A volte viene voglia di violare la soglia della rappresentanza e di entrare nel salotto buono a competere direttamente e a difendere fino all'ultimo i propri diritti.
Questa idea viene portata avanti in diverse realtà da gruppi locali organizzati.
Già qualche "amico di Beppe Grillo" è riuscito a profanare il tempio della spartizione ed altrove si assiste a forme di consenso dal basso, che intervengono a sostituire una politica che non sa più parlare con la gente, se non attraverso tv e giornali imboccati con domande scaldate...

Certo non è una cosa che qui si potrebbe fare a cuor leggero, e poi Taranto è una città molto sospettosa, dove i cittadini sono ormai insensibili ai Savonarola di turno che poi appena "promossi" disattendono promesse e fiducia.
Ma forse, fare cittadinanza attiva vuol dire superare anche queste delusioni e provare, dal basso a creare la nuova politica.
Intanto, stiamo a vedere cosa succede nella "Taranto del futuro prossimo", che ha appena subito l'insulto del processo per inquinamento al gruppo Riva, avviato verso la prescrizione annunciata con buona pace di chi ha inquinato e dei morti genovesi che non avranno giustizia.
Una domanda però ci continua a girare per la testa: sarebbero così spavaldi i nostri politici se tutti coloro che sono morti prematuramente per colpa dell'inquinamento potessero votare oggi?
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