Verdi: continua lotta contro chi vuole morte Taranto
"Noi continueremo a lottare e a ribellarci contro chi vuole la morte di
Taranto" sulla questione Ilva siamo allo scontro tra le istituzioni. Il
Governo ha tirato fuori dal cilindro l’ennesimo decreto per lasciare
produrre in 'Santa Pacè l’AFO 2, l’altoforno assassino". Lo affermano in
una nota i Verdi di Taranto in relazione all’ultimo decreto del governo
sull'Ilva.
"La magistratura dopo avere disposto il sequestro senza facoltà d’uso – affermano i portavoce cittadino Ada le Noci e provinciali Vincenzo Fornaro e Annalisa Montanaro – si ritrova nuovamente di fronte ad un decreto che garantisce la produzione e non protegge le vite degli operai e dei cittadini. Lo stesso altoforno avrebbe dovuto fermarsi ben tre anni fa, ma un decreto lo salvò insieme tutta l’area a caldo". "Se la proprietà potesse parlare – affermano ancora – sarebbe enormemente riconoscente a tutti i governi che si sono succeduti in questi anni, a differenza dei cittadini di Taranto. Ormai in Italia si legifera solo tramite decreto legge, la democrazia non esiste più e la magistratura deve scontrarsi con l’esecutivo ogni volta che si parla di acciaio".
"Noi Verdi Taranto – concludono – ci ostiniamo a chiedere giustizia e verità per questa terra, ma ci rendiamo conto che il comportamento e la faziosità della politica nazionale e la mancanza di rispetto per gli abitanti e i lavoratori di questa città, ci impongono di continuare con ancora più impegno nell’opera di denuncia e resistenza rispetto a logiche produttive antieconomiche e insostenibili per questa città. Noi continueremo a lottare e a ribellarci contro chi vuole la morte di Taranto". (GdM)
"La magistratura dopo avere disposto il sequestro senza facoltà d’uso – affermano i portavoce cittadino Ada le Noci e provinciali Vincenzo Fornaro e Annalisa Montanaro – si ritrova nuovamente di fronte ad un decreto che garantisce la produzione e non protegge le vite degli operai e dei cittadini. Lo stesso altoforno avrebbe dovuto fermarsi ben tre anni fa, ma un decreto lo salvò insieme tutta l’area a caldo". "Se la proprietà potesse parlare – affermano ancora – sarebbe enormemente riconoscente a tutti i governi che si sono succeduti in questi anni, a differenza dei cittadini di Taranto. Ormai in Italia si legifera solo tramite decreto legge, la democrazia non esiste più e la magistratura deve scontrarsi con l’esecutivo ogni volta che si parla di acciaio".
"Noi Verdi Taranto – concludono – ci ostiniamo a chiedere giustizia e verità per questa terra, ma ci rendiamo conto che il comportamento e la faziosità della politica nazionale e la mancanza di rispetto per gli abitanti e i lavoratori di questa città, ci impongono di continuare con ancora più impegno nell’opera di denuncia e resistenza rispetto a logiche produttive antieconomiche e insostenibili per questa città. Noi continueremo a lottare e a ribellarci contro chi vuole la morte di Taranto". (GdM)
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