domenica 18 ottobre 2009

Referendum e ambiente: una storia di frustrazione

LA SPEZIA centrale Enel
3 sezioni (due 300 MW e una da 600 MW) per una potenza totale di 1.200 MW. La centrale è alimentata a carbone (600 MW) e gas. Carbone consumato nel 2005: 1 milione di tonnellate. Emissioni totali di CO2 nel 2005: 3,2 milioni di tonnellate (-12% rispetto alle quote assegnate).
La centrale Enel di La Spezia ha una potenza complessiva di 1.200 MW, di cui la metà alimentata a gas e l’altra a carbone. L’impianto si inserisce all’interno del conglomerato urbano spezino ed è stato in passato fonte di notevole contestazione a livello locale, tanto che un referendum popolare del 1990 sancì la volontà di arrivare alla chiusura entro il 2005.
La centrale è ancora in funzione e non se ne prevede lo smantellamento.


PIOMBINO centrale Enel
4 sezioni da 320 MW per una potenza totale di 1.280 MW. La centrale è alimentata a olio combustibile denso. Emissioni totali di CO2 nel 2005: 1,7 milioni di tonnellate (+16% rispetto alle quote assegnate).
La centrale Enel di Piombino si trova a circa 6 chilometri dal centro cittadino. Attualmente utilizza olio combustibile e non esiste alcun progetto di riconversione a carbone. Un referendum popolare di vent’anni fa si era espresso a larghissima maggioranza contro qualsiasi ipotesi di riconversione a carbone della centrale.
Tuttavia le pressioni di Enel non mancano e nell’ottobre 2006 il Comune di Piombino, su ordine del giorno presentato dai Verdi, ha discusso riguardo al progetto di una nuova centrale a carbone che Enel avrebbe intenzione di costruire per rimpiazzare Torre del Sale. La Società non ha ancora presentato al Comune alcuna proposta formale. Tuttavia la Stampa locale riferisce che Enel sta pensando ad un accordo con alcune industrie della zona per identificare un sito in grado di ospitare il nuovo impianto.


BRINDISI SUD (Cerano) centrale Enel
4 sezioni da 660 MW per una potenza totale di 2.640 MW. La centrale è alimentata completamente a carbone. Carbone consumato nel 2005: 6,1 milioni di tonnellate. Emissioni totali di CO2 nel 2005: 15,3 milioni di tonnellate (+14% rispetto alle quote assegnate).
La centrale Enel di Brindisi Sud è ubicata sulla costa a circa 12 km dalla città, in località Masseria Cerano. Funziona attualmente a pieno regime e rappresenta il più grande impianto italiano completamente alimentato a carbone.
A 12 km dalla centrale, nel porto carbonifero di Costa Morena di Brindisi, vengono scaricate ogni anno circa 10 milioni di tonnellate di carbone. Circa la metà di queste vengono trasportate sia con camion che con nastri trasportatori fino alla centrale di Brindisi Sud, che nel 2005 ha bruciato oltre 6 milioni di tonnellate di carbone.
Con 15,3 milioni di tonnellate di CO2 immesse in atmosfera nel 2005, la centrale di Brindisi Sud detiene il record di emissioni di CO2 in Italia. Presso la centrale esiste un parco carbonifero scoperto di oltre 11 ettari, pari a circa 14 campi da calcio. Le montagne di carbone rilasciano polveri che sono fonte di grave inquinamento anche a livello locale. (Rapporto carbone Greenpeace)

Il progetto di alimentare la mega-centrale Enel Brindisi-Sud a carbone viene rigettato dalla cittadinanza in modo categorico e assoluto con un referendum svoltosi in dodici comuni della provincia di Brindisi nel gennaio del 1988. Nonostante la volontà popolare, così chiaramente espressa, e una serie di contestazioni circa l’illegittimità della costruzione (avvenuta in assenza di concessione edilizia e con la sola autorizzazione del Ministero dell’Industria) e l’inadeguatezza delle garanzie ambientali, dal 1990 i quattro gruppi della centrale di Cerano entrano in funzione.
Neanche gli accordi presi con il ministero (che prevedevano tra l’altro la dismissione dell’ormai obsoleta e inadeguata centrale Brindisi-Nord) vengono rispettati e l’Enel rimane completamente sorda alle richieste del fronte anticarbone di ridimensionare gli impianti e di alimentare la centrale a metano per ridurre le emissioni nocive.
Per dieci anni la centrale continua a bruciare, sollevando polemiche, inquinando l’aria e anche le coscienze; l’unica alternativa proposta al carbone risulta essere un nuovo combustibile di origine venezuelana, denominato Orimulsion, dalla composizione poco nota e dagli effetti forse peggiori di quelli del carbone.
Nel 1997 l’Enel conclude, con un notevole vantaggio economico, l’acquisto dell’Orimulsion dalla Pdvsa Bitor (compagnia petrolifera venezuelana) e Brindisi si prepara a fare da cavia al nuovo business, adeguando gli impianti della centrale di Cerano all’utilizzo del combustibile ancora in via di sperimentazione e osteggiato in tutto il mondo per il suo elevato tenore di zolfo e contenuto in metalli pesanti.
Gli oggetti della contestazione diventano a questo punto le carenze informative nei confronti del pubblico e l’inadeguatezza delle misure di riduzione degli impatti ambientali. In risposta alle crescenti preoccupazioni viene eletto, nelle varie circoscrizioni comunali e da tutte le parti, un comitato di controllo costituito da tecnici con il compito di verificare lo stato di inquinamento da centrale e di vigilare sulla conformità dei processi produttivi in base alle norme ambientali. E qui viene il peggio. Il comitato vive una situazione di profondo disagio dovuto all’impossibilità di effettuare i controlli previsti e alla completa assenza di risposte da parte non solo degli enti locali ma soprattutto del Ministero dell’Ambiente cui per due anni aveva inoltrato denunce circa l’inosservanza dei limiti di emissione imposti dalla legge e l’inaffidabilità del nuovo combustibile. La convenzione stipulata dal 1996 tra l’ente elettrico e il comune di Brindisi viene disattesa nei suoi punti più importanti tanto da non rappresentare più un garanzia di salvaguardia ambientale e, nonostante le continue sollecitazioni, le inadempienze non vengono sanate. La gravità della situazione porta i membri del comitato a dimettersi in blocco nel novembre 1999 e il dissenso, così a lungo gridato, si assottiglia fino a limitare i soggetti della contestazione a poche voci isolate all’interno dei partiti e gruppi di contestazione locali. (cicloweb)

2 commenti:

Anonimo ha detto...

molto intiresno, grazie

Anonimo ha detto...

La ringrazio per Blog intiresny