L’Ilva programma gli stop per i lavori
TARANTO
- L’Ilva avvierà le procedure di fermata dell’Altoforno 5, l’impianto
che da solo garantisce la metà della produzione di acciaio dell’intero
stabilimento, entro l’1 luglio del 2014, un anno prima rispetto a quanto
previsto, e voluto, dalla stessa azienda. Lo si apprende dal primo
rapporto, lungo ben 28 pagine, che l’azienda ha inviato al ministero per
l’ambiente e all’Ispra per comunicare lo stato di attuazione delle
prescrizioni imposte dalla nuova Autorizzazione integrata ambientale.
Il
direttore della fabbrica Adolfo Buffo nella sua lettera fa il punto
della situazione e, oltre ad annunciare quali attività sono state
avviate, non manca di evidenziare alcune criticità relative al sequestro
degli impianti che in alcuni casi impedirebbero materialmente gli
interventi di ambientalizzazione. È il caso, ad esempio, del
monitoraggio su base settimanale delle emissioni di polveri, Ipa e
benzene. Una ispezione è stata svolta dai tecnici dell’Ispra e dell’Arpa
tra il 7 e il 9 novembre scorsi ma secondo Buffo «non è stato possibile
verificare durante le attività di controllo i criteri adottati per la
valutazione per impedimento dei custodi alla partecipazione degli enti
Ilva di riferimento». Frizioni e contrasti che peraltro lo stesso
ministero dell’Ambiente ha invitato a superare tramite la presentazione
di circostanziate istanze alla magistratura.
Mentre il processo
di ambientalizzazione dell’Ilva sembra destinato ad iniziare, sul fronte
delle bonifiche e del piano per Taranto nulla sembra muoversi. Il
tavolo istituito dal presidente Monti si è riunito solo una volta mentre
i fondi stanziati per il ripristino delle aree contaminate non possono
essere utilizzati perché non è stato ancora nominato il commissario
straordinario.
Per sollecitare l’uscita dall’impasse, i
consiglieri comunali di Taranto manifesteranno martedì mattina dinanzi a
Palazzo Chigi con il gonfalone municipale. Lo hanno annunciato ieri
mattina nel corso di una conferenza stampa i capigruppo di maggioranza.
L'iniziativa vuole costituire un sollecito affinché la Presidenza del
Consiglio convochi in tempi brevi il tavolo istituzionale per Taranto
che dal 17 aprile scorso non si è più riunito, facendo così calare
l'attenzione del Governo sui problemi dell'Ilva e della crisi economica
del capoluogo jonico. I consiglieri comunali partiranno da Taranto
domani sera in pullman assieme al sindaco Ezio Stefàno che martedì sarà
ascoltato dalla Commissione Lavoro del Senato. Se non arriveranno
risposte concrete, «convocheremo un’assemblea con tutte le forze
politiche - è stato detto ieri in conferenza stampa - assieme ai
consiglieri regionali, i parlamentari ma anche i rappresentanti
sindacali, imprenditoriali e del mondo ambientalista per decidere
insieme una nuova manifestazione a Roma e stavolta porteremo nella
capitale 20-30 pullman». Domani anche Cgil, Cisl e Uil di Taranto,
insieme ai sindacati di categoria dei metalmeccanici, invieranno una
lettera alle rispettive confederazioni nazionali chiedendo un intervento
su Palazzo Chigi perché si faccia carico della vicenda Ilva.
Mimmo Mazza (GdM)
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