venerdì 16 gennaio 2009

Che fine fanno le inchieste? Prendi il petrolio, per esempio

Prendiamo il fatto accaduto, il 16 dicembre scorso degli arresti, in seguito alle indagini del pm Woodcock di 4 amministratori Total, di cui l’ex ad Lionel Levha di Total Italia, il contumace Jean Paul Juguet, il deputato PD (di cui Margotta) e l’imprenditore Ferrara, oltre al sindaco di Corleto Perticara. Le ipotesi di reato spiccate dal pubblico ministero non sono da poco conto: associazione a delinquere con finalità di turbativa d’asta – scambio di buste per appalti – corruzione e concussione, creazione di una società per pilotare gli appalti di costruzione, stipula di un contratto anticoncorrenziale per 15 milioni di euro e garanzia di rifornimento presso la Total per cinque anni, clausole capestro per l’acquisizione di terreni agricoli a un prezzo fuori mercato, 6 euro al metro cubo pena il pignoramento a 2 euro, con la collaborazione di un funzionario comunale. Esse ruotano attorno al progetto “Tempa Rossa” (vicino alla Val d’Agri in Basilicata) che “prevede lo sviluppo di un giacimento petrolifero all’interno della Concessione Gorgoglione, situato nella Regione Basilicata, nel Sud d’Italia, principalmente nel territorio del Comune di Corleto Perticara (PZ)” dove TOTAL ITALIA SpA, ha la quota del 50% (ESSO Italiana e Shell Italia E&P il 25% ognuna), e comporta la costruzione di un centro di Trattamento Oli, la costruzione e messa in funzione di sei pozzi; la realizzazione di una rete di condotte; la realizzazione di un impianto nell’area industriale di Guardia Perticara, per lo stoccaggio del GPL prodotto; la realizzazione delle condotte di collegamento all’oleodotto "Val d’Agri-Taranto", per il greggio, alla Rete Gas nazionale per il metano e al centro di stoccaggio per il GPL.
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