lunedì 19 novembre 2012

Ilva allo "specchio" (tedesco)


“L’Ilva, dove la disoccupazione è meglio di un tumore”

Der Spiegel racconta le vicissitudini dell'acciaieria più grande d'Italia, evidenziando le responsabilità decennali della politica italiana


Il caso dell’Ilva interessa Der Spiegel. Il settimanale più importante della Germania racconta il dilemma di Taranto, città considerata bellissima e ricca per secoli e secoli, dove ora la scelta è tra ammalarsi di tumore oppure rimanere disoccupati, senza alcuna speranza occupazionale.
IL DRAMMA DI TARANTO - Taranto è una città che si trova in fondo allo Stivale della penisola italiana, ed è stata fondata più di mille anni prima di Roma. Greci, romani, saraceni, goti, normanni, spagnoli e francesi hanno fatto guerre per controllare questo porto sul Mar Ionico. Per secoli è stata considerata come una perla del Mezzogiorno, mentre ora Taranto è “povera, prevalentemente brutta e sporca. Il rischio di ammalarsi di cancro è più elevato in questa città rispetto a qualsiasi altro luogo italiano”. La causa, rimarca Der Spiegel, è l’enorme stabilimento dell’Ilva. Circa 12 mila persone lavorano in quella che è una delle più grande acciaierie d’Europa, anche se questo impianto è tanto enorme quanto arretrato. La diossina, il piombo e il mezzo milione di tonnellate di monossido di carbonio sparato dalle sue ciminiere hanno intossicato l’aria e l’ambiente circostante. Le facciate e i tetti della case si sono sporcati di rosso a causa di queste emissioni. Der Spiegel evidenzia come l’Ilva l’industria più inquinante d’ItaliaRISCHIO TUMORE - Su commissione del ministero della Salute i periti hanno analizzato i casi di malattia e morte intercorsi nella città tra il 2003 ed il 2009. Il risultato è stato agghiacciante: vivere intorno allo stabilimento dell’Ilva significa contrarre il tumore a tassi più elevati della media italiana. Negli ultimi 13 anni sono morte quasi 400 persone di tumore, sopratutto ai polmoni, che vivevano o lavoravano all’Ilva. I bambini nascono già con il cancro, ereditato dalla madre, rimarca il settimanale tedesco citando il primario di un ospedale locale. La mortalità infantile è superiore tra il 30 ed il 50% alle altre zone della Puglia. A causa di questo quadro inquietante il pubblico ministero Patrizio Todisco ha ordinato la chiusura dello stabilimento a fine luglio. I proprietari dell’Ilva, la famiglia Riva,sono stati fermati, anche se sono finiti agli arresti domiciliari. Der Spiegel evidenzia come dopo l’azione giudiziaria subita la ricca famiglia italiana abbia subito ricattato le autorità del nostro paese, paventando la chiusura non solo dello stabilimento di Taranto, ma anche degli altri due siti al Nord. Questa minaccia ha mobilitato la forza lavoro, terrorizzata dalla possibile perdita dell’occupazione.
TERRORE IN CITTA’- Der Spiegel evidenzia come i lavoratori dell’Ilva si trovino di fronte ad un tragico dilemma: ammalarsi probabilmente di tumore, oppure perdere l’unica prospettiva di lavoro che c’è in città. Ecco perchè hanno occupato lo stabilimento ed hanno sfilato nel centro cittadino al ritmo dello slogan: “Meglio rimanere qui ed ammalarsi che affamarsi da un’altra parte”. La perfida alternativa tra cancro e disoccupazione contrappone lavoratori ed imprenditori contro le mamme ed i medici. Il settimanale tedesco rimarca come il governo Monti si sia schierato contro la magistratura, e vicino ai Riva, promettendo aiuti milionari che hanno parzialmente placato la situazione. La protezione della salute non può decidere la politica industriale del paese. I blocchi stradali sono gradualmente scomparsi, ma le manifestazioni nel centro di Taranto proseguono. “Siamo a conoscenza del pericolo, ma abbiamo bisogno dei nostri posti di lavoro”, dicono gli operai dell’Ilva al giornalista di Der Spiegel.
POLITICA COLPEVOLE - Il problema dei lavoratori è comune ad un città che è ormai diventata spettrale, come rimarca il settimanale di Amburgo. Per decenni le autorità di Taranto hanno ignorato il problema, fingendo di non vedere quali danni provocava il colosso dell’acciaio all’ambiente della città pugliese ed alla salute dei suoi cittadini. Nel 2008, rimarca Der Spiegel, il governo Berlusconi richiamò gli ispettori del dicastero dell’Ambiente perchè stavano facendo controlli troppo duri sull’Ilva. Fino ad oggi, viene evidenziato nell’articolo, non sono stati installati gli apparecchi necessari per la rivelazione dei gas velenosi. Il governo Monti ha promesso un intervento che vuole conciliare le esigenze del rispetto della salute e dell’ambiente, ma anche delle prospettive occupazionali del sito. Nuove perizie sono state richieste, visto che dalle fonti governative si assicura come gli attuali dati a disposizione della magistratura non siano sicuri. Anche i Riva hanno promesso maggiori investimenti, anche se Der Spiegel ricorda la notizia fornita da L’Espresso, che ha rivelato come la famiglia abbia goduto di consulenze plurimilionarie stipulate dalla sua stessa azienda. (Giornalettismo)

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