Ilva: da oggi 500 dipendenti dell'area a freddo in ferie forzate
Da stamattina all'Ilva sono iniziate
le ferie forzate del personale dell'area a freddo a causa della
crisi di mercato e della mancanza di ordini di lavoro
soprattutto per i tubifici. Cinquecento i lavoratori coinvolti
in questa prima fase. A fermarsi gia' da oggi sono il reparto
produzione lamiere, dalle quali vengono poi prodotti i tubi di
vario diametro, e i rivestimenti tubi. Tra mercoledi' e
giovedi' tocchera' al Tubificio 2. I cinquecento lavoratori
sono destinati insieme ad altri 1500 alla cassa integrazione
ordinaria. Questa, infatti, la richiesta dell'Ilva ai sindacati
metalmeccanici Fim, Fiom e Uilm, solo che non essendoci sinora
stato accordo fra le parti benche' ci siano gia' stati due
incontri, si e' partiti con le ferie forzate. - La richiesta di
uno stop temporaneo alla cassa e' stata avanzata dai sindacati
in attesa di avere maggior chiarezza sul futuro del siderurgico
e su quanto accadra' sul versante dell'Autorizzazione integrata
ambientale e della risposta della Magistratura, visto che
l'Ilva intende chiedere alla Procura il dissequestro degli
impianti dell'area a caldo per attuare le prescrizioni
ambientali e impiantistiche della stessa Aia. L'Ilva ha
provvisoriamente messo da parte il ricorso alla cassa
integrazione ma ha comunque fermato gli impianti e avviato le
ferie forzate. Domani l'azienda incontrera' i sindacati per
vedere se e' possibile concludere l'accordo sulla cassa
destinata complessivamente a 2mila addetti dell'area a freddo,
che non e' sottoposta a sequestro. E' stata annullata infine la
partenza per Roma dei consiglieri comunali che sarebbe dovuta
avvenire stasera a mezzanotte in pullman da Taranto. I
consiglieri, insieme ai capigruppo di maggioranza, avrebbero
dovuto stazionare domattina davanti a Palazzo Chigi con
gonfalone del Comune di Taranto per sollecitare il Governo a
convocare il "Tavolo istituzionale" per Taranto insediato dal
premier Mario Monti lo scorso 17 aprile e da allora, rilevano i
consiglieri, mai piu' riconvocato "nonostante la gravita' dei
problemi e il caso Ilva". A far revocare la partenza per Roma
e' stato l'arrivo a Palazzo di Citta' di una lettera del
ministro dell'Ambiente, Corrado Clini, nella quale si annuncia
come imminente un vertice del Governo. Domani sara' a Roma il
solo sindaco di Taranto, Ezio Stefano, che verra' ascoltato
dalla commissione Lavoro del Senato nell'ambito di un ciclo di
audizioni gia' programmato sui temi della sicurezza sul lavoro
nel siderurgico. Nei giorni scorsi la stessa commissione aveva
ascoltato anche il procuratore capo di Taranto, Franco
Sebastio, e il presidente dell'Ilva, Bruno Ferrante. (AGI)
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