Il governo dice sì alla centrale e al raddoppio Eni
Ieri via libera del ministero dell’Ambiente
Ha il sapore di un beffardo blitz del governo il rilascio delle tre autorizzazioni integrate ambientali per le due centrali Enipower e Edison e per la raffineria Eni.
Ieri a Roma il ministero dell’Ambiente ha espresso il suo parere favorevole subito dopo aver chiuso la porta alle spalle degli ambientalisti di «Altamarea» chiamati dal ministro Prestigiacomo a confrontarsi sulla spinosa questione.
Il ministero ha tirato dritto: malgrado la richiesta del portavoce Leo Corvace di far slittare il rilascio dell’Aia, malgrado gli ecologisti di Peacelink abbiano minacciato il ricorso alla magistratura per far rispettare l’accordo di programma, malgrado lo stesso accordo imponga il rilascio di autorizzazioni definitive solo dopo una valutazione globale dell’inqui - namento prodotto da tutte le aziende.
Quanto ha pesato l’atte ggiamento «flessibile» verso il governo da parte degli Enti locali: Regione, Provincia e Comune? Dopo l’audizione di «Altamarea» è toccato a loro rimanere a tu per tu con i rappresentanti ministeriali. Il governo ha spiegato che rallentare il rilascio delle concessioni avrebbe ritardato il monitoraggio offrendo alle aziende la scusa per continuare ad agire senza i limiti imposti da controlli più stringenti.
Malgrado fosse solo la seconda riunione sul rilascio dell’Aia a Eni, Edison e Enipower, la «velocità» ministeriale ha avuto buon gioco di ogni ragionevole dubbio. E ce n’erano di perplessità se solo citiamo il no espresso dalla giunta regionale pugliese alla centrale Enipower e al raddoppio della produzione Eni due settimana fa; oppure i distinguo del sindaco Ezio Stefàno, ieri presente all’incontro: il primo cittadino riteneva opportuno realizzare una centrale che producesse meno energia elettrica per evitare l’aumento di anidride carbonica.
Il timore di un vuoto nei controlli, agitato come uno spettro dal ministero per spiegare la forte accelerazione impressa all’autorizzazione integrata ambientale, ha fatto breccia nelle convinzioni di Regione e Comune, almeno stando alle agenzie di stampa e alle parole dello stesso sindaco.
L’Ansa ieri sera batteva un inequivocabile lancio: «L'Autorizzazione integrata ambientale rilasciata all’ unanimità, e quindi con l’assenso delle Istituzioni locali e dell’Arpa Puglia, consentirà agli impianti di continuare l’ attività dopo che è stato verificato il rispetto dei requisiti ambientali previsti dalle normative nazionali ed europee». «Abbiamo avuto garanzie - ha spiegato Stefàno - su queste verifiche. Eni, Enipower e Edison dovranno garantire entro 180 giorni il rispetto delle prescrizioni relative al rispetto dei limiti delle emissioni, al monitoraggio degli inquinanti e alla sicurezza. Se queste prescrizioni non saranno rispettate le autorizzazioni verrebbero revocate».
Il Comune di Taranto ha chiesto ieri al ministero dell’Ambiente nuovi controlli sanitari sulla popolazione legati alla presenza degli insediamenti industriali e all’impatto dell’inquinamento sulla salute pubblica.
Chi ha candidamente ammesso di essere stato «colto alla sprovvista» dalle decisioni ministeriali è stato il direttore dell’Agenzia regionale per l’ambiente Giorgio Assennato. «Sì, è vero. Il rilascio delle autorizzazioni così rapido può definirsi sorprendente anche perché era la seconda riunione convocata al ministero dell’Ambiente su questo argomento». Ora l’Arpa, insieme all’Ispra (l’agenzia nazionale per i controlli ambientali, ndr), dovrà organizzare le verifiche previste dalle prescrizioni allegate al rilascio dell’autorizzazione integrata ambientale. Ironia della sorte l’Agenzia regionale dell’ambiente non risulta invitata ai tavoli sull’Aia e Assennato segue i lavori in qualità di consulente della Regioen Puglia.
«C’è un incontro tecnico il 29 ottobre - ha spiegato il direttore dell’Arpa - prima del definitivo via libera ministeriale. In quella sede cercheremo di chiarire tutti i dettagli relativi al monitoraggio. Per fortuna son riuscito a far inserire nel verbale dell’incontro che alla fine di tutti i processi di rilascio delle autorizzazioni dovrà essere verificata la situazione dell’inquinamento industriale a Taranto nel suo complesso, guardando cioè a tutte le aziende». E’ possibile che le richieste degli ambientalisti siano state recepite così velocemente dal governo?
Rimane la sensazione di una sconfitta di «Altamarea» e, soprattutto, dello scollamento definitivo tra istituzioni locali e cittadini sui problemi dell’inquinamento. Un vizio che peserà sui giorni a venire quanto la congenita incapacità di far valere i propri diritti.
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