giovedì 2 luglio 2015

La natura proprio non piace, da queste parti!

Eolico in mare, finalmente sbloccato il primo parco italiano, a Taranto

La vicenda, che ha i tratti del paradosso, era iniziata 5 anni fa: allora erano iniziate le procedure autorizzative per realizzare un parco eolico off-shore al largo dell'ambientalmente devastata zona industriale di Taranto, nel mare a qualche chilometro dagli impianti dell'Ilva. Procedure bloccate perché il Comune di Taranto si era messo di traverso. Oggi la travagliata battaglia legale si è finalmente conclusa: il parco, il primo nelle acque italiane e in tutto il Mediterraneo, si può fare.
Il Consiglio di Stato (sentenza in basso) ha respinto il ricorso del Comune contro la sentenza arrivata a marzo dell'anno scorso dal Tar Puglia, che già aveva respinto il ricorso con cui si chiedeva l’annullamento dell'autorizzazione con la quale il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, permetteva alla Beleolico s.r.l. (difesa dall'avvocato Ernesto Sticchi Damiani) di realizzare il parco.
Il progetto, 30 MW in 10 turbine da 3 MW da installare nella rada esterna del porto, può procedere. E pare che si realizzerà, dato che ci sono anche gli incentivi per farlo: la bozza del nuovo decreto sulle rinnovabili elettriche non FV, infatti, prevede un contingente riservato all'eolico in mare proprio di 30 MW e quello di Taranto è l'unico progetto che al momento è nelle condizioni di partecipare all'asta.
Tra le varie osservazioni del Comune che il Consiglio di Stato ha ritenuto infondate, quella che l'autorizzazione del parco spettasse alla Regione, in quanto il progetto, secondo i ricorrenti, sarebbe da ricondursi ad terza tipologia detta "near-shore" comprendente le centrali da posizionare nell’entroterra, ad una distanza inferiore a 3 km dalla costa, o sul mare, ma “ad una distanza che si attesta nel range di 7-10 km dalla costa”.
Per il Consiglio di Stato però non è così: la legge (art. 12, comma 3, del D. Lgs. n. 387/2003), si spiega nella sentenza, contempla soltanto due tipologie di impianti: quelli on-shore, da realizzarsi sulla terraferma, su autorizzazione della Regione (o delle provincie delegate) e quelli off-shore, da posizionarsi a mare, non importa a che distanza dalla costa, dietro autorizzazione del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.

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