domenica 25 novembre 2012

Inquinamento e infertilità

Taranto, esposto in Procura su inquinamento e infertilità

Diossine e pcb provenienti dall’area industriale possono avere un nesso con i numerosi casi di endometriosi ed infertilità nella nostra provincia?
E’ l’oggetto di un esposto denuncia che il comitato «Taranto Lider» che sarà depositato presso la procura di Taranto entro la prima settimana di dicembre. Da qui l’invito rivolto alla cittadinanza a sottoscrivere l’esposto qualora si fosse in possesso dei requisiti minimi (residenza in Taranto e provincia e cartelle cliniche attestanti una delle patologie indicate).
Si chiederà, dunque, alla procura di indagare. Ma per il «omitato «Taranto Lider» – così come annunciato ieri nel corso di una conferenza stampa dalle respondabili Rosa e Maria Teresa D’Amato, Grazia Maremonti e Roberta Villa – il nesso tra emissioni inquinanti e patologie riscontrate a Taranto c’è.
A dare sostegno a tale convinzione gli stessi periti di cui si è avvalsa il giudice Todisco nel processo contro l’Ilva che così scrivono nella loro perizia: «Si raccomanda la prosecuzione della indagine sui seguenti aspetti: caratterizzazione della fertilità e della salute riproduttiva. Questi aspetti non sono stati considerati nella presente indagine ma devono essere valutati con attenzione specie in relazione ai possibili effetti tossici degli Ipa e delle diossine».
Quindi il Comitato indica e cita anche lo studio clinico su endometriosi e inquinamento promosso dall’Istituto Superiore di Sanità: «La correlazione tra le diossine e i composti diossina-simili, da una parte, e l'endometriosi, dall'altra, è stata dimostrata finora su modelli animali, tanto che, prima l'Organizzazione mondiale della Sanità nel 1998 e poi la Scientific Commitee on Food dell'Unione Europea nel 2000, hanno incluso l'endometriosi tra gli obiettivi più sensibili all'esposizione a tali inquinanti. Nell'ambito, poi, del programma comunitario per l'identificazione delle sostanze che alterano il sistema endocrino, lo studio di questi contaminanti è stato indicato come prioritario: come primo passo cioè per poter intraprendere le opportune azioni di riduzione della loro presenza nell'ambiente».
«Una diretta conseguenza dell’endometriosi è l’infertilità – incalza quindi il Comitato Taranto Lider -. Le donne con endometriosi sono spesso costrette a sottoporsi a pesantissime stimolazioni ormonali e a cicli di fecondazione assistita. A questo proposito viene rilevato un effetto della diossina negativo sulla riuscita di cicli di fecondazione assistita, come dimostrato dallo studio presentato dalla dottoressa De Palo dell'Università di Bari che ha osservato nelle donne del bacino tarantino una risposta scarsa alla stimolazione ovarica, basso recupero di ovociti, basso tasso di gravidanze».
Insomma, quali le conclusioni a cui giunge il Comitato? «Non vogliamo accusare nessuno – dicono -, chiediamo solo che venga fatta luce su questo aspetto che gli stessi periti del tribunale hanno indicato come un accertamento necessario. Le patologie dell'infertilità e l'endometriosi incidono come ferite nel cuore di molte famiglie di Taranto e quindi è un sacrosanto diritto che, così come si sono condotti studi sulla correlazione inquinamento/tumori, si conducano studi sul rapporto tra inquinamento e infertilità, inquinamento ed endometriosi». L’esposto che a breve sarà presentato in procura è stato redatto sulla base dei dati forniti dal Comitato Taranto Lider dall’avvocato Maria Fonte Gallo, dall’avvocato Mariacristina Petrolo, con la collaborazione di Vincenza Sofo (professore associato di Patologia generale dell’Università di Messina) che hanno prestato la loro attività esclusivamente a titolo gratuito. Per informazioni, è possibile rivolgersi a tarantolider@libero.it. (GdM)

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