venerdì 30 aprile 2010

Verità sull'inceneritore in stampa!

Ecco il comunicato congiunto inviato ieri alla stampa.
Cogliamo l'occasione per ringraziare Tarantoggi per averlo pubblicato integralmente, facendo luce alla cittadinanza su molti aspetti che la giunta Stefàno preferisce tacere!


Per le Sette Sorelle l'italia si cala le braghe!

2 permessi alla Shell per ricerche nel Golfo di Taranto

ROMA - Non bastava la polemica innescata dal via libera ad analisi nel mare delle Tremiti a caccia di eventuali giacimenti petroliferi, oggi una nota di Shell Italia annuncia che la società petrolifefa ha ottenuto dall'Ufficio Nazionale Minerario Idrocarburi Geotermia del Ministero dello Sviluppo Economico l'accettazione di due istanze di permesso di ricerca offshore nel Golfo di Taranto, presentate lo scorso novembre.
La società ha precisato che di tratta dei blocchi ''d73F.R.-SH'' (Mare Jonio, zona F) e ''d74F.R.-SH'' (Mare Jonio, zona D e F), che coprono un'area di 1356 km quadrati. Shell ''confida di poter eseguire presto una campagna di acquisizione sismica dei dati; i dati raccolti con l'attivita' sismica saranno la base per valutare ogni decisone su eventuali pozzi esplorativi''.
''L'Italia e' decisamente posizionata sulla mappa del Gruppo Royal Dutch Shell come uno dei paesi piu' importanti per l'Europa continentale - ha commentato Marco Brun, Country Manager Shell in Italia e CEO Shell Italia E&P - con opportunita' di crescita nel settore dell'esplorazione e produzione di idrocarburi. Siamo gia' fortemente impegnati nel Paese e siamo felici, con questa nuova opportunita' nel Golfo di Taranto, di poter ulteriormente espandere i nostri interessi esplorativi offshore oltre alla presenza gia' in essere dall'inizio dello scorso anno nel Canale Di Sicilia. Speriamo davvero che entrambe le opportunita' esplorative possano porre le basi per un futuro di crescita in Italia'.(GdM)

Nell'Ilva, a raggi infrarossi!

Nota stampa del Fondo Antidiossina Taranto:

Questo "frammento video" preannuncia quello completo che sarà consegnato nei prossimi giorni alla Procura della Repubblica di Taranto e alle emittenti televisive. Esso, inoltre, sarà diffuso tramite rete internet. Le riprese sono state effettuate con una potente telecamera AVCHD (nuova tecnologia ad altissima definizione) BLURAY a Raggi Infrarossi, in grado di illuminare a giorno zone distanti 3km dall'obiettivo. Le riprese sono state eseguite da Fabio Matacchiera del FONDO ANTIDIOSSINA TARANTO, durante alcune notti di fine Aprile 2010, nella zona industriale di Taranto. (Il video, sulla rete, è a bassissima definizione per agevolare lo scaircamento).
Un “documento eccezionale” è quello pronto a finire, nei prossimi giorni, sui tavoli della Procura di Taranto e su quelli di tutti gli organi di stampa.
Pertanto, proprio al fine di dare risalto alla gravità dei contenuti e metterli alla portata di tutti, il nostro appello è rivolto in primis a chi è impegnato a fare informazione, “corretta informazione”, per la precisione (mi rivolgo solo ad alcuni giornalisti!). Nello specifico, ad emittenti televisive e a tutti gli organi di stampa a cui spetta l’alto compito di orientare i lettori, educare o diseducare le coscienze.
A loro, insomma, l’obbligo di informare correttamente i cittadini su quanto accade nella realtà, senza arrivare mai a compromessi con chi ha interesse a far prevalere il SILENZIO su una notizia scomoda a "qualcuno". Un vero e proprio colpo alla libertà di informazione ed un vero e proprio tradimento al cittadino ignaro di tutto ciò che potrebbe avvenire alle sue spalle.
Al fine di scacciare via i possibili dubbi in merito, al fine di scacciare via l’ipotesi di avere a che fare con una informazione non proprio “libera”, chiediamo che emittenti televisive e organi di stampa si mettano tutti a disposizione nel rendere massima la divulgazione del documento realizzato, dando così il giusto peso ad una questione così delicata come quella ambientale.
Taranto, li 30 Aprile 2010
Prof. Fabio Matacchiera
(presidente Fondo Antidiossina Taranto)

Uno strumento per la partecipazione!

Posta Certificata gratuita al cittadino.

Dopo un primo periodo di sperimentazione, il Ministero per la pubblica amministrazione e innovazione inaugura il sito web tramite il quale verrà fornito il servizio di posta elettronica certificata gratuita per il cittadino, un'iniziativa realizzata dal governo in collaborazione con Poste Italiane.

Queste le istruzioni: "Per richiedere l'attivazione del servizio di Posta Certificata al cittadino, a partire da lunedì 26 aprile sarà sufficiente collegarsi al portale www.postacertificata.gov.it e seguire la procedura guidata che consente di inserire la richiesta in maniera semplice e veloce. Trascorse 24 ore dalla registrazione online (ed entro 3 mesi) ci si potrà quindi recare presso uno degli Uffici postali abilitati per l'identificazione e la conseguente firma sul modulo di adesione. Il richiedente dovrà portar con sé un documento di riconoscimento personale e uno comprovante il codice fiscale (codice fiscale in originale o tessera sanitaria). Bisogna inoltre portare anche una fotocopia di entrambi i documenti che dovranno essere consegnate all'ufficio postale."

Riguardo alla posta certificata, il ministero ha istituito un nuovo servizio per il facile reperimento degli indirizzi PEC. Il sito è www.paginepecpa.gov.it, un motore di ricerca delle PEC di Ministeri, Regioni, Province, Comuni, etc.

È lo stesso Ministero a ricordare che tutte le Pubbliche amministrazioni devono:

  • dotarsi di una casella di posta elettronica certificata per qualsiasi scambio di informazioni e documenti (articolo 6 del Codice dell'amministrazione digitale);
  • istituire una casella Pec per ciascun registro di protocollo (comma 3 dell'articolo 47 del Codice dell'amministrazione digitale);
  • dare comunicazione al DigitPA degli indirizzi Pec istituiti per ciascun registro di protocollo (comma 8 dell'articolo 16 della legge 2/2009);
  • pubblicare nella pagina iniziale del sito web istituzionale l'indirizzo Pec a cui il cittadino può rivolgersi (comma 2-ter dell'articolo 54 del Codice dell'amministrazione digitale);
  • comunicare con i propri dipendenti unicamente tramite Pec (comma 6 dell'articolo 16-bis della legge 2/2009).

Sindaco: basta ignoranti, assumi qualcuno capace!

COMUNICATO STAMPA
PARCHEGGI ALLA ROTONDA DEL LUNGOMARE?

NO GRAZIE ! E’ UN’IDEA VECCHIA.

E SBAGLIATA.

Apprendiamo dalla stampa che il Comune di Taranto ha rispolverato un progetto, vecchio di oltre 20 anni, con il quale si prevede di realizzare un parcheggio sotterraneo per circa 700 posti auto all’interno della Rotonda del Lungomare. Il progetto fa parte, attualmente, del pacchetto con il quale il Comune intende mettere a bando di gara, con procedura di project financing, la ristrutturazione del teatro-cinema Fusco. Il soggetto privato che si aggiudicherà la gara avrà quindi la possibilità di realizzare e gestire una struttura culturale polivalente, ma soprattutto trarre profitto dalla gestione diretta di un parcheggio multipiano interrato con ben 700 posti auto.

Ora, se la ristrutturazione del teatro Fusco avrà certamente il merito di restituire alla città intera un contenitore culturale chiuso da ormai troppi anni, la realizzazione del parcheggio multipiano risulta essere – con estrema evidenza - una iniziativa assolutamente da evitare.

Un parcheggio di tali dimensioni, nella localizzazione indicata – infatti - potrà costituire solo un ulteriore elemento di congestionamento del traffico cittadino e di incremento dell’inquinamento: entrambi elementi di cui la nostra città non ha affatto bisogno.

A livello europeo l’idea che si è ormai consolidata è quella che vede il centro cittadino più o meno interdetto al traffico veicolare. A Taranto, invece, chissà perché, si procederebbe in senso contrario, in assoluta controtendenza.

A soli 90 km di distanza dalla nostra città, nel capoluogo regionale, si è sperimentato con successo il nuovo piano urbano della mobilità che prevede ampi parcheggi ai margini del centro cittadino, (non all’interno del centro!) ed un servizio efficiente di mezzi pubblici di superficie, con corsie preferenziali per i bus urbani, navette veloci verso il centro e piste ciclabili con il sistema del bike&ride. A Taranto, invece, chissà perché, si vuole far arrivare nel Borgo un numero ancora maggiore di automobili e l’esperienza delle piste ciclabili è stata tristemente abbandonata dopo pochissimi anni ed enormi quantità di denaro pubblico spese inutilmente.

Il sistema della mobilità cittadina tarantina sembra non essere il frutto di uno studio attento e lungimirante, quanto piuttosto il risultato di suggestioni momentanee. Che fine ha fatto il Piano Urbano della Mobilità redatto qualche anno fa?

Siamo noi che ricordiamo male o devono essere realizzati due grandi terminal ad est e ad ovest della città per intercettare il traffico veicolare diretto a Taranto e convogliarlo sul trasporto pubblico?

La stridente contraddizione tra la loro realizzazione e quella di un parcheggio da 700 posti auto in pieno centro non è chiara a tutti? E’ evidente, infatti, che sono progetti che rispondono a due idee di città opposte, tra loro incompatibili.

Un’idea di città moderna ed ecologica – la nostra idea di città - non è quella per cui si continua ad attirare sempre più auto in centro. Né è quella per cui, pur di aumentare di qualche unità i posti auto, si continua a ridurre indiscriminatamente la larghezza dei marciapiedi (come attualmente in via Pitagora, dove i lavori in corso stanno sacrificando alla cosiddetta “necessità” di reperire nuovi parcheggi la possibilità per i pedoni di camminare in tranquillità).

All’Amministrazione Comunale chiediamo di procedere nella ricostruzione non solo morale e finanziaria, ma anche ambientale di Taranto, a partire dalle cose su cui può fare la differenza, dalle cose che dipendono solo da lei. La nostra città, stante il peso dell’inquinamento provocato dalle grande industria, ne ha estremo bisogno.

Per questo chiediamo che il progetto sia rivisto cancellando la realizzazione di un assurdo ed incredibile parcheggio da 700 posti auto nella Rotonda del Lungomare.

Taranto merita altro.
(Legambiente Taranto)

giovedì 29 aprile 2010

Un sindaco da respirare a pieni polmoni

COMUNICATO STAMPA CONGIUNTO

L’inceneritore dell’AMIU è stato riaperto alcuni giorni fa e da allora riversa sulla città il suo contributo di veleni (diossine, nanoparticelle, ceneri, ossido di carbonio, ecc.).

Il giorno dell’inaugurazione, il sindaco e quelli come lui che si sono sempre dichiarati contrari agli inceneritori e favorevoli alla raccolta differenziata hanno messo musica e stappato spumanti, protetti da un cospicuo numero di forze dell’ordine in assetto antisommossa. Avevano forse paura dei loro stessi concittadini?

Un giorno dopo l’inaugurazione l’inceneritore è stato spento perché i valori delle emissioni (CO, NOx, SO2, polveri totali, TOC, HCl e HF , ecc) erano fuori norma.

Dopo una serie di verifiche e controlli l’impianto è stato riaperto perché, secondo gli esperti, “non era l’inceneritore ad inquinare, ma le centraline di rilevamento a non funzionare bene”!

Dopo questa decisione, la città si trova sotto un’altra ciminiera attiva che, al pari di tutta la grande industria tarantina, brucia ed emette inquinanti senza alcun controllo. Sarebbe questo l’esempio che il Comune dovrebbe dare all’Ilva, all’ENI, alla Cementir ed a tutti coloro cui i tarantini chiedono di far rispettare la legge?

Tutti i cittadini e le associazioni che hanno a cuore la salute pubblica si sono sempre opposti, senza essere ascoltati, alla riapertura di questo ennesimo impianto di produzione di diossina e rifiuti speciali. Ed oggi accusano con profonda delusione la giunta comunale e l’AMIU di contribuire a devastare la qualità della vita degli abitanti, già gravemente compromessa. Inoltre, la stessa raccolta differenziata, più volte proclamata invano, ora serve quasi esclusivamente a raccogliere materiale secco da bruciare, polverizzare ed inalare nei nostri polmoni.

Gli inceneritori hanno anche un costo economico altissimo: un contributo importante e imparziale per la valutazione dei costi di gestione di un inceneritore di rifiuti lo fornisce la Regione Emilia Romagna, nel Bollettino Ufficiale N.8 del 28-01-2010 (al sito http://bur.regione. emilia-romagna. it/area-bolletti ni/bollettino- ufficiale- 28-gennaio- 2010-1/at_ download/ pdf_firmato) , in cui si calcola che un inceneritore medio da 200.000 tonnellate anno costa 34 milioni l’anno per tenerlo operativo (soldi che vengono in gran parte da tasse e contributi statali).

Ai più volte citati studi nazionali della dott.ssa Gentilini, e del dott. Montanari, si aggiungono ogni giorno ulteriori prove della tossicità di questi impianti, come si vede dallo studio dell’Istituto Britannico di Ricerca sulla Salute che ha correlato la mortalità infantile alla direzione del vento che passa sugli inceneritori (si vedano le immagini allegate ed il link http://www.ukhr. org/incineration /index.htm) . E’ incredibile come un sindaco pediatra possa mettere a rischio la vita di 8-9 bambini su mille nella sua città!

Il gruppo di associazioni sottoscritte rinnova, dunque, tutta la sua contrarietà verso questo impianto ed esige dal sindaco e dall’AMIU che:
* in attesa della chiusura definitiva, siano immediatamente riattivati tutti i monitoraggi obbligatori per legge;
* che i dati siano comunicati all’autorità competente e resi disponibili al pubblico.
Secondo il decreto legislativo n.133/2005, in caso di sforamento, l'impianto deve fermarsi in maniera automatica e non può essere riattivato senza monitoraggio. Può bruciare solo metano puro.

Per l’ennesima volta, infine, le associazioni e i cittadini sottoscritti condannano l’atteggiamento delle istituzioni pubbliche che, in barba alle leggi sulla trasparenza ed alle dichiarazioni di intenti, escludono i cittadini dalla partecipazione fattiva alle decisioni rilevanti per la collettività, ignorano la comunicazione istituzionale e osteggiano le osservazioni del pubblico previste dalla legge.

Comitato per Taranto, Taranto libera, Fondo antidiossina Taranto, Meet Up "i Grilli delle 100 masserie", Amici di Beppe Grillo Taranto, Comitato di quartiere di Paolo VI, Peacelink.

Sindaco, se ci sei batti un colpo!

Oggetto: "Chiediamo subito il fermo tecnico della cokeria"
Comunicato Stampa
Altamarea ha definito la data della manifestazione per chiedere lo stop della cokeria: si svolgerà la mattina del 29 maggio. Sarà un sabato in cui migliaia di tarantini, invece di andare al mare, andranno sotto il Municipio a chiedere al Sindaco aria pulita per sé e per i propri figli. Aria senza i pericolosi cancerogeni emessi dalla cokeria. La città è pronta a dire "stop alla cokeria". Un altro modello di sviluppo attende la città: quello delle bonifiche dentro e fuori dell'area industriale e dell'economia sostenibile.
Per preparare la manifestazione per lunedì 3 maggio è convocata un'assemblea generale di tutti i cittadini, le associazioni e le forze sociali che vogliano aderire e farsi copromotori della manifestazione.
L'assemblea si terrà alle ore 17.30 nell'auditorium della Parrocchia Sacro Cuore in via via Fratelli Mellone 47 (all'altezza di via Dante).
Questa è la lettera che Altamarea rivolge al Sindaco di Taranto e ai consiglieri comunali che si riuniranno venerdì 30 aprile in Consiglio:

Al Sindaco e ai consiglieri comunali

Oggetto: fermo tecnico della cokeria per misurazione del benzo(a)pirene a cokeria ferma

L'Ilva nel 2009 ha ridotto la produzione di acciaio per la crisi internazionale e in questo momento non marcia al massimo della propria potenzialità. Lo stabilimento è quindi in grado di procedere a un “fermo tecnico” della cokeria alimentando il ciclo produttivo con coke opportunamente stoccato.
Al Sindaco chiediamo che convochi la dirigenza Ilva e concordi uno “stop tecnico” di tutta la cokeria per il tempo necessario a fare le misurazioni del benzo(a)pirene a cokeria ferma.
Nell'esperienza dell'Ilva di Genova si è notato che a cokeria spenta i livelli di benzo(a)pirene sono crollati verticalmente.
Se questo si verificherà anche a Taranto, il Sindaco avrà in mano la prova decisiva per emanare un'ordinanza di chiusura della cokeria.
La prova tecnicamente decisiva per emanare l'ordinanza è dunque quella di misurare il benzo(a)pirene a cokeria ferma.
Il mancato fermo tecnico della cokeria Ilva sarebbe invece l'implicita ammissione che tale impianto ha emissioni estremamente consistenti.
Se l'Ilva si dovesse rifiutare di collaborare procedendo al fermo tecnico della cokeria, il Sindaco avrebbe quattro formidabili strumenti di pressione sulla dirigenza Ilva:
1. negare il proprio parere favorevole all'AIA (Autorizazzione Integrata Ambientale);
2. investire la magistratura perché proceda essa stessa al fermo tecnico e a ordinare la misurazione del benzo(a)pirene a cokeria ferma;
3. emanare un'ordinanza per installare centraline perimetrali di analisi istantanea e continuativa degli IPA (gli idrocarburi policiclici aromatici, cancerogeni) ordinando il fermo dell'impianto ogni volta che si superino livelli di allarme;
4. acquisire i dati sanitari dei lavoratori della cokeria per verificare quanti cancerogeni hanno accumulato e emanare un'ordinanza in presenza di motivi di allarme sanitario. Il sindaco può ordinare immediate indagini sanitarie per verificare lo stato di salute dei lavoratori della cokeria verificando la presenza di inquinanti prima durante e dopo i turni di lavoro, in quanto egli è il responsabile della salute di tutti i cittadini e quindi anche dei lavoratori.
Ma vi è un quinto formidabile strumento che il Sindaco può giocare per fare "scacco matto" all'Ilva in caso di mancata collaborazione: l'analisi ventoselettiva.
Infatti la misurazione del benzo(a)pirene posizionando uno strumento di campionamento del benzo(a)pirene sopravento rispetto alla cokeria equivale sostanzialmente a misurare la qualità dell'aria a cokeria spenta. E' il cosiddetto sistema "ventoselettivo" che ha già confermato che il benzo(a)pirene proviene dall'area industriale.
Ripetere in maniera "mirata alla cokeria" tale rilevazione offrirebbe
una prova decisiva. Con questo sistema si finirà di collegare l'eccesso di benzo(a)pirene al traffico e al riscaldamento domestico.
Tale richiesta era già stata fatta in forma ufficiale e scritta al sindaco in un incontro di Altamarea il 21 dicembre 2009 ma non sappiamo se il Sindaco ne abbia tenuto conto (si veda http://www.facebook.com/l/d8283;www.tarantosociale.org/tarantosociale/a/30916.html).
Non dobbiamo essere noi a ricordare che l'art. 38 della Legge 142/90 conferisce al Sindaco potere di ordinanza in materia sanitaria. Per questo chiediamo con forza, anche alla luce degli ultimi avvenimenti e per la pericolosità per la cittadinanza insita nella continuazione senza vincoli di questa situazione, di acquisire i dati del benzo(a)pirene a cokeria ferma e di provvedere al più presto con l'emanazione di un provvedimento sindacale di fermo della cokeria nel caso sia verificato che tale impianto concorra significativamente al superamento del valore stabilito dalla legge (1 ng/mc).
Se quanto fino a ora elencato non venisse attuato nei tempi tecnicamente più rapidi certamente ci si troverebbe di fronte ad un grave comportamento omissivo di fronte in materia di tutela della salute dei cittadini e in tal caso ci riserviamo di compiere tutti gli atti possibili, anche i più estremi.
Diamo pertanto tempo di una settimana al sindaco per convocare la dirigenza Ilva e per poi far misurare dall'Arpa i dati del benzo(a)pirene a cokeria ferma nei tempi tecnicamente più rapidi.
Riteniamo altamente probabile che a cokeria ferma i valori del benzo(a)pirene nel quartiere Tamburi scenderanno sotto il valore obiettivo di legge (1 nanogrammo a metro cubo).
Questo sarà sufficiente al fine di preparare un'ordinanza sindacale di fermo della cokeria ed è quello che chiederemo al Sindaco. Lo convochiamo già da ora per sabato 29 maggio in Municipio e da lui attendiamo un'azione certa e decisa a tutela della salute dei cittadini e degli stessi lavoratori della cokeria.
La mattina del 29 maggio quindi saremo in piazza di fronte al Municipio per chiedere tale ordinanza sindacale. E se il sindaco non agirà la mobilitazione è destinata a non arrestarsi.
Invitiamo il Sindaco a dare una risposta in Consiglio comunale a questa nostra comunicazione.
Richiediamo inoltre al sindaco di attivare l'azione risarcitoria per i danni ambientali a nome dell'intera collettività nei confronti dell'Ilva, azione che gli è ancora consentita per legge nonostante il ritiro della costituzione di parte civile da parte del precedente Sindaco.

Altamarea, Coordinamento cittadini e associazioni

Il verde che non c'è più

Continua lo scempio dei pochissimi alberi della città con il più basso indice di verde pubblico!
E c'è sempre di mezzo l'AMIU!
Cittadini, scrivete e segnalate!

COMUNE DI TARANTO, PALAZZO DI CITTA’
Gent.mo PRESIDENTE Quartiere TRE CARRARE-SOLITO CORVISEA
AMIU – TARANTO
E p.c. RESIDENTI PALAZZINE

Oggetto: segnalazione

Si segnala alla SV, che nella zona retrostante la via Ancona n°25, in prossimità della palazzina n° 9 (ingresso Scuola Media Volta), sono stati tagliati degli alberi della famiglia del Cipresso di età superiore a 20 anni.
Il taglio degli alberi nella nostra città sta diventando un’abitudine abbastanza frequente.
Recentemente è stato abbattuto un Pino nel cortile di via Pisa angolo via Fiume.
Vorrei conoscere le motivazioni di tali decisioni.
Se fosse vero che derivano da richieste di privati cittadini, la cosa mi preoccupa abbastanza, perché ritengo che sia leso un principio fondamentale della democrazia. Oltretutto sempre in tale zona, diversi sono agli atti di intolleranza verso ciò che riguarda la natura: colombi e gatti avvelenati, ecc. Alcune volte il tutto viene giustificato con certificati medici di patologie allergiche.
Ci dimentichiamo di vivere in un territorio tra i più inquinati di Europa a causa della presenza della grande industria.
Ma non voglio dilungarmi, in quanto con la presente, CHIEDO che venga rispettato l’indice di piantumazione previsto dalle norme quando furono costruite nella zona le palazzine, per cui CHIEDO la ripiantumazione degli alberi lì ove sono stati tagliati.
Nel caso il Comune, non avesse il denaro per effettuare tale operazione, CHIEDO l’autorizzazione a poter piantare i tre alberi tagliati.
Riterrò il VS silenzio autorizzazione a procedere.
Distinti saluti.
Taranto 26.04.2010 P B, Res. Via Ancona

Convegno profumato

ARPA Puglia organizza il workshop dal titolo:
L’IMPATTO ODORIGENO. STATO DELL’ARTE E POSSIBILI SVILUPPI TECNICO-SCIENTIFICI E NORMATIVI
venerdì 7 maggio 2010, Aula Conferenze ex Ospedale Testa, C.da Rondinella - Taranto

mercoledì 28 aprile 2010

Cito & co.: 4 anni al fresco!

Stefano il pediatra: vergognati!

Inceneritori-killer, nuovo dossier dall’Inghilterra

Nuove prove dalla Gran Bretagna sulla pericolosità dei termovalorizzatori per la salute umana. Il sito della Uk Health Research ha pubblicato uno studio sulla mortalità infantile nei distretti circostanti l’inceneritore di Kirklees, nella regione dello Yorkshire e Humber. Dagli esiti della ricerca, consultabile sulla mappa della zona, è emerso che nei distretti posti sottovento rispetto all’inceneritore il livello di mortalità infantile è anormalmente alto, pari al 9,6 per mille, mentre nei distretti sopravento il tasso è circa dell’uno per mille. Il termovalorizzatore di Kirklees produce energia dall’incenerimento di rifiuti solidi urbani.
“Metaforum” riporta i risultati del quarto rapporto della Società Britannica di Medicina Ecologica riguardante gli effetti sulla salute umana. Studi su inceneritore 1vasta scala hanno dimostrato che presso gli inceneritori di rifiuti urbani ci sono tassi più elevati di cancro negli adulti e nei bambini e anche difetti alla nascita: i risultati confermano l’ipotesi che le associazioni non siano casuali. Questa interpretazione è sostenuta da un certo numero di studi epidemiologici, che suggeriscono che la varietà di malattie prodotte dall’incenerimento possa essere molto più ampia.
Le emissioni degli inceneritori sono una fonte importante di polveri fini, di metalli tossici e di più di 200 sostanze chimiche organiche, tra le quali sostanze cancerogene, mutagene ed interferenti endocrini. Le emissioni contengono anche altri composti non identificati, la cui capacità di provocare danni è ancora ignota, come un tempo accadeva con le diossine. Dato che la natura dei rifiuti cambia continuamente, si modifica anche la natura chimica delle emissioni degli inceneritori e quindi il potenziale per produrre effetti pericolosi per la salute.
Le attuali misure di sicurezza sono progettate per evitare effetti tossici acuti nelle immediate vicinanze dell’inceneritore, ma ignorano il fatto che molti di questi inquinanti si accumulano negli organismi, possono entrare nella catena alimentare e possono causare malattie croniche nel tempo e in un’area geografica molto più ampia. I dispositivi per l’abbattimento degli inceneritore 2 protesteinquinanti negli inceneritori moderni, in particolare quelli per le diossine e i metalli pesanti, semplicemente trasferiscono il carico inquinante dalle emissioni in atmosfera alle ceneri leggere.
Recenti studi americani hanno mostrato che l’inquinamento atmosferico dovuto alle polveri fini (Pm 2,5) causa aumenti nella mortalità: malattie cardiache e tumori polmonari in primis. Le cardiopatie ischemiche sono responsabili di quasi una quarto delle morti e sono fortemente correlate con il livello di polveri fini. Tra le altre patologie segnalate: asma e ostruzione polmonare cronica, autismo, dislessia, disturbi emotivi, Parkison. E’ stato dimostrato che il cancro è correlato geograficamente con impianti di trattamento di rifiuti tossici, materiale radiattivo, idrocarburi e metalli pesanti.
Il controllo degli inceneritori, sostengono i medici britannici, è stato insoddisfacente per la mancanza di rigore, per i monitoraggi poco frequenti, per il basso numero di composti misurati, per i livelli giudicati accettabili e per l’assenza di monitoraggio biologico. «Si asserisce che le moderne procedure di abbattimento degli inquinanti rendono sicure le emissioni degli inceneritori, ma questo è impossibile da stabilire». Inoltre «non è inceneritore 4possibile stabilire in anticipo la sicurezza di nuove installazioni di inceneritori». Difficile verificare problemi nel periodo pre-natale, e gli stessi tumori possono avere un’incubazione di dieci o vent’anni.
Attualmente, aggiunge “Metaforum”, gli inceneritori contravvengono ai diritti basilari, come enunciato dalla Commissione delle Nazioni Unite per i diritti umani, in particolare al diritto alla vita nella Convenzione per i Diritti Umani Europea, ma anche nella Convenzione di Stoccolma e nella legge di protezione ambientale del 1990. Il feto, il neonato e il bambino sono quelli più a rischio per le emissioni degli inceneritori. Diritti violati e soluzioni infelici, come ad esempio l’attuale politica di collocare gli inceneritori in zone povere, dove i loro effetti sulla salute saranno massimi (info: www.metaforum.it) (fonte libreidee)

Ecco due delle mappe di incidenza della mortalità infantile in relazione al vento che soffia sugli inceneritori


E quanto costa un inceneritore?

Dopo i già segnalati problemi di salute pubblica e di sostenibilità ambientale ecco un altro sforamento del nostro inceneritore: i costi!!.
L’occasione ce la fornisce il dibattito in corso sulla della definizione della tariffa sui rifiuti a Modena.
Si sta animando il dibattito sugli aumenti richiesti e relative motivazioni a supporto.
Ci permettiamo di ricordare la ingombrante presenza finanziaria, ma non solo!, del solito innominato ed innominabile: il nostro inceneritore, oltretutto raddoppiato.
Un contributo importante e imparziale per la valutazione dei costi di gestione di un inceneritore di rifiuti lo fornisce la Regione Emilia Romagna, con Bollettino Ufficiale N.8 del 28-01-2010 (recentissimo quindi) dedicato anche alle politiche dei rifiuti in Regione.
In particolare a pagina 190 viene fatta una simulazione sui costi annui globali di un “ipotetico” inceneritore da 200.000 tonnellate anno. (vedi documento integrale sotto).
Ricordiamo che quello di Modena si colloca ora a 180.000 t|anno, con un “bonus” di ampliamento di altre 60.000 entro poco tempo, quindi siamo nel pieno range di tali conteggi.
I costi valutati assommano alla stratosferica cifra di oltre 34 milioni di euro, riga A8 “totale costi”, (quasi 70 miliardi delle vecchie lire!) che anno dopo anno graveranno sulle nostre tasche.
Poi ci vengono a dire che non hanno soldi per estendere la differenziata porta a porta, ma 80-100 milioni per costruirlo + 34 mln/anno per tenerlo operativo li hanno trovati.
Impressionano pure i costi finanziari, riga A5, € 13.912.500, oltre il 40% delle spese!! Sono forse i soldi dati alle banche per i mutui accesi?
Alla voce ricavi, righe B e C sono le tasse che direttamente o indirettamente paghiamo, sia direttamente come smaltimento rifiuti, sia indirettamente ad esempio con il 7% della bolletta elettrica, per pagare le righe B1 e B2. Sono sovvenzioni pubbliche date impropriamente agli inceneritori, già condannate dalla comunità europea.
Quanto spenderemmo in meno senza questi pesantissimi oneri e attuando invece una seria metodica di raccolta rifiuti porta a porta. Oltretutto con grandi benefici per la salute e l’ambiente!.
Chiediamo che, sul modello del presente prospetto, vengano resi pubblici i costi effettivi reali dell’inceneritore di Modena.
Chiediamo che venga fermata l’ulteriore linea da 60.000 tonnellate anno.
Chiediamo che venga revocata l’autorizzazione ad importare 30.000 tonnellate di rifiuti speciali anche da fuori provincia.
Chiediamo che le municipalizzate tornino al loro ruolo di servizio alla comunità e non degli azionisti privati.
Con che faccia si chiedono aumenti di tariffa quando la Azienda macina utili su utili?
Forse per dare vantaggio agli azionisti privati con i proventi di un servizio pubblico?
E’ questo il modo di aiutare le famiglie e le imprese a superare la crisi che ci attanaglia?
Tornando all’inizio, too big for us, anche per questo aspetto economico finanziario è evidente la sottovalutazione globale da parte della nostra Amministrazione della reale portata dell’inceneritore sia prima e anche dopo il malaugurato raddoppio.

Il Presidente del Comitato Modena Salute Ambiente, Silvano Guerzoni
(fonte Progetto per Ferrara)
BURERTn.8 del 28.1.2010-P2

11 anni di benzo(a)pirene fuori norma!

"Il valore doveva essere rispettato già a partire dal 1° gennaio 1999".
Con questa riga l'Arpa Puglia dà ragione a PeaceLink sul fatto che nelle città con più di 150 mila abitanti il valore del benzo(a)pirene (cancerogeno pericoloso emesso da auto e industrie) non deve superare 1 nanogrammo a metro cubo (clicca qui per leggere la comunicazione).

Nota Benzo(a)Pirene 1

Miserabili, pezzenti, e senza dignità!


Il diavolo e l'acqua santa?
Da sempre la Chiesa non ha mai disdegnato soldi anche maleodoranti per arricchire il suo corredo di ori e paccottaglia da cerimonia, per pagare processioni e pure restauri...
Ma ora è il Comune di Taranto, che non è un rappresentante di divinità o fede, ma è delegato dai cittadini, a vendersi persino quanto di tradizionale e non ancora "inquinato" era rimasto a questa città: la festa del santo patrono San Cataldo.
Non basta il ricatto occupazionale, l'elemosina delle fontanelle, l'affronto di chi proclama come sani degli impianti che ci portano a livelli da record per le statistiche di mortalità, l'inerzia di chi dovrebbe intervenire e si perde in chiacchiere, ora abbiamo anche il sigillo di Riva su San Cataldo!
E si può sapere quanto è costato quest'obolo di vergogna?
Qualunque sia la cifra esatta, forse una sola è quella metaforica che rende il senso di questa prostituzione: 30 denari!
Se almeno il nostro Santo avesse a cuore la sua città, farebbe piovere a dirotto per 3 giorni!
Ma, forse, anche lui preferisce dimenticarsi di noi...

Assemblea per l'acqua pubblica e dislocazione dei banchetti

Il Comitato Acqua Bene Comune Taranto e provincia ha convocato un'assemblea per il prossimo VENERDI' POMERIGGIO ALLE ORE 20:15 presso la SEDE COBAS di via Lazio 87 a Taranto.
Contiamo sul vostro supporto e la vostra gradita presenza

Ordine del Giorno:
-Copertura dei comuni della provincia, aggiornati
-Calendario dei banchetti e materiale da portare
-Sull'esempio di Altamura(1300 firme raccolte in una giornata), come poter raccogliere il maggior numero d firme.
-Autofinanziamento, sono quasi pronte le locandine grandi per tutta la regione, ma manca il contributo di Taranto e provincia.
-Autofinanziamento, le spille della campagna referendaria "made in Ta", quante ne volete?
-Consegna moduli, se ci sarà una grande richiesta di nuovi moduli verranno favorite le realtà nei diversi comuni e poi quelle associative.
-Varie ed eventuali....

Le prossime date e luoghi dove si raccoglieranno le firme sono:
1 Maggio
-Taranto-Talsano dalle 09:00 alle 12:30 - piazza delle Vittorie a Talsano
-Taranto- dalle 17:00 alle 20:00 - piazza Immacolata
-Grottaglie- piazzale Principe di Piemonte
2 Maggio
-Taranto- dalle 09:00 alle 12:30 - presso la chiesa San Lorenzo in Viale Magna Grecia
-Taranto- dalle 10:00 alle 12:00 - piazza della Vittoria
-Massafra- dalle 09:00 alle 12:00- presso la chiesa Madonna della scuola/Sacro cuore
-Lizzano- dalle 09:00 alle 12:00 e dalle 18:00 alle 20:00 piazzale Convento
-Grottaglie- piazzale Principe di Piemonte

Cordialmente sfuggente...

No al nucleare

NO AL NUCLEARE
GIOVEDI' 6 MAGGIO alle ore 17.00
INIZIATIVA PUBBLICA presso l'AUDITORIUM dell'ISTITUTO "E. FERMI" in Corso Italia 306 a TARANTO
Intervengono:
MASSIMO SCALIA - Ordinario di Fisica all'Università La Sapienza di Roma
STEFANO CIAFANI - Responsabile scientifico nazionale di Legambiente
Non mancate
Legambiente Taranto – e-mail: legambiente.taranto@legambiente.it - sito web: www.legambientetaranto.eu

martedì 27 aprile 2010

Lungomare tossico, attenzione!

Ecco una sequenza inquietante di immagini che mostra con evidenza come nella zona del molo sul lungomare vengano scaricate acque inquinate e non depurate che intorbidiscono lo spazio di mare sotto la riva (prima immagine). Le foto successive documentano la pratica diffusa tra i ragazzi del borgo di fare il bagno proprio in quello specchio di mare, nonostante i divieti.
Cosa aspetta il Comune ad intervenire con una segnaletica idonea? E, soprattutto, quanto ancora il lungomare dovrà essere terra di nessuno dove si può scaricare qualsiasi cosa, a danno della salute e dell'immagine della città?



Calcio e giustizia

COMUNICATO STAMPA: Un 25 Aprile “verde”…ma solo di rabbia!

Il CSOA Cloro Rosso interviene sui fatti accaduti domenica scorsa durante la trasferta che ha visto impegnati i tifosi tarantini in quel di Verona, tra i quali vi erano alcuni compagni del nostro spazio che hanno potuto assistere al trattamento inumano e alle continue provocazioni da parte delle forze dell’ordine.
Ma descriviamo con ordine i fatti.
I tifosi del Taranto, appena usciti dal casello autostradale di Verona, vengono immediatamente bloccati da un’imponente numero di agenti di Polizia, molti dei quali impugnavano i propri manganelli al contrario, pratica illegale diventata “celebre” durante il G8 di Genova.
Della serie, il buon giorno lo si vede dal mattino!
Una volta fermate tutte le auto transitate dal casello, esse vengono incolonnate e fatte incamminare alla volta dello stadio Bentegodi, mentre ad ogni incrocio o cavalcavia vengono sistemati agenti della Digos impegnati a filmare qualsiasi movimento dei tifosi jonici.
Durante questo tragitto, alcune auto di tifosi rossoblù verranno colpite da oggetti lanciati molto probabilmente da supporters locali, adeguatamente nascosti dietro siepi e cespugli.
Ma, incredibilmente, gli agenti di scorta alla carovana, invece scovare questi eroi della domenica, scendono dalle proprie camionette e caricano, senza alcun motivo, con calci e spintoni i tarantini che, legittimamente, erano scesi per difendere i propri mezzi.
Si susseguiranno perquisizioni nelle auto, insulti spesso a sfondo razzista (la parola “terroni” è la più gettonata) e persino minacce di “rompere le teste” a coloro che domanderanno il perché di tanta, immotivata, repressione.
Ma il bello dovrà ancora venire.
Una volta arrivati allo stadio Bentegodi, un pulmino di tifosi del Taranto verrà bloccato e fatto oggetto di una interminabile perquisizione. Il resto dei presenti, per solidarietà ai propri concittadini ingiustamente fermati, deciderà di non entrare allo stadio, subendo oltre un’ora di intimidazioni e insulti gratuiti. Il tutto, mentre dalle gradinate dello stadio i civilissimi tifosi gialloblù ci urlavano a gran voce “Terroni, andate a lavorare”.
Persino gli agenti della Digos di Taranto presenti in quel di Verona verranno bistrattati dai loro colleghi locali. Insomma, al “terrone” non si fa alcuno sconto, nemmeno se è in divisa!
Dopo sessanta interminabili minuti di tensione, le forze dell’ordine svelano, per chi ancora non se ne fosse accorto, qual è la loro natura ideologica, strappando una maglia con l’immagine del Che Guevara ad un tifoso rossoblù.
Nella ricca e civile Verona, l’effige di quel personaggio storico non è gradita. Probabilmente quella di qualche esponente leghista sarebbe stata sicuramente più apprezzata.
Verona, infatti, è il “laboratorio” privilegiato del Ministro Maroni, il quale, a più riprese, ha manifestato la volontà di sperimentare sugli ultras misure ultra-repressive da applicare, successivamente, in altri contesti.
La possibilità di estendere il DASPO alle manifestazioni e la volontà di usare fucili con proiettili di gomma negli stadi la dicono lunga sulle intenzioni del ministro di trasformare questo paese nel Cile di Pinochet.
Al termine di questo stillicidio, tutti i tifosi tarantini abbandoneranno lo stadio veneto senza aver avuto modo di assistere ad un solo secondo di partita. 1800 km, con relativi costi di viaggio e biglietto, per essere ingabbiati ed insultati.
Durante il percorso che ci porterà fuori da Verona, scorgiamo un eloquente striscione firmato Casa Pound “25 Aprile, niente da festeggiare”.
Le forze dell’ordine se ne guarderanno bene dal rimuoverlo, nonostante l’evidente reato di apologia del fascismo.
Al ritorno in terra pugliese, leggeremo che la questura di Verona ha diffuso un comunicato, ovviamente falso, in cui afferma che si sono verificati scontri tra supporters delle opposte fazioni, riportato per intero dai nostri “scribacchini” locali (eccezion fatta per Gianmario Leone del Tarantoggi), interessati più al giornalismo di stampo sensazionalista che alla ricerca della verità.
Ci auguriamo che le istituzioni escano finalmente allo scoperto e tutelino la dignità della tifoseria tarantina, l’unica in Italia con oltre il 60% delle trasferte vietate dall’Osservatorio per le manifestazioni sportive e che registra casi di multe/diffide per la sola esposizione di uno striscione in ricordo di un amico scomparso.
Siamo stanchi di essere considerati la periferia dell’impero, cittadini senza alcuna tutela né dignità.

RISPETTO PER TARANTO!

lunedì 26 aprile 2010

Un'altra valutazione ENI

Critical mass blocca il Sindaco!

COMUNICATO STAMPA: La Liberazione in bicicletta per una città da pedalare e partecipare

Il 25 aprile si è svolta l'azione di critical mass in bicicletta, programmata nell'ambito di una serie di iniziative di cittadini, comitati e associazioni per la celebrazione della Festa della Liberazione.
La critical mass è un raduno di biciclette che, sfruttando la forza del numero, invadono le strade normalmente usate dal traffico automobilistico. Se la massa è sufficiente (ovverosia critica), il traffico non ciclistico viene bloccato anche su strade di grande comunicazione, come viali a più corsie.
L'azione si è svolta nel pomeriggio dalle 15.30 alle 17.30, con raduno-partenza presso i Giardini Virgilio ed arrivo in piazza Garibaldi, dove il raggruppamento ha partecipato alla raccolta firme per il referendum per l'acqua pubblica ed alle altre iniziative culturali.
L'intento è stato quello di sensibilizzare la cittadinanza sulle questioni legate alla mobilità sostenibile, ovvero alla progettazione attenta e lungimirante del sistema di infrastrutture e trasporti urbano che stimoli la pedonalità e l'uso di veicoli non inquinanti, che riduca il traffico e la congestione delle automobili, che migliori la raggiungibilità delle varie zone.
Una città a portata di pedoni e di biciclette è una città più vivibile, più sana, più economica per i suoi cittadini!
Durante il tragitto, nei pressi dell'ospedale SS. Annunziata, il folto gruppo ha incrociato il sindaco di Taranto. Prontamente fermato, gli ha esposto le ragioni dell'azione e gli ha sottoposto una serie di questioni che riguardano i dubbi della cittadinanza sulle scelte ambientali dell'Amministrazione comunale:
• sulla scellerata decisione di riaprire l'inceneritore di rifiuti, il sindaco ha dimostrato di tenere poco in conto alla trasparenza ed al coinvolgimento della cittadinanza, sostenendo ciò che è in assoluto contrasto con la strategia virtuosa del recupero dei rifiuti: prima si incenerisce e poi si recupera! Nel suo consueto stile "rivelatorio", ha poi anticipato, per l'ennesima volta, che tra pochi mesi partirà la raccolta differenziata porta a porta;
• sulla privatizzazione della sanità con l'ospedale San Raffaele del Mediterraneo il sindaco, nel ricordare la competenza regionale sulle questioni sanitarie, ha comunque appoggiato le riserve dei cittadini ed ha dichiarato che, insieme con le associazioni, si batterà per salvaguardare le strutture esistenti;
• sui campionamenti in continuo previsti per l'Ilva dalla legge diossina, il sindaco ha detto di aver sollecitato l'Arpa ad avviare il campionamento sperimentale nelle aree circostanti le grandi industrie;
• Sull'ENI, il sindaco ha dichiarato la sua contrarietà al raddoppio ed alle prospezioni.
Nel corso di tutta l'azione il gruppo ha suscitato la curiosità di molti abitanti ed ha riscosso molti gesti di approvazione, persino tra gli automobilisti "rallentati" dalla massa di biciclette.
I cittadini, i comitati e le associazioni auspicano che a partire da questa giornata di Liberazione Nazionale, possano avviarsi dei processi di partecipazione su queste ed altre importanti tematiche e che si vada verso una pianificazione consapevole della mobilità, ancora drammaticamente carente nella nostra città.

Promotori:
Amici di Beppe Grillo Taranto, Cittadinanza Attiva Palagianello, Cobas Confederazione, Cobas Scuola, Comitati di quartiere, Comitato per Taranto, Liberamente Glbt , Onda Viola Taranto , Il Popolo Viola Bari e Trash Boardclothes.



Record di firme pugliesi per l'acqua comune!

I dati finora comunicati ai referenti provinciali ci dicono che tendenzialmente in un solo giorno (25 aprile) sono state raccolte oltre 12.000 firme in tutta la Puglia!!!!! E manca all’appello la comunicazione di vari gruppi di diversi Comuni!....
Stiamo parlando di un dato straordinario, in pratica quasi la metà delle 30.000 firme raccolte in Puglia per la Legge di iniziativa popolare nel 2007 in sei mesi (che pure allora era un dato straordinario, circa 1/10 di quello nazionale)!
In questi anni la conoscenza e la consapevolezza sociale si sono accresciute notevolmente, e forte è stata la presenza sul territorio del Comitato pugliese “Acqua Bene Comune” e dei numerosi gruppi che vi fanno parte.
In questi anni siamo riusciti a rendere chiaro che la battaglia per l’acqua non è una questione ideologica, ma di valori e diritto, buon senso e ragionevolezza. L’acqua, come bene comune, unisce tutti noi in quanto cittadini e, ancor più, in quanto esseri umani che abitano un unico pianeta o, per usare l’espressione delle popolazioni indigene, che condividono la stessa Madre Terra.
Quella che è in atto è una vera rivoluzione culturale che ci riporta a riconsiderare il senso di ognuno di noi come parte della collettività e non come singoli individui in perenne competizione con gli altri come ci hanno insegnato a considerarci.
Continuiamo così!

E la Burgas se ne va..

... con tutti i suoi interrogativi!

domenica 25 aprile 2010

Assennato: "Io sui Tamburi non ci vivrei"!

Assennato, il direttore dell'Arpa (non un passante qualsiasi), ha dichiarato che l'aria dei Tamburi è "ancora" malsana e che, potendo scegliere, andrebbe a vivere sicuramente in un altro quartiere...
Cosa aspetta il Sindaco a svolgere il suo alto compito di garante della salute pubblica?
Dichiariamo inagibile il quartiere o interveniamo sulle cause della tossicità dell'aria?
Basta che si faccia qualcosa!!!
Non si possono considerare gli abitanti dei Tamburi carne da macello o cittadini di serie B! E' immorale!

Tutti in bici per la nostra città!!!


Resistiamo ancora!
Accorrete numerosi e ciclomuniti, alle 15:00 raduno ai Giardini Virgilio per iniziare tutti insieme una grande critical mass che ci porterà in piazza Garibaldi (arrivo previsto per le 17:00), dove le associazioni presentaranno i loro obiettivi futuri ed esporranno il lavoro svolto e le cause perorate, per celebrare il giorno della Liberazione, ma più di ogni altra cosa: per combattere ancora per la Libertà!
Alle 18:30 rappresentazione teatrale "Marx è qui" di e con Angelo Cardellicchio e Monica Corallo. Il pomeriggio sarà animato da letture itineranti sulla resistenza (portate i vostri scritti, per condividere i pensieri), banchetti informativi delle varie associazioni, raccolta firme sul referendum per l'acqua pubblica, brakers, skaters e writers.
Alle 21:00 tutti al Comitato di Quartire Città Vecchia (Vico Paisiello) per "Non è una cena di gala"-cena popolare e proiezioni di immagini sul fascismo in Italia dal 1945 ad oggi.
Per una Taranto che non si arrende e pretende una politica pulita, rispettosa dei diritti e dei beni comuni, della concorrenza sociale e dell'uguaglianza, della salute e della cultura!
Chi non ha la bicicletta può contattarci, ce ne sono diverse a disposizione.
Liberi: in uno Stato Libero!

Coordinamento organizzatore: Onda Viola Taranto, Amici di Beppe Grillo Taranto, Cittadinanza Attiva Palagianello, Cobas Scuola, Cobas Confederazione, Comitati di quartiere, Comitato per Taranto, Il Popolo Viola Bari, Liberamente Glbt e Trash Boardclothes.

sabato 24 aprile 2010

Agitazioni varie.. sotto l'Ilva

Le centrali nucleari sono radioattive sempre!

COMUNICATO STAMPA DI LEGAMBIENTE
Un mercatino “contaminato radioattivamente” e il mercatino sano, a filiera corta, della Coldiretti per dire no alle centrali nucleari che rilasciano radioattività anche durante il normale funzionamento.
Grande successo della petizione che chiede al Governo italiano un sistema energetico moderno, pulito e sicuro.

Perché rischiare la salute? Non ci riferiamo alla tragedia di Cernobyl (cui questa iniziativa è dedicata), né ai frequenti incidenti alle centrali, ma alla cosiddetta contaminazione ordinaria. In pochi sanno infatti che una centrale nucleare rilascia radioattività anche durante il normale funzionamento.
Per questo motivo oggi il circolo Legambiente di Taranto e la Coldiretti hanno organizzato, davanti al Farmer Market di corso Umberto, un vero e proprio mercatino con esposizione di (finti) prodotti “contaminati” coltivati nei pressi di un’ipotetica centrale nucleare in esercizio ordinario, quindi senza incidente, proprio perché i rilasci di radioattività, anche se piccoli, avvengono anche col funzionamento normale di una centrale.
In contrapposizione ai i prodotti “contaminati”, a pochi passi, quelli del mercatino sano, biologico e a filiera corta dei produttori della Coldiretti. In questo modo è stata resa visibile fisicamente l’alternativa tra il “prima” dell’installazione di una centrale nucleare (prodotti tipici e locali) e il “dopo” (prodotti contaminati radioattivamente).
Secondo uno studio governativo tedesco più si vive vicino alle centrali, maggiore è il rischio di contrarre malattie gravi (Fonte: Ufficio Federale per la protezione dalle radiazioni, 2008); in base a questo studio, per i bambini che vivono entro 5 km da una centrale nucleare la possibilità di contrarre la leucemia è più alta rispetto ai coetanei che vivono a una distanza di oltre 50 km. E’ forse per questo che il governo ha previsto compensazioni economiche per i territori che ospiteranno le centrali?
Non rischiamo la salute, non svendiamo ancora una volta il nostro territorio, non gettiamo via le sue vere ricchezze: una agricoltura sana e di qualità, prodotti tipici e locali. Diciamo no alle centrali nucleari, pericolose, costose, che non riducono la dipendenza dall’estero, che non garantiscono il rispetto degli accordi sul clima, che non abbassano la bolletta energetica, che ci fanno passare da fonti fossili esauribili e inquinanti (carbone e petrolio) a un’altra fonte fossile esauribile e inquinante: l’uranio.
Oggi questo no lo hanno detto, insieme a Legambiente e Coldiretti, i tantissimi cittadini che hanno firmato la petizione nazionale di Legambiente per chiedere un modello energetico moderno, pulito e sicuro e un rapido processo di modernizzazione simile a quello intrapreso da altri paesi europei come Germania e Spagna che - grazie a una strategia energetica innovativa - stanno realizzando un fortissimo sviluppo delle fonti rinnovabili tale da permettere anche a loro, nei prossimi anni, l’uscita dal nucleare.

venerdì 23 aprile 2010

Burgas: vogliamo la verità!

Comunicato stampa di Altamarea

Da notizie di stampa si apprende che sul litorale di Castellaneta Marina -Taranto giace dal 9 marzo 2010 la nave bulgara Burgas (7.000 tonnellate di stazza lorda per 124 metri di lunghezza e 23 di larghezza).
Il cargo, proveniente da Mariupol (Ucraina), il 28 febbraio 2010 avrebbe scaricato semilavorati metallici all'Ilva di Taranto e successivamente, dopo aver stazionato in un punto di mare imprecisato, sarebbe andato alla deriva, arenandosi in prossimità della battigia nella notte tra il 9 e il 10 marzo e insabbiandosi ancor più col passare dei giorni.
Le cause dell'incidente sono state fatte risalire alle pessime condizioni del mare reso burrascoso dal forte vento.
Le operazioni di recupero e rimozione del mercantile sono state affidate ad una società olandese Svitzer, ricondubile al gruppo Maersk.
A bordo della nave è restato l'equipaggio, composto da 19 membri.
Sempre dalla stampa si apprende che il 23 marzo 2010 due rimorchiatori della Capitaneria di porto di Taranto hanno avviato le operazioni finalizzate al disincaglio della motonave, in modo da ripristinare il battente d'acqua intorno al cargo per portarlo in condizione di galleggiamento e spostarlo successivamente in acque più profonde con l'ausilio dei rimorchiatori.

AltaMarea chiede alla Capitaneria di Porto ma anche a tutti gli Enti che devono tutelare la salute pubblica e l'ambiente di conoscere:

* quale sia lo stato delle operazioni di disinsabbiamento del cargo Burgas.
* quali siano le valutazioni su eventuali conseguenze ambientali.
* quali elementi conoscitivi siano stati acquisiti relativamente al carico, alla rotta, all'armatore e al noleggiatore del naviglio.
* quali elementi conoscitivi siano stati acquisiti sulle modalità dell'incidente, in particolare, per quali ragioni la nave non sia immediatamente ripartita dopo aver scaricato il materiale e dove essa abbia successivamente stazionato fino al 10 marzo.
* se sia stata effettuata un'ispezione a bordo e se sia stato effettuato un controllo eziologico del carico, anche con riferimento a possibili livelli di radioattività.
* se, trattandosi di area sic (sito di interesse comunitario), è stata fatta una preventiva relazione riguardo l'impatto delle opere di disinsabbiamento.

Altamarea, Coordinamento cittadini e associazioni

Il marchio Tamburi DOP finisce sulla stampa!

La segnalazione fatta due giorni fa dal Comitato per Taranto di un nuovo "logo" impresso sui muri dei Tamburi per ricordare la tragica situazione ambientale finisce sulla prima pagina locale della Gazzetta del Mezzogiorno.
Una nuova stagione di partecipazione si sta aprendo grazie alla comunicazione tra cittadinanza attiva e media.


Ping pong nazionale!

Taranto: riparte il termovalorizzatore. Ma è rotto e le emissioni si controllano a mano...

Il cliccatissimo sito di informazione ambientale Ecoblog, cita il Comitato per Taranto e la sua campagna contro l'inceneritore dell'AMIU.

Precari a vita...

Ilva di Taranto, protesta dei precari. In 650 manifestano davanti all'ingresso
Si tratta di 150 interinali e di 500 ex dipendenti con contratto a termine, che chiedono la stabilizzazione

Circa 650 lavoratori precari legati all’Ilva hanno manifestato dinanzi alla portineria C-ingresso merci dello stabilimento di Taranto chiedendo la stabilizzazione del loro posto. Si tratta di 150 interinali, ancora in attività, e di 500 ex dipendenti con contratto a termine, al momento disoccupati. La situazione dei precari ha diviso anche i sindacati. Un accordo del 2008 prevedeva l’assunzione degli interinali e dei lavoratori ai quali il contratto non è stato rinnovato. L’intesa fu siglata da Ilva, Uilm e Fim, mentre la Fiom si dissociò. L’azienda, a causa della crisi del settore siderurgico, non ha tuttavia stabilizzato questi lavoratori, che già il 25 marzo scorso protestarono occupando pacificamente il ponte girevole. I sindacati chiedono la stabilizzazione di tutti i 650 lavoratori, mentre l’Ilva ha proposto l’assunzione di coloro che sono stati già impiegati per 24 mesi, rimandando ogni decisione sugli altri precari.(CdM)

Era Magna

C’era una volta la Magna Frocia… (tratto da Siderlandia)

Il prof. Martucci ci accoglie sulla porta di casa, in un palazzo del centro cittadino. E’ un distinto signore dalla risata coinvolgente e dai modi gentili e affabili. Neanche lontanamente si riuscirebbe a scorgere in lui il profilo del militante. Ci fa accomodare nel suo salotto, arredato in maniera straordinariamente raffinata. Sulla parete che sovrasta il divano campeggia un coloratissimo patchwork. Ed ecco che in noi si fa avanti un certo retropensiero… “e poi dici che non è vero che gli omosessuali sono i più raffinati!” Ma la tentazione di scivolare nello stereotipo dura giusto il tempo dei convenevoli. Il professore recupera fra le sue carte la foto del “Magna Frocia” alla manifestazione di Pisa [la stessa che abbiamo pubblicato noi, ndr]… “Lo vedete questo ragazzo che regge lo striscione, questo con gli occhiali scuri? Adesso sta a Verona, dove faceva il ballerino. All’epoca era gay anche lui; poi si è sposato con una sua collega, anche lei ballerina… E la volete sapere un’altra? C’erano due amici di Taranto, entrambi sposati e con figli. Le due famiglie si frequentavano assiduamente… andavano al cinema, in pizzeria, portavano i bambini a giocare assieme… Poi, ad un tratto, i due scoprirono di essere innamorati l’uno dell’altro. Lasciarono le rispettive mogli e andarono a vivere insieme. Ragazzi, la fissità sessuale non esiste…” A questo punto avvertiamo una punta di senso di colpa. Un po’ di vergogna per quella leggerezza di qualche attimo prima. Con Mimmo Martucci, infatti, non si parla di caricature cinematografiche, di gay “belli e raffinati”. Si parla di vite – cioè di scelte, di drammi, di passioni, di lotte…

Allora, professore, com’è nato il movimento omosessuale a Taranto?

Erano gli anni ‘70… C’era stata la contestazione del ‘68; in America era scoppiata la ribellione degli omosessuali contro le aggressioni della polizia al Greenwich village di New York… C’era tutto un clima culturale che ci spingeva ad uscire allo scoperto. D’altra parte noi stessi ragazzi tarantini eravamo stufi di nasconderci. Io nel frattempo avevo preso una casa in affitto ed ero andato a vivere da solo. Casa mia divenne allora il primo ritrovo dei gay di Taranto che avevano fatto la scelta del coming out. Ci incontravamo, ci divertivamo, discutevamo in continuazione progettando rivoluzioni… Un giorno, in una di queste innumerevoli discussioni, ci dicemmo: “adesso basta parlare: facciamo qualcosa!”. Nacque così l’idea di formare un collettivo. Volevamo smuovere le acque, affinché anche la popolazione tarantina accettasse l’esistenza di omosessuali, bisessuali… Il primissimo movimento lo chiamammo “Magna Frocia”.

Perchè non solo l'ACQUA deve essere PUBBLICA, anche la SANITA'!



PRIMA ASSEMBLEA PUBBLICA

IN DIFESA DELLA SANITA' PUBBLICA
ORE 17.30
Presso il circolo ricreativo dipendenti della difesa, via Cugini 2
TARANTO

Privatizzazione della sanità
e speculazione sulla salute pubblica

La Regione porta a termine i progetti di privatizzazione della sanità sostenuti dalla destra e dalla sinistra in modo trasversale e chiude gli ospedali pubblici.

L'operazione San Raffaele del mediterraneo sfrutta il bisogno e il diritto alla cura della nostra città per fare cassa a 360% : con i finanziamenti regionali costruiranno il nuovo ospedale, i macchinari ce li metteranno gli attuali ospedali pubblici, che chiuderanno, le convenzioni assicureranno una fonte di profitto sicura e garantita per chi specula sulle nostre malattie.



ASSEMBLEA PUBBLICA VENERDÌ 23 APRILE

Presso il circolo ricreativo dipendenti della difesa,
via Cugini 2, ore 17,30.

  • Per la difesa della sanità pubblica universalistica e gratuita.
  • Per costruire un comitato di difesa e controllo sulla sanità.
  • Per impedire le speculazioni ambientali e edilizie che fanno gola ai palazzinari e ai “principi” della sanità privata.
  • Per “scoprire” chi sono i protagonisti di questa operazione

La salute è un fondamentale diritto sancito dalla costituzione, ART 32, pietra angolare del livello di uguaglianza tra i cittadini. Pensare che si stia andando verso un sistema totalmente privato, il quale come ha già dimostrato sia in Italia che nel mondo, è sempre più interessato a fare profitti che non a trovare cure, è motivo di grave preoccupazione per tutti i liberi cittadini, in particolare i lavoratori. Per questi motivi è necessaria la partecipazione attiva di ognuno di noi.


Per info: 099 4721307- 4716012


Liberazione idrica

25 aprile: raccolta firme a Taranto e provincia

Taranto: ore 9:00-12:00 Piazza Regina Pacis - Lama- Taranto; ore 17:00-20:00 Piazza Garibaldi- Taranto
Massafra: ore 10:00-12:00 Piazza Vittorio Emanuele
Manduria: ore 10:00-13:00 e 17:00-19:00 Corso xx settembre
Lizzano: 9:00-12:00 e 18:00-19:00 Piazza IV novembre
Martina Franca: 10:00-13:00 Piazza xx settembre
Palagiano: 19:00-21:00 Piazza Vittorio Veneto
Palagianello: 14:00-20:30 Piazza Roma
Laterza: da definire

COMUNICATO STAMPA: Referendum, parte la raccolta firme. Obiettivo quota 50mila nei primi due giorni. Liberiamo l’acqua

Il 24-25 aprile, nelle piazze italiane, parte la raccolta di firme per i 3 referendum per l'acqua pubblica con centinaia di banchetti, eventi e manifestazioni su tutto il territorio nazionale.
50.000 firme nei primi due giorni di raccolta, questo l’obiettivo che si è posto il comitato promotore. Dovremo arrivare a 700mila entro il 4 luglio.
La data di inizio della raccolta firme, nel fine settimana della Festa della Liberazione, non è casuale. Il nostro è un referendum contro la privatizzazione non di un bene o di un servizio ma anche di un diritto. 65 anni fa la Resistenza di migliaia di donne e uomini liberavano il Paese dalla dittatura e dal fascismo, costruendo tutte e tutti assieme lo spazio comune della democrazia. Dal patrimonio di quell’esperienza nascono le energie e gli ideali di altre migliaia di donne e uomini che oggi si battono per l’acqua e i diritti fondamentali.
È una battaglia che coinvolge tutti. Da settimane al comitato promotore arrivano adesioni, messaggi di sostegno, comunicazioni di persone e associazioni che si attivano incontrandosi in riunioni sempre più partecipate, condividendo non solo il percorso referendario ma anche una battaglia più ampia che prosegue da anni.
Sul sito www.acquabenecomue.org, su Facebook e su Twitter, nelle mailing-list sul tema dell’acqua, aumenta ogni giorno la partecipazione. Decine di radio in tutta Italia stanno trasmettendo i nostri spot.
Come sessantacinque anni fa, da nord a sud, la condivisione di un sogno comune.

Liberiamo l’acqua.
Si scrive acqua, ma si legge democrazia!

Puoi firmare a Taranto, Lizzano, Grottaglie, Martina, Crispiano, Massafra, Palagiano, Palagianello, Manduria.
http://www.facebook.com/home.php?#!/event.php?eid=110631528971980&ref=mf

giovedì 22 aprile 2010

50 anni dopo...

Altamarea vuole la chiusura della cokeria assassina!

COMUNICATO STAMPA
Altamarea convocherà un'assemblea cittadina per preparare una grande manifestazione popolare davanti al Municipio di Taranto.
Una marea umana sarà la risposta di questa città al superamento del valore di legge per uno dei più potenti cancerogeni che avvelena l’aria di Taranto: il benzo(a)pirene.
La manifestazione di fronte al Municipio chiederà un’ordinanza del Sindaco.
La vecchia cokeria dell’Ilva va rottamata!
La cokeria Ilva non può più essere autorizzata nell’Autorizzazione Integrata Ambientale. E il sindaco lo deve comunicare al Ministero dell’Ambiente.
Quella cokeria avvelena l'aria che respiriamo.
Non comprendiamo perché si rottamino le automobili inquinanti e poi si debbano respirare le emissioni cancerogene di una vecchia cokeria superinquinante.
Le centraline del quartiere Tamburi di Taranto registrano da anni ormai un costante superamento del valore di legge.1
Tale inquinante altamente cancerogeno si trova in concentrazione altissima quando il vento soffia dall'area industriale verso il quartiere Tamburi. L’Arpa ha rilevato valori di 3,88 nanogrammi a metro cubo nel febbraio 2009 (il valore obiettivo è di 1).
Quando invece il vento soffia dal quartiere Tamburi verso l'area industriale l'inquinamento da benzo(a)pirene scende a 0,04 nanogrammi a metro cubo (uno dei valori più bassi registrati in Italia dalle Arpa Regionali fra il 2008 e il 2009).2
E’ quindi chiarissima la provenienza industriale del benzo(a)pirene.
E' del tutto evidente che l'inquinamento da traffico non è il fattore che determina il superamento del valore di legge. Il benzo(a)pirene proviene massivamente dall'area industriale.
A questo punto ci rivolgiamo al Sindaco, massimo responsabile della salute pubblica. Non si può più tollerare che i bambini del quartiere Tamburi siano costretti a respirare cancerogeni per un equivalente di oltre mille sigarette anno.
Occorre un'azione drastica a tutela della salute pubblica.
Altamarea chiede al Sindaco un'azione decisa non più procrastinabile di fronte all’inquinamento della cokeria dell’Ilva di Taranto. Tale cokeria è ancora più grande di quella chiusa a Genova per l'eccessivo impatto sulla salute degli abitanti del quartiere dei Cornigliano.
Tanti cittadini hanno espresso in questi giorni sulla pagina Facebook del sindaco la loro richiesta: subito un'ordinanza sulla cokeria.
La nostra mobilitazione aumenterà nei prossimi giorni. Passerà da Facebook alle strade. Diventerà una marea umana davanti al Municipio.
Altamarea fa appello a tutte le forze sociali e democratiche, a tutte le associazioni e i movimenti della città perché questa mobilitazione divenga l’espressione inarrestabile della volontà popolare.
Altamarea chiede tre cose al Sindaco:
un'ordinanza sulla cokeria e l'immediata installazione di sistemi di rilevazione perimetrale degli inquinanti attorno alla cokeria, in particolare analizzatori in continuo degli idrocarburi policiclici aromatici; tale sistema di monitoraggio deve avvenire immediatamente a cura e spese dell’Ilva, con la supervisione dell’Arpa Puglia;
l’installazione anche attorno all’Eni e alla Cementir di un analogo sistema di rilevazione a cura e spese delle aziende, sotto il controllo di Arpa Puglia, al fine di quantificarne le emissioni di il benzo(a)pirene e di definire la quota di tale inquinante emessa da ogni fonte; tale richiesta era stata fatta al Sindaco già nel 2009;
il risarcimento a carico dell'Ilva per i danni causati (processo parchi minerali, con condanna definitiva); su questo il sindaco non può più aspettare; aveva chiesto nel 2009 un parere al suo ufficio legale; il termine per l'azione risarcitoria scade a settembre di quest'anno.
Il tempo dei rinvii e delle attese è finito. Altamarea torna in piazza.
Altamarea