«Messo in ferie e cacciato dall’Ilva»
Il suo tesserino è stato disabilitato. E così stamattina, in una conferenza stampa, griderà la sua rabbia per una situazione alla quale si sente e si proclama completamente estraneo. Come annunciato ieri dalla «Gazzetta», ieri mattina uno dei 24 dipendenti dell’Ilva che l'azienda ha messo in ferie forzate in attesa che la magistratura faccia luce su una presunta truffa da 40 milioni di euro, legata a forniture inesistenti di materiali o a fatture gonfiate, si è presentato, accompagnato dall’avv. Giuseppe Lecc , alla portineria dello stabilimento per provare a tornare sul suo posto di lavoro ma non ha potuto superare gli ingressi perché, come detto, il suo badge era stato disabilitato.(Gazzetta del Mezzogiorno)
L'avvocato dell'operaio: «Non entriamo nel merito, contestiamo le modalità»
Non gli hanno contestato alcun provvedimento disciplinare, ma lo hanno allontanato dal posto di lavoro disabilitandogli il tesserino: per questo un operaio dell’Ilva, di 39 anni, in servizio al reparto Tubificio, ha inviato all’azienda una richiesta di reintegro immediato annunciando il deposito di una querela alla procura della Repubblica per l’ipotesi di reato di «esercizio arbitrario delle proprie ragioni». L’operaio è uno dei dipendenti dello stabilimento Ilva di Taranto a cui l’azienda ha imposto di non presentarsi sul luogo di lavoro fino a nuova disposizione e che viene indicato come persona informata sui fatti in una denuncia che i legali dell’Ilva hanno presentato alla magistratura. L’azienda chiede di fare luce su una presunta truffa da 40 milioni di euro legata a forniture inesistenti di materiali o a fatture gonfiate.
«Non entriamo nel merito della vicenda – dice l'avv.Giuseppe Lecce, legale dell’operaio – ma contestiamo le modalità con cui sono stati allontanati alcuni dipendenti». «Vogliamo – aggiunge – che la procura indaghi sul comportamento dei capi reparto che hanno gestito questa spiacevole situazione. Nei confronti di questi operai non è stato adottato alcun provvedimento disciplinare come prevede il codice dei lavoratori». «Chiederemo di rendere dichiarazioni al pm titolare dell’inchiesta sulla presunta truffa. Ancora oggi - conclude – non ci è dato sapere se l’allontanamento dal posto di lavoro equivale a ferie forzate o permessi retribuito».(Gazzetta del Mezzogiorno)
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