martedì 30 aprile 2013

Il Primo Primo Maggio Tarantino

LA PARTECIPAZIONE E LA DISCUSSIONE SONO LA CULLA DELLE IDEE!
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Il Comitato spontaneo e apartitico “Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti” promuove il “1° MAGGIO DI LOTTA – SÌ AI DIRITTI, NO AI RICATTI”: politica dal basso e musica. Saranno presenti artisti locali e nazionali e movimenti che lottano per la riappropriazione dei propri diritti. Una giornata di denuncia e confronto incentrata sulla crisi del lavoro che coinvolge tutta la nazione.

PERCHE’ A TARANTO?
Vogliamo dare un segnale forte: ripartire da qui per ribaltare le sorti di un sistema che continua a stuprare il territorio disseminando veleni che provocano danni irreversibili alla salute ed all’ambiente, facendo leva sul ricatto occupazionale. Taranto vanta, suo malgrado, circa il 40% di disoccupati, precarietà diffusa, devastazione sociale, gli effetti di una colonizzazione industriale e militare. Svilupperemo la tematica attraverso musica, dibattiti, laboratori e giochi per bambini, proiezioni, installazioni, autoproduzioni artigianali e altro.

DOVE?
L’evento si terrà nell’area del Parco Archeologico di Solito - Corvisea, una delle poche aree verdi della città, a molti sconosciuta, che vede la presenza di importanti testimonianze storiche, come i resti del circuito murario di età greca che proteggeva i quartieri orientali della città. La gestione dell’area oggi è affidata all’impegno e alle “buone pratiche” di associazioni, giovani, anziani, residenti e fruitori che con la forza delle proprie idee si stanno impegnando per ridarle vita. Il Comitato Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti si impegna a salvaguardare gli sforzi compiuti fino ad oggi.
Indicazioni da Viale Magna Grecia in direzione Ponte Punta Penna: Girare nella via immediatamente prima della Concattedrale (via Blandamura), proseguire dritto sino al parcheggio situato a ridosso di via Lacaita.
- Per visualizzare la mappa ingrandita, clicca qui!
Pullman organizzati da bari per raggiungere l'evento: http://www.facebook.com/events/402511999846816/

 MOVIMENTI ED ASSOCIAZIONI che hanno aderito per portare la testimonianza del loro percorso:A Sud Associazione, Acqua Bene Comune - Comitato Pugliese, Ammazza Che Piazza (TA), Antinucleare di Maruggio Comitato cittadino, Bancarotta Bagnoli Collettivo (NA), Blocchi Precari Metropolitani (RM), Centro di Accoglienza Art Village di San Severo (FG), Centro Documentazione sui Conflitti Ambientali - CDCA, Donne per Taranto Comitato cittadino, Economia per i Cittadini (Gruppo Puglia), Exit Collettivo Barletta, Gravine Joniche - Associazione Ginosa (TA), La Tana del Folletto associazione Manduria (TA), Laboratorio Omar Moheissi Arci di Guagnano e Villa Baldassarri (LE), Legambiente, Le Sciaje Centro Studi Documentazione e Ricerca (TA), Libera Associazioni nomi e numeri contro le mafie, No al Carbone Brindisi, No Muos, No Tav, No Triv, Peacelink Associazione (TA), Sherwood associazione onlus, Grottaglie (TA), Spezia via dal carbone (SP), Taranto Lider, Taranto Senza Ilva- Comitato Cittadino, Taranto Supporters, Teatro Valle Occupato (RM), Villa Roth Occupata (BA), WWF 
CONCERTOAlle ore 14 apriranno il concerto, presentato da Valentina Petrini e Andrea Rivera, i Sud Sound System!
A seguire l'elenco alfabetico degli artisti che daranno il loro contributo GRATUITO esibendosi a sostegno della causa:
Francesco Baccini - Luca Barbarossa - Bonomo - Pierpaolo Capovilla - Chitarre e Tammorre - Diodato - Elio Germano e le Bestierare - Fido Guido & Krikka Reggae - Lady Coco - Leitmotiv - Luminal - Fiorella Mannoia - Nadàr Solo - Officina Zoè - Orchestra Popolare Jonica - Raf - Michele Riondino & the Revolving Bridge - Roy Paci - Sciamano & Mosca 58 - Riccardo Sinigallia - Daniele Sepe - Tarentum Clan - The Niro - Giovanni Truppi

COME CONTRIBUIRE?
L'accesso a questo evento è completamente GRATUITO, lo stiamo organizzando con le nostre sole forze con tutte le difficoltà che potrete certamente immaginare. Chi volesse aiutarci alla realizzazione di questa giornata, con un contributo anche simbolico, può effettuare un bonifico utilizzando questi dati:
APS Comitato Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti
IBAN: IT23C0335967684510700153304
Causale: erogazione 1 Maggio
(ATTENZIONE. Stiamo riscontrando problemi con il nostro conto corrente destinato alle donazioni a sostegno del 1 maggio autorganizzato. Chiunque abbia contribuito con un'erogazione ce lo segnali all'indirizzo e-mail comitatocittadinioperaitaranto@gmail.com indicando:
importo, data di esecuzione e ordinante del bonifico.
Oppure contatti il numero 348-2746422)

PROGRAMMA:Ore 10:00 : Inizio dibattiti, laboratori e giochi per bambini;
Ore 14:00 : Inizio concerto intervallato da proiezioni, spazi dedicati ai movimenti italiani che lottano per la riappropriazione dei propri diritti;
IO NON DELEGO, IO PARTECIPO!...ANCHE IL 1° MAGGIO!!


Dove potete trovarci?

Il salto dell'Anguilla

Ed eccolo il superviscido che, come previsto, sguscia via dalle sue stesse parole e resta nella sua tana a prova di fiocina!
Qualcuno aveva creduto alle sue dimissioni?
Una resistenza ormai consolidata da anni di ignavia proterva!
Un applauso al rappresentante tarantino del grande senso di responsabilità istituzionale (che di questi tempi vuol dire semplicemente stare attaccati alla poltrona come le cozze in nome della conservazione più totale!).
Ora speriamo che le indagini facciano il loro (giusto) corso...

Wikipedia
"Resto al mio posto per il bene di Taranto". È sera inoltrata quando il sindaco Ippazio Stefàno risponde al telefono, dopo aver disertato il consiglio comunale. Si sono rincorse voci sulle sue dimissioni, che lui stesso aveva annunciato dopo la notizia della sua iscrizione nel registro degli indagati nell'ambito dell'inchiesta "ambiente svenduto".
Allora sindaco ha lasciato i tarantini con il fiato sospeso.
 "Ho vissuto momenti terribili. Per l'ennesima volta mi sono ritrovato sui giornali come indagato, bollato con cattiveria come un criminale. Senza sapere nulla. Sei mesi fa era stata la stessa storia. Non ho ricevuto un atto di questa indagine. E mi hanno spiegato che la mia iscrizione è stata un atto dovuto dopo l'esposto di un consigliere di opposizione".
Ma è stato lei a parlare di dimissioni?
"In quel momento ho faticato a comprendere che si trattava della stessa cosa. Non potevo credere che si riproponesse la stessa informazione. Una persona onesta si intimorisce anche dinanzi ad una multa. Figuriamoci dinanzi a notizie lanciate in questa maniera. Solo chi è veramente onesto, può comprendere cosa ho provato. E' stato un momento di sconforto. Ora ho recuperato la serenità. Ho deciso di restare al mio posto".
C'è la proroga delle indagini...
"Ben vengano altre indagini. Se mi riguarderanno non potranno che chiarire la trasparenza dei miei comportamenti".
Come ha fatto a passare dallo sconforto alla determinazione di questo momento?
"Ho ricevuto tanta solidarietà. E anche in consiglio comunale i consiglieri di maggioranza e in parte dell'opposizione hanno espresso il desiderio di andare avanti. Ho trascorso una notte insonne a rimuginare sulla cosa giusta da fare. E alla fine mi sono deciso ad andare avanti. Vorrei solo meno cattiveria e più attenzione per i veri problemi di Taranto".
Ha vissuto una notte tormentata come quella dell'Innominato?
"E' l'esempio giusto. Sono state ore di tormenti, grazie alle quali, però, ho recuperato lucidità. Non mi devo vergognare di nulla. Posso dire con forza che ho mantenuto la schiena dritta dinanzi alla grande industria. Non so quanti possono dire lo stesso. Mi pregio solo di ricordare che tra i miei primi atti c'è stata la rideterminazione delle tasse da far pagare all'Ilva, con un saldo di milioni di euro in favore delle casse comunali".
L'assenza in consiglio comunale è servita a verificare il comportamento della sua maggioranza?
"Assolutamente no. Non è stato un discorso di calcolo. Avevo solo bisogno di riflettere ancora".
Chiederà di essere ascoltato dai magistrati?
"Ho grande rispetto per il lavoro della procura e una fiducia incondizionata nei giudici. Se lo riterranno necessario sarò pronto a spiegare tutti i mie atti, facendo parlare le carte. In questa città, purtroppo, si è abituati a preferire le chiacchiere ai fatti. Ma questo non vale per i magistrati che stanno svolgendo un lavoro egregio".
Sindaco, negli atti c'è una conversazione tra lei e Archinà, l'ex dirigente Ilva attualmente in carcere. In quel colloquio lei si accoda alle richieste di posticipare il referendum sulla grande fabbrica...
"La ringrazio perché mi dà la possibilità di chiarire quelle parole. Ho semplicemente dato ragione al mio interlocutore con lo specifico intento di troncare quella conversazione. Peraltro, non dipendeva da me esaudire le sue richieste".
Tempesta passata, allora?
"L'episodio è chiuso. Mi lasci dire, però, che questa città vive costantemente in una tempesta. Una burrasca fatta di problemi, problemi e ancora problemi. Sono in prima linea con l'angoscia quotidiana di non poter rispondere alle richieste di tanta gente. E' questa la tempesta che davvero vorrei placare". (Rep)




Emilio Riva, l'arrestato più permaloso d'Italia!

Emilio Riva querela Aldo Busi
di Alessandra Cristofari

Emilio Riva ha citato in giudizio Aldo Busi per le dichiarazioni rilasciate nel corso della puntata “La Crosta” di Servizio Pubblico, andata in onda il 30 novembre 2012. Ecco cosa ha detto lo scrittore sullo stabilimento di Taranto che ha tanto fatto infuriare l’ex presidente della società Ilva Spa.

EMILIO RIVA-ILVA-ALDO BUSI-4
LA DENUNCIA - Sul sito altriabusi.it è possibile leggere l’atto di citazione che l’ex Presidente dell’Ilva Emilio Riva ha trasmesso tramite il suo avvocato Francesco Flascassovitti nei confronti di Aldo Busi e delle dichiarazioni rilasciate nel corso di una puntata di Servizio Pubblico. “In data 30 novembre 2012, il sig. Busi dichiarava: “Che cos’è questo imprenditore italiano che si chiama Riva. Un imprenditore che in 17 anni guadagna 3 miliardi e mezzo di euro e non investe nemmeno un euro negli impianti. Che cosa fa? Dove sono andati? Bisognerebbe trovarli questi soldi e confiscarli come si confiscano i beni ai mafiosi, darli a questi uomini e queste donne che hanno lavorato”.
RIVA ARRABBIATO - L’avvocato di Riva riconosce che Busi non nomina espressamente l’ex Presidente ma “È evidente che si riferisca a lui”  ma “la giurisprudenza di legittimità è costante nell’affermare che in tema di diffamazione ‘non è necessario che la persona cui l’offesa è diretta sia nominativamente designata, essendo sufficiente che essa sia individuata in maniera inequivoca anche attraverso il riferimento a fatti e circostanze”. Insomma, Riva si è sentito diffamato dalle espressioni di Busi che giudica “gravemente offensive”. L’ex Presidente fa sapere che non risponde a verità il mancato investimento negli impianti: “Nel corso degli anni l’Ilva ha investito 4 miliardi per ammodernare e mettere in sicurezza lo Stabilimento di Taranto”. Inoltre, ritiene “priva del requisito di continenza” l’affermazione della ridistribuzione del denaro tra i lavoratori, per di più la definizione ‘beni mafiosi’ “configura una plateale violazione dei principi di moderazione, misura e proporzione nelle modalità espressive”. Per la “vasta eco” del programma di Michele Santoro, le dichiarazioni di Aldo Busi, per Riva, hanno un prezzo: 500 mila euro. Busi deve presentarsi all’udienza del 30 settembre alle ore 9:00 avanti il Tribunale Civile di Varese. Qui è possibile rivedere l’intervento di Busi al minuto 1:09:04.
guarda la puntata di Servizio Pubblico:

(Photo Credit/Screenshot-Servizio Pubblico)

Brucia Massafra, brucia!

C'era da aspettarselo. Quando si danno le autorizzazioni "spensierate" poi è sempre difficile cambiare "pensiero"...
Anzi, alla luce di altre esperienze analoghe, possiamo tranquillamente dire che ormai questa è una pratica collaudata dalla provincia degli inciuci che tutto autorizza a cuor leggero (e portafogli pieno...).

Ok dal Tar a raddoppio dell'inceneritore di Massafra

TARANTO – Via libera dal Tar di Lecce al raddoppio della centrale termoelettrica alimentata a cdr combustibile derivato dai rifiuti ndr) di Massafra (Taranto). Con sentenza depositata oggi la prima Sezione del Tribunale amministrativo regionale (presidente Cavallari) ha accolto il ricorso presentato dalla società Appia Energy, con gli avvocati Pietro Quinto e Luigi Quinto, e ha annullato il provvedimento della Provincia di Taranto con il quale era stata revocata l'autorizzazione al raddoppio, riconoscendo così la legittimità dell’iniziativa proposta e la sua conformità alla disciplina paesaggistica regionale.
Il progetto era stato presentato dalla società del gruppo Marcegaglia nel febbraio del 2012 ed era stato autorizzato con determina del Dirigente del Settore Ecologia del settembre 2012. A distanza di pochi giorni il provvedimento era però stato revocato sulla base di alcuni rilievi mossi dalla Regione Puglia che aveva richiesto l’acquisizione dell’attestazione di compatibilità paesaggistica da parte della giunta regionale.
“Ciò – spiega in una nota l’avv. Pietro Quinto – sulla base di una presunta interferenza dell’intervento con aree sottoposte a tutela. La società ha contestato davanti ai giudici amministrativi il provvedimento di revoca osservando come le evidenze ambientali rilevate dalla Regione Puglia fossero in realtà inesistenti in fatto”. (GdM)

domenica 28 aprile 2013

La rete delle comunità

C'è un filo sottile, robusto e lunghissimo che sta cingendo e collegando tutte quelle realtà nazionali che stanno cercando di tracciare una nuova via per la gestione locale.
C'è un senso di comunanza e confronto che spinge a comunicare e sostenere le esperienze di tutti.
Stiamo creando nuovi orizzonti di cittadinanza?
Vogliamo farlo.
Insieme!

Ecco un commento che comunitainfermento (http://comunitainfermento.wordpress.com/) ha lasciato sul post precedente, "Attualità artistica e dibattito collettivo":

Buongiorno,
Sono un delle persone che cura il blog "Comunità in Fermento" creato con lo scopo di divulgare l'idea di rimettere le comunità locali al centro della vita del paese....Desideriamo esprimere il nostro appoggio a tutti quanti si stanno impegnando a far sì che Taranto sia una città vivibile e non rammentata a livello nazionale per il suo inquinamento. Forza gente di Taranto siamo con Voi, state dimostrando a tutti il valore importante dell'essere una comunità....
Un saluto a voi ed alla vostra città
Joseph Gary http://comunitainfermento.wordpress.com

sabato 27 aprile 2013

Cemerad. Anno zero (ennesimo)


Cambia nome ma non testa

Ecco le "esternazioni" del nuovo ministro della Sanità sull'Ilva: si commentano da sole.

E intanto, i giornalisti "amici" dipingono l'epica del fuoco di paglia che Riva e Co. stanno alzando per fingere di fare qualcosa di utile.
Le barriere, si sa, non servono a nulla.
Ma i giornalisti a volte hanno la memoria o la capacità di approfondimento mooolto corte!

Il volto... appunto... non il corpo (con tutti i suoi escrementi!)

Attualità artistica e dibattito collettivo

Questa sera, alla COOPERATIVA SOCIALE Robert Owen alle ore 21:00, siete tutti invitati a partecipare alla serata conclusiva del laboratorio di teatro sociale "LAVORO O SALUTE?NOI NON VOGLIAMO SCEGLIERE" Tenuto da Loredana Piacentino di acttheatreproject.
Sarete spettatori attori del lavoro collettivo,risultato dei tre giorni di lavoro insieme il tutto condito da buon vino e focacce !!!

Sereno? Ma non era Ippazio?

Cosa vuol dire perdere la serenità?
Si dimette o continua a fare il sindaco struzzo? 
Ecco l'ultima trovata del sindaco anguilla che da sei anni sguiscia via viscidamente da tutte le questioni più importanti della città.











Ilva: Sindaco Taranto “Sereno” ma “molto amareggiato”

Chi lo ha visto ma soprattutto chi gli ha parlato nelle ultime ore lo descrive “sereno” pur se “molto amareggiato”. Il sindaco di Taranto, Ippazio Stefano, appresa la notizia della sua iscrizione nel registro degli indagati, da parte della Procura di Taranto, nell’ambito dell’inchiesta sull’impatto ambientale dell’Ilva (“Ambiente Svenduto”), medita il da farsi.
Accusato dell’ipotesi di reato di abuso d’ufficio e di omissioni in atti d’ufficio, il sindaco – che guida una giunta di centrosinistra ed e’, da meno di un anno, al suo secondo mandato – ha prontamente affidato ad un comunicato ufficiale, diffuso da Palazzo di Cittá, la sua reazione.Ha detto di non aver ancora ricevuto alcun atto formale da parte dell’autorita’ giudiziaria, di essere pronto a fornire ai magistrati tutti i chiarimenti che vorranno, ha sottolineato di essere con la “coscienza tranquilla” e di aver lavorato in questi sei anni da sindaco “per gli interessi di Taranto”, ma, dopo aver affermato tutto questo, non ha escluso le sue dimissioni.
Anzi, il sindaco ha fatto intendere che ci saranno non appena da Palazzo di Giustizia gli verra’ formalmente notificata la sua iscrizione nel registro degli indagati. Stefano, a questo punto, ne fa una questione personale e afferma che la sola iscrizione tra gli indagati, che certo non significa attestazione di colpevolezza ma e’ finalizzata a garantire la difesa della persona chiamata in causa, gli toglierebbe quella serenita’ d’animo che lui invece reputa fondamentale per svolgere la funzione di sindaco di una cittá “complessa e assediata da problemi drammatici come Taranto”.
Ha detto di non aver ancora ricevuto alcun atto formale da parte dell’autorita’ giudiziaria, di essere pronto a fornire ai magistrati tutti i chiarimenti che vorranno, ha sottolineato di essere con la “coscienza tranquilla” e di aver lavorato in questi sei anni da sindaco “per gli interessi di Taranto”, ma, dopo aver affermato tutto questo, non ha escluso le sue dimissioni. Anzi, il sindaco ha fatto intendere che ci saranno non appena da Palazzo di Giustizia gli verra’ formalmente notificata la sua iscrizione nel registro degli indagati. Stefano, a questo punto, ne fa una questione personale e afferma che la sola iscrizione tra gli indagati, che certo non significa attestazione di colpevolezza ma e’ finalizzata a garantire la difesa della persona chiamata in causa, gli toglierebbe quella serenita’ d’animo che lui invece reputa fondamentale per svolgere la funzione di sindaco di una cittá “complessa e assediata da problemi drammatici come Taranto”.
In questo fine settimana, a cavallo tra le festivita’ della Liberazione e dell’1 Maggio, non dovrebbe accadere nulla, ma non si puo’ nemmeno escludere che il sindaco, nei prossimi giorni, formalizzi quella tentazione alle dimissioni che oggi ha solo prospettato cvome possibilita’.
Fanno intanto quadrato attorno a lui gli alleati. Il Pd si dice fiducioso delle indagini della Magistratura mentre il gruppo Sds, che sta per Sinistra democratica per Stefano, manifesta sostegno al sindaco, evidenzia che la sua iscrizione nel registro degli indagati non e’ certo dovuta ai gravi reati di disastro ambientale e che puo’ accadere che un pubblico amministratore possa essere indagato di abuso di ufficio proprio per la complessita’ e la particolarita’ degli atti che e’ chiamato a svolgere. Sds, inoltre, si dichiara convinto che il sindaco fornira’ all’autorita’ giudiziaria ogni elemento di prova circa la sua non colpevolezza.
Ma se gli alleati solidarizzano sul sindaco, sulla rete, attraverso i social network, in molti, soprattutto coloro che sono vicini ai movimenti ambientalisti, attaccano Stefano e ne chiedono le dimissioni. Non e’ la prima volta che per l’Ilva il sindaco finisce nel mirino degli ambientalisti. In passato e’ stato accusato di non essersi opposto all’Autorizzazione integrata ambientale rilasciata all’Ilva dal ministero lo scorso 26 ottobre, ritenuta dagli ambientalisti blanda e inefficace, mentre nelle scorse settimane e’ stato accusato di aver ostacolato il referendum consultivo cittadino pro o contro la chiusura parziale o totale dell’Ilva – referendum svoltosi il 14 aprile e che non ha raggiunto il quorum -.
A Stefano, in particolare, e’ stato contestato l’aver dimezzato il numero dei seggi (ma il Comune, che per il referendum ha speso 400mila euro, ha addotto ragioni di costo economico) e il non aver assunto una posizione chiara. Stefano infatti ha invitato al voto, lui stesso si e’ recato alle urne, ma non ha dato alcuna indicazione di voto. Fra l’altro, proprio il referendum sull’Ilva e’ stato oggetto, negli anni scorsi, di una telefonata fra lo stesso sindaco e l’ex consulente dell’Ilva, Girolamo Archina’, arrestato a novembre e tutt’ora in carcere per un episodio di corruzione contestatogli nell’ambito dell’inchiesta “Ambiente Svenduto”. In quella telefonata, intercettata e trascritta dalla Guardia di Finanza nei fascicoli dell’indagine, Archiná cerca di fare pressioni sul sindaco per rinviare nel tempo lo svolgimento della consultazione popolare.
La notizia dell’iscrizione del sindaco Stefano nel registro degli indagati ha ovviamente messo a rumore gli ambienti politici locali. C’e’ chi si attende altri coinvolgimenti “eccellenti” con altri nomi della politica e della pubblica amministrazione. E d’altra parte sinora dall’inchiesta e’ piu’ volte emerso come l’Ilva e i Riva (Emilio e Nicola agli arresti domiciliari e Fabio sottoposto a procedura di estradizione dall’Inghilterra in Italia perche’ destinatario di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere) negli anni passati abbiano usato ogni mezzo per fare pressioni sul ministero dell’Ambiente, la Regione Puglia e gli enti locali di Taranto per evitare provvedimenti severi verso l’azienda siderurgica in materia ambientale. Un capitolo ampio, quello delle presunte coperture e complicita’ di cui i Riva avrebbero beneficiato, rispetto al quale l’inchiesta giudiziaria, come dimostrano gli sviluppi delle ultime ore, e’ ancora lontana dal concludersi. (Paesenuovo)

venerdì 26 aprile 2013

Dalla brama (di soldi) alle bramme (d'acciaio)

Ilva, procura dissequestra parte dell'acciaio

    Via libera alla restituzione dell'acciaio Ilva destinato in Iraq. Resta il no, invece, alla revoca dei sigilli per la stragrande maggioranza dei prodotti sotto chiave dallo scorso 26 novembre. Nuova mossa della procura nel braccio di ferro scattato sulla sorte di un milione e settecentomila tonnellate di tubi, coils e bramme requisite perché ritenute frutto di reato.
    I pm, infatti, hanno disposto la restituzione di tubi per un valore di circa venti milioni di dollari. Si tratta per la precisione di una fornitura di 63.000 metri di tubature che rientrano nella commessa siglata con la Oil Projectc company, compagnia che agisce per conto del governo iracheno. Nel provvedimento di dissequestro, i magistrati fanno riferimento al principio della "vendita di cosa futura". In pratica quei tubi, in base a questa lettura, sarebbero stati ceduti alla società committente prima del sequestro. Niente da fare, invece, per la stragrande maggioranza di quel tesoro in acciaio, del quale i legali invocano la restituzione.
    Gli avvocati della grande fabbrica, infatti, richiedono l'applicazione della cosiddetta legge "salva Ilva", dopo che la Consulta, lo scorso 9 aprile, ha escluso i profili di incostituzionalità. Quella decisione, però, al momento è contenuta solo in un comunicato stampa della Corte Costituzionale. Per i magistrati occorre attendere la sentenza. Una posizione condivisa sia da gip e Tribunale che hanno già respinto le istanze di restituzione. Proprio dopo quel doppio niet, i legali del gruppo erano tornati all'assalto facendo esplicito riferimento al pericolo di una disdetta della commessa irachena, con conseguente rischio di danni per 27 milioni di dollari, tra merce e penali da onorare
    Quel grido d'allarme accompagnava la nuova istanza presentata in procura dall'Ilva per ottenere la restituzione dell'acciaio finito sotto chiave nell'ambito dell'inchiesta per disastro ambientale.
Nel giro di pochi giorni gip e Tribunale dell'appello avevano ritenuto inammissibili le richieste di revoca dei sigilli. Così il presidente dell'Ilva Bruno Ferrante era tornato a bussare in procura, invocando l'applicazione della normativa che consente alla grande fabbrica di continuare a produrre e a commercializzare i suoi prodotti a dispetto delle iniziative della magistratura.
   Alla nuova richiesta erano stati allegati contratti e fatture sulla vendita di tubi e coils, bloccati da novembre nei magazzini e sulle banchine del porto. "Entro il 5 maggio"  -  si leggeva nell'istanza  -  "Ilva dovrà adempiere a quanto previsto dal contratto stipulato con la Oil Projects Company del Governo dell'Iraq. In caso di mancato adempimento del contratto"  -  ribadivano i legali su mandato del presidente Bruno Ferrante, "il gruppo ne ricaverebbe un danno di quasi ventisette milioni di dollari". Di conseguenza si ventilava la possibilità che Ilva a quel punto imboccasse la strada della richiesta di risarcimento del danno al Governo Italiano. "Ad oggi  -  rilevavano gli avvocati  -  Ilva ha potuto rispettare solo parzialmente il contratto, perché il materiale già pronto per la spedizione è stato bloccato dal sequestro".
   Per il trasporto della merce Ilva ha anche noleggiato una nave mercantile, la "Karoline Snug" che è attualmente alla fonda nella rada di mar Grande con a bordo un carico solo parziale. "In caso di ritardo  -  spiegavano ancora i legali  -  la società committente sarà autorizzata a risolvere il contratto e a rivolgersi ad altre imprese, ed eventuali eccedenze rispetto al prezzo concordato nel contratto con Ilva ricadrebbero sempre sullo stabilimento tarantino". Nel ricorso firmato dal presidente Bruno Ferrante, si stigmatizzava anche che "esiste oramai da almeno quattro mesi una legge dello stato italiano che è disatteso" dal pubblico ministero. Scelta che veniva bollata come illegittimo. Oggi la decisione che dovrebbe allontanare i rischi per la redditizia commessa irachena. Resta in piedi, invece, il muro contro muro sul resto dell'acciaio. La procura ribadisce il suo no. Ed ora la parola torna al gip Todisco. (Rep Ba)

25 aprile a Taranto. Nessuna liberazione dall'inquinamento

Ecco una sequenza di immagini progressivamente ingrandite che mostrano la cappa di smog prodotto dall'area industriale di Taranto.




Le riprese mostrano una veduta del Mar Grande dal Lungomare Vittorio Emanuele II (Ringhiera) in Città Vecchia.
Nella prima immagine generale, poco al di sopra dell'orizzonte (la linea del mare) si nota una linea scura, parallela e continua.
Nella seconda, più ravvicinata, si vede meglio una fascia scura.
Nella terza, in dettaglio, si distingue perfettamente la sua consistenza di smog e polveri rossicce.
E intanto l'Italia festeggiava la Liberazione!

Da morti parlano!


Era ora!!!

Ora speriamo che si apra anche quest'altro sepolcro imbiancato...
 
Inquinamento Ilva. Indagato anche il sindaco Stefàno

Abuso d’ufficio e omissione di atti d’ufficio. Il sindaco di Taranto Ezio Stefàno, rieletto lo scorso anno a capo di una coalizione di centrosinistra, entra a pieno titolo nell’inchiesta denominata «Ambiente svenduto», deflagrata nel novembre scorso con l’arresto dell’assessore provinciale all’ambiente Michele Conserva (scarcerato sabato scorso), dell’ex portavoce dell’Ilva Girolamo Archinà, dell’ex consulente della Procura e preside del Politecnico di Taranto Lorenzo Liberti, una nuova ordinanza nei confronti del patron Emilio Riva e dell’ex direttore dello stabilimento siderurgico Luigi Capogrosso (già finiti ai domiciliari il 26 luglio nell’ambito dell’indagine sull’inquinamento) e l’emissione di una mandato di cattura internazionale nei confronti di Fabio Riva, il vicepresidente di Riva Group trovato a Londra agli inizi di gennaio dagli agenti dell’In - terpol allertati dai militari della Guardia di Finanza, in attesa di estradizione.
    Il coinvolgimento del primo cittadino emerge, come la Gazzetta è in grado di rilevare, dalla lettura della proroga delle indagini preliminari disposta dal giudice per le indagini preliminari Patrizia Todisco su richiesta del procuratore capo Franco Sebastio, del procuratore aggiunto Pietro Argentino e dei sostituti Mariano Buccoliero, Giovanna Cannarile e Remo Epifani.
    Il gip ha disposto altri sei mesi di indagini per fare piena luce nell’inchiesta «Ambiente svenduto» e far venire a galla le responsabilità di quanti avrebbero consentito all’Ilva di evitare o pilotare i controlli ambientali negli ultimi quattro anni. Nella richiesta di proroga delle indagini preliminari i pubblici ministeri scrivono di fatti già noti, come quelli che hanno portato alla prima ondata di arresti, e di ipotesi di reato finora rimaste coperte da segreto, come quelle che riguardano il sindaco Ippazio Stefàno, iscritto nel registro delle notizie di reato per abuso d’ufficio e omissione di atti d’ufficio, oppure il coinvolgimento diretto dell’Ilva, quale società, ai sensi della legge 231 del 2001 che prevede la responsabilità giuridica delle imprese per fatti commessi da persone che operano nella società.
    Due gli episodi che riguardano l’Ilva. Il primo è quello per per corruzione in atti giudiziari che vede indagati anche Lorenzo Liberti, Girolamo Archinà, Fabio Riva e Luigi Capogrosso; il secondo, invece, riguarda due violazioni al codice dell’ambiente relative alle imponenti emissioni diffuse e fuggitive nocive in atmosfera e allo smaltimento di rifiuti in assenza di autorizzazione. (M. Mazza - GdM)

E ri-buongiorno!

Un film realizzato insieme agli abitanti della città più avvelenata d'Europa
con la partecipazione di Michele Riondino
Un esorcismo, una sfida, un canto, un'immersione spericolata… Buongiorno Taranto è un progetto per costruire una narrazione fatta di immagini, suoni e parole della città più avvelenata d'Europa. Al centro del progetto, la realizzazione dell'omonimo film con la regia di Paolo Pisanelli, realizzato dalla cooperativa leccese Big Sur e dell'associazione OfficinaVisioni con il sostegno dell'Apulia Film Commission.
Il film è un viaggio attraverso le tensioni e le passioni di una città immersa in una nuvola di smog. Le rabbie e i sogni dei suoi abitanti sono accompagnati dalla cronaca di una radio nomade e intermittente, un cine-occhio digitale che scandisce il ritmo del film e insegue gli eventi che accadono ai confini della realtà, tra rumori alienanti, odori irrespirabili e improvvise rivelazioni delle bellezze del territorio.

Buongiorno Taranto - Storie ai confini della realtà - Promo from Big Sur, immagini e visioni on Vimeo.

giovedì 25 aprile 2013

Lo voglio, lo VOGLIO, LOVOOOOGLIOOOO!

Il Tesssooooroooo è mmioooo!!!

Rielaborazione ComitatoperTaranto su disegno di Olle

Ilva, l'affondo di Ferrante sull'acciaio. «Dissequestro o 27 milioni di dollari»

I legali dell'Ilva hanno depositato alla Procura di Taranto un'istanza chiedendo il dissequestro e di poter vendere i prodotti sotto sigilli dal 26 novembre 2012. All'istanza sono allegati i contratti stipulati e le fatture emesse per gli stessi prodotti. Se i prodotti sequestrati non saranno spediti entro il 5 maggio prossimo, l'Ilva avrà automaticamente un danno economico di circa 27 milioni di dollari, che sarebbero chiesti quale risarcimento allo Stato italiano. Lo scrivono i legali dell'Ilva nell'ultima istanza alla Procura per la restituzione dei prodotti finiti.
I MOTIVI - «La gravità degli effetti che si produrrebbero - scrivono i legali per conto del presidente dell'Ilva, Bruno Ferrante - ove non si provvedesse immediatamente al dissequestro in oggetto sono tali, in uno con la evidente e palmare fondatezza della presente istanza, da rendere difficilmente credibile che codesta Procura della Repubblica non procederà in tal senso». Martedì i legali dell'Ilva avevano depositato ricorso al Tribunale dell'appello contro l'ordinanza del gip Patrizia Todisco che il 19 aprile scorso aveva dichiarato inammissibile un'istanza di dissequestro dei prodotti, non essendo ancora prevenuta la sentenza della Consulta che ha dichiarato privi di profili di incostituzionalità la legge 231 «salva Ilva».(CdM)

Altro da fè

Impianto Gennarini-Bellavista di Taranto, Amati: “Governo regionale disinteressato?”

“Trovo ingiustificabile il rinvio per l’assenza del Presidente Vendola, competente sull’argomento, e di altri componenti del governo regionale, dei lavori odierni della V commissione consiliare. La riunione era stata convocata oggi per discutere dell’impianto di ultraffinamento Gennarini-Bellavista di Taranto, con tutti i suoi riflessi sul consumo ormai ingiustificato di 250 litri al secondo di acqua prelevati dall’ILVA dallo schema del Sinni, sulla messa in esercizio dell’invaso artificiale Pappadai e sul rischio di perdere 14 milioni di euro erogati dalla Protezione civile nazionale.”
Lo dichiara il Consigliere regionale Fabiano Amati.
“Se si esclude - dice - la giustificazione tempestiva giunta al Presidente Pentassuglia dall’Assessore Nicastro, che peraltro è il meno interessato per competenza alla questione, vorrei sperare che l’assenza di qualsiasi rappresentante del Governo regionale non sia stata causata da disinteresse ma da meri disguidi nella corrispondenza. Ove così non fosse, l’assenza dovrebbe essere considerata alla stregua di un grave inadempimento, al cospetto di politiche regionali che hanno da sempre posto a priorità l’argomento del risparmio idrico, della sua migliore gestione e dell’attivazione tempestiva di opere realizzate con ingenti risorse pubbliche.
A questo punto, non resta che sperare nella prossima riunione, che il Presidente Pentassuglia si è impegnato con tempestività a convocare, affinché si possa discutere con la presenza dei rappresentanti del Governo regionale interessati, magari sollecitati opportunamente dal Presidente Introna. L'ovvio auspicio è che nel frattempo non sia revocato dalla Protezione civile nazionale il finanziamento per 14 milioni di euro, da utilizzare per assicurare la piena funzionalità dell’impianto Gennarini-Bellavista.”
L'avvio in esercizio dell'impianto di super affinamento Gennarini-Bellavista di Taranto permetterebbe di sostituire con acque ultra affinate quelle prelevate dallo schema idraulico del Sinni e del Tara, attualmente utilizzate da ILVA, e di invasare, con la risorsa risparmiata, la Diga del Pappadai (in fase di collaudo), consentendo così di mettere in funzione una grande opera utile ad integrare la richiesta di acqua sia potabile che utilizzata per scopi irrigui. (comunicato Regione Puglia - ANNO X, Numero 1013, 24/04/2013)

mercoledì 24 aprile 2013

Il Mar Piccolo sul banco d'esame

Il Progetto RITMARE per il risanamento del Mar Piccolo di Taranto

Ieri, 23 Aprile, nell’ambito del progetto bandiera “RITMARE” avviato dal CNR, si è svolto a Taranto il Convegno di studi dal titolo: “Il progetto Ritmare per il risanamento del Mar Piccolo di Taranto”. Sono state presentate le attività delle diverse Unità Operative del Progetto, incentrate sul Sito di Interesse Nazionale di Taranto ed, in particolare, sul Mar Piccolo. Tra queste, le iniziative per il risanamento ambientale del sito.
Ecco la rassegna stampa locale.
 



Una pedalata di salute

Taranto, in bicicletta per riprendersi la città senza inquinamento

Il Comitato 'Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti' di Taranto ha promosso la ciclopasseggiata 'Pedaliamo insieme contro l’inquinamentò che si svolgerà domenica prossima, 28 aprile, per le strade del borgo partendo dalla città vecchia. Del Comitato fanno parte anche diversi dipendenti dello stabilimento Ilva.
Ai partecipanti saranno forniti un numero identificativo e gadget in omaggio. Saranno premiati il bimbo più piccolo, la persona più anziana, il nucleo familiare più numeroso, la scolaresca più numerosa e la bici a tema più originale. Il raduno è fissato alle 9.30 in piazza Castello con arrivo previsto alle 12.30 alla pineta 'De Curtis', dove sarà offerto un buffet a fronte di un contributo libero a sostegno del concerto del Primo Maggio che avrà come slogan 'Sì ai diritti no ai ricatti. Lavoro? Ma quale Lavoro'. Al concerto è prevista la partecipazione, tra gli altri, di Fiorella Mannoia, Luca Barbarossa, Francesco Baccini, Michele Riondino e Andrea Rivera. (GdM)

Statte caratterizzata?


martedì 23 aprile 2013

LO VOGLIOOOOO!!!

Riva non resiste, non ce la fa... vuole il suo tessssoooro a tutti i costi e subito!

www.premioceleste.it
L’Ilva ha depositato oggi al Tribunale dell’appello ricorso per ottenere il dissequestro delle merci bloccate dallo scorso 26 novembre su disposizione dell’autorità giudiziaria. Si tratta di un milione e 700mila tonnellate fra prodotti finiti e semilavorati, valore compreso tra 800 milioni e un miliardo di euro. Su questa materia l’Ilva aveva già presentato ricorsi nelle settimane addietro alla Procura che li ha sempre respinti. (PN)

Retorica a carriolate



‘‘Le bonifiche inizieranno dallescuole del quartiere Tamburi perche’ tutti abbiamo ritenuto chela salute dei bambini sia la cosa piu’ importante e quindi dareai bambini scuole sicure, energeticamente all’avanguardia,pulite e non inquinate, e’ la prima cosa che faremo’‘. Lo hadetto Alfio Pini, commissario per la bonifica,ambientalizzazione e riqualificazione di Taranto, a margine diun incontro in Prefettura. Il quartiere Tamburi e’ il piu’vicino all’Ilva e alle grandi industrie. (ANSA)

lunedì 22 aprile 2013

Bravo Giacomo, tarantino in fuga!

Prix de la Meilleure Fiction


Fireworks , de Giacomo Abbruzzese

« Le jury a voulu distinguer un authentique cinéaste, la qualité de la mise en scène et de l’écriture cinématographique, la cohérence de la réalisation et une très grande maîtrise du rythme. Ce film nous rappelle aussi opportunément que la violence mortelle infligée par un système économique et financier à des communautés humaines et à leur environnement peut toujours déclencher un retour de feu parfois inattendu. »
(La giuria ha voluto distinguere un autentico cineasta, la qualità della messa in scena e della scrittura cinematografica, la coerenza della regia e una grande padronanza del ritmo.
Questo film ci ricorda che la violenza mortale inflitta da un sistema economico e finanziario a delle comunità umane e al loro ambiente circostante, può sempre scatenare un inatteso fuoco di ritorno.)

Dai domiciliari: a Riva serve la paghetta per fare la spesa?

Denuncia l’inquinamento dell’Ilva, Riva chiede danni per 500mila euro a Bonelli

“Grazie ai magistrati si è scoperchiato un pentolone dove – posso dirlo in televisione? – degli infami, che sono degli infami, hanno venduto la salute e l’ambiente dei tarantini”. Eccola la frase pronunciata da Angelo Bonelli, leader dei Verdi ed ex candidato sindaco di Taranto, nel corso della trasmissione Servizio Pubblico dedicata all’Ilva, il 30 novembre scorso. Dichiarazioni che sarebbero “gravemente offensive dell’onore, del decoro e alla reputazione personale e professionale” di Emilio Riva, 86enne ex patron dello stabilimento siderurgico agli arresti domiciliari dal 26 luglio scorso per disastro ambientale, avvelenamento di sostanze alimentari, omissione dolosa di cautele sui luoghi di lavoro e dal 26 novembre scorso accusato anche di associazione a delinquere e di corruzione in atti giudiziari per aver versato, secondo l’accusa, una tangente di 10mila euro all’allora perito della procura Lorenzo Liberti per ammorbidire una perizia sull’Ilva.
Emilio Riva, per il gip Patrizia Todisco, è uno degli uomini che ricoprono un “ruolo apicale” nell’associazione per delinquere di cui fanno parte altri membri della famiglia Riva responsabili secondo le accuse della drammatica situazione ambientale ionica. Come il figlio Fabio, sfuggito alla cattura che gli sarebbe costata il carcere perché il giorno dell’arresto era in Inghilterra dove ancora si trova in attesa della decisione dei giudici londinesi sulla richiesta di estradizione presentata dalle autorità italiane. Lo stesso uomo che al telefono, ignaro di essere intercettato dagli uomini della Guardia di finanza di Taranto, dichiarò che “due casi di tumore in più all’anno … una minchiata …”. Oppure come l’altro figlio Nicola Riva, anch’egli ai domiciliari dallo scorso 26 luglio. Su Nicola Ed Emilio Riva, qualche settimana fa, confermando definitivamente le misure cutelari la corte di Cassazione ha spiegato che i reati sono stati “posti in essere con condotta sia commissiva che omissiva, con coscienza e volontà per deliberata scelta della proprietà e dei gruppi dirigenti che si sono avvicendati alla guida dell’Ilva i quali hanno continuato a produrre massicciamente nell’inosservanza delle norme di sicurezza con effetti destinati ad aggravarsi negli anni”.
Nonostante nelle parole di Angelo Bonelli, tra i pochi che hanno osato sfidare la famiglia Riva, non ci sia alcun espresso riferimento a Emilio Riva, per il legali dell’anziano proprietario dell’acciaieria ionica, “è evidente che egli si riferisce agli ex responsabili della gestione dello stabilimento di Taranto e in particolare all’ingegner Riva nella sua qualità di ex presidente della società Ilva spa”. I legali di Emilio Riva hanno deciso così di citarlo in giudizio (civile) dinanzi al tribunale di Varese chiedendo un risarcimento di 500mila euro. Un’azione che nei mesi scorsi il presidente Bruno Ferrante ha mosso anche contro alcuni giornalisti. Insomma i tempi in cui Girolamo Archinà, ex responsabile delle relazioni istituzionali dell’Ilva in carcere dal 26 novembre, riusciva a “tenere tutto sotto coperta” sono lontani.
Ora l’Ilva trascina in tribunale la politica e la stampa. Fatti sintomatici di come l’attenzione sull’Ilva sia cambiata. Il primo ad accorgersene era stato lo stesso Archinà che al telefono il 13 luglio 2010 affermava malinconicamente: “Sono costretto a dire avevo ragione! Cioè io ho sempre sostenuto che bisogna pagare la stampa per tagliarli la lingua! cioè pagare la stampa per non parlare!”. Non solo. Archinà aveva anche la certezza di saper trattare i politici nel modo dovuto. Tanto da poter dare lezioni “gratis”, affermava in un’altra telefonata catturata dalle fiamme gialle. Ma l’Ilva non è più quella di Archinà. L’azienda ha scelto un nuovo percorso. Sarà un giudice a stabilire se l’onore di Emilio Riva o dell’azienda in generale è stato leso, ma intanto è doveroso prendere atto di come sia cambiata l’aria che si respire nei piani alti dell’azienda. La speranza è che presto cambi anche l’aria di “malattie e morte” – come dicono i periti – che respirano i tarantini. (FattoQuot)

Il garante stabilmente in Puglia?

Grande connubio in vista tra Esciposito e Florido...
La massima collaborazione!!! (per cosa?)

www.natalepanaro.it
Ilva: Taranto, ufficio garante Aia avra' sede in palazzo Provincia

Per consentire al garante dell'Autorizzazione Integrata ambientale per l'Ilva di svolgere le sue funzioni nelle migliori condizioni logistiche possibili, la Provincia di Taranto mettera' a disposizione di Vitaliano Esposito alcune stanze al quarto piano del Palazzo del governo dove, di fatto, avra' appunto sede il suo ufficio. Lo hanno annunciato oggi allo stesso Esposito il presidente della Provincia di Taranto Gianni Florido e l'assessore provinciale all'Ambiente, Giampiero Mancarelli che lo hanno ricevuto nella sede dell'ente locale in via Anfiteatro. L'Aia prevede una serie di prescrizioni e un timing per l'ambientalizzazione della fabbrica siderurgica. Florido e Mancarelli hanno confermato ''la piena disponibilita' della Provincia di Taranto ad assicurare al dottor Esposito la massima collaborazione''. Della questione, in particolare per gli aspetti organizzativi e logistici, e' stato interessato anche il capo di Gabinetto della Provincia di Taranto Stefano Semeraro, presente all'incontro. (RepBA)

Epidemiologia spicciola

Ilva: Francesco Rizzo (USB), “Operai si ammalano di tumore nelle acciaierie”

L’Usb (Unione sindacale di base) di Taranto ha inviato ai ministeri della Salute, del Lavoro e dell’Ambiente, all’Arpa, all’Ilva, al sindaco e al prefetto di Taranto una nota attraverso la quale segnala che il caso di Stefano Delli Ponti, operaio del Reparto Man/Ref dell’area Acciaieria 2, che ha contratto per due volte il tumore al collo nel giro di un anno, non è isolato.
“Risulta, infatti, che almeno altri due operai dello stesso reparto – sottolinea il coordinatore provinciale Francesco Rizzo – siano stati colpiti da simili mali e che anch’ essi lottano contro patologie tumorali”. L’Usb “temendo che tali, allarmanti, fatti possano essere riconducibili alla continua esposizione a rilevanti rischi per la salute derivanti, probabilmente, da agenti inquinanti e nocivi presenti nell’ambiente circostante quei luoghi di lavoro, intende porre all’attenzione” dei destinatari della missiva “tale, incresciosa, questione”.
Il sindacato di base “invita la Direzione aziendale ad attivarsi per documentare lo stato di rischio a cui sono esposti i lavoratori; a porre in atto tutte le misure idonee alla tutela della salute; a quanto previsto nel D.Lgs. 81/08 in materia di prevenzione e protezione sui luoghi di lavoro”. Nel contempo “esorta gli Enti in indirizzo ad intervenire con tempestività per mettere in campo – spiega Francesco Rizzo – tutte le energie possibili al fine di avviare una meticolosa indagine conoscitiva del problema considerando che il protrarsi di tali condizioni ambientali sui luoghi di lavoro, qualora fosse accertato il nesso causa- effetto, porterebbe a conseguenze disastrose per la salute e per la vita dei lavoratori”.(PaeseNuovo)

Il ritorno di Miky-Ilva

Rimesso in libertà l'ex assessore tarantino del PD Michele Conserva

Il giudice per le indagini preliminari Vilma Gilli, accogliendo l'istanza formulata dall'avvocato Michele Rossetti, ha rimesso in libertà l'ex-assessore provinciale all'ambiente Michele Conserva (Pd), arrestato lo scorso 26 novembre nell'ambito dell'inchiesta denominata «Ambiente svenduto». Nei giorni scorsi, la Cassazione aveva confermato sia l'arresto di Conserva che quello di Carmelo Delli Santi, impreditore di Martina Franca, titolare della Promed, entrambi accusati di associazione a delinquere finalizzata alla concussione.
Conserva, in pratica, avrebbe dirottato alla Promed i titolari di aziende che presentavano pratiche alla Provincia oppure si rivolgevano all'ente nell'ambito della loro attività, ricevendo poi in un caso soldi da Delli Santi.
La Cassazione, nel confermare l'arresto di Conserva, aveva annullato senza rinvio, le limitazioni che erano state imposte a Conserva sulle persone che possono frequentare la sua abitazione, un fatto che aveva in pratica reso ormai superflua la misura cautelare, peraltro destinata ad essere comunque revocata il 26 maggio per decorrenza dei termini. (Mazza - GdM - p. 11)

B(u)onificare?

Per fare l'acciaio ci vuole un albero

La giunta municipale di Statte pianta alberi di ulivo monumentale, ricevuti in dono dal comune di Bitonto, nella proprietà dell'Ilva. E' la nuova frontiera della sinistra ultramodernista: aiutare facoltosi imprenditori e abbandonare al proprio destino il popolo
di Vincenzo Carriero
Quanto sono generosi gli amministratori del comune di Statte. La premura verso i più deboli e l'amore per il prossimo segnano la cifra politico-culturale di questa operosa e sensibile squadra di governo. Bisogna aiutare tutti. Ma proprio tutti. Sempre e comunque. Classe operaia o facoltosi imprenditori fa lo stesso. Compito della sinistra, della sinistra italiana in modo particolare, è abbattere le differenze, instillare principi di egualitarismo in una società sempre più assuefatta al darwinismo sociale. La sinistra dei produttori e non soltanto quella dei consumatori, per l'appunto.
Gli sfollati della zona Montetermiti e la proprietà Ilva pari sono. Soffrono entrambi. Gli uni a causa dei danni determinati loro dal tornado, gli altri per l'azione solitaria e testarda del gip Todisco. E allora, cosa pensa di fare il sindaco Miccoli? Come arginare tanta gratuita afflizione? Semplice: donando alcune decine di alberi di ulivo monumentale, ricevuti dal comune di Bitonto, all'Ilva. Piantarli attorno alla discarica dell'azienda, quella ubicata lungo la strada provinciale Taranto-Statte e vergognosamente stralciata da tutti gli accordi con le istituzioni governative.
Altro che Autorizzazione integrata ambientale e discussioni su amenità di questo genere. Statte una soluzione l'ha già trovata, suggestiva e moderna: bonificare l'area del siderurgico si può. A costi contenuti, tra l'altro. Poco importa che quegli stessi alberi fossero destinati alle famiglie stattesi colpite dal tornado. Un aiuto non lo si nega a nessuno. Gli abitanti della zona Montetermiti capiranno. L'Ilva è vessata da tutti, bisogna starle vicino... (Cosmopolis)

domenica 21 aprile 2013

Message in a bottle..

Spedito!
Ora aspettiamo la risposta...


AIA Ilva di Taranto: inadempienze, proroghe e necessità di misure ulteriori. Diffida di Legambiente 

Ecco la  comunicazione  inviata  al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro dell'Ambiente, al Garante AIA Ilva e, per conoscenza, al Prefetto di Taranto, con le richieste di Legambiente in relazione alle inadempienze, richiesta di proroghe, necessità di ulteriori misure relative all'AIA ILVA, e, in particolare all'iter di accertamento e contestazione delle eventuali infrazioni dell'ILVA.

In merito all'attuazione dell'Aia da parte dell'Ilva di Taranto, Legambiente fa presente quanto segue:

Premesso che:

- In data 11 aprile 2013 la scrivente associazione nella persona di Lunetta Franco, presidente di Legambiente Taranto, ha incontrato il capo di gabinetto del Prefetto di Taranto, dott.ssa Cosima Di Stani per comunicazioni in merito all'AIA Ilva,
- la dott.ssa Di Stani, in risposta a Legambiente che nei giorni precedenti aveva chiesto a mezzo stampa al Prefetto di comminare sanzioni all'Ilva SpA per l'inottemperanza di alcune prescrizioni dell'AIA - certificata dall'Ispra e fatta propria dal Garante con lettera al Prefetto del 26 marzo 2013 - faceva presente che il Prefetto potrà eventualmente comminare le sanzioni previste dalla Legge 231 del 2012 solo in presenza del corretto iter amministrativo sancito dalla Legge 689 del 1981 che prevede in prima istanza l'accertamento delle infrazioni. Aggiungeva inoltre che in questo momento non è ancora chiaro quale sia l'organo accertatore (il Garante?, l'Ispra?, il Ministero dell'Ambiente?) e che pertanto il Prefetto non è in condizione allo stato attuale di prendere qualsivoglia decisione in merito a eventuali sanzioni da comminare all'Ilva,
- l'Ilva SpA ha chiesto proroghe dei tempi di attuazione di alcune prescrizioni dell'Aia (prescrizione interventi di chiusura dei nastri, prescrizione chiusura edifici, ecc.) motivando la richiesta con la non rilevanza di tali prescrizioni,
- l'Ispra ha registrato uno sforamento dei limiti di concentrazione di polvere nelle emissioni di alcune batterie delle cokerie nella sua "Comunicazione sugli esiti del controllo effettuato in data 5-6-7 marzo 2013",
- l'installazione di un sistema di abbattimento delle emissioni ai camini delle cokerie, già prevista dall'AIA del 2011 e bocciata dal TAR di Lecce (cui l'Ilva aveva fatto ricorso) non è stata inserita nella revisione dell'AIA,
- l'Ispra, nella "Comunicazione sugli esiti del controllo effettuato in data 5-6-7 marzo 2013" ha chiesto al Ministero dell'Ambiente di esprimersi in merito ai sistemi di automazione utilizzati dall'Ilva per il carico/scarico delle materie prime all'interno del porto proponendo l'adozione di "benne ecologiche" completamente chiuse e più elevate paratoie di protezione per la tramoggia di scarico ai nastri al fine di minimizzare lo spolverio rispetto al sistema adottato dall'Ilva,
- in merito alla polvere dispersa nella fase di scarico in area portuale di pertinenza ILVA, va rilevato che la lettura delle BAT Conclusions di riferimento, nella parte dove riportano la prescrizione trascritta nelprovvedimento di riesame AIA ILVA e che richiama esplicitamente la BAT 11, si riferiscono a navi con sistemi di scarico autonomo (non automatico) sistemi di scarico continuo chiuso, come si può meglio constatare dalla versione inglese o francese della suddetta BAT 11: inglese: "... use by operators of self-discharge vessels or enclosedcontinuous unloaders"; francese: "...utiliserdes navires à déchargement autonome ou desappareils de déchargement à fonctionnement continu fermés. Tale dizione (in inglese) è assolutamente identica a quella riportata nell'ultima versione del Best Available Techniques (BAT) Reference Documentfor Iron and Steel Production, nella parte denominata "Techniques for materials delivery,storage and reclamation".(pag.66). Sono cioè le navi a dover essere dotate di sistema autonomo di scarico, oppure il molo di sistema chiuso e continuo,
- il 31 gennaio scorso scadeva il termine per la redazione e approvazione delle parti dell'AIA relative alla gestione delle discariche, delle acque e dei rifiuti e che allo stato non conosciamo neppure una bozza del PIC relativo,

Ciò premesso Legambiente chiede di:

1. chiarire immediatamente l'iter di accertamento/contestazione delle eventuali infrazioni dell'ILVA al fine di garantire il rispetto rigoroso dell'AIA da parte dell'azienda e la corretta applicazione del sistema di sanzioni previsto dalla Legge 231 del 2012 in caso di inadempienze della stessa azienda
2. esplicitare con urgenza l'orientamento del Ministero dell'Ambiente in merito alle proroghe chieste dall'Ilva facendo presente che, a tutela della salute dei cittadini di Taranto e dell'ambiente, Legambiente ritiene inaccettabili qualunque allungamento dei tempi di attuazione delle prescrizioni dell'AIA
3. provvedere a un riesame dell'AIA nella parte relativa alle cokerie, prescrivendo l'installazione di sistemi di abbattimento delle emissioni convogliate, anche tenendo conto dell'elevamento dei limiti di rispetto imposti dal riesame dell'AIA, onde evitare altri sforamenti nelle emissioni
4. prescrivere all'ILVA la corretta applicazione della BAT 11, così come nella redazione inglese e francese, al fine di minimizzare lo spolverio durante lo scarico delle materie prime dalle navi
5. rendere noto lo "stato dell'arte" delle ulteriori parti dell'AIA (gestione discariche, acque, rifiuti) e accelerarne considerevolmente l'iter consentendo peraltro al "pubblico interessato" di intervenire nel merito con proprie osservazioni

Legambiente, in mancanza di positivo riscontro alla presente nel termine di giorni 10, e con particolare riferimento alla richiesta di chiarimento immediato dell'iter di accertamento/ contestazione delle eventuali infrazioni dell'ILVA, si riserva di intraprendere ogni iniziativa necessaria alla verifica di eventuali abusi, omissioni, ritardi.

Lunetta Franco, Presidente Legambiente Taranto 

sabato 20 aprile 2013

Riva ancora senza "tesssoro" se la prende con Bonelli e ignora l'AIA

Inammissibile per mancanza di fondamento giuridico: con questa motivazione il gip del Tribunale di Taranto Parizia Todisco ha detto ancora di 'nò al dissequestro dei prodotti finiti e semilavorati dell’Ilva (un milione e 700 mila tonnellate, valore commerciale secondo l’ azienda di un miliardo di euro, ma non più di 800 milioni per i custodi giudiziari) bloccati dal 26 novembre dello scorso anno. Il diniego si riferisce all’istanza presentata dai legali dell’ Ilva il 10 aprile scorso, all’indomani della sentenza della Corte Costituzionale che ha giudicato in parte inammissibili e in parte non fondate le questioni di legittimità sulla legge 231/2012 'salva Ilvà sollevate dallo stesso gip e dal Tribunale di Taranto.
Il giudice, nel provvedimento fatto notificare ai legali dell’azienda a Milano, rileva che non è ancora pervenuta dalla Consulta copia della sentenza del 9 aprile scorso con la quale è stata confermata la costituzionalità della legge 231. Fino ad oggi c'è solo un comunicato dell’ufficio stampa della Consulta, pubblicato sempre il 9 aprile sul sito web della Corte Costituzionale, che ufficializza la decisione.
Analogo rilievo era stato fatto dalla Procura di Taranto, alla quale l’istanza di dissequestro dei prodotti era stata inizialmente presentata allegando il comunicato della Consulta: i pm si erano dichiarati incompetenti trasmettendo la richiesta dell’Ilva al giudice per le indagini preliminari. Quella del 10 aprile era una nuova istanz: una simile era stata già presentata nei mesi scorsi alla Procura, che aveva espresso parere negativo trasmettendo gli atti al gip Patrizia Todisco. Quest’ultima, ravvisando presunti elementi di incostituzionalità della legge 231, aveva sospeso il giudizio, rinviando gli atti alla Consulta, che ha poi deciso il 9 aprile. (GdM)


L'ex presidente dell'Ilva Emilio Riva, attualmente agli arresti domiciliari nell'ambito dell'inchiesta per disastro ambientale della procura di Taranto, ha citato in giudizio il presidente dei Verdi, Angelo Bonelli, consigliere comunale a Taranto, chiedendo i danni per dichiarazioni ritenute lesive. Bonelli terrà una conferenza stampa per spiegare le sue ragioni. Intanto, il Comitato ambientalista 'Donne per Taranto' solidarizza con il leader ecologista. (Rep)