venerdì 28 dicembre 2007

Tavola rotonda “La diossina a Taranto, Acerra e Brescia”.

Il Comitato per Taranto, l' A.I.L. e il Centro Giovanile e Universitario Jonico realizzeranno, sabato 29 Dicembre, una tavola rotonda sul tema: “La diossina a Taranto, Acerra e Brescia”.

L’appuntamento è alle ore 10,00 presso il Centro Giovanile e Universitario Jonico, via Pupino 4 (entrata anche da via Viola).

Relatori:

prof. Alessandro Marescotti, Comitato per Taranto e presidente PeaceLink;
dott. Patrizio Mazza, primario ematologo Ospedale Moscati di Taranto;
rappresentante di Acerra;
rappresentante di Brescia.

Interventi:

ing Biagio De Marzo, Comitato per Taranto

Modera la dott.ssa Maria Silvestrini, giornalista.

Presenta il dott. Luca Carucci, direttore C.G.U.J.

L’incontro si è reso necessario, nonostante il periodo festivo, in seguito agli ultimi dati sull’inquinamento ambientale nel capoluogo ionico. La diossina, sostanza dal nome innocuo ma dagli effetti devastanti, deve preoccupare non solo medici e ambientalisti, ma tutti i cittadini.

E’ necessaria una conoscenza comune del problema per poterlo affrontare, senza inutili allarmismi, con impegno, continuità e con accertamenti tecnici, sanitari ed epidemiologici programmati.

Saranno messi a confronto i dati e le esperienze di Taranto, Acerra e Brescia.


Conferenza stampa del Comitato per Taranto


Si comunica che alle ore 11 di venerdì 28 dicembre, nel salone della UIL in Piazzale Bestat, il "COMITATO PER TARANTO" terrà la conferenza stampa sull'attività svolta nel 2007 e sulle prospettive del 2008.
Nato a giugno del 2007, il Comitato ha messo in cantiere una grande quantità di azioni, spesso con il sostegno della stampa locale ma senza significativi aiuti da parte delle Istituzioni locali, regionali e nazionali. Esse, ancora una volta, hanno ignorato di fatto il volere del "pubblico" che si dà da fare ed hanno depotenziato, con dubbie promesse, i "progetti" di tanti volontari che si impegnano ogni giorno per questa città, martoriata e colpevole.
Alcuni membri del Comitato relazioneranno su:
  1. Attività svolte presso il Ministero dell'ambiente per il blocco della concessione della Autorizzazione Integrata Ambientale richiesta dallo stabilimento Ilva di Taranto;
  2. "Analisi sanitarie urgenti" a Taranto e dintorni su persone e terreno per la questione "diossina";
  3. Silenzio ministeriale sul raddoppio della raffineria ENI e sul rigassificatore in area portuale;
  4. Impegni del Comune di Taranto su: a) Costituzione della "Consulta delle associazioni ambientaliste"; b) informazione alla popolazione per gli incidenti rilevanti; c) centraline comunali di monitoraggio e pubblicazione in tempo reale dei dati rilevati;
  5. Calendario "Images of Taranto" di Italo Mairo, un "tarantino all'estero", dedicato al Comitato per Taranto e a "chi non vorrebbe più subire i soprusi e le indecenze ambientali che affliggono la città".

Siamo consapevoli che l'appoggio deciso dei media ha grande influenza non solo nei confronti dell'opinione pubblica ma anche presso le stesse Istituzioni inadempienti. Vi chiediamo, perciò, di sostenere la nostra impresa in favore della città.

Per il "Comitato per Taranto"

Biagio De Marzo e Alessandro Marescotti

mercoledì 26 dicembre 2007

News Ambiente




AMBIENTE: UE, CONTINUA BATTAGLIA CONTRO POLVERI INQUINANTI

(ANSA) - ROMA, 24 DIC - Nuovo passo avanti del Parlamento europeo nella sua battaglia contro smog e inquinamento, in particolare sul fronte delle polveri nocive contenute nell'aria. Il voto dei giorni scorsi in plenaria apre infatti la strada a controlli e limiti rigorosi nei livelli delle particelle sottili. La nuova normativa obbliga le autorita' locali e gli Stati membri a nuovi standard per limitare i rischi alla salute causati da queste polveri presenti nell'aria. In particolare, il testo ''licenziato'' dagli eurodeputati prelude ad una nuova direttiva che aggiorna le precedenti obbligando tutti gli Stati membri a monitorare e fissare limiti precisi dei livelli di particelle piu' piccole, fissando limiti entro il 2010 per un massimo di 25 micron per metro cubo, in vista di vincoli precisi entro il 2015. Dal 2020 poi la soglia dovrebbe abbassarsi a 20 micron. Per quando riguarda le ''famigerate'' PM10, il Parlamento avrebbe voluto fissare anche limiti annuali ma non ha trovato l'accordo con il Consiglio: sarebbe infatti troppo difficile condurre rilevazioni credibili, per le dimensioni e per la loro presenza in tutti gli ambienti naturali. Inoltre gli studi relativi ai loro effetti sulla salute non sono ancora al punto da determinare la base di riferimento per la definizione di una nuova regolamentazione comunitaria. Per loro rimangono quindi inalterati i limiti attualmente in vigore. Le particelle sottili presenti naturalmente nell'ambiente, siano esse solide o liquide, provengono in origine dal fuoco delle foreste, dall'attivita' vulcanica, dalle polveri spostate dai venti, dai pollini, dalle piante, da parti di insetti e da spruzzi del mare. Ma sono state soprattutto le attivita' industriali, i trasporti, l'incenerimento dai rifiuti a incrementarne le emissioni, che contengono metalli pesanti, carbonio, nitrati e solfati che penetrano nel nostro organismo. La comunita' scientifica designa queste particelle con le iniziali PM, classificandole secondo la loro grandezza: piu' le particelle sono piccole, maggiore e' il rischio per la salute poiche' possono sostare nei bronchi e nei polmoni o entrare in circolazione nel sangue, causando patologie quali l'asma, le allergie, gli attacchi cardiaci e i decessi prematuri. Secondo il report del gruppo di lavoro dell'Organizzazione mondiale della salute (Oms), il rischio di prolungate esposizioni a un'atmosfera carica di queste particelle sospese, puo' provocare una riduzione significativa dell'aspettativa di vita, malattie cardiovascolari e cancro ai polmoni. (ANSA). XLO
24/12/2007 10:45
per maggiori informazioni cliccare su:

Conferenza sul cambiamento climatico: quali passi dopo Bali?

Polveri nocive nell'aria: il Parlamento dice stop





venerdì 21 dicembre 2007

Good50x70: il progetto sulla comunicazione sociale a Lecce


Si svolgerà dal 15 al 25 dicembre presso l’atrio di Palazzo dei Celestini a Lecce “Good 50x70”, la mostra dedicata alle opere vincitrici dell’omonimo concorso internazionale, nato da un’idea di Pasquale Volpe, in collaborazione con Tommaso Minetti, realizzate da giovani graphic, designer, art director, copywriter provenienti da tutto il mondo.

L’iniziativa si avvale della collaborazione di Amnesty international, Amref, Emergenzy, Greenpeace, Lila. “Good 50x70” è un laboratorio nel quale la libera creatività si misura con temi importanti e cruciali, con lo scopo si incidere realmente nella società e diventare motore di cambiamento.

I creativi di tutto il mondo si sono stati chiamati a ideare alcuni poster, confrontandosi rispetto a cinque tematiche di interesse globale, proponendo soluzioni alternative in totale libertà: Aids, violazione di diritti umani, guerra, sottosviluppo e degrado ambientale.

Sono pervenuti 1659 progetti, valutati e selezionati da una giuria composta da designer di fama mondiale: Timo Berry (Finlandia), Yossi Lemel (Israele), Alain Le Quernec (Francia), Luba Lukova (Usa), Chaz Maviya-Davis (Zimbabwe), Armando dilani (Italia), Woody Pirtle (Usa), Fukuda Shigeo (Giappone), Massimo vinelli (Usa) e Lourdes Zolezzi (Messico). Duecento le opere scelte dalla giuria: per ogni categoria tematica sono stati individuati dieci vincitori ex-equo e 30 menzioni speciali.

I poster saranno esposti in una mostra (ingresso gratuito) che inaugurata sabato 15 dicembre alle 19.

Cliccando su Slideshow vedrete alcuni dei bellissimi eco-poster...



Piano Qualità dell'Aria Regione Puglia: da oggi l'avvio delle consultazioni

Dal Portale Ambiente della Regione Puglia:

"Avviato il processo di Valutazione Ambientale Strategica per la definizione del Piano regionale di qualità dell'aria.

La fase di Scoping si è conclusa il 20 novembre 2007.

Sono avviate le consultazioni sul Rapporto Ambientale: le autorità e il pubblico sono invitate a formulare osservazioni entro il 3 febbraio 2008, attraverso l'apposito modulo. Di seguito è possibile scaricare il Rapporto Ambientale, la Sintesi non tecnica, il PRQA revisionato e il modulo per le osservazioni."


I documenti in questione si trovano nel sito della Regione Puglia cliccando su "Portale Ambiente"


Rassegna ambiente e cultura











mercoledì 19 dicembre 2007

Rassegna Ambiente e cultura











Convenzione di Aarhus: il Comitato invia le osservazioni al Ministero dell'Ambiente



COMUNICATO STAMPA

OSSERVAZIONI SUL RAPPORTO DEL MINISTERO DELL’AMBIENTE

SULL’ATTUAZIONE DELLA CONVENZIONE DI AARHUS

l’attuazione della convenzione di aarhus a Taranto

La “Convenzione di Aarhus” (1998) è la Convenzione della Comunità Europea sull’accesso alle informazioni, la partecipazione del pubblico ai processi decisionali e l’accesso alla giustizia in materia ambientale; essa è stata ratifica e resa esecutiva in Italia dalla legge 16 marzo 2001, n. 108. Il principio generale che la sottende, ribadito nel più recente DPR 195/2005, è che “l’autorità pubblica rende disponibile l’informazione ambientale a chiunque ne faccia richiesta”. E’ evidente che l’informazione ambientale viene garantita al cittadino proprio perché egli possa esercitare il suo diritto di partecipazione ai procedimenti. Questo diritto spetta alle associazioni che tutelano il diritto all’ambiente salubre, nonché ai cittadini che subiscono gli effetti dell’inquinamento ambientale.

A maggio 2005 l’Italia ha presentato il proprio rapporto sull’applicazione della Convenzione ed è impegnata ad aggiornare tale rapporto entro dicembre 2007 per fare in modo che sia presentato e valutato nella Conferenza di giugno 2008.

Il Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare qualche giorno fa ha pubblicato sul proprio sito la bozza del “Primo Aggiornamento del Rapporto Nazionale sull'attuazione della Convenzione di Aarhus” ed ha sollecitato il “pubblico” ad inviare commenti, integrazioni e segnalazioni entro il 18 dicembre 2007.

Per tutto quello che è accaduto finora in materia ambientale, si dovrebbe scrivere un intero trattato su come la “Convenzione di Aarhus” è stata disattesa a Taranto, pur dichiarata “area ad elevato rischio ambientale” con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 30 Novembre 1990 e con DPR 23 Aprile 1998. Ne manca il tempo, per la scadenza capestro del 18 dicembre 2007 scaturita da un iter che in extremis salva solo la forma: se la normativa prevede una seria consultazione del “pubblico” che non sia solo formale, è necessario che la documentazione sia messa a disposizione dei cittadini con informazione ampia e trasparente e soprattutto in tempo utile.

Per mancanza di tempo, quindi, il “Comitato per Taranto”, associazione di cittadini liberamente costituitasi in difesa dell’ambiente e della salute della cittadinanza ionica, è costretto a presentare come integrazione alla bozza ministeriale solo le osservazioni, anomalie e incongruenze rispetto alla Convenzione di Aarhus individuate nella vicenda della procedura per l’AIA - Autorizzazione Integrata Ambientale - per lo stabilimento Ilva di Taranto. Esse sono state inviate, a suo tempo, alla Direzione Generale Salvaguardia Ambientale del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare dal “Comitato per Taranto”, da altre 23 organizzazioni locali affini (incluso Legambiente, Italia Nostra, WWF, LIPU, AIL e UIL) e da singoli cittadini.

inadempienze procedurali rispetto al principio fondamentale aarhus

Sulle procedure AIA, il “pubblico” di Taranto è rimasto all’oscuro a lungo. L’avvio di quella per Ilva Taranto è avvenuto con quattro mesi di ritardo ed ha “bruciato” metà del tempo residuo disponibile per emettere l’autorizzazione stessa.

Per rendere effettivamente accessibile al “pubblico” l’informazione ambientale, riteniamo che ai “Gestori” degli impianti debba essere imposto di pubblicare l' “annuncio pubblico dell’avvio della procedura AIA” anche su 2 quotidiani locali di maggiore diffusione nel luogo interessato anziché soltanto su un quotidiano nazionale che comporta il rischio che “il pubblico veramente interessato” rimanga all’oscuro di tutto, come stava per accadere a noi a Taranto. Come pure riteniamo che debba essere ridotta al minimo la documentazione “riservata” o “secretata” per il pubblico, comunque sostenuta con motivazioni ragionevoli, specifiche e rese pubbliche.

Sempre per rispettare il “principio di accessibilità”, si deve rendere più facile e più intuitivo l’accesso ai contenuti del sito DSA/aia di Minambiente, rendendoli così disponibili anche al “pubblico” non “specializzato in informatica”. E’ opportuno, inoltre, disporre che aia@pec.minambiente.it risponda alle richieste di informazioni provenienti da “pubblico” anche se privo di “e – mail certificata”: in altre parole bisognerebbe fare in modo che almeno la struttura di Minambiente sia totalmente in linea con “Aahrus” e con gli obblighi verso il “pubblico”.

In tema di obblighi, si ritiene opportuno segnalare che il documento DR013_02 “Rapporto conclusivo dell’attività ispettiva ai sensi del D.M. 5 novembre 1997”, molto importante ai fini della concessione o meno dell’AIA a Ilva Taranto, ora non appare più nel sito DSA/aia di Minambiente, mentre noi ne siamo in possesso avendolo “scaricato” dalla cartella “Altro” della domanda di Ilva Taranto.

lacune e ritardi legislativi connessi con la convenzione di aarhus

Riteniamo indispensabile che il Ministero promuova ed ottenga la doverosa correzione legislativa che adegui il limite di emissione di diossina per gli impianti siderurgici italiani a quello vigente in Europa. E’ incomprensibile come tale gravissima incongruità non sia stata ancora eliminata nonostante segnalazioni “pubbliche” varie e addirittura interrogazioni parlamentari inascoltate. Ancora più sconcertante è constatare che, nella normativa nazionale per gli inceneritori, il limite di emissione della diossina è analogo a quello di riferimento per la siderurgia europea: non è noto chi e perché è riuscito a dimostrare al Legislatore nazionale che agli Italiani certe dosi di diossina fanno male non in assoluto ma a seconda del “produttore di diossina”. Tutto questo, probabilmente, non sarebbe avvenuto se fosse stato operante lo specifico “Osservatorio IPPC”, al quale il “pubblico” avrebbe posto il problema.

Il “pubblico” che desidera partecipare attivamente alle decisioni in materia ambientale incontra due “macigni”: la incredibile quantità di norme e la miriade di Enti e Strutture pubbliche preposte ad autorizzare, esprimere pareri, effettuare vigilanza e controllo sui fatti ambientali, con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti. Il “pubblico” non specialista che voglia capire e valutare, ad esempio, una qualsiasi “Determinazione” di Dirigenti di Istituzioni pubbliche preposti al settore ecologia, entra in uno scoraggiante labirinto. La prof.ssa Rita Cellarino, attuale Direttore scientifico della Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione, ha fotografato, fin dal 2002, la “babele” tutta italiana del settore, che consente fantasiosi escamotage e che non è stata modificata in maniera significativa dai D. Lgs. 59/2005 e 152/2006. Il volume edito annualmente da Il Sole 24 Ore SpA con il titolo di “Codice dell’ambiente”, rende bene la situazione: è un unico volume più alto che largo, di oltre 4200 pagine, pur essendo stampato con caratteri “da lente d’ingrandimento” e pur presentando, spesso, leggi e decreti privi dei corposi allegati. Riteniamo che il Ministero debba avviare una vigorosa azione di snellimento, semplificazione e razionalizzazione della materia ambientale, nell’interesse pubblico.

La lentezza degli organismi italiani (Parlamento, Governo, Ministeri, Regioni, Enti Locali, ecc.) provoca disastri a carico del “pubblico” che nessuno quantizza. Valga per tutti l’esempio della vicenda dell’AIA. Nel 1996 viene pubblicata la Direttiva europea 61/96/CE, la cosiddetta “IPPC”, con cui vengono fissate le regole europee sull’AIA. L’Italia la adotta tre anni dopo, con il Decreto Legislativo n. 372 del 4 agosto 1999. L’art. 4, comma 11 del Decreto nazionale stabilisce che tutti gli impianti italiani devono essere in possesso di AIA entro il 30 ottobre 2007, cioè la data fissata nella “IPPC europea” del 1996. Sei anni dopo, viene emesso il D. Lgs. 59/2005, che integra e sostituisce il D. Lgs. 372/1999, senza modificare, però, né i contenuti dell’AIA, nè la data entro cui gli impianti devono esserne in possesso. In Italia, la scadenza ultimativa del 30 ottobre 2007, è quindi fissata e nota almeno dal 1999, come pure è noto che l’impianto privo di AIA potrebbe proseguire nell'esercizio provvisorio solo dietro proroga tassativamente non superiore a 6 mesi. Ebbene, undici anni dopo l’emanazione della 61/96/CE, allo scoccare della scadenza del 30 ottobre 2007, non è stata emessa neanche una AIA di responsabilità dello Stato centrale (Minambiente) e quella data è stata prorogata, impudicamente, di 6 mesi, in barba agli interessi dei cittadini costretti a convivere per altri 6 mesi con impianti privi di AIA e pertanto fuori dai vincoli e controlli imposti da una rigorosa normativa “europea”.

Infine, il giudizio sulla applicazione in Italia della “Convenzione di Aarhus” è scritto nella quantità di “Osservazioni del pubblico” sulle centinaia di domande di AIA pervenute al Ministero dell’ambiente: sono meno delle dita di una mano, incluso quelle presentate dal “pubblico” di Taranto sulla domanda di AIA per l’Ilva di Taranto.

In conclusione, il “Comitato per Taranto” ha un interesse diretto verso lo stato di crisi ambientale in cui versa il territorio di Taranto con gravi ripercussioni sullo stato di salute dei cittadini vittime di un contesto ambientale deteriorato e sottoposto a rischio per la presenza di aziende ad elevato rischio ambientale e di incidenti rilevanti. In ragione di tutto quanto esposto il “Comitato per Taranto” è fortemente insoddisfatto su come, finora, è stata applicata la “Convenzione di Aarhus”.

Taranto 16 dicembre 2007



Per Il Comitato per Taranto

Giuseppe Cicala

Biagio De Marzo

Stefano de Pace

Alessandro Marescotti

Antonietta Podda


martedì 18 dicembre 2007

Rassegna ambiente e vivibilità









Aria




Chi non dovesse vedere il video, clicchi su Aria, e buon ascolto!

Questa canzone di Giovanni Allevi s'intitola Aria. La dedichiamo a Taranto, ai suoi abitanti e ai lavoratori e lavoratrici che raggiungono il nostro territorio sofferente e desideroso di un'aria più salubre.
Aria come buon auspicio per un 2008 all'insegna di risposte positive a favore del nostro ambiente:

Tante risposte Taranto deve avere....

le ricordiamo?

  • risposta alle osservazioni relative all'Autorizzazione Integrata Ambientale;
  • risposta alla questione "diossina";
  • risposta alla Via della raffineria Agip di cui si propone il raddoppio;
  • risposta alle osservazioni sulla realizzazione dell'impianto di rigassificazione nell'area ex-Belleli;
  • risposta alle osservazioni su Convenzione di Aarhus;
  • risposta alla diffida presentata al Ministero dell'Ambiente con cui si chiedeva di mettere a disposizione del pubblico alcuni documenti individuati quali riservati e di fornire in particolare le informazioni riguardanti le emissioni dell'impianto nell'ambiente
  • risposta alla richiesta di organizzare da parte del Comune la consulta delle associazioni ambientaliste come "promesso" dall'assessore all'ambiente Pastore (non si doveva fissare per ottobre 2007?);
  • risposta da parte del Sottosegretario all'Ambiente Laura Marchetti alla lettera da noi inviata;
  • risposta da parte del Presidente Napolitano alla petizione inviata in data 9/10/2007;
  • risposta da parte del Prof Pirro per un confronto vis à vis;
  • risposta da parte del Comune su:
  1. definizione del ruolo dell’Autorità Comunale nella gestione dell’informazione alla popolazione per gli incidenti rilevanti;
  2. individuazione di una sede adeguata per l’Arpa di Taranto;
  3. attivazione e adeguato posizionamento delle centraline comunali - pubblicazione on-line in tempo reale dei dati rilevati.
Chi volesse aiutarci in questa complessa impresa (visto che le istituzioni per quest' anno 2007 non l'hanno fatto, dimostrando più volte di non esaudire il volere del popolo che si dà da fare, e calpestando con facili e false promesse i "progetti" di tante persone che si impegnano ogni giorno per questa città) lo può fare via e-mail.... comitatopertaranto@yahoo.it
e attivamente partecipando alle nostre riunioni che si tengono il lunedì in Piazzale Bestat, sede Uil, piano terzo.

La prossima riunione è fissata per gioved' 27 dicembre alle ore 18.00. Stessa Sede.


Ricordiamo che chi volesse avere il calendario Images of Taranto, può sempre contattarci! sono disponibili nuove copie.



venerdì 14 dicembre 2007

Rassegna Ambiente Salute e Cultura











Morti sul lavoro: voci di donne


Dall'Ilva di Taranto alla Thyssenkrupp di Torino, sono tante le fabbriche in questo Paese ad essere ed essere state testimoni di sfruttamento e morte nel nome del Profitto.

Nella trasmissione Anno Zero su Rai Due sono intervenute a parlare di queste traumatiche esperienze di morte sul lavoro due donne, ciascuna con la propria storia.

Potrete ascoltare le loro voci, e riflettere sulle loro dichiarazioni, su quelle frasi che spezzano il cuore.

"Ho visto una bara e una mano che l'accarezzava.
Ti diventa pelle quel legno
perchè lì cerchi un amore
un conforto.
Questo non lo sanno le
fredde istituzioni
e tra queste
ci sono appunto
i sindacati.
A che cosa servono i sindacati?"

Per scaricare il file in mp3 è semplicissimo: basta cliccare su Donna&Sorella
e cliccare su Click here to start download..

altra testimonianza di un'altra donna con un'altra storia:

"una volta mio marito ha lavorato 24 ore di seguito...."

Vi domanderete: in quale fabbrica?
Scaricate la registrazione e conoscerete la risposta.
Per scaricare il file in mp3 (durata: 10 min. circa) cliccate su La Voce delle Donne e cliccare su "Click here to start download..".






News Ambiente - Lavoro - Cultura........










mercoledì 12 dicembre 2007

Primo Aggiornamento del Rapporto Nazionale sull'attuazione della Convenzione di Aarhus


Anche questa è una notizia importantissima!


Dal sito del Ministero dell'Ambiente riportiamo:

E' in linea la versione in italiano del Rapporto Nazionale 2007 (pdf, 136 KB).
Commenti, integrazioni e segnalazioni di buone pratiche relativamente ai contenuti del Rapporto Nazionale (in allegato) possono essere inviati entro il 18 dicembre 2007 al Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, alla cortese attenzione della Dott.ssa Dall'Ora, dallora.loredana@minambiente.it.


___________________________________________________________

Si parla dunque della Convenzione di Aarhus, sull'accesso alle informazioni, la partecipazione del pubblico ai processi decisionali e l'accesso alla giustizia in materia ambientale.
A giugno 2008 in Lettonia alla Terza Conferenza delle Parti, gli Stati Parti o Firmatari della Convenzione (tra cui anche l'Italia) presenteranno infatti i rapporti nazionali con le versioni aggiornate della Convenzione.
In tale occasione, i rapporti nazionali verranno valutati.

"La prima bozza del rapporto aggiornato sarà sottoposta a consultazione pubblica attraverso la pubblicazione sul sito web del Ministero dell'Ambiente e l'invio alle associazioni di protezione ambientale riconosciute."

La scadenza per presentare le osservazioni è fissata al 18 dicembre 2007.


Considerando che la bozza è stata pubblicata sul sito proprio ieri, mi domando come sia possibile per quei cittadini interessati a prendere parte alla stesura di questo importante documento, produrre ed inviare osservazioni in meno di una settimana...

Aarhus è lontana?

Intanto noi possiamo fare tanto e anche voi che ci leggete. Come?
Inviateci le vostre riflessioni, osservazioni a comitatopertaranto@yahoo.it su questa prima bozza, sperando di riuscire a produrre ed inviare il materiale entro il 18 dicembre!







Consultazione pubblica relativa all'assegnazione quote CO2 del periodo 2008-2012


Cittadini siete invitati tutti a partecipare alla consultazione pubblica!

Questo che trovate qui sotto è il testo estrapolato dal sito del Ministero dell'Ambiente che vi spiega le modalità di consultazione pubblica sullo schema di Decisione di assegnazione per il periodo 2008-2012 in attuazione della direttiva 2003/87/CE.

Cerchiamo di capire insieme che cosa dice questo testo, che cosa NOI TUTTI possiamo fare per partecipare alla consultazione e come intervenire, ed infine cerchiamo di capire se le quote assegnate agli stabilimenti industriali a noi vicini sono corrette....


Dal Sito del Ministero dell'Ambiente:

Conformemente a quanto disposto dall'articolo 8, comma 2, lettera c del Decreto 4 aprile 2006, n. 216, il Comitato di gestione e attuazione della direttiva 2003/87/CE pubblica per la consultazione lo Schema di decisione di assegnazione per il periodo 2008-2012. Lo schema di Decisione di Assegnazione è stato elaborato sulla base del Piano Nazionale di assegnazione per il periodo 2008-2012, approvato con decreto DEC/RAS/1448/2006 e tiene conto del parere della Commissione, di cui alla Decisione della commissione relativa al piano nazionale di assegnazione delle quote di emissione dei gas a effetto serra notificato dall’Italia del 15/05/2007.

Modalità per lo svolgimento della consultazione

L'avvio della consultazione è notificato al pubblico attraverso annuncio pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana. Il pubblico può presentare le osservazioni al presente Schema di Decisione di assegnazione entro le ore 12 del 15° giorno successivo quello di pubblicazione dell'annuncio in Gazzetta (la data di pubblicazione verrà indicata su questa pagina).

Il pubblico è invitato a presentare le osservazioni allo Schema di Decisione di assegnazione al seguente indirizzo di posta elettronica RAS.consultazioni@minambiente.it, utilizzando il formato appositamente predisposto (Excel-xls, 93 KB) e specificando in oggetto "Consultazione pubblica Decisione di assegnazione 08-12".

La stesura finale della Decisione di assegnazione prenderà in considerazione le osservazioni ricevute laddove esse risultino compatibili con i dettami stabiliti dalla Direttiva 2003/87/CE, in particolare quelli elencati nell'allegato III, e con i principi fissati dal D.lgs. 4 aprile 2006, n. 216.

Si allega di seguito la documentazione rilevante al fine dello svolgimento della consultazione:

* Schema di Decisione di assegnazione per il periodo 2008-2012 (pdf, 495 KB)

* Formato per l'invio osservazioni allo schema di Decisione di assegnazione 2008-2012

La sottoscrizione del formato per l’invio delle osservazioni allo schema di decisione di assegnazione con firma digitale è facoltativa.

Se intendete partecipare alla consultazione ed inviare le osservazioni non considerate questo post, che vuole essere solo un post informativo, ma consultate il sito ministeriale:
Sito Web Ministero Ambiente
Pagina su Consultazione Pubblica







Pet-coke a Taranto, vi sveliamo i retroscena

Nella documentazione che alleghiamo al presente comunicato emerge che, su sollecitazione del Settore Ecologia del Comune di Brindisi, la Regione Puglia ha dovuto esaminare la spinosa questione del Pet-Coke quale "sostanza pericolosa". La Regione Puglia si è dovuta così sobbarcare l'onere effettuare una verifica quanto mai "scottante" sul pet coke da stoccare a Brindisi. Ha dovuto esaminare se fosse una "sostanza pericolosa" e quindi anche con effetti "cancerogeni, mutageni e teratogeni".

La Regione Puglia per Brindisi, investita del peso di questa responsabilità dal Comune di Brindisi, ha dovuto condurre approfondimenti ed è arrivata alla conclusione che "da quanto esplicitato il carattere "pericoloso" del pet - coke può essere rinvenuto nella sua infiammabilità e non è escluso che possa essere ugualmente classificato pericoloso per uno o più degli altri caratteri riportati dalla Legge 29 maggio 1974, n. 256 ". La Regione Puglia per Brindisi non se l'è sentita di escludere che il Pet-coke potesse essere anche "cancerogeno, mutageno e teratogeno" e pertanto ha ritenuto di "sottoporre a procedura di VIA il progetto in esame al fine di approfondire e chiarire gli aspetti evidenziati" ossia per quanto concerneva la qualificazione del Pet-coke come "sostanza pericolosa".

Se si legge con attenzione l'atto con cui la Regione Puglia esamina la questione del Pet-Coke a Brindisi si nota che la parola "pericoloso" o "sostanza pericolosa" ricorre ben 11 volte .

Invece per Taranto la definizione "pericoloso" o "sostanza pericolosa" non compare mai nel parere di "compatibilità ambientale" della Regione Puglia: il Pet-coke, come si evince dalla lettura della determina, non viene mai associato alla definizione di "sostanza pericolosa".

Due pesi e due misure fra Brindisi e Taranto sulla stessa questione. E ciò è ancora più grave se si considera il fatto che la determina regionale sul Pet-coke di Brindisi (5/9/2005) precede quella sul Pet-coke di Taranto (15/2/2006). Quindi la Regione Puglia avrebbe potuto fare tesoro per Taranto delle stesse cautele e preoccupazioni che erano state sollevate pochi mesi prima per Brindisi. Avrebbe potuto sottoporre la questione alla pubblica attenzione della popolazione stattese interessata, come previsto dalla Convenzione di Aarhus e dai diritti di partecipazione e trasparenza ambientale in essa contenuti. Ma nulla di tutto questo è stato fatto e la procedura è andata avanti in forme tutt'altro che pubbliche e partecipate.

E così il Pet-coke, che a Brindisi è "sostanza pericolosa", a Taranto diviene una sostanza stoccabile con semplici accorgimenti tecnico-amministrativi come l'impermeabilizzazione del fondo del deposito e l'umidificazione del cumulo.

Fa riflettere il fatto che la Regione Puglia non ravveda per Taranto le stesse preoccupazioni che invece emergono per Brindisi. La Regione Puglia alla fine delega la Valutazione di Impatto Ambientale al SUAP (Sportello Unico Attività Produttive) di Brindisi, decretandone di fatto la bocciatura. Un simile impulso di autodifesa del territorio non emerge invece a Statte e la "compatibilità ambientale" di un deposito di Pet-coke a cielo aperto passa con relativa facilità.

Ravvisiamo una evidente disparità di trattamento fra Taranto e Brindisi su questioni cruciali per la salute dei cittadini.

E veniamo alla "pericolosità" del Pet-coke.

Il Pet-Coke è l'ultimo prodotto delle attività di trasformazione del petrolio, tanto da guadagnarsi il nome di "feccia del petrolio". Per la sua composizione, il Pet-Coke comprende IPA (Idrocarburi Policiclici Aromatici) e in particolare benzopirene, che è cancerogeno. Il Pet-coke può contenere metalli pesanti come il nichel, il cromo e il vanadio. Nella combustione crea inquinamento e se movimentato senza speciali precauzioni può sollevare polveri dannose per l'organismo umano. Il carico, lo scarico e il deposito del Pet-Coke deve quindi seguire ferree regole dettate da un decreto del Ministero della Sanità equiparabili al trasporto di sostanze pericolose.

Se questa è la realtà, le due determinazioni della Regione Puglia ci stupiscono per come lo stesso Pet coke viene valutato diversamente in relazione alla salute e alla sicurezza a seconda che il Pet coke sia stoccato a Taranto o a Brindisi.

Forse a Taranto siamo di tempra robustissima e siamo resistenti a tutte le sostanze cancerogene, mutagene e teratogene?

Ripercorriamo brevemente la storia recente del Pet-coke. Il sindaco di Taranto Ippazio Stefano negli scorsi giorni aveva lanciato l'allarme Pet-coke scrivendo all'Arpa e sollevando il problema della movimentazione del Pet-coke che il sindaco indicava come sostanza contenente dei cancerogeni come gli IPA. Parallelamente la magistratura aveva fatto scattatare un'inchiesta, grazie ai carabinieri del Noe e all'Agenzia dogane. Le contestazioni della magistratura partono paradossalmente da un'indagine fiscale: circa seimila tonnellate di Pet coke, stoccate nell'Italcave, sono state sequestrate per presunte irregolarità.

Che questa indagine della magistratura scatti dopo un controllo fiscale e una lettera del sindaco all'Arpa è quanto mai degno di una seria riflessione. Quali controlli ha predisposto la Regione dopo l'autorizzazione del Pet-coke a Taranto? Si era "dimenticata" che - avendo dato parere di compatibilità ambientale a migliaia di tonnellate di "sostanza pericolosa" - occorreva ordinare severi controlli periodici per tutelare la salute pubblica? Come mai invece i "severi controlli" alla fine li fa la magistratura?

E' una brutta storia in cui emergono responsabilità istituzionali e politiche evidenti: seimila tonnellate di Pet-coke a spasso per Taranto su centinaia di camion non sono certo "invisibili". Da tempo scorazzavano con questa "sostanza pericolosa" e non sapevamo quale effetto potessero avere sulla salute.

Appare purtroppo evidente una cosa: la pratica relativa all'autorizzazione del Pet-coke a Taranto è stata avviata con la giunta Fitto e si è perfezionata con la giunta Vendola. Questo dimostra per Taranto una sconcertante continuità fra la gestione ambientale del centro-destra e quella del centrosinistra su questioni di così grave rilevanza per la salute dei cittadini.

Alla luce di quanto esposto chiediamo alla Regione Puglia che venga effettuata una tempestiva e rigorosa indagine interna sull'operato dei responsabili di autorizzazioni che come cittadini contestiamo fermamente.

Per il Comitato per Taranto
Biagio De Marzo
Salvatore De Rosa
Giuseppe D'Aloia
Francesco Maresca
Alessandro Marescotti
Antonietta Podda
Francesco Sorrentino


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(Per l'Italia presente il ministro dell'Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio. Il suo intervento e' fissato per domani)

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