mercoledì 30 maggio 2007

Ecosistema Urbano Legambiente 2007

Dal sito del SOLE 24 ORE


"Poche auto, efficiente monitoraggio dell'aria, abusivismo edilizio quasi inesistente, politiche che favoriscono il risparmio energetico: sono alcune delle voci grazie alle quali Bolzano si guadagna il titolo della più "ecosostenibile" fra i 103 capoluoghi di provincia.
A "incoronarla" con la migliore mediaè il risultato finale del rapporto Ecosistema urbano 2007 realizzato da Legambiente e Il Sole 24 Ore del lunedì, giunto alla 13 edizione e pubblicato oggi in allegato. Bolzano è seguita dalla vincitrice dello scorso anno (Mantova), in una top ten dove appaiono quasi esclusivamente città del Nord, mentre la parte bassa della classifica è occupata da rappresentanti del Sud e del Centro: ultime l'Aquila (penalizzata dalla carenza di informazioni fornite) e Taranto (area che soffre di una pressione ambientale fortissima). Ma più del voto complessivo, sono i singoli fotogrammi della "pellicola"della ricerca a raccontare lo stato di salute delle città: l'analisi ha infatti preso in considerazione oltre 125mila dati riconducibili a 25 indicatori, raggruppabili in sette grandi tematiche (circolazione, aria, rifiuti, energia, acqua, verde, politiche pubbliche e imprenditoriali). Così si scopre,per esempio,che Massa è prima per il verde pro capite fruibile, mentre Pisa vince per qualità dell'aria. In generale però — evidenzia il rapporto — le politiche messe in atto per migliorare la vivibilità urbana sono ancora insufficienti: smog, traffico e rifiuti restano un male comune".

Se desideri scaricare il Focus Ambiente-Sole 24 ore clicca QUIIII

Dal Comitato per Taranto, Antonietta Podda


sabato 19 maggio 2007

Convegno nazionale su rigassificatori e questione energetica


Energia e rigassificatori: ascoltiamo chi è contrario ai rigassificatori

Sabato 19 maggio 2007 - ore 9,30
Sala consiliare della Provincia - Piazza Civica - Livorno

Il mare sarà militarizzato per la sicurezza delle navi gasiere?
Quali conseguenze per il traffico marittimo?
Le popolazioni costiere sono a conoscenza dei pericoli?
Un convegno nazionale per dare voce a chi si oppone in Italia alla costruzione dei rigassificatori.

Interverranno fra gli altri:

- Edo Dominici Associazione A Sud - Osservatorio Eni
- Mario Martelli Comitato contro il rigassificatore offshore di Livorno
- Beatrice Bardelli Comitato contro il rigassificatore offshore di Pisa
- Giorgio Jercog Comitato per la salvaguardia del Golfo di Trieste
- Bridget Yorgure Mosop - Movimento per la sopravvivenza delle popolazioni Ogoni del Delta del Niger
- Alessandro Metz -Esecutivo nazionale dei Verdi
- Giulio Farella - Comitato contro il rigassificatore di Taranto

e molti altri...


Dal Comitato per Taranto, Antonietta Podda

mercoledì 16 maggio 2007

Controdeduzioni sul rigassificatore

In conferenza stampa, il giorno 16 maggio 2007 sono state presentate alla cittadinanza le controdeduzioni sul rigassificatore. Il documento composto di ben 52 pagine è ora scaribile in formato pdf cliccando qui


Dal Comitato per Taranto, Antonietta Podda

lunedì 14 maggio 2007

Presentazione delle controdeduzioni sul rigassificatore

Conferenza stampa
Mercoledì 16 maggio
ore 10.30
presso la UIL di Taranto
piazzale Dante - zona Bestat

Verrà illustrato ai giornalisti il nostro documento di risposta alle integrazioni della Gas Natural.
E' un documento di oltre 50 pagine, frutto di un lavoro di ricerca collettivo e della collaborazione con l'associazione Sviluppo Sostenibile.
Saranno evidenziate tutte le criticità permanenti e irrisolte nello studio di impatto ambientale nonostante le integrazioni fornite dalla Gas Natural al Ministero dell'Ambiente.
Il rigassificatore rimane un progetto pericoloso e inaccettabile dal punto di vista della Valutazione di Impatto Ambientale.
I giornalisti sono invitati a partecipare, grazie.


Comitato contro il rigassificatore
http://www.tarantosociale.org

Dal Comitato per Taranto, Antonietta Podda

martedì 8 maggio 2007

DIOSSINA : il nemico invisibile. Ecco come scovarla

Da Taranto Sera del 07/05/2007
E’ arrivato finalmente il giorno dell’incontro per la verifica dell’inquinamento a Taranto. Oggi alle 15.00, alla direzione generale dell’Arpa Puglia, a Bari, si svolgerà il primo incontro operativo tra Arpa, Cnr, Regione Puglia, Provincia e Ilva, per definire le procedure operative finalizzate all’avvio dei campionamenti per la ricerca di tracce di diossina e relativa quantificazione. Un argomento oggi più che mai di attualità. E’ la prima volta che si avvia una procedura di questo tipo dall’insediamento del siderurgico fino ad oggi. Si tratta, oltretutto, di una delle prime ricerche del genere in Italia. Una questione scottante, quella della presenza di diossina in città, che nei giorni scorsi aveva sollevato molte polemiche e dure accuse. Tra le quali, quella tra il segretario della Uil, Aldo Pugliese e il Presidente della Regione, Nichi Vendola. “Il 23 ottobre 2006 è stata sottoscritta un’intesa Ilva-Regione, da lei definita “storica” - aveva scritto Pugliese nella sua lettera al Presidente Vendola - e firmata anche dallo scrivente, sia pure senza enfasi e senza entusiasmo. In totale isolamento nel sostenere determinate tesi, firmai perché capii che non si poteva ottenere di più. A distanza di quasi sei mesi mi chiedo: da quella data ad oggi, cosa è avvenuto? La Giunta regionale ha deliberato la costruzione di una nuova centrale termoelettrica da 600 megawatt; e rispetto a quei pochi impegni previsti nell’accordo, nulla è accaduto. “Tanto che nel frattempo il direttore generale dell’Arpa Puglia, professor Giorgio Assennato, ha denunciato che l’Ilva detiene il primato nazionale ed europeo della produzione di diossina. Lo stesso prof. Assennato ha detto che per l’Arpa le emissioni di molte altre sostanze velenose sono da accertare, in quanto la stessa Agenzia non è mai stata messa nelle condizioni, da parte dell’Ilva, di poter fare i necessari accertamenti. “Nello stesso tempo, l’Unione Europea ed il Governo nazionale hanno chiesto anche che l’Ilva riduca del 20% l’emissione di anidride carbonica. Nell’Intesa era programmato un incontro, da lei convocato per il primo di marzo, e a cui non ha partecipato. In sua vece l’incontro è stato presieduto dall’assessore regionale all’Ambiente, Michele Losappio. Ma l’assessore ha ignorato completamente questi dati che preoccupano non solo tutta l’Europa, ma anche l’intero pianeta per l’effetto serra. Inoltre a quello stesso incontro, come recita l’intesa, l’Ilva avrebbe dovuto comunicare la cantierizzazione delle opere per quanto attiene i parchi minerali. Ancora una volta, come è successo in passato, l’Ilva ha comunicato in quella sede che necessitava di un altro anno di tempo per studiare il fenomeno delle emissioni inquinanti. “Registrando l’assenso del rappresentante della giunta regionale, al sottoscritto non rimaneva altro che abbandonare quella riunione beffa. Oggi, veniamo a conoscenza di nuovi allarmanti dati, dalle indagini svolte dall’Ines (Inventario nazionale delle emissioni e loro sorgenti) e integrati con i dati europei del registro Eper (European polluttant emission register). “Tutto questo, Signor Presidente, porta il sottoscritto e l’organizzazione sindacale che rappresento a dover ritirare la firma dall’Intesa del 23 ottobre scorso, avendone le parti contraenti fatto carta straccia della stessa. Auspico pertanto che i Ministri competenti, che leggono questa nostra missiva, prendano seriamente in considerazione quanto denunciato e conseguentemente assumano le decisioni del caso. “Infine, Le faccio presente che il prossimo 8 maggio il Sottosegretario alla Salute, Patta, ci ha convocato per discutere sulla questioni della salute e degli infortuni dell’Ilva di Taranto. Io sarò ovviamente presente, come lo sono stato la volta precedente, mi auguro che la Regione Puglia non sia assente, come avvenuto al primo incontro”. Così la risposta del Presidente della Regione: “Caro Aldo Pugliese - aveva scritto Vendola - vorrei rassicurare te e il sindacato che dirigi sul fatto che la Regione pone la più scrupolosa attenzione alle questioni delicatissime e scottanti dell’inquinamento ambientale e della sicurezza del lavoro relative agli stabilimenti ILVA di Taranto. “Sai bene che l’atto di intesa del 23 ottobre 2006 era “storico” per le modalità partecipative con cui era stato costruito e per i suoi contenuti rigorosi e prescrittivi. L’intesa non rappresentava in nessun modo una forma di “copertura” istituzionale di un modello produttivo così carico di ipoteche per la salute dei cittadini tarantini. E per la prima volta, con quell’intesa, si entrava nel merito di cose aspramente concrete: diossina, amianto, nastri trasportatori, parchi minerari. Una carta di impegni ed un crono-programma da rispettare. Bene, su questo piano noi non intendiamo compiere alcuna oscillazione. L’Arpa Puglia, che come sai è un’agenzia regionale, sta lavorando per portarci i risultati veri del monitoraggio sulla diossina. “Entro il 31 maggio l’Ilva è impegnata a portare il progetto di fattibilità delle barriere a copertura dei parchi. Tutti noi siamo più che allarmati dei dati che provengono da simulazioni e proiezioni effettuate da diverse istituzioni scientifiche. Guai se sottovalutassimo i rischi e se non ci accorgessimo delle gravi patologie ambientali che assediano l’area ionica. La fatica che dobbiamo condividere è quello di verificare continuamente il rispetto degli impegni assunti: non serve abbandonare un tavolo o denunziare un’intesa. Questo rende più debole il fronte di quanti vogliono che Taranto e la sua grande fabbrica siderurgica guadagnino in salute e in qualità della vita. Per questo nei prossimi giorni riconvocherò il tavolo Ilva, per aggiornare la nostra discussione e per monitorare lo stato di avanzamento del crono-programma: come ben capisci, sarebbe utile a tutti che a quel tavolo non mancasse la voce della Uil”.

domenica 6 maggio 2007

Allarme Diossina a Taranto

Viene da uno studio realizzato da Peacelink (www.tarantosociale.org) il dato allarmante della diossina a Taranto: per la prima volta a Taranto si è resa nota una stima di concentrazione locale di diossine pari al 90,3% del totale nazionale.
E' bene sottolineare come i dati della diossine - PCDD (policlorodibenzo- p-diossine) e PCDF (policlorodibenzo- p-furani) – non siano frutto di pure invenzioni o fantasie, portate all’attenzione del cittadino per creare allarmismo. Altroché! I dati sulla diossina sono stati tratti dal database Ines (Inventario Nazionale delle Emissioni e delle loro Sorgenti), collocato su un sito istituzionale autorevole come quello dell'Apat.
Per scaricare il dossier cliccare su DIOSSINA

Per maggiori approfondimenti vedere anche:

http://users.libero.it/ubik.ubik/dioxin.htm
(Questa pagina raccoglie una ricerca sugli aspetti anatomopatologici della intossicazione da diossine negli animali domestici, anche se in realtà molto materiale riguarda in generale l'impatto delle diossine sulla salute animale ed umana in generale").

Vi consiglio di vedere le immagini realizzate da Eduardo Castaldo sugli effetti della diossina:

http://www.eduardocastaldo.com/wasteland.htm#


Dal Comitato per Taranto, Antonietta Podda

martedì 1 maggio 2007

Rapporto APAT 2006


Dal Rapporto annuale sulla qualità dell’ambiente urbano Apat edizione 2006, scaricabile da internet dal sito Apat 2006

Dal comunicato stampa del 18 gennaio 2006:“Sintetizzando alcuni degli indicatori illustrati più dettagliatamente nel Rapporto: Qualità dell’aria & emissioni: per le concentrazioni di PM10, ozono e biossido di azoto nel periodo 1993-2005 nessuna chiara tendenza alla diminuzione. Già a fine giugno 2006 nel 77% dei punti di osservazione è stato superato il valore limite giornaliero della concentrazione di PM10. Per l’ozono, nel 2005, nel 75% degli agglomerati è stata superata almeno una volta la soglia di informazione al pubblico. Nel 2005 si sono registrati nel 95% degli agglomerati superamenti del limite annuale di concentrazione del biossido di azoto che andrà in vigore nel 2010. Il trasporto su strada costituisce la principale sorgente emissiva di PM10 per più della metà delle città considerate; per Roma il contributo stimato del trasporto su strada sul totale delle emissioni di PM10 è pari al 70%. Il contributo del settore industriale è consistente in particolar modo per icomuni in cui sono localizzati grandi poli industriali: Taranto (93%), Venezia (75%) e Genova (49%).


Se vuoi scaricare il comunicato stampa clicca QUI

Se desideri invece scaricare il rapporto clicca QUI



Dal Comitato per Taranto, Antonietta Podda