sabato 3 ottobre 2009

Impariamo da Maglie

MAGLIE VA OLTRE LE PREVISIONI L’INIZIATIVA DELL’UNITÀ DI CRISI PERMANENTE FORMATA DA 40 ASSOCIAZIONI CITTADINE

No alla diossina, ma anche al progetto di un inceneritore al servizio dell’Ato


di Camillo De Donno

MAGLIE . Raccolta di firme in piazza ed invito alla popolazione a partecipare al consiglio comunale di lunedì pomeriggio in cui sarà discusso un ordine del giorno con cui si chiede il ripristino dell’ordinanza che vieta l’attività di Copersalento ed il ritiro della delibera con cui si propone la costruzione di un termovalorizzatore a controllo pubblico ed a servizio dell’Ato.
L’Unità di crisi permanente, struttura del coordinamento civico magliese cui ormai aderisce una rete di circa 40 associazioni tra locali e nazionali ha organizzato una raccolta di firme per dire basta a qualsiasi forma di incenerimento nel territorio di Maglie. Ottocento cittadini hanno firmato ed è stato anche necessario istituire una seconda “lista” da far sottoscrive ai minori di 18 anni che chiedevano di poter aderire.
Per i responsabili del coordinamento il fatto che “In poche ore si siano raccolte ben 800 firme di persone over 18 anni, di Maglie e del circondario, ha sfatato il mito di quanti credono i magliesi troppo timorosi e paurosi di esporsi in prima linea nella difesa della loro salute e del loro ambiente”.
“Al punto – aggiungono - che abbiamo avuto difficoltàa chiudere la raccolta, tanto forte era la volontà dei passanti di apporre spontaneamente la loro firma, che prevedeva anche l'indicazione del codice di un documento di identità. In alcuni momenti siè avuto anche un intralcio del traffico per alcuni autisti che, visto l'assembramento in piazza ed intuitone il motivo, hanno voluto partecipare alla petizione”.
La petizione è stata lanciata “Per chiedere al Governo, alla Regione, alla Provincia ed al Comune di chiudere definitivamente l'inquinante impianto di Copersalento e non consentire nel feudo di Maglie e nel suo circondario, (contaminato dalla diossina e che necessita di almeno un decennio per una naturale bonifica in assenza di ulteriori inquinamenti), alcun altra attività industriale di incenerimento o di termovalorizzazione di biomasse e, più in generale, ogni attività industriale basata sulla fisiologicamente nociva attività di combustione".
Fonte: La Gazzetta del Mezzogiorno (26/09/09)

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