lunedì 17 dicembre 2012

Tanto nel tir c'è l'aria condizionata...

Manifestazione degli autotrasportatori dinanzi fabbrica


Gli autotrasportatori dell'indotto Ilva oggi, a partire dalle 9.30, terranno un sit in nel piazzale antistante la portineria C dello stabilimento in favore del decreto legge che consente all'azienda di continuare a produrre e commercializzare i prodotti finiti nonostante il sequestro disposto dalla magistratura. ''Anche noi - sottolineano in una nota - amiamo i nostri figli. Vogliamo la salute; vogliamo il lavoro''. Sarebbero 500 le microimprese interessate con 600 lavoratori dipendenti. (ANSA)

Le parole del comunicato però suonano leggermente diverse dal dispaccio ANSA
 
 «Gli autotrasportatori dell’indotto Ilva - si legge in una nota -, visto il perdurare del loro fermo a causa delle vicende note a tutti, si autoconvocano presso il piazzale antistante la portineria C dell’Ilva e chiedono a tutte le istituzioni nazionali e locali di farsi carico urgentemente di una risoluzione della questione Ilva che sta mettendo in ginocchio la nostra categoria che conta 500 microimprese, 600 lavoratori dipendenti, altre imprese quali officine meccaniche, gommisti, elettrauti e carbodistributori. Non possiamo più aspettare - dicono gli autotrasportatori - perchè le banche ci stanno mettendo alle strette. Noi imprese non godiamo di alcun ammortizzatore sociale: dobbiamo chiudere e basta». Gli autotrasportatori che operano per conto dell'Ilva di Taranto dicono che la compatibilità tra «lavoro e ambiente si può e si deve fare. Si deve partire immediatamente sia con l’attività lavorativa che con quella di risanamento e di bonifica. Vogliamo che la magistratura - dicono ancora gli autotrasportatori - debba e possa essere l’elemento di congiunzione per questa ripartenza e per l’eventuale controllo, e non un ostacolo».

2 commenti:

Abate di Théléme ha detto...

Ci sarebbe da far loro notare che non avranno nè lavoro nè salute.
E l'ambiente non c'entra.
C'entra che lo stabilimento è obsoleto, già così. Figurati se deve anche sostenere i costi dell'abientalizzazione quanto costerebbe il loro acciaio. Con l'Europa che non costruisce più niente.
E' già tardi per intervenire, ma tra un anno massimo due il problema si riproporrà definitivamente per carenza di ordinativi.
Mi sgolo da mesi per farlo capire.
E' quel che succede a Marghera, Piombino adesso etc.
Confermato durante la manifestazione dalle parole del no TAV.
Parte del suo discorso lo trovi in video dall'alto sul mio sito.

C'è da far afferrare ai lavoratori che è tutta una presa per i fondelli. E che se continuano così non avranno niente. Altro che tutto.

coxta ha detto...

... se solo lo capissero...