domenica 18 gennaio 2009

c'è da stupirsi?

Possiamo prendere seriamente e criticare una proposta che definire fantasiosa è segno di infinita, quasi evangelica, benevolenza?
Ma no, limitiamoci a considerare questa proposta per quello che è da sempre l'abito liso della cattiva cittadinanza. Facciamo degli esempi:
- Perchè indignarsi dell'inquinamento se, invece di insistere sui propri diritti ad un ambiente pulito e chiedere il rispetto delle leggi e della costituzione, si propone un centro di ricerca addirittura "internazionale" sulla ricerca ambientale? (Area Vasta)
- Perchè criticare le cattive condizioni della città e lo stato di abbandono e spopolamento di interi quartieri se, invece di promuovere piani regolatori e pianificazione sostenibile, si propina l'ennesima crescita urbana in odore di speculazione edilizia? (Salinella - Comune di Taranto)
- E allora perché lamentarsi della perdita di storia che ogni giorno colpisce Taranto se, invece di intervenire su quanto di autentico è riuscito a sopravvivere alla distruzione, si propone addirittura una "nuova, antica città della Magna Grecia" agli ex-cantieri Tosi (AMIU)?
A questo punto perché farla lì? Proporrei di accelerare, come sta facendo l'assessore, il naturale degrado da incuria e inerzia in Città Vecchia per demolire tutti quei palazzacci marci e incompresi e "ri-fare" la gloriosa acropoli tarantina.
Allora, potremmo anche girare con il chitone e i sandali come i nostri progenitori e passare con il rosso non con la solita punto ma con la biga o con l'ultimo modello di quadriga decappottabile!
Ragazzi, alla fantasia (perversa) dei tarantini non c'è limite! Buona lettura

IL PROGETTO / A Taranto un parco divertimenti «magnogreco». Di FABIO VENERE
TARANTO - Divertirsi, creare dei posti di lavoro con uno sguardo attento al nostro passato. Con uno sguardo alla Magna Grecia. In estrema sintesi, può essere illustrato così il progetto «Taras Magna Grecia Theme Park», ovvero «Grande parco divertimenti a tema Magna Grecia». L’idea è di Angelo Todaro, saggista storico e disegnatore che si è avvalso della collaborazione di Mario Lazzarini, insegnante di greco al “Q. Ennio” ed archeologo subacqueo. Al progetto, inoltre, hanno collaborato anche i tecnici Giuseppe Giammaruco e Giovanbattista Vitone. Quest’idea è stata presentata all’Amiu, l’azienda d’igiene urbana, per inserirla nel «pacchetto» di proposte da avanzare nell’ambito del programma Area Vasta. Ma i tempi stretti, si era quasi alla scadenza dei termini, hanno escluso un progetto di sicuro interesse e ricco di notevole fascino storico. Il parco, nelle intenzioni del progettista, avrebbe dovuto essere realizzato non lontano dal mare e, quindi, l’ex area dei Cantieri Tosi avrebbe potuto essere lo scenario ideale. Todaro aveva ipotizzato appunto di inserire l’intervento sulle rive del Mar Piccolo che, oltre ad avere una motivazione tecnica, avrebbe offerto sicuramente un impatto scenografico notevole dalle rive della città, specialmente di notte, con l’illuminazione dei templi e delle statue colossali. il progettista di taras, Angelo Todaro E’ lo stesso Angelo Todaro che guida idealmente i lettori della «Gazzetta» all’interno del parco Taras. «Vi si entra dalla grande Porta Temenide, costruita com’era in età greca, rientrante e racchiusa tra quattro torrette con soldati. Le torrette che si trovano all’esterno, verso il parcheggio, possono ospitare la biglietteria. Una larga via principale - prosegue Todaro - conduce verso la grande agorà, la piazza. Il visitatore che la percorre sarà già colpito dalla visione, guardando in fondo alla larga strada, della vasta agorà, dove al centro campeggia la grande statua in simil-bronzo di Zeus (realmente esistita nella Taras antica, opera del grande scultore greco Lisippo), alta 18 metri, la seconda più grande di allora dopo il Colosso di Rodi». Oltre la statua si vede il fronte del grande Tempio dorico a sei colonne, simile a quello che era nell’attuale Piazza Castello.

Fermiamoci qui per decenza, chi vuole può leggere il resto su La gazzetta del mezzogiorno.
Con una constatazione amara: se i nostri ammistratori sono i primi incapaci di concepire un piano organico e serio di interventi per la città non c'è da stupirsi se una cittadinanza poco abituata alla partecipazione finisca col rinchiudersi in un mondo di sogni...

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