venerdì 30 novembre 2012

Lo Stato schiaccia la Costituzione: il giorno dell'onnipotenza di Clini-Riva!

Chicchiere in libertà alla corte del dio profitto.
Ecco le roi Clini e tutta la schiera dei servi del capitale.
Non mancano i sindacati, il PD e le sue ancelle pseudoambientaliste.
La corte è al completo e le loro braccia sono giunte per schiacciare la mosca fastidiosa, quella piccola città che gridava libertà e salute. 
Poche voci fuori. La Fiom finge resistenza tanto per distinguersi, ma spara a salve mentre solo un risinistrato Vendola si pone a capo dei resistenti alla dittatura di Clini, verità o parole da paroliere. Senso del territorio o effetto delle intercettazioni?

Il decreto salva Ilva in Cdm, Clini: "Pronti ad andare avanti senza i Riva"

Il provvedimento del governo dà forza all'Autorizzazione integrata ambientale del 26 ottobre. Monti: dalla chiusura di Taranto danni per 8 miliardi. Il ministro dell'Ambiente su un piano B per il salvataggio

E' iniziata la riunione del Consiglio dei ministri, con più di un'ora e mezzo di ritardo rispetto all'orario indicato nella convocazione, da cui dovrebbe uscire il via libera al decreto legge sull'Ilva per consentire la ripresa della produzione nello stabilimento di Taranto e "conciliare la tutela dell'occupazione e dell'ambiente e il rispetto della magistratura", come auspica il premier Mario Monti ieri al tavolo con le parti sociali, l'azienda e gli enti locali. La giornata decisiva per il futuro del colosso, iniziata con la tragica notizia del ritrovamento del corpo di Francesco Zaccaria, l'operaio di 29 anni disperso durante la tromba d'aria che due giorni fa si è abbattuta sull'impianto. Sulla sua morte, la procura ha aperto un'inchiesta.
Una strada per evitare - ha detto Monti - "un impatto negativo sull'economia stimato in otto miliardi di euro annui". Il decreto del governo punta su una Autorizzazione integrata ambientale con forza di legge, e permette la ripresa dell'attività produttiva e commerciale dell'Ilva, sospendendo di fatto i provvedimenti di sequestro incompatibili con l'Aia. Il dispositivo prevede un garante per vigilare sull'attuazione del decreto legge e la responsabilità e gestione dello stabilimento in capo all'Ilva. Sono questi i punti principali della bozza che potrebbe salvare i 12mila dipendenti di Taranto e i lavoratori dell'indotto. Ma anche Genova,
che "può continuare a vivere ancora per una settimana - ha avvertito il presidente Bruno Ferrante - o Novi Ligure, autonomo ancora per due settimane, o Racconigi, per tre.
L'obiettivo è quello di permettere alla fabbrica di rialzarsi, ma il ministro dell'Ambiente Corrado Clini, intervenendo ieri sera a Servizio Pubblico, ha fatto anche intendere che il governo sarebbe pronto a prendere in mano la situazione nel caso in cui la famiglia Riva non voglia o non possa far fronte alle prescrizioni.  "Sappiamo - ha spiegato - che per essere risanato quel sito deve continuare ad essere gestito industrialmente. I Riva hanno detto che sono ponti a farlo. Il piano degli interventi prevede parchi minerari, altoforni, batterie delle cokerie. Se non fai questo, è la nostra posizione, non puoi continuare a gestire gli impianti. Se non sono in grado dobbiamo farci carico noi con un intervento che consenta di garantire la continuità produttiva ed il risanamento".
"E' stato detto che questo è in conflitto con la magistratura - ha voluto sottolineare il ministro, che ha ribadito la propria estraneità al rilascio della vecchia Aia - ma questo è falso, perché stiamo applicando puntualmente la legge". La legge, ha assicurato Clini, viene applicata "assumendo come contenuti del processo che abbiamo avviato gli stessi obiettivi, e gran parte delle stesse misure, indicate dal gip a luglio". (Repubblica)




Caso Ilva, Clini a Servizio Pubblico: “Produrre e bonificare, con o senza i Riva”

L'annuncio del ministro dell'Ambiente durante la puntata del programma di Michele Santoro. Oggi il decreto arriva in cdm: il siderurgico potrà riprendere la produzione d'acciaio solo se rispetterà le prescrizioni contenute nell'Aia. Ma rimane il rischio di conflitto di poteri tra governo e magistratura

Mario Monti e Corrado Clini
L’Ilva di Taranto deve produrre e insieme bonificare. Con o senza i Riva. L’ultimo sviluppo della vicenda che riguarda il siderurgico di Taranto è arrivato a tarda serata, dalle parole del ministro Clini, intervenuto a sorpresa nella puntata di Servizio Pubblico. “L’azienda può continuare a lavorare solo se fa gli interventi prescritti. Se non li fa lavoriamo su un meccanismo che consente di continuare l’attività dello stabilimento senza Riva” ha detto il titolare dell’Ambiente, sottolineando come il governo sa benissimo “che per essere risanato quel sito deve continuare ad essere gestito industrialmente. I Riva hanno detto che sono ponti a farlo – ha affermato Clini – Il piano degli interventi prevede parchi minerari, altoforni, batterie delle cokerie”.
Poi l’affondo e la notizia, decisiva nell’equilibrio di tutta la vicenda: “Se non fai questo, è la nostra posizione, non puoi continuare a gestire gli impianti – ha annunciato il ministro – Se non sono in grado dobbiamo farci carico noi con un intervento che consenta di garantire la continuità produttiva ed il risanamento”. Le parole di Clini sono arrivate alla vigilia dell’approdo in Cdm del decreto legge ‘ad Ilvam‘, che consentirà la ripresa della produzione nello stabilimento di Taranto e di “conciliare la tutela dell’occupazione e dell’ambiente e il rispetto della magistratura”, come assicurato dal premier Mario Monti al tavolo con le parti sociali, l’azienda e gli enti locali.
Una strada, ha spiegato il capo dell’esecutivo, per evitare “un impatto negativo sull’economia stimato in 8 miliardi di euro annui”. Il rischio, aveva avvertito il presidente dell’azienda, Bruno Ferrante, sarebbe la chiusura anche del sito di Genova, che “può continuare a vivere ancora per una settimana”. Ma anche il destino degli altri stabilimenti del gruppo sarebbe “segnato” (“Novi Ligure sopraviverebbe due settimane, Racconigi tre”) e a crollare sarebbe “tutto l’indotto”. Lo stesso ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, ha invece sottolineato che “l’urgenza è diventata stringente perché sta per bloccarsi un’intera filiera”. Quella del dl, dunque, è la strada che il governo ha confermato. E “chi ritiene che non si stia applicando la legge può rivolgersi alla Corte Costituzionale” ha sottolineato Clini, ribadendo che “è falso dire che ci sia un conflitto con la magistratura”.
Il motivo? E’ lo stesso ministro a spiegarlo: “Un’eventuale disapplicazione delle leggi nazionali, che recepiscono direttive europee, fa entrare l’Italia in procedura d’infrazione e di violazione del diritto comunitario”. L’Anm, tuttavia, ha auspicato che “sia compiuto ogni sforzo” per trovare “fuori da logiche di scontro, soluzioni che contemperino la tutela della salute con quella dell’occupazione, nel pieno rispetto delle attribuzioni che la Costituzione” dà alle Autorità politiche e alla magistratura. Un eventuale ricorso alla Consulta “rappresenta un aggravamento della situazione, non l’avvio della soluzione”, ha osservato il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, mentre per il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi “sul caso dell’Ilva l’Italia si gioca il futuro industriale e manifatturiero”. (Fattoquotidiano)

Ilva - Ferrante: "Dissequestro entro il 6 dicembre"

Taranto - Alla riunione che si è tenuta ieri pomeriggio a Palazzo Chigi fra vertici Ilva, governo e sindacati, è emersa in modo decisamente lampante l'inefficacia dei provvedimenti di sequestro degli impianti in relazione al decreto legge che stabilisce i parametri della Autorizzazione Integrata Ambientale. Per tale motivo le stesse misure di sequestro saranno quindi abolite. Questo è ciò che prevede il Decreto Legge in esame alla Camera dei Deputati, secondo il quale l'AIA è parte integrante dello steso decreto, con implicita autorizzazione alla continuazione dell'attività produttiva, salvo inosservanza delle norme contenute del progetto AIA.
Il decreto stabilisce inoltre la nomina di un garante che sarà incontatto con la direzione aziendalel e con le rappresentanze dei lavoratori.
Il presidente del Consiglio, Mario Monti, dichiara: "Adesso bisogna urgentemente elaborare un atto del governo e il relativostrumento giuridico che è appunto il Decreto Legge. I tempo sono strettissimi, e già entro il 30 novembre attiveremo l'elaborazione del tutto in seno al Consiglio dei Ministri".
Il presidente Ilva, Bruno Ferrante (foto), da parte sua interviene: "Il 6 dicembre è la data limite per i provvedimenti di dissequestro. Abbiamo in preparazione un piano aziendale per nuovi investimenti con i quali potremo fare fronte alle richieste delle associazioni ambientaliste. La volontà dell'Ilva è di guardare avanti, non indietro". (Barioggi)

Ilva: Palombella (Uilm), decreto per dire no a declino industriale

(ASCA) - Roma, 30 nov - ''Il provvedimento d'urgenza da parte dell'esecutivo a favore dell'attivita' produttiva per l'Ilva di Taranto e' al momento l'unica via d'uscita per mantenere la siderurgia come industria di base dell'industria nazionale''. Lo scrive Rocco Palombella, segretario generale della Uilm, in un articolo pubblicato questa mattina dal giornale dei metalmeccanici ''Fabbrica societa''' a poche ore dalla riunione del Consiglio dei Ministri che approvera' un decreto legge, composto da cinque articoli, tendente a far riaprire l'Ilva.
''Uscire dall'acciaio -si legge nell'articolo - significherebbe poverta' e disoccupazione, particolarmente cruente, soprattutto a livello giovanile, nel Meridione d'Italia''. Il leader dei metalmeccanici suggerisce anche un'ulteriore azione da realizzare nel tempo a venire rispetto alla vicenda Ilva: ''Non bastano gli investimenti chiesti alla famiglia Riva, ma ci vuole un imponente intervento di finanza pubblica utile a garantire la produzione e ad assicurare le piu' idonee bonifiche per il sito di Taranto e per tutta l'area circostante. Non dovevamo arrivare a questo punto, ma e' responsabilita' di tutti arrestare il declino''.

Ilva, Fitto: “Il Decreto? Unica via per garantire il rispetto della legge. Ora collaborino tutti per rispettarlo”

(29 novembre 2012) LECCE- “Il decreto legge a cui il Governo sta lavorando e che speriamo già domani sarà approvato in Consiglio dei Ministri, secondo quanto riferitoci oggi dal Presidente Monti e dai ministri interessati, appare l’unica via per garantire al tempo stesso il rispetto della Legge, l’applicazione dell’Aia, la tutela della salute e dell’ambiente e l’esigenza di non bloccare la filiera europea di produzione dell’acciaio che passa per l’Ilva”. Lo dichiara l’On. Raffaele Fitto uscendo dal vertice sull’Ilva tenutosi a Palazzo Chigi.
“Condividiamo in pieno l’operato del Presidente Monti, e lo spirito di questo decreto che, lungi dal porsi in contrasto con l’operato della Magistratura, come ha ben chiarito il ministro Clini, è piuttosto uno strumento di garanzia del rispetto della Legge perché consente di attuare le procedure di risanamento ambientale e messa in sicurezza. Così come, pur rispettando il lavoro dei Magistrati, Governo e Parlamento hanno il diritto/dovere di determinare le scelte di politica industriale del nostro Paese”, conclude Fitto. (Ilquotidianoitaliano)

Tomaselli: 'Il PD sostiene con convinzione l'azione del Governo sull'Ilva'

Sen. Salvatore TomaselliDi seguito riportiamo integralmente una dichiarazione del Sen. Salvatore Tomaselli (PD), membro della Commissione Industria
"Il PD sostiene con convinzione l'azione del Governo sull'Ilva nell'auspicio che sia possibile evitare qualsiasi conflitto istituzionale con la Procura di Taranto".
Lo dichiara il senatore del PD Salvatore Tomaselli, membro della commissione Industria, dopo l'informativa del ministro Clini a palazzo Madama sulla vicenda Ilva.
"In questo senso - prosegue il parlamentare del PD - siamo favorevoli alla via di un Decreto che indichi Taranto quale sito strategico nazionale e che definisca un quadro normativo transitorio in grado di garantire, da un lato, la piena applicazione dell'Aia e delle prescrizioni della magistratura per la tutela ambientale, e, dall'altra, la continuità della produzione messa a rischio dalla decisione dei vertici Ilva di chiudere gli impianti a freddo.
Che l'Ilva continui la sua attività, in un contesto di rigida verifica degli investimenti in campo ambientale, è un passo indispensabile per tenere viva la possibilità di una soluzione positiva per una vicenda che colpisce dolorosamente la città di Taranto e per non pregiudicare il futuro dell'intera industria siderurgica nazionale.
L'impegno del PD - conclude Tomaselli - è totalmente volto a sostenere, con il nostro contributo in tutti i livelli istituzionali, ogni possibile iniziativa utile a garantire assieme la tutela degli incolpevoli cittadini vittime di un così grave disastro ambientale, così come la difesa del diritto al lavoro di migliaia di altrettanto incolpevoli operai dell'Ilva". (NewsPuglia)


Ilva, Realacci (Pd): "Chiusura non è soluzione, necessarii risanamento e bonifica"
Roma, 30 nov (Prima Pagina News) "Bene un decreto sull'Ilva di Taranto, ma bisogna che il dl dia massime garanzie per la tutela della salute e dell'ambiente. Concordiamo con il ministro Clini, la chiusura dell'Ilva non è la soluzione, bisogna tenere aperto l'impianto proprio per consentirne il risanamento e la bonifica, ma è necessario garantire innanzitutto la salute dei cittadini e dei lavoratori e il rispetto dell'ambiente. Chiaro anche che il costo degli interventi di bonifica e risanamento degli impianti e di tutte le prescrizioni previsti dall'AIA debba essere a carico dei Riva”. E’ quanto dichiara Ermete Realacci, responsabile Green economy del Pd, sull'Ilva di Taranto. “Altrettanto evidente che debba esserci un garante pubblico del processo di risanamento e bonifica. Necessaria anche una ‘rete di protezione' che consenta alle istituzioni pubbliche di subentrare nel governo del processo in caso qualcosa non proceda come previsto e prescritto. La gravità della situazione che si è determinata nel corso degli anni a Taranto è sotto gli occhi di tutti ed è testimoniata anche dalle indagini e dalle accuse della magistratura. Sarebbe gradito, e contribuirebbe a ristabilire un clima di maggior fiducia, se l'ad Ilva Fabio Riva dimostrasse rispetto del percorso delineato dalla giustizia italiana rendendosi reperibile".(Primapaginanews)

Ilva: Landini, stato garantisca piano d'investimenti per impianti

(AGI) - Roma, 29 nov. - Un'istituzione pubblica garantisca l'applicazione del piano di investimenti necessario per mettere a norma gli impianti dell'Ilva. E' la richiesta avanzata dalla Fiom-Cgil al tavolo che si e' tenuto questo pomeriggio a palazzo Chigi. "Abbiamo posto il problema che per garantire un piano di investimenti adeguato c'e' bisogno di un controllo e una presenza di un'istituzione pubblica", ha detto il leader delle tute blu di corso d'Italia, Maurizio Landini, lasciando la sede del governo. "Si deve anche assumere all'interno dell'Aia - ha aggiunto - il concetto di danno alla salute".
  "L'azienda - ha poi affermato Landini - ha dichiarato che intende andare avanti, pero' il punto che non abbiamo chiaro e' la quantita' di risorse che servono. I tecnici parlano di almeno 3-4 miliardi di euro di investimento per applicare l'Aia nei prossimi due anni, per noi il punto decisivo e' che queste risorse ci siano in modo certo per mettere a norma gli impianti". Landini ha infine apprezzato l'impegno che il governo si e' assunto, ma si e' riservato di esprimere un giudizio quando leggera' il provvedimento che l'esecutivo adottera'.

Ilva: Vendola, decreto? Contrario se confligge con attivita' giudiziaria

(ASCA) - Roma, 29 nov - ''Non sono d'accordo con qualcosa che possa confliggere con l'attivita' giudiziaria. Aspetto di vedere il testo''. Cosi' il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, intervistato dal quotidiano ''L'Unita''', parla del decreto che il governo si appresta a varare sull'Ilva di Taranto.
Noi, spiega, ''pensiamo che il cuore di una iniziativa positiva stia nell'accelerazionedella valutazione del danno sanitario. Noi abbiamo introdotto questo parametro rivoluzionario per legge, che prevede che l'industriapesante non debba solo rispettare i limiti delle emissioni, ma dimostrare di non pregiudicare la salute e, in caso di danno, adottare interventi correttivi. Nell'Autorizzazione integrata ambientale questa indicazione e' stata accolta, ora si tratta di renderla operativa''. In merito poi a una nazionalizzazione dell'Ilva, Vendola afferma che ''bisogna discutere laicamente di questa ipotesi, del resto anche Hollande ha ipotizzato la nazionalizzazione di una grande acciaieria francese. Dal governo mi aspetto una proposta chiara, che non appaia ne' come un de profundis per una fabbrica che invece va salvata e neppure come uno scaricabarile: per anni come Regione siamo stati lasciati soli a scoperchiare una realta' come l'Ilva che per decenni era stata coperta da omerta' anche istituzionali. E oggi ricevere l'accusa di inerzia per me e' davvero paradossale''.
La dichiarazione del Presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, al termine del lungo confronto sulla questione Ilva, che si è svolto a Palazzo Chigi con il Presidente del Consiglio Mario Monti e i Ministri Clini, Passera, Balduzzi e Fornero.
Secondo indiscrezioni, quando arriverà la richiesta di dissequestro da parte del governo, la Procura di Taranto potrebbe ricorrere alla Corte Costituzionale.
“La Regione Puglia vedrebbe con grande preoccupazione un intervento legislativo urgente che si dovesse limitare esclusivamente a riproporre e a cristallizzare l’Aia, l’Autorizzazione integrale ambientale. Saremmo invece disponibili a valutare, con favore, un intervento legislativo che contenga però due condizioni indispensabili.
La prima, tutti gli interventi di risanamento ambientale previsti dall’Aia dovranno essere accompagnati, entro 60 giorni, da una valutazione del loro impatto sanitario e che questa valutazione venga fatta dai tecnici di Ispra, Arpa e Asl. La seconda, la deroga immediata ai limiti imposti dal piano di rientro sanitario per Taranto”.
"Solo in questo modo - ha proseguito Vendola - il decreto potrebbe superare gli evidenti problemi di costituzionalità e anche di opportunità istituzionale. Occorre infatti raccogliere e valorizzare il lavoro sin qui fatto dai giudici di Taranto, che hanno evidenziato come la continuazione della produzione da parte dell’Ilva potrebbe potenzialmente produrre ulteriori lesioni ai danni della vita stessa dei cittadini.
Il danno eventuale si potrebbe scongiurare solo affrontando la questione di petto e cioè studiando e dimostrando, con la valutazione dell’impatto sanitario, che gli interventi di risanamento potrebbero eliminare le conseguenze dannose per i cittadini”. (affaritaliani)

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