venerdì 17 luglio 2015

La separazione dei poteri è l'anima e la garanzia dello Stato Moderno.

Ilva, scontro totale con la procura. Denunciati 19 dipendenti

I carabinieri del comando provinciale di Taranto hanno notificato a 16 dipendenti dell’Ilva e tre della ditta di appalto Semat d una denuncia a piede libero per violazione dei sigilli giudiziari. I dipendenti presi di mira sono quelli in servizio sull’altoforno 2, l’impianto posto sotto sequestro dalla procura e dal gip all’indomani dell’infortunio dell’8 giugno scorso costato la vita all’operaio 34enne Alessandro Morricella. L’uomo che stava misurando la temperatura della colata con una lancia immessa direttamente nel fiume incandescente, fu investito da un getto di ghisa fusa. Ustionato su tutto il corpo, morì tre giorni dopo nella rianimazione del Policlinico di Bari.
La posizione dell’ azienda
L’azienda che invoca il decreto legge 4 luglio 2015 con il quale il governo disponeva il proseguimento dell’attività produttiva in virtù della rilevanza nazionale dell’impresa, sta decidendo con i propri avvocati le mosse da prendere. In assemblea anche i sindacati che contestano la denuncia indirizzata ai lavoratori. Ilva e sindacati dovrebbero firmare un documento unitario in cui si chiederebbe l’intervento del prefetto. Intanto l’Afo 2 è attualmente bloccato. Gli impianti sono tenuti al minimo ma senza produzione.
Tensione in procura
La tensione è palpabile negli ambienti della procura tarantina all’indomani della decisione del gip, Martino Rosati, di emettere un giudizio secondo cui il decreto del governo che ha permesso la riconsegna all’Ilva dell’Altoforno2, teatro dell’ultimo infortunio mortale, sarebbe incostituzionale perché violerebbe almeno 6 articoli della Carta dei diritti.
Il verbale della riunione
«Non possiamo dare ai lavoratori una chiara indicazione sul cosa fare». Sindacati e personale Ilva sono nel caos. La denuncia dei dieci dipendenti impegnati nell’altoforno 2 per violazione dei sigilli di sequestro non permette di impartire direttive o consigli agli altri operai impegnati sull’impianto, per i turni successivi. Se dovessero essere trovati dagli organi giudiziari ancora nell’area dove una colata di ghisa incandescente travolse e uccise l’8 giugno scorso il 34enne Alessandro Morricella, potrebbero essere denunciati come i colleghi, per violazione dei sigilli. Ma per ragioni di sicurezza, l’altoforno non può essere abbandonato. «Le parti - scrivono azienda e organizzazioni sindacali nel verbale della riunione terminata poco fa - dichiarano la propria impossibilità a concertare una linea di comunicazione e di comportamento che garantisca, ove mancasse, la presenza minima atta a fornire le condizioni di sicurezza dell’impianto e degli stessi lavoratori». In un comunicato congiunto, poi, Fiom, Uilm e Fim, chiedono alla dirigenza Ilva di “adoperarsi immediatamente per porre in essere ogni eventuale tutela giudiziaria presente e futura nei confronti dei lavoratori».
Messaggio su Twitter di Bentivogli
«#Ilva, carabinieri irrompono in azienda e identificano operai al lavoro in Afo 2 per non aver ottemperato spegnimento come se dipende da loro». È quanto scrive in un messaggio su Twitter Marco Bentivogli, segretario nazionale della Fim Cisl riferendo di un blitz dei militari, che hanno ascoltato i lavoratori dell'impianto sottoposto a sequestro nell'ambito delle indagini della procura sull'incidente costato la vita al 35enne Alessandro Morricella, ma ancora in marcia grazie a un decreto del governo. I carabinieri di Taranto, in merito alle voci che si erano diffuse subito dopo il messaggio di Bentivogli, precisano «non c'è alcun provvedimento nuovo della magistratura, che l'impianto è già sotto sequestro e non si sta procedendo allo spegnimento». «La sicurezza dei lavoratori - aggiunge Bentivogli nel suo messaggio - è sempre più a rischio in Ilva di Taranto. Nei diversi contenziosi vogliamo garanzie altrimenti la fermiamo noi la fabbrica». Nei giorni scorsi il gip Martino Rosati ha inviato gli atti del decreto governativo alla Corte Costituzionale sollevando una questione di legittimità. Intanto, l'azienda avrebbe convocato i sindacati per chiarire la questione dell'Afo2.(CdM)

Secondo il magistrato il decreto, l’ottavo salva-Ilva, viola sei articoli della Costituzione ed è sbilanciato in favore del diritto d’impresa, comprimendo il diritto alla vita, al lavoro e l’azione penale obbligatoria della magistratura. (Rep)

Nessun commento: