mercoledì 29 luglio 2015

Punti di vista concreti

La farsa dell'80% sulle opere di bonifica realizzati

Alla fine tra sovracapacità, fiscal compact e reiterazione della politica di austerità espansiva Ilva soccomberà. E' strategica soltanto per i giochetti del politicume che considera la vita delle persone una banale esternalità

 Un recente studio dell’Ocse  dal titolo,  “Contano le politiche ambientali per la crescita della Produttività ? “ (Do Enviromental  Policies Matter for Productivity Growth ) mi ha fatto  ricordare le parole dette anni fa   dal segretario delle Nazioni Unite Kofi Annan. Costui rovesciò il tradizionale motto “ciò che è buono per l’impresa è buono per la società “ invitando a praticare e pensare che “ ciò che è buono per la società è buono per l’impresa “. Il caso, oggi, Ilva di Taranto come ieri dell’Eni, a Marghera, ci  attestano  il rovesciamento  delle  parole di Annan. Una società rispettosa, e responsabile dei propri beni comuni, considera l’ambiente indispensabile  per lo sviluppo dell’impresa, la quale ha tutto l’interesse a contribuire alla realizzazione di queste condizioni. Il problema italiano è quello di una classe dirigente e di un prevalere di una politica economica di tipo conservativo, dove le politiche ambientali sono considerate come costi.  In un articolo dello scorso gennaio sull’Economist dal titolo Green Tape si legge che molte attività di rilevanza ambientale non sono valutate come fattori di aumento della produttività,  ma come costi. La vicenda di Ilva a Taranto è agghiacciante perché nel dibattito e nelle scelte si opera consapevolmente una censura nei confronti degli effetti sanitari prodotti dall’impianto siderurgico. Una fabbrica concepita e realizzata negli anni del miracolo, quando non appariva assurdo produrre acciaio dentro un’area urbana di circa 200 mila abitanti. Ilva è il passato,  appartiene al mondo della produzione di massa e dei mercati di massa. Tutta la vicenda dell’ex siderurgico dei Riva appare contrassegnata da pressappochismo, veduta corta, irresponsabilità, incapacità di scelte che salvaguardino la vita e nel contempo la occupazione. Il primo dato d’incertezza, e al contempo di rilevante importanza, riguarda i costi d’intervento per l’attuazione delle 94  prescrizioni dell’Aia. Le cifre variano dagli 8 mld dei custodi giudiziari ai 3,3 mld degli indiani di Arcelor Mittal,  agli 1,6 mld del Piano Ambientale. Io credo che la stima dei costi sia fortemente aleatoria perché riguarda la copertura dei parchi minerari, dei nastri trasportatori, dall'installazione dei sistemi di controllo automatico delle emissioni, della  bonifica dei terreni e la realizzazione di due nuove discariche. Un esempio di difficoltà di calcolo dei costi  è rappresentato dalla copertura dei parchi,  che preliminarmente prevede interventi di bonifica dell’area sotto il parco stesso. Come? Messa in sicurezza del terreno sul quale si accumulano i minerali ferrosi e, solo successivamente, la copertura.
Incertezza ulteriore esiste sulle disponibilità immediate di risorse ! Allo stato attuale sono disponibili i 156 milioni di Fintecna, il credito fornito dalle banche pari a 250 mln e un prestito di 86 mln con garanzie dello Stato. L’uso dei 1172 milioni sequestrati ai Riva e detenuti nelle casse di UBS  possono essere utilizzati solo a seguito del pronunciamento del Consiglio di Stato sul ricorso dei Riva contro il progetto del Ministero della Economia  che prevede l’emissione di un  prestito  obbligazionario  sottoscritto da Equitalia Giustizia .  Equitalia è stata autorizzata dal gip di Milano a richiedere alla magistratura svizzera i fondi dei Riva. In sintesi si attende il pronunciamento della magistratura di Zurigo sui fondi dei Riva detenuti presso UBS di Lugano e quella del Consiglio di Stato sulla emissione del prestito obbligazionario. Le obbligazioni, che possono essere emesse ora, coprono un valore di 120 milioni di euro che corrispondono ai fondi presenti presso il Fondo Giustizia . A questa serie d’incertezze si aggiunga la resistenza di eventuali gruppi stranieri nell’essere coinvolti  in Ilva a causa dei rischi connessi ai procedimenti giudiziari in atto e alle incertezze finanziarie. Ci sono richieste di risarcimento per 20 mld di euro da parte delle 280 parti lese a cui si aggiungono i 10 mld di euro di danni richiesti dal Ministero dell’Ambiente e dal Comune di Taranto.
Sul versante  delle prescrizioni Aia da attuarsi per l’80% entro il prossimo 31 luglio e la restante parte entro agosto 2016, corre l’obbligo fare chiarezza. Tali interventi sono certamente importanti ma non sono quelli  che determinano un impatto rilevante nell’abbattimento degli inquinanti. Nel mondo il settore siderurgico è affetto da sovracapacità produttiva. L’Ancelor francese è stata assorbita attraverso un’offerta pubblica di acquisto della Mittel. I tedeschi delocalizzano in Cina e i licenziamenti continuano nella Rhur anche negli impianti modello di Kredfeld e Bochum. La siderurgia europea potrà esistere solo utilizzando improbabili strumenti di difesa verso la concorrenza asiatica. Difesa attuata, per esempio,  dagli USA dopo la fusione Nippon Steel e Sumitomo Metal Industries e consistenti in tasse sui tubi di acciaio. Il rilancio dell’azienda comunque richiede oltre al finanziamento delle prescrizioni Aia di almeno un miliardo di euro per il rilancio dell’attività produttiva. Architetture finanziarie veicolate da società di servizi che hanno come azionista anche la Cassa Depositi e Prestiti gestita ora dall’ex uomo di Goldman Sachs. Lo stesso che affitterà gli asset di Ilva scaricati delle passività che andranno nella bad company. Alla fine tra sovracapacità, fiscal compact e reiterazione della politica di austerità espansiva Ilva soccomberà. 
Ilva è strategica per i giochetti del politicume che considera la vita delle persone una banale esternalità. Strategica in un paese che non ha la materia prima, cioè il minerale di ferro, e che l’81% della energia che produce deriva da importazioni ? Il tondino, il laminato che importi non è diverso dal minerale di ferro e dal kwh che produci con fonti importate per quattro quinti!!!  Restano i problemi legati alla occupazione? Bene. Li gestisci con provvedimenti istitutivi di cassa integrazione speciale. Nel frattempo guardi lontano con la valorizzazione delle vocazioni del territorio evitando di vendere le patacche tipo “Contratto di Sviluppo Urbano”, attraverso inesistenti risorse da attingere parzialmente alla programmazione comunitaria 2014/2020. Il mio auspicio è che il popolo italiano non debba mai vedere un indennizzo record ai Riva per la dabbenaggine e la mala fede di una classe dirigente dalla vista corta, e che considera la vita una variabile dipendente dalla economia . (Erasmo Venosi - Cosmopolismedia)

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