mercoledì 21 gennaio 2009

Cronaca di una beffa annunciata

"Anche stavolta non pagherà nessuno"
Patrizia Avagnina, storica leader dei comitati attacca: un finale annunciato
di Donatella Alfonso per Repubblica

«Per lo scempio di Cornigliano e per tutti gli operai che si sono ammalati, non pagherà nessuno. Politicamente si è scelta una strada sbagliata; e adesso cercano di chiuderla così».
«Anche i magistrati si trovano nell´impossibilità di andare avanti. E se le associazioni non sono state riconosciute come parti civili, io credo che Riva e le istituzioni un risarcimento ai cittadini e agli operai dovrebbero darlo». Patrizia Avagnina, insieme con Leila Maiocco storica leader del Comitato Salute Ambiente, le donne di Cornigliano che con tenacia hanno continuato per vent´anni a lottare contro l´acciaieria e a tutela della salute e del quartiere, torna all´attacco.
I reati prescritti, gli atti rinviati alla Procura. Cosa ne pensa?
«Si vuole ormai pensare che è una storia chiusa. Paradossalmente, i reati comportano al massimo una sanzione amministrativa: alla mala parata Riva lo pagherà con quello che ha guadagnato con la Cai».
Il rinvio alla Procura dell´incartamento sull´altoforno è stato motivato con un vizio formale. Un escamotage?
«Non conosco gli atti, ma il diritto deve trovare formule procedurali per cui diventa chiaro che si discute sulla firma, non sulla sostanza. Mi ricorda il processo al Cogea per l´inquinamento: anche allora non aveva pagato nessuno».
Un finale annunciato?
«Ma certo! Non pagherà nessuno perché tutta questa vicenda è stata gestita sul piano politico e non su quello del diritto. Non si è mai chiuso l´altoforno perché altrimenti si buttavano gli operai per strada e nessuno se lo poteva permettere. Si sono sempre trovate delle intese; l´altoforno aumentava il volume di produzione e intanto si diceva che garantiva sviluppo. Politicamente, una storia sbagliata. E per lo scempio di Cornigliano e gli operai ammalati non pagherà nessuno».
Il vostro comitato non si era costituto parte civile, Legambiente e Per Cornigliano sì. Ma non sono state riconosciute tali...
«Ne avevamo discusso, avevamo scelto di non farlo, considerato quanto era accaduto nel processo contro il Cogea. E anche se non sono state considerate parte civili, le associazioni e la gente meritano comunque un risarcimento. Che lo paghi Riva, che lo paghino le istituzioni: il piano di Burlando è davvero di risanamento? Perchè non vediamo quanto si è speso, e a favore di chi?. Io so soltanto che Riva a Cornigliano me lo trovo adesso anche sulla testa; speriamo che gestisca gli aerei di Alitalia meglio di quanto non ha fatto con l´Ilva».
Dal canto suo Cristina Pozzi, la presidente dell´associazione "per Cornigliano", sottolinea: «Non siamo mai stati tutelati dalla politica e non lo siamo stati dalla magistratura. Resta la soddisfazione di esserci impegnati come cittadini contro un colosso come il gruppo Riva e di positivo c´è che i Riva sono stati condannati in primo grado e non escono assolti in secondo grado». Che alcuni reati sarebbero stati prescritti, aggiunge la Pozzi, «lo sapevamo ma combattevamo per la condanna per la ritardata chiusura dell´altoforno e di fatto col rinvio alla Procura parte tutto da zero col rischio di prescrizione». nel futuro, ha aggiunto «faremo qualsiasi azione legale sarà possibile».

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