Seveso e l’Ilva, la lezione non è bastata
«Nel periodo 1870-1880 l’incidenza degli infortuni
professionali mortali su mille totali nel nostro Paese era pari a 270.
Nella Terza Repubblica francese era invece pari a 50, mentre nel neonato
Impero tedesco era addirittura di 22,7. Detta in modo più chiaro, un
operaio italiano dell’ottavo decennio del XIX secolo aveva una
possibilità di morire sul lavoro dieci volte superiore a quella di un
collega tedesco». Così scrive Saverio Luzzi sul nuovo numero di «Italia
contemporanea», il trimestrale dell’Istituto nazionale del movimento di
Liberazione, che si occupa della storia della salute nel nostro Paese
sull’onda delle vicende riguardanti l’Ilva di Taranto e l’inquinamento
da amianto di Casale Monferrato. I dati, ricavati dall’annale della
Fondazione Di Vittorio dedicato a «Lavoro, salute, sicurezza»,
dimostrano che la forbice con i Paesi più avanzati dell’Europa
occidentale non si è ridotta di molto, se l’incidenza dei decessi
professionali sul totale dal 2003 al 2007 «è calata nel nostro Paese del
10,7 per cento, di fronte a una diminuzione del 16 per cento
dell’Unione Europea». Fino agli anni Settanta, scrive Luzzi, l’idea che
la fabbrica, oltre che un’opportunità di lavoro, potesse costituire un
pericolo per la salute era appannaggio soltanto di una minoranza
sindacale. Fu solo con il grave incidente dell’Icmesa di
Seveso, nel luglio 1976, che si impose all’opinione
pubblica un ripensamento non solo del rapporto tra fabbrica e
lavoratori, ma tra industria e territorio. È del 1978 l’introduzione del
Servizio sanitario nazionale, che portò il concetto di prevenzione come
fondamentale nella cura del cittadino. Ma, come ha scritto lo storico
Guido Crainz, il nostro è il «Paese mancato» delle riforme incompiute,
dove si è consumata sino al 1986 la tragedia dell’Eternit di Casale e
fino ad oggi si è trascinato il problema delle acciaierie di Taranto.
Dopo le drastiche azioni della magistratura riguardanti l’Ilva, un
occhio alla storia della sanità nazionale ci aiuta a capire perché è
esploso in maniera drammatica il conflitto tra salute e lavoro. (CdS)
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