sabato 8 dicembre 2012

Il sorriso col manganello in mano

Ilva, il decreto verso il Parlamento. Il relatore Stefano Saglia (Pdl): "Il garante? Potrebbe essere un magistrato"
 
Come un'imbarcazione che punta dritta contro la tempesta, il decreto Ilva arriva alla Camera mentre i muri di Montecitorio scricchiolano. Colpa, soprattutto, delle tensioni tra Popolo della Libertà e governo. Ma il relatore Stefano Saglia, Pdl, non teme per l'"incolumità" del provvedimento. "Sarà in aula la prossima settimana ed entro la fine dell'anno sarà convertito in legge".
Nessun rischio quindi che il decreto entri nel tritacarne dello scontro parlamentare?
"Io credo di no. I tempi sono molto accelerati e si incrociano con quelli del decreto sviluppo, con la differenza che mentre sul secondo ci sono parecchi punti di distanza tra Pd e Pdl, sul primo c'è assoluta convergenza tra i partiti. Credo che far saltare il tavolo ora sarebbe un grave errore da parte di tutti.
Chi si mette di traverso al decreto?
"La Lega ha manifestato le sue perplessità. Perplessità, a mio avviso, infondate. Perché accusa il governo di aver adottato un provvedimento di emergenza per una grande fabbrica del Sud e non per le tante piccole imprese del Nord. Non capendo che l'Ilva produce, nel siderurgico, il 70% delle materie prime che poi vengono trasformate nelle fabbriche di tutto il Paese, anche e soprattutto quelle del Nord. Mettere in ginocchio l'Ilva vuol dire mettere in ginocchio l'intero manifatturiero italiano".
Il decreto emanato dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano è sostanzialmente diverso da quello uscito dal consiglio dei ministri a fine novembre. Da un provvedimento "salva Ilva" si è passati in teoria a un più generico "salva imprese strategiche". Ma il nodo resta irrisolto. Così, qualsiasi governo d'ora in poi potrà scavalcare in caso di emergenza provvedimenti cautelari della magistratura.
"E' un terreno miniato. Io credo che questo decreto abbia messo in atto una disposizione importante: quella di rendere cogente l'autorizzazione integrata ambientale. Così l'Aia diventa legge dello Stato e non può essere messa in discussione da nessuno".
Ma il decreto va oltre. In teoria neutralizzerebbe i sequestri dei giudici. Ma i magistrati hanno respinto, anche dopo l'emenazione del decreto, il sequestro dei prodotti finiti. Questo non complica ulteriormente le cose?
"Senz'altro. Ma credo che sarà questo uno dei punti principali affrontati in sede di conversione. Senza quei prodotti le fabbriche che sono a valle dell'Ilva hanno pochissima autonomia. Quindi bisognerà valutare una ulteriore modifica legislativa".
Uno dei punti cardine del nuovo decreto è costituito dalla figura del garante. Il governo ha promesso tempi rapidi per la nomina. C'è già una rosa di nomi?
"Non ho parlato con i ministri. Ma siccome il decreto prevede che sia un funzionario pubblico, e gli affida poteri che sono anche superiori a quelli di un commissario, io credo che potrebbe essere una buona idea che fosse nominato un magistrato".
Un modo per tendere la mano ai giudici tarantini?
"Diciamo che potrebbe essere un tentativo di sotterrare l'ascia di guerra"
L'altra novità importante del decreto è il sistema delle sanzioni. Come funzionerà il meccanismo di queste "multe"?
"Ci si atterrà alle prescrizioni dell'Aia, se l'azienda non rispetterà il calendario imposto dall'Autorizzazione Integrata Ambientale scatteranno le sanzioni".
E in caso di ulteriori violazioni potrà subentrare l'amministrazione straordinaria?
"Questo prevede il decreto. E' un'extrema ratio, dovranno sussistere i requisiti stabiliti dalla legge".
Si può arrivare fino all'esproprio coma ha detto il ministro Passera in conferenza stampa?
"Il garante avrà il titolo per chiederlo, nel caso ci fossero gravi inadempienze. L'ultima parola è sempre quella del governo".
Al di là del possibile conflitto con i magistrati, il decreto apre la strada a un pericoloso precedente anche con le imprese. In poche parole si autorizza ora e per il futuro a rilevare il controllo di aziende che non rispettino norme dello Stato.
"Ripeto, si tratta di un'eventualità molto remota. E poi stiamo parlando di un decreto che è vero che è di carattere generale, ma che in questo caso il governo ha deciso di applicare all'Ilva. Io penso che difficilmente potrà essere esteso ad altre situazioni. E i prossimi governi credo che eserciteranno con molta parsimonia questo potere". (Huffingtonpost)

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