Napolitano firma il decreto
Arriva la firma del presidente della Repubblica in
calce al decreto legge sull’Ilva, con due novità. La prima: il testo
normativo, che attende ora la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale,
sarà applicato a qualsiasi azienda abbia interesse strategico per il
Paese. La seconda: al contrario del testo precedente, il decreto fissa
un limite temporale autorizzando, «in sede di riesame dell’Aia, la
prosecuzione dell’attività produttiva per un periodo di tempo
determinato non superiore a 36 mesi».
Il decreto diventa uno
strumento legislativo con «disposizioni urgenti a tutela della salute,
dell'ambiente e dei livelli di occupazione in caso di crisi di
stabilimenti industriali di interesse strategico nazionale». Il
cambiamento in corsa del testo da parte del governo, prima del suo
arrivo al Quirinale, ha valore politico rilevante. Il provvedimento
licenziato venerdì scorso da Palazzo Chigi tracciava un perimetro ben
preciso intorno all’emergenza ambientale dello stabilimento siderurgico,
elevando l’Aia, Autorizzazione integrata ambientale, al rango di legge.
Riferendosi in generale a tutti gli stabilimenti industriali «di
interesse strategico nazionale», il decreto legge perde l’allure , di
decreto «salva-Ilva» come i critici si erano già affrettati a bollarlo.
Attraverso
le nuove norme saranno applicate le prescrizioni previste dallìAia per
rendere compatibili con l’ambiente gli impianti dello stabilimento
siderurgico. Napolitano dovrà, inoltre, nominare il garante che vigilerà
sull’applicazione degli articoli di legge e sul rispetto delle
prescrizioni da parte della proprietà. Il percorso disegnato per il
Gruppo Riva dovrà essere seguito senza possibilità di «deviare» dal
tragitto. Pena pesanti sanzioni pecuniare, fino all’esproprio dello
stabilimento siderurgico da parte dello Stato.
Il «debutto» del
decreto, sul fronte operativo, è previsto sabato prossimo con la
chiusura dellaltoforno numero 1 e di due batterie della cokeria proprio
per avviare i lavori previsti dall’Aia.
Con la pubblicazione
sulla Gazzetta ufficiale, il testo normativo entrerà in vigore. Dovrà
poi essere convertito in legge dal Parlamento, svestendo i panni
dell’urgenza, entro sessanta giorni. Nel frattempo sul suo cammino
potrebbe trovarsi la «mina» del conflitto tra i poteri: la magistratura
potrebbe ricorrere alla Corte Costituzionale sollevando una questione di
legittimità costituzionale o, appunto, un conflitto di attribuzione fra
i poteri dello Stato.
I primi, importanti segnali, in questo
senso, si avrebbero già dopodomani, quando il tribunale del riesame si
pronuncerà sull’ultimo provvedimento di sequestro del gip. L’Ilva
farebbe valere davanti al giudice il dissequestro degli impianti
stabilito proprio dal decreto legge. Fulvio Colucci (GdM)
Nessun commento:
Posta un commento