giovedì 1 ottobre 2009

Ancora altri animali condannati a morte!

Taranto, adottate le pecore alla diossina!
Gli allevatori dopo la prima strage: lasciatele vivere

«No alla mattanza delle pecore contaminate dalla diossina, si posso­no guarire o al limite adottare come i randagi». L’appello è stato lanciato ieri, mercoledì, dagli allevatori della provincia di Taranto che si oppongono con tut­te le proprie forze contro la decisio­ne delle autorità sanitarie di abbatte­re i 400 capi di bestiame dell’azienda zootecnica di un loro collega dove le analisi sui campioni di carne hanno evidenziato tracce significative di diossina.
Un’affollatissima assem­blea di allevatori jonici ha animato la sala consiliare del comune di Fag­giano per avanzare le proposte da in­viare alla Regione Puglia e alla Asl. Organizzati dal Tavolo Verde diretto dall’ex onorevole Paolo Rubino, i rappresentanti della categoria (1.794 aziende in tutto il comprenso­rio) hanno illustrato in quattro pun­ti l’alternativa alla macellazione vo­luta dal Dipartimento d’Igiene: indi­viduare fattorie didattiche sperimen­tali in cui curare gli animali contami­nati, creare di una riserva protetta dove liberare i capi, affidare il bestia­me ai proprietari con l’obbligo della non commercializzazione del pro­dotto e il relativo indennizzo per il mancato guadagno e infine avviare una campagna per l’adozione delle pecore come si fa per i randagi.
«Tut­to tranne ammazzarle - è stato detto - perché saremo tutti a difenderle». Questo ed altro ancora la categoria porterà domani sul tavolo alla Regio­ne Puglia. Le aziende chiederanno al governo centrale il riconoscimento legislativo per i risarcimenti alle im­prese colpite dal danno così com’è stato fatto per i loro colleghi campa­ni colpiti dall’emergenza diossina nel latte e mozzarelle di bufala.
Nazareno Dinoi (Corriere del Mezzogiorno)

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