Taranto, esposto in Procura su inquinamento e infertilità
Diossine e pcb provenienti dall’area industriale possono avere un
nesso con i numerosi casi di endometriosi ed infertilità nella nostra
provincia?
E’ l’oggetto di un esposto denuncia che il comitato
«Taranto Lider» che sarà depositato presso la procura di Taranto entro
la prima settimana di dicembre. Da qui l’invito rivolto alla
cittadinanza a sottoscrivere l’esposto qualora si fosse in possesso dei
requisiti minimi (residenza in Taranto e provincia e cartelle cliniche
attestanti una delle patologie indicate).
Si chiederà, dunque,
alla procura di indagare. Ma per il «omitato «Taranto Lider» – così come
annunciato ieri nel corso di una conferenza stampa dalle respondabili
Rosa e Maria Teresa D’Amato, Grazia Maremonti e Roberta Villa – il nesso
tra emissioni inquinanti e patologie riscontrate a Taranto c’è.
A
dare sostegno a tale convinzione gli stessi periti di cui si è avvalsa
il giudice Todisco nel processo contro l’Ilva che così scrivono nella
loro perizia: «Si raccomanda la prosecuzione della indagine sui seguenti
aspetti: caratterizzazione della fertilità e della salute riproduttiva.
Questi aspetti non sono stati considerati nella presente indagine ma
devono essere valutati con attenzione specie in relazione ai possibili
effetti tossici degli Ipa e delle diossine».
Quindi il Comitato
indica e cita anche lo studio clinico su endometriosi e inquinamento
promosso dall’Istituto Superiore di Sanità: «La correlazione tra le
diossine e i composti diossina-simili, da una parte, e l'endometriosi,
dall'altra, è stata dimostrata finora su modelli animali, tanto che,
prima l'Organizzazione mondiale della Sanità nel 1998 e poi la
Scientific Commitee on Food dell'Unione Europea nel 2000, hanno incluso
l'endometriosi tra gli obiettivi più sensibili all'esposizione a tali
inquinanti. Nell'ambito, poi, del programma comunitario per
l'identificazione delle sostanze che alterano il sistema endocrino, lo
studio di questi contaminanti è stato indicato come prioritario: come
primo passo cioè per poter intraprendere le opportune azioni di
riduzione della loro presenza nell'ambiente».
«Una diretta
conseguenza dell’endometriosi è l’infertilità – incalza quindi il
Comitato Taranto Lider -. Le donne con endometriosi sono spesso
costrette a sottoporsi a pesantissime stimolazioni ormonali e a cicli di
fecondazione assistita. A questo proposito viene rilevato un effetto
della diossina negativo sulla riuscita di cicli di fecondazione
assistita, come dimostrato dallo studio presentato dalla dottoressa De
Palo dell'Università di Bari che ha osservato nelle donne del bacino
tarantino una risposta scarsa alla stimolazione ovarica, basso recupero
di ovociti, basso tasso di gravidanze».
Insomma, quali le
conclusioni a cui giunge il Comitato? «Non vogliamo accusare nessuno –
dicono -, chiediamo solo che venga fatta luce su questo aspetto che gli
stessi periti del tribunale hanno indicato come un accertamento
necessario. Le patologie dell'infertilità e l'endometriosi incidono come
ferite nel cuore di molte famiglie di Taranto e quindi è un sacrosanto
diritto che, così come si sono condotti studi sulla correlazione
inquinamento/tumori, si conducano studi sul rapporto tra inquinamento e
infertilità, inquinamento ed endometriosi». L’esposto che a breve sarà
presentato in procura è stato redatto sulla base dei dati forniti dal
Comitato Taranto Lider dall’avvocato Maria Fonte Gallo, dall’avvocato
Mariacristina Petrolo, con la collaborazione di Vincenza Sofo
(professore associato di Patologia generale dell’Università di Messina)
che hanno prestato la loro attività esclusivamente a titolo gratuito.
Per informazioni, è possibile rivolgersi a tarantolider@libero.it. (GdM)
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