Porti turistici salentini, pochi e maltenuti. Dalle polveri corrosive di Taranto agli insabbiamenti di Campomarino alla precoce crisi di Brindisi
BRINDISI - I porti turistici sono indicati unanimemente come un importante mezzo per favorire lo sviluppo della nautica da diporto lungo le coste pugliesi. Ma qual è la situazione dei principali Marina che sono già operativi? Partiamo dal porto turistico di Taranto, il Marina Sant’Eligio. Questa struttura è attiva dal 2003 ed ha una capienza di oltre 250 posti barca. Offre servizi ed attrezzature efficienti ma è afflitta da un problema che potremmo definire congenito: la vicinanza alle ciminiere industriali e alle banchine del porto mercantile provoca il deposito di polveri e pulviscoli sulle imbarcazioni ormeggiate.
Per convivere con questa sgradevole situazione ci sono due rimedi: alcuni armatori si armano di manichetta e lavano spesso le loro barche per evitare che le polveri anneriscano la vetroresina ed intacchino le attrezzature di coperta, mentre altri le coprono con dei generosi teloni. Un discorso a parte merita, invece, l'area che si trova alle spalle dei locali della Capitaneria di Porto. Si tratta di una zona demaniale, confinante con il Marina Sant'Eligio, che avrebbe dovuto ospitare un delfinario dedicato alla cura dei mammiferi marini. Finalmente, da qualche giorno, sono cominciati dei lavori di pulizia di questo spazio, ma fino a domenica scorsa lo scenario era tutt'altro che rassicurante: sembrava di trovarsi davanti ad una vera e propria discarica in cui erano sistemati vecchi carrelli, legnami di ogni tipo e materiale di risulta. Ad oggi, la situazione è migliorata ma c'è ancora molto da lavorare per riportarla in uno stato decorso. Scendendo verso Sud, ad una ventina di miglia da Taranto, troviamo il porticciolo di Campomarino di Maruggio.
La struttura sembra accogliente e ben integrata con il paese ma, anche in questo caso, esiste una problematica importante: gli insabbiamenti di una buona parte del porto riducono i fondali, rendendo la navigazione insidiosa, specie per le barche a vela. A tutto ciò si aggiunge un fronte di segnalazioni, promosse da alcuni fruitori della struttura, in cui si sostiene che il porticciolo non è sicuro oltre che per il mancato dragaggio dei fondali, per la presenza di un numero di imbarcazioni superiore alla capienza consentita. Alcuni hanno evidenziato anche il mancato rispettato della percentuale di posti barca riservati al transito. Lasciato il Mar Ionio per raggiungere l’Adriatico, ci 'incagliamo' nei problemi del Marina di Brindisi, di cui abbiamo già ampiamente parlato in queste pagine.
Gli argomenti che tengono banco vanno dal consistente calo dei traffici, segnalato dal Sole 24 Ore, ai disservizi, senza dimenticare la recente 'querelle' con gli ormeggiatori. Facendo rotta verso Nord, la situazione migliora, specialmente nel modernissimo Marina di Rodi Garganico che è stato inaugurato alla fine di luglio. Eppure, anche in questo caso, c’è qualcosa da segnalare: la colonnina per il rifornimento del carburante non è ancora entrata in funzione. Ma il gestore del servizio sarebbe stato individuatio ed entro il 30 novembre la situazione sarà sbloccata definitivamente. Christiano Spagnoletti (Corriere del Mezzogiorno)
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