Taranto, una città lacerata
Michele
Emiliano ha riunito ieri a Taranto, per la prima volta, la giunta
appena nominata. Il neopresidente ha voluto fare del confronto con la
seconda città della regione, cioè il luogo in cui maggiormente si
concentrano le sfide del governo del territorio, una sorta di bussola
per l’inizio dei lavori della sua giunta. Nel lungo incontro con i
rappresentanti delle associazioni locali sono emerse due concetti
chiave: “complessità” e “fair play”. Taranto costituisce un groviglio di
problemi talmente complessi che per dipanarli non basta la buona
volontà: occorre una strategia politica precisa. E, soprattutto, occorre
che il confronto anche duro tra le sue parti, e tra la città nel suo
insieme e i vari livelli del governo, rimanga leale. La breve
contestazione che c’è stata prima dell’inizio della seduta testimonia
come tra le pieghe della città si siano accumulate ferite, lacerazioni,
incomprensioni sempre pronte ad arroventarsi.
Nel
programma elettorale con cui Emiliano ha vinto le elezioni, Taranto
veniva citata esplicitamente due volte. La prima a proposito dell’Ilva:
“O si ambientalizza e si bonifica oppure si dovrà chiudere, perché la
salute dei cittadini viene prima di tutto.” Tale concetto è stato
ribadito anche ieri. In questa sfida non ci sono solo i piani politici,
economici e giudiziari che si intersecano fra loro. C’è anche la
necessità di preservare la salute dei cittadini. Qualunque sia il futuro
dello stabilimento, la Regione è comunque chiamata a gestire una
partita sanitaria di primo piano, dal momento che molte malattie
raggiungeranno il loro picco nel prossimo decennio. Quindi, o si fa di
Taranto un laboratorio fuori dell’ordinario (dal punto vista medico e
scientifico), o la partita da affrontare seguirà un piano inclinato. Nel
programma elettorale, Taranto compariva anche nelle pagine riservate al
turismo e alla cultura. La nuova maggioranza si è impegnata a sostenere
la candidatura di Taranto a Capitale italiana della cultura nel
2016-17. Sarebbe un traguardo importante, a patto che si parta da una
valutazione obiettiva degli errori precedenti commessi: primo fra tutti,
il modo fallimentare in cui è stata condotta la candidatura della città
a capitale della cultura europea per il 2019.
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