Stefàno, sei un c.......!!
Ilva/ Indagati a Taranto anche il sindaco e un sacerdote
La procura di Taranto ha iscritto nel registro degli indagati i nomi del sindaco di Taranto Ippazio Stefàno e del sacerdote Marco Gerardo, segretario dell'ex arcivescovo di Taranto monsignor Benigno Luigi Papa. Oltre al sindaco ed all'esponente della curia, risultano indagate altre tre persone.Il primo è indagato per omissione in atti d'ufficio, un atto dovuto dopo la denuncia del consigliere comunale Aldo Condemi che il mese scorso denunciò la mancata azione del sindaco a tutela della salute pubblica e la mancata costituzione di parte civile in un processo che si è concluso con la condanna dei vertici di Ilva.
Il sacerdote è indagato per false dichiarazioni al pubblico ministero al quale ha raccontato di alcune elargizioni da parte dell'Ilva alla curia locale. Il sacerdote sarebbe stato smentito dallo stesso monsignore circa i diecimila euro che secondo l'accusa sarebbero stati consegnati da Archinà, arrestato ieri, al professor Liberti, all'epoca consulente della procura. Archinà disse agli investigatori che quella somma era destinata alla curia, cui faceva donazioni a Pasqua e a Natale.
La guardia di finanza, inoltre, su delega della procura ionica sta eseguendo accertamenti a Bari e a Roma per far luce sulla concessione dell'Aia rilasciata il 4 agosto 2011 dal ministero per l'Ambiente. (firstonline)
Sull’inchiesta che ipotizza pressioni da parte dell’Ilva sui politici, compreso il sindaco, Stefano ha risposto: “Se ci sono state pressioni non hanno avuto effetto perché il professor Giorgio Assennato, presidente dell’Arpa, e ancora lì, quindi evidentemente queste pressioni sono rimaste inascoltate”. Sui suoi rapporti con l’ex responsabile delle Relazioni istituzionali dell’Ilva Girolamo Alchinà indagato per corruzione in atti giudiziari, Stefano ha affermato: “Nel periodo clou delle indagini sono andato in procura a chiedere come mi dovessi comportare perché il procuratore ci aveva scritto una lettera in cui chiedeva di attuare ogni cosa che era nelle nostre possibilità. Io ho chiesto alla Procura ‘posso parlare con l’imprenditore?’. Mi hanno risposto che potevo farlo. Tant’è vero che uno dei nemici così definiti dai media dell’Ilva è l’Arpa. Nelle intercettazioni quando io chiedevo informazioni per poter agire, Archinà mi ha detto che dovevo rivolgermi al Presidente dell’Arpa”. (Agenparl)
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