domenica 19 luglio 2015

Il ricatto occupazionale entra ufficialmente in aula!

Ilva, ministro Guidi ai giudici «Valutate peso vostre scelte. Stop altoforno significa chiusura»

"Se venisse spento anche uno solo dei due altoforni in attività a Taranto, non solo sarebbe antieconomico tenere aperto l’impianto ma anche organizzativamente non si riuscirebbe più ad alimentare il flusso della produzione". Il ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi, in un’intervista al Corriere della Sera, torna così sul caso Ilva, invitando la magistratura a valutare il peso delle scelte sull'azienda siderurgica: "alla magistratura chiediamo di fare il proprio lavoro avendo chiaro l’impatto delle decisioni che prende. E nel caso Fincantieri avrei preferito che si fossero tenuti presenti i danni che si potevano procurare con la sola chiusura del cantiere, solo a causa dell’ interpretazione di una normativa europea non perfettamente recepita nel nostro ordinamento".
"Finora – continua il ministro – non è stato notificato alcun provvedimento che metta in discussione l’operatività degli altoforni. Sono dunque ottimista e ricordo che è in corso un’ operazione di risanamento ambientale che ha richiesto ingenti finanziamenti e la chiusura temporanea di due altoforni".
"Spegnere altri altoforni vorrebbe dire rinunciare a uno dei siti siderurgici più efficienti d’Europa e togliere lavoro a 14-15 mila persone nel Sud d’Italia. Non c' è nessun motivo, visto che il risanamento è in corso, così come c' è il massimo impegno per impedire incidenti sul lavoro, perchè anche un solo ferito è troppo". (GdM)


Confindustria Puglia, Ilva è sfida per Italia e non solo per regione

"Per l'Ilva di Taranto, è prioritario assicurare continuità industriale con la sostenibilità ambientale: è questa una delle più grandi sfide che ha davanti l'Italia e non solo la Puglia". Così Domenico Favuzzi, presidente di Confindustria Puglia, parla con Labitalia della situazione del sito tarantino.
Il clima tra gli imprenditori, dice, "va da uno stato di rassegnazione per una vicenda che si trascina da molto tempo, ai grandi timori che tutta la storia sta suscitando". Alla base di questo c'è "questo continuo rinviarsi la palla tra governo e magistratura -osserva Favuzzi- che rischia di non risolvere i problemi del territorio, nonostante la buona volontà delle parti".
Ora "siamo a un momento decisivo -sostiene il presidente degli industriali pugliesi- in cui si spera di arrivare a un percorso virtuoso di uscita da questa situazione che tiene tutti in una situazione precaria: i lavoratori, le aziende subfornitrici e tutto il sistema produttivo pugliese".
Favuzzi è a favore di un intervento pubblico "anche se limitato alla fase del risanamento e della bonifica". "Sono necessari capitali pubblici -precisa- per accompagnare il processo di risanamento ambientale, ma noi abbiamo sempre auspicato che a questi si accompagnassero capitali privati e che l'Ilva tornasse poi presto sul mercato".
E sulla frase del governatore della Puglia, Michele Emiliano, che ha detto come l'apertura dell'Ilva "non è un dogma", Favuzzi commenta: "Emiliano deve rispondere a tutte le parti della Puglia, non solo a quella industriale, che peraltro è anche interessata ai temi ambientali".
"In economia -ribadisce Favuzzi- non ci devono essere dogmi, è vero. Ma occorre fare tutto il possibile per dare ai lavoratori e alle imprese, un percorso certo e non incerto", conclude. (Adnkronos)

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