venerdì 30 ottobre 2009

Finita la crisi?

«Niente tagli, Ilva punta alla ripresa»
De Biasi scommette sul 2010. Angeletti: meno Irap? No, meno tasse sulle tredicesime


• La ripresa dopo la crisi è possibile? A questo interrogativo ha cercato di dare risposta la tavola rotonda organizzata nel secondo giorno di lavori del 14esimo congresso provinciale della Uilm. «La ripresa che tarda a venire - Le opportunità possibili per il Meridione d’Italia». Al tavolo il segretario generale nazionale della Uil Luigi Angeletti, il sottosegretario al Lavoro Pasquale Viespoli, l’assessore regionale al Lavoro Michele Losappio, il presidente della Provincia Gianni Florido, il direttore generale delle relazioni industriali per il gruppo Riva, Pietro De Biasi, il condirettore generale di Alenia Aeronautica, Giuseppe Ragni, il presidente di Confindustria Puglia Nicola De Bartolomeo. Ha moderato il dibattito Massimo Mascini direttore della rivista «Diario del lavoro» e opinionista del Sole 24 Ore.
«Nella ripresa bisogna credere - ha spiegato De Biasi dell'Ilva - anche se gli indicatori mostrano che il momento resta difficile. Un atto di fede, se vogliamo, ma è importante che imprese e sindacati abbiano obiettivi condivisi». L’iniziativa della Uilm ha messo a confronto le esperienze di Ilva e Alenia sul filo logico della difesa del lavoro e delle imprese. Restano ovviamente migliaia di lavoratori in cassa integrazione e i tagli pesanti alla produzione a segnare le criticità nel settore siderurgico mentre, al contrario, la ripresa produttiva di Alenia marca la differenza. «Scommettiamo sul prossimo anno riaccendendo un altoforno - ha spiegato De Biasi - e ci attrezziamo per una ripresa significativa». L’Ilva non intende ricorrere a provvedimenti drastici sul fronte del lavoro, anzi punta sullo stabilimento di Taranto ma chiede all’Europa misure anti-dumping per contrastare la concorrenza cinese. Ragni di Alenia Aeronautica ha confermato che «nonostante la crisi, il settore aerospaziale è in crescita. Entro fine anno ci sarà il volo di prova del Boeing 787. Nel 2010 ci sarà una produzione del 50 per cento in più nello stabilimento di Grottaglie: costruiremo 30 coppie di fusoliere. Il progetto Boeing-Alenia 787 “Dreamliner” ha già mille velivoli venduti a diversi acquirenti».
Da queste risposte alla crisi ha preso spunto il presidente degli industriali pugliesi, De Bartolomeo, per ribadire «la vitalità del mondo imprenditoriale nel Mezzogiorno e in Puglia in particolare. Per superare il momento e puntare alla ripresa - ha aggiunto De Bartolomeo - bisogna chiamare a raccolta intorno alle imprese e all’economia anche attori sociali come il mondo della cultura, l’università e il settore della ricerca oltre agli interlocutori istituzionali».
«Taranto ha 50mila addetti all’industria - ha ricordato il presidente della Provincia Florido - malgrado l’altissimo tasso di disoccupazione. Questo non va dimenticato quando si ragiona sul futuro della città». Florido ha lamentato il deficit di classe dirigente nel Mezzogiorno e a Taranto elencando sette punti per la ripresa con un minimo comune denominatore: «Al Sud ci vuole più Stato».
Il primo punto riguarda le Partecipazioni statali: dopo quell’esperienza, quale politica nazionale per il Sud? Il secondo punto è quello della creazione di una scuola di Pubblica amministrazione per il Mezzogiorno sganciata dalla politica. Terzo punto: il welfare locale. E poi ancora: gli investimenti pubblici, l’alta tecnologia partendo da modelli come Alenia, le bonifiche ambientali e una nuova Agenzia per lo sviluppo del Sud, la formazione di qualità».
L’assessore Losappio ha ricordato gli oltre 600 milioni di euro investiti dalla Regione Puglia per contratti di programma (tra i quali due riguardanti Alenia), ha respinto l’idea che a Taranto il referendum possa essere una soluzione ai problemi dell’ambiente e del lavoro e ha concluso indicando l’obiettivo «di ridurre le tasse regionali ai cittadini partendo dall’addizionale Irpef» come elemento determinante per la ripresa. A una ripresa che passi attraverso l’alleggerimento del peso fiscale crede Angeletti. Ma il segretario della Uil ha ripetuto che val la pena puntare sul taglio delle tasse sulla tredicesima piuttosto che sull’Irap: «In Italia e al Sud, in particolare, se dopo la crisi non torna a crescere la domanda non ci sarà ripresa. Sono preoccupato perché la crisi potrebbe non esser superata nello stesso momento e allo stesso modo dalle varie zone del Paese per cui potremmo avere regioni oaree già fuori dalla recessione e altre che non usciranno mai».
Il sottosegretario Viespoli, in conclusione, ha focalizzato la «nuova» questione meridionale che passa attraverso la riflessione sulla qualità della politica. A giudizio del rappresentante di governo «se taglio dell’Irap ci deve essere va fatto partendo dal Sud. Con circa 600 milioni di euro si potrebbe abbattere di un punto la tassa per le imprese del Mezzogiorno che sostengono un carico fiscale superiore al Nord». (La Gazzetta di Taranto, p.VII)

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