sabato 1 dicembre 2012

Autorizzata a produrre e guadagnare per 6 anni!!!

Avete presente quando un bambino fa un dispetto ad un altro e la loro mamma interviene rimproverandolo e facendo finta di punirlo (mentre lui, complice, se la ride sotto i baffi e finge di lamentarsi)?
Ecco, questo è il governo Monti, debole coi forti e forte coi deboli. Per addolcire la pillola della legge ad ilvam fa girare a mezzo stampa tutte le bojate sulle multe, il garante, il commissariamento, i posti di lavoro...
Intanto Riva a Miami stappa lo champagne più costoso pagato con la salute dei tarantini. La bottiglia è grande, molto grande: ce n'è pure per i ministri, per i sindacati e per gli amministratori locali.
Nello stesso istante gli operai d'Italia fanno festa per pochi spiccioli, stappano lo spumantino del discount senza sapere che ieri, 30 novembre 2012 è stata sancita la sconfitta del mondo operaio, delle ragioni delle popolazioni, e della stessa giustizia sociale. Se ne accorgeranno nei prossimi mesi...
Ora, ironia della sorte, uno dei protagonisti della colonizzazione industriale di Taranto (parliamo dell'Italsider dell'IRI), Giorgio Napolitano, è chiamato a mettere la sua firma di Presidente sotto la seconda legge di schiavitù.
Taranto città necessaria ancora per 6 anni (più le immancabili proroghe all'italiana...). Il suo nome è destinato a tornare nell'oblio di un'incollocabile agglomerato disordinato di case in Terronia. Posto puzzolente dove si discarica il brutto strategico perchè altre coste, altri paesaggi siano puliti e a prova di turisti.
Una sottile speranza si chiama giustizia...

Ilva, dl autorizza produzione previste multe 10% fatturato. Ma ora Riva rischia l'esproprio
Procura valuta costituzionalità


Via libera dal Consiglio dei ministri al decreto legge per l’Ilva. Lo si apprende da fonti di governo. Il decreto legge “stabilisce che la società ILVA abbia la gestione e la responsabilità della conduzione degli impianti e che sia autorizzata a proseguire la produzione e la vendita per tutto il periodo di validità dell’AIA”. “Qualora non venga rispettato il piano di investimenti necessari alle operazioni di risanamento, il decreto introduce un meccanismo sanzionatorio che si aggiunge al sistema di controllo già previsto dall’AIA”. E’ quanto si legge nel comunicato stampa che illustra il decreto varato dal Cdm.
MONTI, E' DECRETO SALVA AMBIENTE, SALUTE, LAVORO
Qualcuno l’ha chiamato “decreto salva-Ilva” ma io parlerei di decreto “salva ambiente, salute e lavoro”. "Non possiamo ammettere che ci siano contrapposizioni drammatiche tra salute e lavoro, tra ambiente e lavoro e non è neppure ammissibile che l’Italia possa dare di sè un’immagine, in un sito produttivo così importante, di incoerenza". Lo ha detto Mario Monti al termine del Consiglio dei ministri che ha varato il decreto Ilva. "L'intervento del governo è stato necessario perchè Taranto è un asset strategico regionale e nazionale", ha aggiunto Monti. "Credo abbia portato a un provvedimento che cerca di mettere in armonia" diverse esigenze, "ma in modo duro: sono convinto che in tanti casi non siano le leggi ad essere mancate, ma una seria e tempestiva applicazione delle leggi". 
MONTI, CASO PLASTICO DI ERRORI REITERATI"Questo caso è la plastica dimostrazione per il passato degli errori reiterati nel tempo e delle incoerenze di molte realtà, sia imprenditoriali che pubblico-amministrative, che si sono sottratte, nel corso del tempo, alla regola della responsabilità, dell’applicazione e del rispetto della legge". Così Mario Monti sull'Ilva.
MONTI, NELL'APPLICAZIONE IL DL E' BLINDATO“Abbiamo una creatura blindata dal punto di vista della sua effettiva applicazione". Così il presidente del Consiglio Mario Monti, presentando il decreto legge sull'Ilva durante la conferenza stampa a palazzo Chigi. 


Continua...

CLINI,SANZIONE 10% FATTURATO SE INADEMPIENTEIn caso di inadempienze per l’Ilva “restano tutte le sanzioni già previste e in più introdotta la possibilità di una sanzione sino al 10% del fatturato annuo dello stabilimento”. “E' una condizione di garanzia”. Lo ha detto il ministro dell’Ambiente Corrado Clini illustrando il decreto Ilva. “Il Garante ha un ruolo molto importante di vigilanza sull'esercizio impianti. Qualora l'azienda non rispettasse le prescrizioni, che sono misure puntuali su area a caldo, che a partire da novembre a tutto il 2014 e oltre cambieranno strutturalmente le produzioni dell’area a caldo, potranno intervenire sanzioni amministrative e sanzioni aggiuntive fino al 10% del fatturato. Questo perchè l’Aia assume stato di legge”.
GENOVA; APPLAUSI PER DECRETO, SCIOLTO PRESIDIOUn lungo applauso degli operai dell’Ilva di Cornigliano, riuniti da stamani in presidio davanti alla prefettura ha accolto l’annuncio della firma in Consiglio dei ministri del decreto 'Salva Ilvà letto dal leader della Fiom Franco Grondona. Applausi anche per i contenuti del decreto. Sciolto il blocco stradale davanti al Palazzo del Governo. “Domani si lavora – ha detto Grondona – e lunedì il punto in assemblea”. Il presidio dei lavoratori si è sciolto.
PASSERA, PROPRIETA' RISCHIA DI PERDERE L'AZIENDACon il decreto legge, per la proprietà “non esiste la possibilità di non fare” gli investimenti. In caso di inadempienza, infatti, si può arrivare fino alla situazione in cui la proprietà "perde il controllo dell’azienda". A indicare questa possibilità, consentita dal decreto legge, è stato il ministro dello Sviluppo Economico, Corrado Passera. “Abbiamo inserito una serie di vincoli e sanzioni penali, amministrative e finanziarie che vedono amministratori e manager vincolati ad attuare quanto previsto dalla legge. Dovevamo fare in modo che la proprietà si muovesse per realizzare gli interventi richiesti interventi”, ha detto Passera. E se questo non dovesse avvenire, gli strumenti predisposti dal decreto, ha spiegato Passera, “potrebbero togliere un enorme valore”. “La proprietà è costretta a fare, se non lo fa vede il suo bene depauperarsi fino a perderne il controllo, anche ricorrendo - ha prospettato Passera - all’amministrazione straordinaria”.
MONTI: ORA AL DECRETO SERVE LA FIRMA DEL PRESIDENTE NAPOLITANO«Non ho alcun bisogno di rivolgere appelli perchè il decreto non sia impugnato». Così il premier, Mario Monti, risponde in conferenza stampa dopo il Cdm alla domanda di un cronista. Inoltre, sottolinea il Professore, «il decreto in quanto tale necessita della firma del presidente della Repubblica la cui guida e stella polare è la Costituzione».
LA PROCURA: ATTENDIAMO DI LEGGERE IL TESTO DEL DECRETONessun commento ufficiale, al momento, da parte della Procura di Taranto sul decreto legge approvato dal consiglio dei ministri che consente all’Ilva di proseguire la produzione, riconsegnandole la gestione dello stabilimento nonostante i decreti di sequestro degli impianti e del prodotto finito e semilavorato.

Dagli ambienti della Procura si fa sapere soltanto che si attende di entrare in possesso del testo del decreto per compiere una valutazione, in riferimento ai provvedimenti adottati fino ad oggi dalla magistratura.

VENDOLA: SPERO NON ESAUTORI AZIONE PENALE MAGISTRATI“Spero sia un decreto che non tolga le prerogative alla magistratura di esercitare l’azione penale di fronte a un disastro ambientale. E mi auguro che il primato affermato nel decreto sia quello del diritto alla salute. In subordine noi dobbiamo operare per salvare l’Ilva. Ma solo subordinatamente al restaurare il primato del diritto alla salute”. Così il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, ha commentato, stasera a Bari, il decreto 'salva-Ilvà del governo. Un decreto che Vendola ha spiegato “di non conoscere ancora: dobbiamo leggerlo”, e per ora “abbiamo dei lanci di agenzia”. “Io – ha aggiunto – ho manifestato ieri a palazzo Chigi, di fronte al presidente del Consiglio, al governo e a tutte le principali autorità, tutte le mie preoccupazioni. Ho nutrito una diffidenza importante nei confronti di un decreto che è apparso intenzionato a esautorare il potere della magistratura. Non lo conosco – ha ribadito infine – quindi ora voglio leggere per capire di cosa si tratta”.
GENOVA;OPERAI IN PIAZZA,APPLAUSI FIRMA DECRETO
Una giornata finita bene e cominciata con i lavoratori dell’Ilva di Genova Cornigliano che tornano in piazza e bloccano la prefettura del capoluogo con i mezzi meccanici in attesa che il Consiglio dei ministri firmi il decreto legge che farà ripartire la produzione. Alla fine della giornata il via libera del Cdm scioglierà tutte le tensioni in un lunghissimo applauso.

FERRERO, DECRETO E' CONDONO PER FAMIGLIA RIVA
“Questo è un decreto salva-Riva e un’ingiustizia per Taranto. E’ da irresponsabili stabilire che la società Ilva abbia la gestione e la responsabilità della conduzione degli impianti e sia autorizzata a proseguire la produzione e la vendita dei prodotti in barba alle prescrizioni della magistratura”. Lo afferma Paolo Ferrero, segretario di Rifondazione comunista-FdS. “E' un regalo fatto a imprenditori pessimi, irresponsabili, che hanno inquinato volontariamente e corrotto per non rispettare leggi e prescrizioni della magistratura. Inoltre, nel decreto non c'è alcuna garanzia che i Riva, da oltre 17 anni padroni dell’acciaieria, mettano effettivamente i soldi per realizzare le opere necessarie al risanamento dell’azienda. Questo decreto è un condono, una beffa per i lavoratori, per la magistratura e per i cittadini di Taranto”, conclude.
 PROCURA VALUTA COSTITUZIONALITÀ O CONFLITTO
La Procura di Taranto starebbe valutando l'eventualità di chiedere al giudice del riesame che sia proposta eccezione di incostituzionalità del decreto legge sull'Ilva o di sollevare conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato in relazione allo stesso decreto approvato oggi dal Consiglio dei ministri. Lo si è appreso da fonti giudiziarie.
GIP, PRIMA RISANARE E POI PRODURRE
Come è possibile, sulla base di quanto emerso dalle indagini, «autorizzare comunque l'Ilva alle attuali condizioni e nell'attuale stato degli impianti in sequestro, a continuare da subito l'attività produttiva», senza «prima pretendere» gli interventi di risanamento? Lo scrive il gip dicendo 'nò al dissequestro degli impianti. (GdM)


Ilva, scontro sul decreto legge "E' incompatibile con la salute". Gip Todisco: stop è confermato

L’Autorizzazione integrata ambientale rilasciata all’Ilva dal ministro Corrado Clini, e da ieri divenuta legge, non è fondata su studi o accertamenti tecnico-scientifici, e ha tempi di realizzazione incompatibili con le improcrastinabili esigenze di tutela delle salute della popolazione e dei lavoratori, tutela che non può essere sospesa senza incorrere in una inammissibile violazione dei principi costituzionali. A demolire l’Aia, al centro del provvedimento d’urgenza adottato ieri dal governo Monti, è - nel provvedimento con il quale rigetta la richiesta di dissequestro degli impianti presentata il 20 novembre dal presidente dell’Ilva Bruno Ferrante, il giudice per le indagini preliminari Patrizia Todisco che in 14 pagine non solo ha confermato il sequestro preventivo, senza facoltà d’uso, dell’area a caldo del siderurgico, ma probabilmente ha fornito anche la traccia che a Palazzo di giustizia si seguirà in merito al provvedimento salva-Ilva varato ieri dal governo. Il gip non usa mezzemisure. «Non esiste un costo, in termini di salute, sopportabile in uno Stato civile - si legge nel provvedimento - per le esigenze produttive e non è accettabile che il presente e il futuro dei bambini di Taranto sia segnato irrimediabilmente. Nessun ragionamento di carattere economico e produttivo dovrà e potrà mai mettere minimamente in dubbio questo concetto».
Secondo la dottoressa Todisco, l’Ilva aveva chiesto il dissequestro degli impianti perché aveva ottenuto l’Aia ma per a suo parere «il decreto di riesame dell’Aia, contrariamente a quanto sostenuto dai legali del gruppo Riva, non depenalizza né potrebbe scriminare il perpetuarsi delle condotte criminose in corso. Appare veramente assurdo motivare l’istanza di revoca con ragioni di natura economica. Sostanzialmente viene chiesto all’autorità giudiziaria di concorrere nella protrazione dell’attività criminosa, stante l’indiscussa sussistenza attuale delle emissioni fuggitive e diffuse, nocive per la salute delle persone». Il decreto «salva-Ilva» prevede che le misure cautelari reali non debbano impedire l’attuazione dell’Aia, e il gip replica, sempre indirettamente e peraltro alcune ore prima che il testo del decreto venisse licenziato, che «per adottare le misure previste dall’Aia sarebbe sufficiente una semplice richiesta all’autorità giudiziaria».
La dottoressa Todisco cita due articoli della Costituzione (il 32, sul diritto alla salute, e il 41, sull’iniziativa economica privata che non può recare danno alla sicurezza, alla libertà e alla dignità umana), facendo così affiorare i profili di anti-costituzionalità del decreto salva-Ilva e ricorda che «non soltanto l’ado zione della nuova Aia non vale affatto a dimostrare che sia venuta meno la situazione di concreto e grave pericolo a fronte della quale è stato disposto il sequestro» ma si chiede come sia possibile «alle attuali condizioni e nell’attuale stato degli impianti in sequestro, continuare da subito l’attività produttiva, senza prima pretendere, a tutela dell’incolumità dei lavoratori e della popolazione locale, che siano realizzati gli interventi indispensabili per interrompere l’attività criminosa per la quale proprietà e management dell’Ilva sono agli arresti». E a Palazzo di giustizia i magistrati stanno già valutando di sollevare un’ec - cezione di incostituzionalità o un conflitto di attribuzione fra poteri dello Stato. Mimmo Mazza (GdM)

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