmo Minervini - Assessore alla Trasparenza e Cittadinanza attiva della Regione Puglia.
"La nostra è una città ricca di talenti - ha sostenuto l'assessore alle Politiche Giovanili del Comune di Grottaglie, Luciano Santoro - e mi piacerebbe che il Laboratorio Urbano diventasse la loro vetrina. E' un'opportunità per ragazze e ragazzi grottagliesi e il mondo dell'associazionismo di produrre politiche giovanili mirate a valorizzare iniziative concrete che vedano gli stessi utenti del centro protagonisti del laboratorio. Con questa iniziativa - continua e conclude l'assessore Santoro - abbiamo valorizzato e ristrutturato un luogo che è un pezzo di identità della nostra città: da ex-convento ed ex-carcere a Laboratorio Urbano, credo che sia una bella metafora che solo in una città ricca di creatività e laboriosità come la nostra poteva realizzarsi".
A seguire una visita guidata della struttura, percorsi artistici e un concerto di alcune band giovanili della città, Houseless, Angels of sound, I Bravi, Nexone, Sixtynine, The kryptons. (Puglialive)

Due interventi per riflettere

Ecco i video degli interventi del Dott. Patrizio Mazza e dalla Dott.ssa Anna Maria Moschetti.

Il Dott. Patrizio Mazza, primario del Reparto di Oncoematologia dell'Ospedale G.Moscati di Taranto ci parla dell'incidenza abnorme dei tumori a Taranto. Da sempre si impegna perchè ritiene che le possibilità siano 2: o si trasferisce l'Ilva o si trasferisce l'intera città di Taranto. L'ECOCOMPATIBILITA' NON E' POSSIBILE!

(Dott.Mazza-Parte 1)
http://www.youtube.com/watch?v=8KNxi4u4C1E
(Dott.Mazza-Parte 2)
http://www.youtube.com/watch?v=PXAOi2-S-SU
(Dott.Mazza-Parte 3)
http://www.youtube.com/watch?v=kXceja8tKJk
(Dott.Mazza-Parte 4)
http://www.youtube.com/watch?v=Lv4D6EWV0lY

La dottoressa Moschetti, pediatra, ci parla delle conseguenze dell'inquinamento sullasalute dei bambini e di come esso danneggi anche le capacità cognitive.Tutto questo comporta dei costi non solo in termini di qualità della vita e di morti ma anche economici in senso stretto. Verso i bambini abbiamo una responsabilità incredibile. Non ci perdoneranno mai se non faremo il possibile per proteggerli.

(Dott.ssa Moschetti-Parte 1)
http://www.youtube.com/watch?v=237uWapDSfM
(Dott.ssa Moschetti-Parte 2)
http://www.youtube.com/watch?v=VfdtCQCasyc
(Dott.ssa Moschetti-Parte 3)
http://www.youtube.com/watch?v=7YiUcnHy1cs

Idee e realtà da premio

CNCC ITALY AWARD 2009: i Centri Commerciali Mongolfiera di Foggia, Andria, Barletta, Bari Santa Caterina, Bari Japigia, Lecce e Taranto alla ribalta nazionale

Per la prima volta nella storia, al centro-sud sono stati consegnati da Lino Banfi due Awards. Si tratta del massimo riconoscimento cui un centro commerciale possa ambire, la cui assegnazione è conferita dal Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali alle strutture che si siano distinte durante l’anno per l’eccellenza, in termini di originalità e risultati, delle attività di marketing.
Gli Awards sono stati assegnati per il Guinness dei Primati vinto grazie a “La pepata di cozze più grande del mondo” realizzata al centro commerciale Mongolfiera di Taranto e per l’iniziativa “Differenziamoci”, che ha coinvolto i centri commerciali Mongolfiera di Foggia, Andria, Barletta, Bari Santa Caterina, Bari Japigia, Lecce, Taranto. (Il Grecale)

DIFFERENZIAMOCI
Sette centri commerciali per un unico grande progetto comune patrocinato dalla Regione Puglia. L’iniziativa ha visto i centri di Andria, Barletta, Bari Japigia, Bari Santa Caterina, Lecce, Taranto e Foggia, protagonisti della prima iniziativa di eco-riciclo da shopping. Ai clienti è stata destinata, all’interno della galleria commerciale, un’area dove poter riportare i materiali di scarto prodotti durante lo shopping; questi ricevevano una eco-shopper, per riportare delle cose da smaltire, e successivamente alla consegna dei materiali, veniva donato loro un rotolo di buste per la raccolta differenziata domestica. Appositi contenitori per la raccolta differenziata sono stati posizionati all’esterno dei centri, a disposizione degli operatori commerciali. Diverse le iniziative che hanno accompagnato Differenziamoci nel corso dell’anno: laboratori creativi per educare i più piccoli all’arte del recupero; pedalate ecologiche; concorso per opere d’arte in materiali riciclati; vetrine verdi che hanno coinvolto gli operatori; sfilate di moda con abiti eco-fashion. I risultati ottenuti parlano chiaro: 15.000 kg di materiale raccolto e non disperso nell’ambiente; 140.000 shopper di tela distribuiti; 56.000 kit di buste consegnati per la raccolta differenziata; 56.000 persone che hanno portato la loro raccolta presso le isole ecologiche; 350 punti vendita coinvolti; 50 testate giornalistiche tra stampa tv e web che hanno dato la notizia. Interventi concreti ecocompatibili di pitturazione delle gallerie con vernici ad acqua, lampade a basso consumo energetico, insegne a led, pannelli fotovoltaici, arredi ecologici, materiali pubblicitari stampati su carta riciclata completano il quadro di un’iniziativa che dimostra la volontà di Mongolfiera di diventare un brand verde a tutti gli effetti.

LA PEPATA DI COZZE PIÙ GRANDE DEL MONDO
Una grande impresa, quella del Centro Commerciale Mongolfiera di Taranto, che ha sfidato gli eventi e i numeri per entrare ufficialmente nella storia del Guinness World Record. Sabato 1 agosto 2009, infatti, con ben 3692 kg, un team formidabile, composto da professionisti di Sviluppo Commerciale, società di gestione del centro, e della proprietà Coop Estense, ha superato di una tonnellata il Guinness World Record, che dal 2003 apparteneva alla città francese di St-Pierre-sur-Mer. L’iniziativa, patrocinata dal CNCC e dalla Provincia e dal Comune di Taranto, è stata realizzata in meno di tre settimane. La macchina organizzativa ha superato ostacoli burocratici, sanitari ed economici grazie anche ad una mirata ed efficace azione di co-marketing con 66 aziende, che ha abbattuto i costi dell’operazione passando da 305.000 a 150.000 euro. Protagonista dell’impresa è stata lei: la cozza tarantina. Per cucinare la gustosa e tipica prelibatezza locale è stato necessario rientrare nelle due ore e mezza di cottura per un prodotto così deperibile. Grazie al lavoro di 500 volontari provenienti da ben 50 pro-loco e associazioni del territorio, che hanno spadellato senza sosta, è stato possibile cucinare l’ingente quantitativo di mitili, gustati da oltre 70.000 avventori accorsi per l’occasione. Per battere il guinness dei primati sono stati utilizzati circa 4 tonnellate di cozze, oltre 300 chilogrammi tra pomodorini pugliesi e olio extravergine d'oliva rigorosamente prodotto in Puglia, più di 750 teste d'aglio, 2 padelloni giganti, un piatto/contenitore di oltre 30 metri quadri, 2.500 metri quadrati di area attrezzata nel parcheggio del centro commerciale Mongolfiera, 25 gazebo per la distribuzione della pepata al pubblico.