Taranto, Pinotti: “L’Arsenale non sarà privatizzato. Ecco i progetti”
“Per gli Arsenali sgombriamo il campo da leggende metropolitane. Nessuno sta pensando di privatizzare gli Arsenali e neanche il libro bianco fa riferimento a questo”: lo ha dichiarato ieri il ministro della Difesa Roberta Pinotti, a Taranto per partecipare ad una serie di incontri istituzionali e visitare l’Arsenale della Marina militare. Il ministro ha incontrato nella Prefettura di Taranto il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, il sindaco di Taranto Ippazio Stefàno, il presidente della Provincia Martino Tamburrano, il commissario straordinario dell’Autorità portuale Sergio Prete, il capo di Gabinetto del Ministero della Difesa ed il Capo di Stato Maggiore della Marina Militare De Giorgi, i presidenti di Camera di Commercio e Confindustria.Il ministro Pinotti ha precisato che la visita a Taranto rientra nell’ambito delle iniziative messe in piedi dal Tavolo istituzionale attivato in base al decreto del 24 dicembre 2014, approvato nel marzo scorso. Tra le proposte alle quali si sta lavorando c’è anche la possibilità di utilizzare il mar Piccolo per fini turistici. Poi la realizzazione di tre percorsi ‘storici’, due a terra e uno via mare, all’interno dell’Arsenale della Marina militare. Quanto ai problemi dello stesso stabilimento della Difesa, il ministro ha fatto presente di aver ottenuto una deroga al blocco del turn over che ha dato “almeno una piccola risposta”. Si sta pensando, in seguito a una proposta del sindaco Stefàno, all’attivazione di cantieri di formazione in Arsenale. Il piano Brin per le manutenzioni navali “prosegue – ha osservato ancora il ministro Pinotti – e sono stati già spesi 70 milioni. Ne mancano 36. Speriamo di sbloccarne uno entro il 2015 e altri 6 nel 2016. Poi, con il lavoro del tavolo istituzionale, ci auguriamo di reperire altre risorse”. Questi, in sintesi, gli impegni assunti dal ministro della Difesa, Roberta Pinotti.
Dunque, il molo della stazione torpediniere che per anni è stato usato dalla Marina come attracco per le sue navi, poi ‘traslocate’ nella nuova base navale in Mar Grande a Chiapparo, alla stazione torpediniere sono rimasti solo i sommergibili e le navi in disarmo. Adesso gran parte del molo passerà dalla Marina Militare al Comune “per realizzare – ha affermato la Pinotti – un progetto condiviso quale è quello della riconversione dell’infrastruttura”. Si tratta dello studio di fattibilità dell’Autorità portuale che, attraverso un investimento di circa 30 milioni, prevede che in futuro possano attraccare navi da crociera di media dimensione e yacht. “Un progetto che dovrà essere portato al vaglio del Tavolo istituzionale Taranto – ha però ricordato il ministro – e che pensiamo che possa unirsi all’altro progetto prefigurato per l’Arsenale della Marina, ovvero valorizzare con tre percorsi, due via terra e uno via mare, tutta la parte museale e di archeologia industriale di questo sito. Messi insieme, i due progetti possono essere un contributo concreto al rilancio turistico di Taranto”.
“Un intervento molto articolato di grandissimo interesse che potrebbe rappresentare il futuro di Taranto – detto ancora il Ministro – soprattutto immaginando un altro progetto connesso alla Marina Militare, oggetto del Tavolo istituzionale, ovvero la realizzazione di percorsi storici itineranti all’interno dell’Arsenale, due via mare e uno via terra, che presupporrebbe un rilancio anche turistico di una città straordinariamente bella”.
Il comparto della Difesa, ha ricordato poi il ministro, ha subito molti tagli finanziari negli ultimi anni “non potendo tagliare gli stipendi, su investimenti, manutenzioni e spese intermedie”. Per il piano Brin, relativo alle infrastrutture dell’Arsenale, sinora per Taranto c’è stata una spesa di 70 milioni di euro. Ne mancano ancora 36 per completare i lavori. Pinotti ieri ha annunciato che quest’anno arriverà un altro milione, altri 6 il prossimo, “ma se vogliamo che il piano Brin cammini con un passo più spedito e sia ultimato prima, dobbiamo pensare anche a risorse diverse da quelle della Difesa. Poiché è un piano che, ammodernando l’Arsenale, genera opportunità di lavoro, penso che sia interesse degli enti locali - afferma il ministro – sostenerlo al Tavolo istituzionale Taranto. Se pensiamo di concludere il Piano facendo affidamento solo sulle risorse della Difesa ci vorranno più anni”.
Per quanto riguarda invece la manutenzione delle navi della Marina e l’indotto navalmeccanico (tema posto con forza da Confindustra sulle Piccole e Medie Imprese che ha sempre lavorato sulla manutenzione delle navi e che quest’anno ha lavorato molto meno a causa dei tagli), il ministro Pinotti ha sottolineato che anche qui ci sono stati dei ridimensionamenti di spesa, ma il 75% delle disponibilità sono state comunque allocate sull’Arsenale di Taranto. Circa l’afflusso di nuove risorse, Pinotti ha dichiarato che, tra risparmi e assestamento di bilancio, qualche ulteriore disponibilità arriverà entro l’anno mentre per il 2016 tutto si giocherà sulla legge di Stabilità. “Preferisco non parlare di cifre in questo caso – dice la Pinotti – perché la costruzione della legge di Stabilità è complessa e ci sono molte richieste, ma il tema delle manutenzioni navali sarà posto”. Infine, la conferma di come non esista nessun ipotesi di privatizzare gli Arsenali militari: “Il Libro Bianco della Difesa – sottolinea il ministro – prevede già che alcune attività siano fatte dai privati, quindi non c’è alcuna novità e non mi pare che sia il caso di agitare paure che non esistono”.
Per quanto riguarda il tema della demolizione delle navi non trasportabili, il presidente della Regione Emiliano ha proposto che i lavori possano essere effettuati a Taranto e non a Piombino. “Guarderemo con estrema attenzione alle capacità che l’industria tarantina possiede – ha risposto sull’argomento il Ministro -. Taranto non verrà sottovalutata perché coscienti che potrebbe essere una risposta immediata ad una realtà in difficoltà”.
Rimane aperto invece il problema della riduzione delle ore di lavoro per le imprese di pulizia e ristoro. Nonostante i tagli operati il Governo “sugli appalti ha destinato la stessa cifra degli scorsi anni, senza alcuna riduzione, perché siamo coscienti si tratti di lavoratori che hanno difficoltà ad arrivare a fine mese”. Sull’ospedale Militare invece, il Ministro Pinotti ha proposto di lavorare ad una convenzione fra la Difesa e la Regione Puglia, in modo che si possano utilizzare al meglio le strutture militari, non limitandosi alla sola camera iperbarica. “Stiamo scommettendo sulla ripartenza di questa città - dice ancora il Ministro -. Vorremmo immaginare un progetto futuro nuovo e di rilancio per valorizzare la bellezza di Taranto, seguendo un percorso nuovo rispetto a quanto fatto in passato”.
Un breve accenno è stato poi fatto sull’emergenza dei migranti. “Abbiamo attivato un canale continuo tra Ministero degli Interni e Ministero della Difesa perché laddove servissero strutture per risolvere problemi di accoglienza noi daremo la nostra disponibilità. A Taranto – aggiunge – non mi risulta ci siano state richieste in tal senso. L’obiettivo del Paese è riuscire a rispondere a quest’emergenza. Ringrazio le città del Sud per la grande capacità d’accoglienza”.
Mentre per il turn over, Pinotti ha annunciato che c’è stata una deroga: “È stato fatto presente alla Funzione pubblica che senza le nuove assunzioni, lavorazioni importanti degli Arsenali si sarebbero bloccate. Certo, non abbiamo ottenuto molto, è una deroga minima, ma è il massimo che si poteva ottenere. Ho trattato con la Funzione pubblica ricordando che gli arsenali sono realtà produttive e senza alcuna assunzione, l’impoverimento dello Stato sarebbe stato determinato dal blocco dei lavori all’interno delle strutture militari: ma il problema riguarda tutta la Pubblica amministrazione”.
E a tal proposito, la Pinotti ha accolto favorevolmente la proposta avanzata dal Comune di Taranto di istituire, con fondi del bilancio comunale, borse di studio per gli studenti degli istituti professionali e tecnici da avviare alla formazione lavoro in Arsenale. Non solo. “Abbiamo avuto certezza di un impegno di 4 milioni e 600 mila euro per la manutenzione del naviglio militare, garantendo in questo modo la continuità del lavoro e l’impiego di maestranze specializzate. Ho proposto inoltre, dal momento che le assunzioni sono bloccate, di garantire delle borse di studio di un anno per i diplomati degli istituti tecnici. Ho chiesto l’apertura di tutti i centri sportivi militari per la libera fruizione anche ai cittadini e di aprire l’accesso dell’Arsenale ai visitatori” ha concluso la Pinotti. (Inchiostroverde)
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