«La magistratura vuole chiudere l'Ilva»
«L'autorità giudiziaria non vuole salvare lo stabilimento ma la chiusura». Parla di «scelta tragica» il presidente dell'Ilva, Bruno Ferrante, che coglie l'occasione degli auguri di Natale ai dipendenti del siderurgico di Taranto per esprimere una durissima critica alla magistratura con la quale è in corso un duro conflitto da almeno sei mesi.
Ferrante dice che, a fronte di quanto accaduto a luglio, con gli arresti e il sequestro degli impianti, l'Ilva ha anzitutto cercato di tutelare i posti di lavoro, poi l'azienda, ma ha anche cercato di capire, senza però riuscirci, quali fossero le ragioni che muovevano i giudici visto «che i periti e i procuratori dicono e scrivono che l'Ilva rispetta la legge».
La verità – incalza Ferrante – «non è quella che emerge dalle perizie» e, riferendosi ai magistrati, lancia l'accusa: «Non ci sono serenità d'animo ed equilibrio di giudizio». In quanto alla conferma del sequestro dei prodotti finiti da parte del gip, Ferrante lo definisce «un danno ai lavoratori perchè un'azienda che non può vendere quello che produce, non ha futuro e non può pagare nemmeno gli stipendi. L'Ilva attuerà l'Aia perchè tenere insieme i valori dell'ambiente, della salute e del lavoro è una sfida di civiltà e di cultura». Il direttore dell'Ilva di Taranto, Adolfo Buffo, ha poi invitato i lavoratori, i giovani soprattutto, a «non rinunciare a lottare e a battersi in difesa del lavoro e per migliorare la sostenibilità ambientale della fabbrica».
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