venerdì 23 ottobre 2009

Acqua comune? Firmiamo e partecipiamo

Il 13 novembre alle ore 17:00 alla sede della Provincia di Taranto in via Anfiteatro avverrà un incontro tra alcuni rappresentanti del Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua, la cittadinanza e gli amministratori che vorranno essere presenti.

E' partita a livello nazionale la campagna “SALVA L’ACQUA” che si articolerà nelle seguenti iniziative:
  1. PETIZIONE POPOLARE rivolta ai sindaci per chiedere: il riconoscimento nello Statuto Comunale del Diritto Umano all’acqua e del servizio idrico integrato come un servizio pubblico locale privo di rilevanza economica; di intraprendere tutte le azioni per contrastare i provvedimenti privatizza tori previsti dall’art. 23 bis della L. 133/2008, come modificato dall’art. 15 del D.L. 135/20.
  2. raccolta di firme e adesioni all’ APPELLO al PRESIDENTE della REPUBBLICA e al PRESIDENTE DELLE DUE CAMERE per chiedere di impedire la mercificazione dell’acqua. Le modalità di raccolta possono essere a livello di piazza o via posta elettronica o nell'ambito di spazi ed eventi pubblici. I modelli per la raccolta firme sono in allegato o scaricabili dalla home-page del sito www.acquabenecomune.org.
E’ importante che tutte le organizzazioni e i singoli si mobilitino al massimo e al più presto. Il futuro dipende da ognuno di noi, nessuno escluso.
Come dice Vandana Shiva “la democrazia non è semplicemente un rituale elettorale ma il potere delle persone di forgiare il proprio destino, determinare in che modo le loro risorse naturali debbono essere possedute ed utilizzate, come la loro sete vada placata, come il loro cibo vada prodotto e distribuito, quali sistemi sanitari e di istruzione debbono avere […]. Ognuno di noi ha un suo ruolo nel forgiare la futura storia della creazione. Ognuno di noi è responsabile del kumbh, la brocca dell’acqua”.
Margherita Ciervo, Per il Comitato pugliese “Acqua Bene Comune”

Sembra che dopo anni di mobilitazione e confronti con gli enti da parte del Comitato Pugliese, la Regione Puglia sia finalmente intenzionata a ripubblicizzare l'Acquedotto Pugliese (tra l'altro, potrebbe essere un incredibile precedente da applicare per le altre regioni italiane). ma l'attenzione e la partecipazione su questo tema, proprio per questo motivo, devono crescere perchè c'è bisogno che dalle parole si passi ai fatti.

Regione Puglia. Tariffe acqua in base al reddito

BARI - Tariffe non più basate sui consumi, ma sui redditi dei consumatori. E poi, addio alla società per azioni Acquedotto pugliese, che deve invece diventare soggetto giuridico di diritto pubblico ben prima della fatidica data (2018) entro la quale si concluderà per legge la concessione della gestione del servizio idrico, aprendo di fatto ai privati il settore. Nichi Vendola ha deciso di voltare pagina sul tema dell’acqua bene pubblico, impegnando la giunta regionale a promulgare entro dicembre un disegno di legge ad hoc e affidando all’avvocatura l’impugnazione dinanzi alla Corte Costituzionale del decreto legge 135 del 2009 con cui il governo ha legiferato sui servizi pubblici locali, accusandolo di conflitto d’attribuzione su una materia - quella del servizio idrico integrato - di esclusiva competenza delle Regioni.
Come servizio essenziale e universale, questa la versione della Regione, la materia non è soggetta a concorrenza con lo Stato ed è per questo che la Regione può legiferare, stabilendo - questa la filosofia della delibera di ieri - che l’offerta di acqua ai cittadini è tema privo di rilevanza economica e non può, per questo, essere gestito da una spa. Nel caso il ddl, che sarà studiato da una commissione allargata al Forum pugliese dei movimenti per l’acqua bene comune, dovesse andare in porto entro dicembre, potrebbe dunque entrare in vigore un nuovo meccanismo di calcolo per le bollette: non più il pagamento uguale per tutti del «surplus» di consumi rispetto al minimo vitale, ma pagamenti differenziati basati sui redditi dei consumatori. La delibera approvata contiene inoltre la candidatura della Puglia quale sede Onu per l'organizzazione di una conferenza internazionale per la formalizzazione del riconoscimento del diritto universale all'acqua per tutti.
«L’acqua è un bene comune dell'umanità, un diritto di tutti, non assoggettabile a logiche di mercato. È un principio unanimemente riconosciuto sul quale è giunta l'ora senza totem e tabù - spiega il presidente Vendola - di applicarsi per giungere ad una regolamentazione di dettaglio che tenga conto del principio ed allo stesso tempo non ci faccia tornare indietro, con strumenti di gestione che hanno abbondantemente segnalato la loro inadeguatezza».
«Con il ddl - sottolinea l’assessore al ramo Fabiano Amati - si conta di aprire un cantiere di valutazione, la cui serietà sarà misurata anche sulla tempistica abbreviata che la Puglia dimostrerà di utilizzare». Con motivazioni diverse, dal Pdl si dà ragione all’iniziativa. Il consigliere regionale Donato Salinari, infatti, sottolinea «la leggerezza con la quale l’Aqp ha proceduto ad innalzare il costo dell’acqua in Puglia: l’acqua, in quanto bene primario, non può essere utilizzata per rastrellare denaro con cui ripianare il buco di bilancio di Aqp. Tali incombenze vanno affrontate con risorse proprie se l’Ente ne è capace, senza affliggere i pugliesi con altre tasse aggiuntive».
Ieri, intanto, si è sancita la fine della guerra tra centrodestra e Vendola sul caso Manna. Una breve riunione preliminare al consiglio regionale è servita ai chiarimenti e all’ingresso in aula, insieme, di Vendola e del capogruppo Fi Rocco Palese. La fine delle ostilità ha consentito il via libera al Piano tutela delle acque, che rinnova l’analisi della tutela, riqualificazione ed utilizzo sostenibile del patrimonio idrico, ancora ferma all’83.(La Gazzetta del Mezzogiorno)

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