Via libera al decreto salva-Ilva «blindati» gli altoforni per un anno
Accesso al credito facilitato e ristrutturazione dei debiti, ma anche cautele al sequestro giudiziario delle imprese come l’Ilva: sono i punti chiave del decreto legge su cui il governo ha incassato la fiducia e su cui questa mattina arriverà il voto finale. Ecco le principali novità del provvedimento. Tra le novità del provvedimento una è applicabile al caso-Taranto.Si afferma, infatti, che per le aziende di interesse strategico nazionale, come ad esempio l’Ilva di Taranto, il sequestro giudiziario relativo a ipotesi di reato riguardanti la sicurezza dei lavoratori non può impedire l’esercizio dell’attività di impresa.Gli stabilimenti, però, potranno continuare a funzionare per non più di un anno dal sequestro e solo se entro 30 giorni sarà predisposto un piano di tutela della sicurezza sui luoghi di lavoro.
«Non stiamo cercando di salvare un’azienda decotta ma un’azienda che può essere efficiente, creare ricchezza e mantenere occupazione». Lo ha detto Piero Gnudi, commissario straordinario dell’Ilva, nel corso dell’audizione in commissione Ambiente della Camera. «Sarebbe un impoverimento del nostro sistema industriale se questo nostro sforzo non dovesse avere successo – ha aggiunto Gnudi- quando abbiamo chiesto la commissione straordinaria abbiamo fatto un piano industriale per i prossimi cinque anni, quest’anno si perde, ma abbiamo dovuto chiudere il forno cinque, ora è chiuso il forno due, una volta messi apposto questi problemi torneremo in piena attività, con una liquidità consistente a partire dal 2017».
Il Consiglio Generale di Confindustria «ha espresso unanime preoccupazione» per la vicenda Ilva che, sottolinea l’associazione degli industriali rischia di assumere contorni drammatici, in primo luogo per le conseguenze sui livelli occupazionali ma anche per la strategicità che riveste nel nostro paese la produzione di acciaio, asset fondamentale». Come «sostegno all’impresa e al territorio tarantino è stato deciso che la prossima riunione del Consiglio Generale di settembre si svolgerà a Taranto».
«Nella riunione di ieri mattina - spiega una nota di via dell’Astronomia – il Consiglio Generale di Confindustria ha posto al centro del dibattito la vicenda Ilva, con particolare riferimento all’ipotesi di chiusura del secondo altoforno, oggetto in questi giorni di scelte che potrebbero determinare definitivamente le sorti dell’impresa».
«Il risanamento ambientale e il futuro produttivo dell’Ilva sono legati in modo inscindibile uno con l’altro. Per il Parlamento la vicenda dell’acciaieria di Taranto è centrale e continuerà ad essere seguita con grande attenzione, al di là dei provvedimenti in esame”. Così il presidente della commissione Ambiente alla Camera Ermete Realacci a proposito dell’audizione dei commissari straordinari dell’Ilva Piero Gnudi, Corrado Carrubba ed Enrico Laghi.
«Sono oggetto di costante attenzione non solo il piano industriale, ma anche le misure di bonifica e risanamento ambientale dell’impianto – continua Realacci – misure fondamentali per garantire ambiente e salute di lavoratori e cittadini. I provvedimenti sull'Ilva votati in Parlamento impongono siano realizzate entro il 31 luglio l’80% delle prescrizioni Aia e garantiscono che tutti i fondi sequestrati ai Riva siano destinati al risanamento ambientale e sanitario – osserva - condizione imprescindibile per dare una prospettiva all’impianto».
La condizione: entro 30 giorni predisposto un piano di tutela della sicurezza sui luoghi di lavoro. (GdM)
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