Ilva, Procura Taranto solleva conflitto di attribuzione contro decreto del governo
Nuovo capitolo giudiziario per la vicenda Ilva. La Procura di Taranto ha inviato alla Corte Costituzionale il ricorso contro il decreto del governo (chiamato Salva-Ilva), sollevando un conflitto di attribuzione fra poteri dello Stato. Secondo i magistrati tarantini, riconsegnando gli impianti dell’area a caldo all’Ilva e permettendo al colosso industriale di tornare a produrre acciaio, il governo ha di fatto impedito l’esercizio dell’azione penale interferendo con un’indagine ancora in corso. Sugli impianti, infatti, vigeva un sequestro con giudicato cautelare, ordinato dal gip Patrizia Todisco lo scorso 26 luglio, confermato dal tribunale del Riesame e contro il quale Ilva non ha mai proposto ricorso in Cassazione.
I pm pugliesi impugnano dunque il cosiddetto “salva Ilva”, il decreto legge numero 207 del 3 dicembre, che riguarda l’acciaieria di Taranto, ma si applica anche a tutti gli stabilimenti industriali ritenuti di interesse strategico nazionale e con occupazione superiore ai 200 addetti. Il provvedimento consente all’azienda la continuità produttiva nonostante il sequestro disposto dall’autorità giudiziaria che ipotizza il reato di disastro ambientale. Il decreto è stato convertito in legge dal Parlamento lo scorso 19 dicembre.
Il conflitto di attribuzione da parte della Procura non esclude la possibilità che da parte della magistratura di Taranto si sollevi anche l’eccezione di incostituzionalità della legge, procedimento, questo, che ha però bisogno di una “sede tecnica” per essere attivato. La possibile data potrebbe essere il 3 gennaio quando si discuterà di un nuovo ricorso dell’Ilva contro il dissequestro degli impianti o l’8 gennaio quando è invece calendarizzata l’udienza sul ricorso Ilva per ottenere il dissequestro di prodotti finiti e semilavorati bloccati dallo scorso 26 novembre. Si tratta di un milione settecentomila tonnellate di acciaio considerato dai pm “provento di reato del valore di circa un miliardo di euro”. (Fattoquotidiano)
“Questa vicenda ha una connotazione che, oltre che processual-penalistica, è di enorme importanza da un punto di vista sociale ed etico”: lo ha dichiarato il procuratore della Repubblica di Taranto Franco Sebastio, commentando la notizia del ricorso presentato alla Consulta contro il decreto legge 207 “salva-Ilva” approvato dal Consiglio dei ministri lo scorso 3 dicembre e convertito in legge dal Parlamento il 20 dicembre scorso. E’ quanto riporta Vittorio Ricapito sul sito di “TmNews”.
“Forse per la prima volta – prosegue il procuratore – viene posto il problema della compatibilità fra il diritto alla salute e quindi alla vita, e altri diritti pure costituzionalmente protetti, quali il diritto al lavoro e alla libera esplicazione dell`attività imprenditoriale, nonché quello delle competenze fra i vari Poteri dello Stato. Tale problematica è emersa a Taranto per la vicenda Ilva, ma potrebbe sorgere in futuro anche in altre sedi, sicché va detta una parola chiara e definitiva, sia per quanto riguarda la questione già indicata (antinomia fra diritto alla vita e diritto al lavoro), sia per quanto riguarda l`autonomo esercizio dei poteri-doveri di competenza dei vari organi dello Stato. Le soluzioni non possono essere demandate ai singoli poteri ma devono essere affidate all`unico organo che ha competenza specifica, la Corte Costituzionale. E` pertanto, in quest`ottica che viene richiesto, e che potrà essere ulteriormente richiesto in seguito, l`intervento del Giudice delle Leggi, unico organo deputato a dire una parola definitiva sulla problematica in questione: attenderemo serenamente le sue decisioni, che forniranno una risposta chiarificatrice in merito”. ”
Tutto ciò – conclude il procuratore Sebastio – non per alimentare ipotetici conflitti con i più alti Poteri dello Stato, che non avrebbero ragion d’essere, ma per ottenere definitiva chiarezza su una problematica così delicata e complessa, in un`ottica non di lotta e contestazione, ma di collaborazione ispirata ad un idem sentire”. (Inchiostroverde)
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