A volte ci capita di soffermarci sulla stessa notizia riportata da più quotidiani per cogliere le sfumature o i modi di vedere fatti sui quali, avendovi preso parte, si hanno informazioni dirette.
E' il caso ad esempio dell'incontro tenutosi ieri sera tra cittadini e istituzioni per discutere della centrale turbogas che l'ENI e qualche politico "amico" vogliono rifilare a Taranto.
L'Italia, il sud in particolare e Taranto con assoluta preminenza, non hanno grande esperienza di democrazia partecipativa o di amministrazione condivisa con la cittadinanza.
Quella di ieri speriamo sia stata una lezione per politici e non solo.
Per i politici che credono di convocare sempre i cittadini come extrema ratio o peggio ancora a cose fatte (è ancora "calda" la vergognosamente finta discussione sulla riapertura dell'inceneritore AMIU), salvo poi trovarsi impreparati a fornire quello che la gente, ormai informata attraverso canali sempre più liberi (internet, associazioni, volantinaggi, feste o manifestazioni), giustamente e legalmente chiede loro: di rappresentarli veramente!
Ieri sono mancate le istituzioni (ad esclusione della Regione cui fino ad oggi va il merito del poco che si registra di positivo in città). E' mancata la Provincia, che pur avendo la delega per l'ambiente, preferisce discurere a porte chiuse con gli amici dell'ENI o con gli organi di partito del "presidente". I cittadini si sono dovuti accontentare di un misero consulente messo in un angolo come quei simpatici manichini a rotelle per tenere le giacche.
E' mancato il Comune che pur avendo avuto lo slancio di proporre l'incontro, lo ha svuotato del suo reale valore partecipativo e di confronto tra istituzioni e cittadini. Che senso aveva chiamare l'ingegnerino dell'ENI da buttare nel circo dei leoni, quando ciò che si chiedeva era che gli enti rendessero conto ai cittadini delle loro scelte? E' possibile che dopo settimane in cui non si fa che parlare di questa centrale ENI e dopo una presa di posizione netta, scientificamente e politicamente ineccepibile della Regione, il Comune non abbia trovato un solo tecnico in grado di analizzare la documentazione, presentarla in consiglio e discuterla con i cittadini? Nella città più industriale d'Italia non ci sono tecnici comunali o provinciali che sappiano studiare l'impatto di impianti e progetti?
I cittadini sono molto più preparati degli amministratori e dei loro tecnici fantasma (scelti chissà come)... lo hanno dimostrato con le osservazioni contro il rigassificatore, con la legge antidiossina, con le osservazioni per l'AIA Ilva e anche con l'ENI e le sue proposte di continuare ad appestare l'aria e a devastare il mare!
Cosa aspettano i nostri enti locali a istituire una consulta dei cittadini? A dare loro una sede per meglio collaborare alla cosa pubblica?
Ma il comune e la provincia non hanno neanche l'onestà e la modestia di riconoscere la loro inadeguatezza. Si nascondono dietro i soliti scaricamenti di responsabilità, brancolano nel buio senza una pianificazione seria dello sviluppo della città e del suo territorio, si lasciano ammaliare (e immaginiamo come...) dalle multinazionali che hanno sempre le tasche piene e una grande sensibilità verso amici, familiari, ecc...
Al sindaco Stefàno (che ieri ancora una volta, buon Ponzio Pilato magnogreco, se ne è lavato le mani)occorrono le urla nel salone degli specchi o le manifestazioni di piazza per capire che non è tollerabile, in questa città, un solo microgrammo di inquinante in più? E men che meno per 60 miserabili posti di lavoro, l'equivalente di un discount! (anche se potremmo immaginare a chi andrebbero questi posti di lavoro...)?
Se i politici sono dinosauri, ancora qualche giornalista si attarda a stare loro dietro. Alcuni hanno percepito la forza e la novità di una città che non scende più solo in piazza, ma presidia gli organi amministrativi per ottenere salute e legalità, altri preferiscono perdersi i dibattiti noiosi e riportare le parole dei big... Vecchi tempi. Passati!
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