Attesa e prudenza in procura a Taranto. Il pool
che ha indagato i vertici dell’Ilva per associazione a delinquere
finalizzata al disastro ambientale attende di leggere il testo
definitivo della legge «salva-Ilva» , ma sarebbe già pronto per il
conflitto di attribuzione che l’intervento governativo avrebbe generato
annullando, di fatto, i sequestri passati in giudicato cautelare con cui
erano stati sottratti a Ilva gli impianti dell’area a caldo e i
prodotti finiti e semi lavorati. In realtà i ricorsi potrebbero
addirittura essere due: uno contro il decreto legge e un secondo contro
la legge di conversione. Un fatto che dimostra quanto la procura stia
cercando di affrontare la vicenda senza tralasciare alcun dettaglio.
Intanto
il tribunale del riesame di Taranto ha confermato gli arresti
domiciliari per Michele Conserva, ex assessore all’Ambiente, accusato di
associazione a delinquere finalizzata alla concussione. L’ex esponente
della giunta provinciale è stato arrestato il 26 novembre scorso dalle
fiamme gialle di Taranto, guidate dal capitano Giuseppe Dinoi,
nell’ambito dell’inchiesta «ambiente svenduto» coordinata dal pm Remo
Epifani. Un’inchiesta che ha permesso di svelare i legami fra la
politica e vertici Ilva, ma anche della gestione del settore ambientale
in abito provinciale. Nelle 70 pagine di ordinanza, il tribunale
conferma i domiciliari spiegando che esiste un concreto ed attuale
rischio di inquinamento probatorio visto che Conserva potrebbe
avvicinare imprenditori non ascoltati nelle indagini, ma che potrebbero
essere chiamati a testimoniare in un eventuale processo. Non solo.
Conserva, per i magistrati, è il «regista delle azioni delittuose» del
gruppo. «La posizione di potere del Conserva – scrivono i giudici –
appare ancor più evidente ed allarmante essendo emerso dalle indagini
come lo stesso abbia diretti contatti con appartenenti alla polizia
giudiziaria». Conserva avrebbe così ricevuto «illecitamente» notizie
riservate «coperte da segreto in ordine ad indagini in corso». Tutto
questo anche attraverso la collaborazione, scrivo ancora i giudici,
dell’avvocato Donato Perrini. Inoltre a Michele Conserva viene
contestato di aver fatto pressioni sul Noe di Lecce per sequestrare
l’Ala Fantini, stabilimento industriale nell’agro di Montemesola, solo
per favorire il candidato sindaco di quel comune Lucia Valentini.
Conserva, così, tenta di «distogliere i consensi elettorali dei
lavoratori (in un momento di difficoltà per la chiusura da qualche tempo
della struttura, ndr) di quello stabilimento» dal candidato e sindaco
uscente Marangi e «dirottandoli sulla Valentini». Conserva organizza un
incontro con i lavoratori per manifestare «un suo (e della Valentini)
interessamento alla loro vicenda», ma telefonicamente alla domanda della
Valentini su una possibile assunzione dei lavoratori risponde così:
«No! Alcuni di loro… Per alcuni di loro risolveremo il problema.
Ovviamente per quelli che ci danno una mano eh!» e poi aggiungendo «per
quelli che non ci danno una mano un cazzo di niente avranno! Va bene?». (GdM)
4 commenti:
E' strano che a Michele Conserva gli vengano contestate le pressioni sul Noe per procedere al sequestro dell'ex stabilimento Ala Fantini di Montemesola del Gruppo Fantini di Lucera (Fg). Sono un ex operaio di tale stabilimento, Coro Cosimo, e vi assicuro che in tale luogo si è fatto uso massiccio di amianto nel ciclo produttivo dei laterizi e ho facoltà di dire, in quanto sono in possesso di prove oggettive, che il mancato sequestro preventivo ha dato l’opportunità a tale azienda di effettuare lo smaltimento dell’amianto in modo illegale. Lo stabilimento è ubicato nel centro abitato, quindi io mi chiedo: lo smaltimento fatto in condizioni di assoluta insicurezza ha pregiudicato la vita di almeno un montemesolino? perché se non è così.. dobbiamo rivedere tutta la letteratura medica sulla pericolosità dell’amianto
Pubblicare e far circolare queste informazioni il più possibile è il fine di questo blog che si basa proprio sulla partecipazione di chiunque alla conoscenza e alla gestione del nostro territorio.
Detto questo, nonostante le riserve che abbiamo sempre nutrito su conserva e i suoi rapporti torbidi con l'Ilva, la sua dichiarazione ci sembra molto circostanziata e davvero importante per le implicazioni sulla salute degli abitanti di montemesola. Per questo le consigliamo vivamente di fare un esposto con le immagini e le date di quello che lei afferma o quantomeno di produrre un dossier (anche anonimo) e farlo circolare a mezzo stampa o tramite noi associazioni.
E' proprio questa la forza della gente come lei: vigilare e contribuire al bene di tutti. Bisogna far capire a chi vuole speculare e fare soltanto profitti che la salute delle persone non si ottiene con il ricatto e l'omertà!
Contiamo su di lei!
I non faccio niente in modo anonimo, mi chiamo Coro Cosimo e sono di Montemesola, ma al momento mi riservo di divulgare altro.. mi riservo.. no che non divulgherò, lo farò nel momento opportuno
Benissimo! Speriamo che sia di esempio!
Quando avrà bisogno della nostra collaborazione ci troverà sempre pronti.
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