Ilva di Taranto, da un incubo all'altro: l'emergenza ora è l'amianto
Da un incubo all'altro. O da un labirinto all'altro. Dopo la diossina e l'inquinamento di Pcb, a 48 ore dall'uragano che ha seminato morte e distruzione un altro spettro si aggira per Taranto: l'asbesto, il killer amianto, liberato in quantità industriali nell'aria di Taranto e di Statte.
Il sindaco del Comune che sorge a ridosso dell'Ilva, Angelo Miccoli, ha interdetto il passaggio delle auto e dei pedoni di alcune strade del quartiere Monte Termini (cinquecento villette residenziali molte delle quali con il tetto di amianto scoperchiato dalla tromba d'aria) lastricate dei detriti di asbesto. I vigili del fuoco si stanno prodigando per sigillarlo in grandi sacchi bianchi con su stampigliata la minacciosa lettera A. I pompieri, proprio per accelerare al massimo i tempi di raccolta, sorvolano sulle regole severissime previste per chiunque entri a contatto con questo minerale. Allarme anche a Taranto. Proprio in questi minuti, alcuni operai del Comune lavorano al recupero dell'asbesto seminato nel raggio di chilometri dal tetto in eternit volato via dall'oleificio Costa, all'imbocco della statale 106, tra il porto e l'Ilva
L'oleificio era chiuso da dieci anni. Due anni fa i locali che ospitavano la ditta Costa furono sigillati da un intervento massiccio delle forze dell'ordine. Da allora si sparse la voce che l'interno dell'oleificio conservasse sacchi di asbesto. Conferma Trifone Dioguardi, proprietario di un'azienda commerciale di pavimenti e arredo bagno che sorge a qualche metro di distanza : "L'oleificio meriterebbe un sopralluogo approfondito. Le notizie che circolano al riguardo sono tutt'altro che rassicuranti. Io, per sicurezza, ho mandato i miei dipendenti a casa. Certo che non si può abbandonare per dieci lunghissimi anni un luogo così pericoloso".
La pioggia di amianto non ha risparmiato neppure l'Ilva, che all'indomani del tornado ha reclutato una ditta specializzata nella raccolta dell'asbesto sparso per lo stabilimento. Gli ambientalisti di Peacelink hanno chiesto al Comune di Taranto di verificare se la torre crollata all'interno dell'acciaieria contenesse o meno il micidiale minerale. (Sole24h)
Nessun commento:
Posta un commento