Ed eccoci alle minacce serie:
SIGNORI SI CHIUDE!
Ilva gioca a fare l'offesa e danneggiata. Ma di materie prime, anche recentemente, se ne son viste passare... O era terriccio per trasformare le colline di minerali in un paesaggio toscano?
Ecco la letterina di natale alla città scritta dall'uomo 4 stagioni, ma prima... ecco quattro secondi di commento:
Ilva, Ferrante lancia l'allarme
«Rischioso chiudere il 14 dicembre»
Lettera del presidente alla magistratura
E dal 19 novembre lavoratori in ferie forzate
L'impianto Ilva di Taranto potrebbe chiudere il 14 dicembre per mancanza
di materie prime e ciò comporterebbe gravissimi rischi per la
sicurezza. È quanto sostiene il presidente Bruno Ferrante, che lancia un
allarme con una lettera inviata alla magistratura.
LA LETTERA - L'applicazione delle disposizioni dei custodi
giudiziari, in ordine allo scarico delle materie prime al porto di
Taranto, causa il pericolo che si fermino «tutti gli impianti dell'area a
caldo dello stabilimento» con gravissimi rischi per la sicurezza. Lo
stop forzato dovuto alla mancanza di materia prime - i custodi impongono
uno stoccaggio massimo di 15 giorni - comporterebbe una fermata non in
sicurezza con conseguente «esposizione a gravissimi rischi di incidente
rilevante e danni irreparabili agli impianti». Nella lettera si legge
ancora che «la verifica dell'applicazione della disposizione dei custodi
allo sbarco delle materie prime, evidenzia la palese incompatibilità
delle stesse con i programmi operativi dello stabilimento per il periodo
in esame e noti ai custodi. È del tutto evidente che l'applicazione
della disposizione dei custodi giudiziari allo sbarco delle materie
prime determinerà effetti devastanti per l'Ilva dovuti alla fermata, non
in sicurezza, di tutti gli impianti dell'area a caldo con conseguente
esposizione a gravi rischi di incidente rilevante e danni irreparabili
agli impianti, scenario questo già comunicato verbalmente agli stessi. È
solo il caso di sottolineare - conclude il presidente Ferrante - che
dal 12 novembre, data di comunicazione delle disposizioni dei custodi
giudiziari, ad oggi sono stati accumulati maggiori oneri di Ilva per le
controstallie per 850 mila dollari». Da segnalare anche il tema dei
costi di gestione. Le modalità di sbarco di materiali - si legge nella
lettera - secondo le prescrizioni dei custodi, calcolate in accordo con
le movimentazioni navi, comportano una previsione di costo aggiuntivo
per le attese navi pari a 12,37 milioni di dollari. A questa cifra sono
da aggiungere i costi per movimentazione aggiuntiva delle navi, pari a
50 mila dollari per ciascuna movimentazione, costi dovuti anche
all'utilizzo dei rimorchiatori, ormeggiatori e piloti. È prevedibile -
conclude Ferrante -, visti i lunghi tempi di sosta che deriverebbero
dalla applicazione delle disposizioni dei Custodi, che gli armatori
possano chiedere al gestore la detenzione che comporta un costo maggiore
rispetto alla controstallia».
FERIE FORZATE - E da lunedì prossimo 19 novembre l'Ilva metterà
in ferie forzate i lavoratori del reparto Produzione lamiere 2, a cui si
aggiungeranno da mercoledi 21 quelli del Tubificio 2, circa 500 operai.
Lo si apprende da fonti sindacali alle quali la notizia è stata
comunicata oggi dall'azienda. I reparti interessati dalle ferie forzate
sono tra quelli per i quali nei giorni scorsi è stata chiesta la cassa
integrazione ordinaria per 1940 lavoratori dell'area a freddo per crisi
di mercato e mancanza di commesse. Sul provvedimento non c'è ancora
accordo tra azienda e sindacati. Martedì è previsto un nuovo incontro
tra le parti. (CdM)
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