lunedì 26 ottobre 2009

Le "ricadute" delle industrie sul turismo. Cioè: la polvere!

Porti turistici salentini, pochi e maltenuti. Dalle polveri corrosive di Taranto agli insabbiamenti di Campomarino alla precoce crisi di Brindisi

BRINDISI - I porti turistici sono indicati unanimemente come un impor­tante mezzo per favorire lo svi­luppo della nautica da diporto lungo le coste pugliesi. Ma qual è la situazione dei principali Ma­rina che sono già operativi? Partiamo dal porto turistico di Taranto, il Marina Sant’Eligio. Questa struttura è attiva dal 2003 ed ha una capienza di oltre 250 posti barca. Offre servizi ed attrezzature efficienti ma è afflit­ta da un problema che potrem­mo definire congenito: la vici­nanza alle ciminiere industriali e alle banchine del porto mercanti­le provoca il deposito di polveri e pulviscoli sulle imbarcazioni ormeggiate.
Per convivere con questa sgradevole situazione ci sono due rimedi: alcuni armatori si armano di manichetta e lava­no spesso le loro barche per evi­tare che le polveri anneriscano la vetroresina ed intacchino le at­trezzature di coperta, mentre al­tri le coprono con dei generosi te­loni. Un discorso a parte merita, in­vece, l'area che si trova alle spal­le dei locali della Capitaneria di Porto. Si tratta di una zona dema­niale, confinante con il Marina Sant'Eligio, che avrebbe dovuto ospitare un delfinario dedicato alla cura dei mammiferi marini. Finalmente, da qualche giorno, sono cominciati dei lavori di puli­zia di questo spazio, ma fino a do­menica scorsa lo scenario era tut­t'altro che rassicurante: sembra­va di trovarsi davanti ad una ve­ra e propria discarica in cui era­no sistemati vecchi carrelli, le­gnami di ogni tipo e materiale di risulta. Ad oggi, la situazione è migliorata ma c'è ancora molto da lavorare per riportarla in uno stato decorso. Scendendo verso Sud, ad una ventina di miglia da Taranto, tro­viamo il porticciolo di Campoma­rino di Maruggio.
La struttura sembra accogliente e ben integra­ta con il paese ma, anche in que­sto caso, esiste una problematica importante: gli insabbiamenti di una buona parte del porto ridu­cono i fondali, rendendo la navi­gazione insidiosa, specie per le barche a vela. A tutto ciò si ag­giunge un fronte di segnalazioni, promosse da alcuni fruitori della struttura, in cui si sostiene che il porticciolo non è sicuro oltre che per il mancato dragaggio dei fon­dali, per la presenza di un nume­ro di imbarcazioni superiore alla capienza consentita. Alcuni han­no evidenziato anche il mancato rispettato della percentuale di po­sti barca riservati al transito. Lasciato il Mar Ionio per rag­giungere l’Adriatico, ci 'incaglia­mo' nei problemi del Marina di Brindisi, di cui abbiamo già am­piamente parlato in queste pagi­ne.
Gli argomenti che tengono banco vanno dal consistente ca­lo dei traffici, segnalato dal Sole 24 Ore, ai disservizi, senza di­menticare la recente 'querelle' con gli ormeggiatori. Facendo rotta verso Nord, la si­tuazione migliora, specialmente nel modernissimo Marina di Ro­di Garganico che è stato inaugu­rato alla fine di luglio. Eppure, anche in questo caso, c’è qualco­sa da segnalare: la colonnina per il rifornimento del carburante non è ancora entrata in funzio­ne. Ma il gestore del servizio sa­rebbe stato individuatio ed entro il 30 novembre la situazione sarà sbloccata definitivamente. Christiano Spagnoletti (Corriere del Mezzogiorno)

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