Avete presente quando un bambino fa un dispetto ad un altro e la loro mamma interviene rimproverandolo e facendo finta di punirlo (mentre lui, complice, se la ride sotto i baffi e finge di lamentarsi)?
Ecco, questo è il governo Monti, debole coi forti e forte coi deboli.
Per addolcire la pillola della legge ad ilvam fa girare a mezzo stampa tutte le bojate sulle multe, il garante, il commissariamento, i posti di lavoro...
Intanto Riva a Miami stappa lo champagne più costoso pagato con la salute dei tarantini. La bottiglia è grande, molto grande: ce n'è pure per i ministri, per i sindacati e per gli amministratori locali.
Nello stesso istante gli operai d'Italia fanno festa per pochi spiccioli, stappano lo spumantino del discount senza sapere che ieri, 30 novembre 2012 è stata sancita la sconfitta del mondo operaio, delle ragioni delle popolazioni, e della stessa giustizia sociale. Se ne accorgeranno nei prossimi mesi...
Ora, ironia della sorte, uno dei protagonisti della colonizzazione industriale di Taranto (parliamo dell'Italsider dell'IRI), Giorgio Napolitano, è chiamato a mettere la sua firma di Presidente sotto la seconda legge di schiavitù.
Taranto città necessaria ancora per 6 anni (più le immancabili proroghe all'italiana...). Il suo nome è destinato a tornare nell'oblio di un'incollocabile agglomerato disordinato di case in Terronia. Posto puzzolente dove si discarica il brutto strategico perchè altre coste, altri paesaggi siano puliti e a prova di turisti.
Una sottile speranza si chiama giustizia...
Ilva, dl autorizza produzione previste multe 10% fatturato. Ma ora Riva rischia l'esproprio
Procura valuta costituzionalità
Via libera dal Consiglio dei ministri al decreto
legge per l’Ilva. Lo si apprende da fonti di governo. Il decreto legge
“stabilisce che la società ILVA abbia la gestione e la responsabilità
della conduzione degli impianti e che sia autorizzata a proseguire la
produzione e la vendita per tutto il periodo di validità
dell’AIA”. “Qualora non venga rispettato il piano di investimenti
necessari alle operazioni di risanamento, il decreto introduce un
meccanismo sanzionatorio che si aggiunge al sistema di controllo già
previsto dall’AIA”. E’ quanto si legge nel comunicato stampa che
illustra il decreto varato dal Cdm.
MONTI, E' DECRETO SALVA AMBIENTE, SALUTE, LAVORO
Qualcuno l’ha chiamato “decreto salva-Ilva” ma io parlerei di decreto “salva ambiente, salute e lavoro”. "Non
possiamo ammettere che ci siano contrapposizioni drammatiche tra salute
e lavoro, tra ambiente e lavoro e non è neppure ammissibile che
l’Italia possa dare di sè un’immagine, in un sito produttivo così
importante, di incoerenza". Lo ha detto Mario Monti al termine del
Consiglio dei ministri che ha varato il decreto Ilva. "L'intervento del
governo è stato necessario perchè Taranto è un asset strategico
regionale e nazionale", ha aggiunto Monti. "Credo abbia
portato a un provvedimento che cerca di mettere in armonia" diverse
esigenze, "ma in modo duro: sono convinto che in tanti casi non siano le
leggi ad essere mancate, ma una seria e tempestiva applicazione delle
leggi".
MONTI, CASO PLASTICO DI ERRORI REITERATI"Questo
caso è la plastica dimostrazione per il passato degli errori reiterati
nel tempo e delle incoerenze di molte realtà, sia imprenditoriali che
pubblico-amministrative, che si sono sottratte, nel corso del tempo,
alla regola della responsabilità, dell’applicazione e del rispetto della
legge". Così Mario Monti sull'Ilva.
MONTI, NELL'APPLICAZIONE IL DL E' BLINDATO“Abbiamo
una creatura blindata dal punto di vista della sua effettiva
applicazione". Così il presidente del Consiglio Mario Monti, presentando
il decreto legge sull'Ilva durante la conferenza stampa a palazzo
Chigi.
Continua...
CLINI,SANZIONE 10% FATTURATO SE INADEMPIENTEIn
caso di inadempienze per l’Ilva “restano tutte le sanzioni già previste
e in più introdotta la possibilità di una sanzione sino al 10% del
fatturato annuo dello stabilimento”. “E' una condizione di garanzia”. Lo
ha detto il ministro dell’Ambiente Corrado Clini illustrando il decreto
Ilva. “Il Garante ha un ruolo molto importante di vigilanza
sull'esercizio impianti. Qualora l'azienda non rispettasse le
prescrizioni, che sono misure puntuali su area a caldo, che a partire da
novembre a tutto il 2014 e oltre cambieranno strutturalmente le
produzioni dell’area a caldo, potranno intervenire sanzioni
amministrative e sanzioni aggiuntive fino al 10% del fatturato. Questo
perchè l’Aia assume stato di legge”.
GENOVA; APPLAUSI PER DECRETO, SCIOLTO PRESIDIOUn
lungo applauso degli operai dell’Ilva di Cornigliano, riuniti da
stamani in presidio davanti alla prefettura ha accolto l’annuncio della
firma in Consiglio dei ministri del decreto 'Salva Ilvà letto dal leader
della Fiom Franco Grondona. Applausi anche per i contenuti del decreto.
Sciolto il blocco stradale davanti al Palazzo del Governo. “Domani si
lavora – ha detto Grondona – e lunedì il punto in assemblea”. Il
presidio dei lavoratori si è sciolto.
PASSERA, PROPRIETA' RISCHIA DI PERDERE L'AZIENDACon
il decreto legge, per la proprietà “non esiste la possibilità di non
fare” gli investimenti. In caso di inadempienza, infatti, si può
arrivare fino alla situazione in cui la proprietà "perde il controllo
dell’azienda". A indicare questa possibilità, consentita dal decreto
legge, è stato il ministro dello Sviluppo Economico, Corrado
Passera. “Abbiamo inserito una serie di vincoli e sanzioni penali,
amministrative e finanziarie che vedono amministratori e manager
vincolati ad attuare quanto previsto dalla legge. Dovevamo fare in modo
che la proprietà si muovesse per realizzare gli interventi richiesti
interventi”, ha detto Passera. E se questo non dovesse avvenire, gli
strumenti predisposti dal decreto, ha spiegato Passera, “potrebbero
togliere un enorme valore”. “La proprietà è costretta a fare, se non lo
fa vede il suo bene depauperarsi fino a perderne il controllo, anche
ricorrendo - ha prospettato Passera - all’amministrazione
straordinaria”.
MONTI: ORA AL DECRETO SERVE LA FIRMA DEL PRESIDENTE NAPOLITANO«Non
ho alcun bisogno di rivolgere appelli perchè il decreto non sia
impugnato». Così il premier, Mario Monti, risponde in conferenza stampa
dopo il Cdm alla domanda di un cronista. Inoltre, sottolinea il
Professore, «il decreto in quanto tale necessita della firma del
presidente della Repubblica la cui guida e stella polare è la
Costituzione».
LA PROCURA: ATTENDIAMO DI LEGGERE IL TESTO DEL DECRETONessun
commento ufficiale, al momento, da parte della Procura di Taranto sul
decreto legge approvato dal consiglio dei ministri che consente all’Ilva
di proseguire la produzione, riconsegnandole la gestione dello
stabilimento nonostante i decreti di sequestro degli impianti e del
prodotto finito e semilavorato.
Dagli ambienti della Procura si fa sapere soltanto che si attende di
entrare in possesso del testo del decreto per compiere una valutazione,
in riferimento ai provvedimenti adottati fino ad oggi dalla
magistratura.
VENDOLA: SPERO NON ESAUTORI AZIONE PENALE MAGISTRATI“Spero
sia un decreto che non tolga le prerogative alla magistratura di
esercitare l’azione penale di fronte a un disastro ambientale. E mi
auguro che il primato affermato nel decreto sia quello del diritto alla
salute. In subordine noi dobbiamo operare per salvare l’Ilva. Ma solo
subordinatamente al restaurare il primato del diritto alla salute”. Così
il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, ha commentato,
stasera a Bari, il decreto 'salva-Ilvà del governo. Un decreto che
Vendola ha spiegato “di non conoscere ancora: dobbiamo leggerlo”, e per
ora “abbiamo dei lanci di agenzia”. “Io – ha aggiunto – ho manifestato
ieri a palazzo Chigi, di fronte al presidente del Consiglio, al governo e
a tutte le principali autorità, tutte le mie preoccupazioni. Ho nutrito
una diffidenza importante nei confronti di un decreto che è apparso
intenzionato a esautorare il potere della magistratura. Non lo conosco –
ha ribadito infine – quindi ora voglio leggere per capire di cosa si
tratta”.
GENOVA;OPERAI IN PIAZZA,APPLAUSI FIRMA DECRETO
Una
giornata finita bene e cominciata con i lavoratori dell’Ilva di Genova
Cornigliano che tornano in piazza e bloccano la prefettura del capoluogo
con i mezzi meccanici in attesa che il Consiglio dei ministri firmi il
decreto legge che farà ripartire la produzione. Alla fine della giornata
il via libera del Cdm scioglierà tutte le tensioni in un lunghissimo
applauso.
FERRERO, DECRETO E' CONDONO PER FAMIGLIA RIVA
“Questo
è un decreto salva-Riva e un’ingiustizia per Taranto. E’ da
irresponsabili stabilire che la società Ilva abbia la gestione e la
responsabilità della conduzione degli impianti e sia autorizzata a
proseguire la produzione e la vendita dei prodotti in barba alle
prescrizioni della magistratura”. Lo afferma Paolo Ferrero, segretario
di Rifondazione comunista-FdS. “E' un regalo fatto a imprenditori
pessimi, irresponsabili, che hanno inquinato volontariamente e corrotto
per non rispettare leggi e prescrizioni della magistratura. Inoltre, nel
decreto non c'è alcuna garanzia che i Riva, da oltre 17 anni padroni
dell’acciaieria, mettano effettivamente i soldi per realizzare le opere
necessarie al risanamento dell’azienda. Questo decreto è un condono, una
beffa per i lavoratori, per la magistratura e per i cittadini di
Taranto”, conclude.
PROCURA VALUTA COSTITUZIONALITÀ O CONFLITTO
La
Procura di Taranto starebbe valutando l'eventualità di chiedere al
giudice del riesame che sia proposta eccezione di incostituzionalità del
decreto legge sull'Ilva o di sollevare conflitto di attribuzione tra
poteri dello Stato in relazione allo stesso decreto approvato oggi dal
Consiglio dei ministri. Lo si è appreso da fonti giudiziarie.
GIP, PRIMA RISANARE E POI PRODURRE
Come
è possibile, sulla base di quanto emerso dalle indagini, «autorizzare
comunque l'Ilva alle attuali condizioni e nell'attuale stato degli
impianti in sequestro, a continuare da subito l'attività produttiva»,
senza «prima pretendere» gli interventi di risanamento? Lo scrive il gip
dicendo 'nò al dissequestro degli impianti. (GdM)
Ilva, scontro sul decreto legge "E' incompatibile con la salute". Gip Todisco: stop è confermato
L’Autorizzazione integrata ambientale rilasciata
all’Ilva dal ministro Corrado Clini, e da ieri divenuta legge, non è
fondata su studi o accertamenti tecnico-scientifici, e ha tempi di
realizzazione incompatibili con le improcrastinabili esigenze di tutela
delle salute della popolazione e dei lavoratori, tutela che non può
essere sospesa senza incorrere in una inammissibile violazione dei
principi costituzionali. A demolire l’Aia, al centro del provvedimento
d’urgenza adottato ieri dal governo Monti, è - nel provvedimento con il
quale rigetta la richiesta di dissequestro degli impianti presentata il
20 novembre dal presidente dell’Ilva Bruno Ferrante, il giudice per le
indagini preliminari Patrizia Todisco che in 14 pagine non solo ha
confermato il sequestro preventivo, senza facoltà d’uso, dell’area a
caldo del siderurgico, ma probabilmente ha fornito anche la traccia che a
Palazzo di giustizia si seguirà in merito al provvedimento salva-Ilva
varato ieri dal governo. Il gip non usa mezzemisure. «Non esiste un
costo, in termini di salute, sopportabile in uno Stato civile - si legge
nel provvedimento - per le esigenze produttive e non è accettabile che
il presente e il futuro dei bambini di Taranto sia segnato
irrimediabilmente. Nessun ragionamento di carattere economico e
produttivo dovrà e potrà mai mettere minimamente in dubbio questo
concetto».
Secondo la dottoressa Todisco, l’Ilva aveva chiesto
il dissequestro degli impianti perché aveva ottenuto l’Aia ma per a suo
parere «il decreto di riesame dell’Aia, contrariamente a quanto
sostenuto dai legali del gruppo Riva, non depenalizza né potrebbe
scriminare il perpetuarsi delle condotte criminose in corso. Appare
veramente assurdo motivare l’istanza di revoca con ragioni di natura
economica. Sostanzialmente viene chiesto all’autorità giudiziaria di
concorrere nella protrazione dell’attività criminosa, stante
l’indiscussa sussistenza attuale delle emissioni fuggitive e diffuse,
nocive per la salute delle persone». Il decreto «salva-Ilva» prevede che
le misure cautelari reali non debbano impedire l’attuazione dell’Aia, e
il gip replica, sempre indirettamente e peraltro alcune ore prima che
il testo del decreto venisse licenziato, che «per adottare le misure
previste dall’Aia sarebbe sufficiente una semplice richiesta
all’autorità giudiziaria».
La dottoressa Todisco cita due
articoli della Costituzione (il 32, sul diritto alla salute, e il 41,
sull’iniziativa economica privata che non può recare danno alla
sicurezza, alla libertà e alla dignità umana), facendo così affiorare i
profili di anti-costituzionalità del decreto salva-Ilva e ricorda che
«non soltanto l’ado zione della nuova Aia non vale affatto a dimostrare
che sia venuta meno la situazione di concreto e grave pericolo a fronte
della quale è stato disposto il sequestro» ma si chiede come sia
possibile «alle attuali condizioni e nell’attuale stato degli impianti
in sequestro, continuare da subito l’attività produttiva, senza prima
pretendere, a tutela dell’incolumità dei lavoratori e della popolazione
locale, che siano realizzati gli interventi indispensabili per
interrompere l’attività criminosa per la quale proprietà e management
dell’Ilva sono agli arresti». E a Palazzo di giustizia i magistrati
stanno già valutando di sollevare un’ec - cezione di incostituzionalità o
un conflitto di attribuzione fra poteri dello Stato. Mimmo Mazza (GdM)
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