4.300 MW, di cui 20% al servizio di tutela e 80% al mercato libero.
Prezzo del primo trimestre a 78€/MWh
Sul sito internet del ministero dello Sviluppo economico è pubblicato il decreto ministeriale 25 novembre 2008 che determina le modalità di vendita sul mercato dell'energia Cip6 per il 2009. Il decreto, disponibile in allegato, è in corso di registrazione presso la Corte dei Conti.
Scarica il DM dal sito del Ministero
COS'E' IL CIP6?
(Wikipedia) Il CIP6 è un provvedimento del Comitato Interministeriale Prezzi, ed adottato il 29 aprile 1992 a seguito della legge n. 9 del 1991, con cui sono stabiliti prezzi incentivati per l'energia elettrica prodotta con impianti alimentati da fonti rinnovabili ed "assimilate" (quest'ultima voce fu aggiunta alla previsione originaria in sede di approvazione del provvedimento). In conseguenza di esso chi produce energia elettrica da fonti rinnovabili o assimilate ha diritto a rivenderla ad un prezzo superiore a quello di mercato.
I costi di tale incentivo vengono finanziati mediante un sovrapprezzo del 6% del costo dell'energia elettrica, che viene addebitato direttamente ai consumatori finali nel conteggio di tutte le bollette.
Il valore dell'incentivo CIP6 viene aggiornato trimestralmente ed i valori (in €/MWh) sono pubblicati sul sito del GSE (Gestore Servizi Elettrici).
(Blogeko) In teoria i fondi Cip6 sono destinati alle energie rinnovabili. In pratica, gli inceneritori dei rifiuti avranno tempo fino al 31 dicembre 2009 per accedervi.
Così prevede un emendamento al disegno di legge 1441-ter per lo sviluppo e l'internazionalizzazione delle imprese. Lo ha presentato il ministro dell'Ambiente Prestigiacomo.
Lo stesso disegno di legge contiene la possibilità che il Governo imponga le centrali nucleari usando la forza pubblica.
Quelli del Cip6 sono soldi nostri, prelevati attraverso le bollette dell'elettricità. Una stortura tutta italiana vuole che essi vadano anche agli inceneritori, dato che essi, bruciando rifiuti, producono elettricità.
Ma bruciare la monnezza è un'operazione un po' diversa che ricavare energia dal vento e dal sole, le autentiche fonti rinnovabili.
Come disse Bertolaso, senza gli incentivi Cip6 gli inceneritori sono antieconomici. Il Governo che fa, percorre un'altra strada? Punta sulla raccolta differenziata e della riduzione dei rifiuti? Macchè.
Già alcuni mesi fa un inciucio Pd-Pdl aveva esteso i fondi Cip6 agli inceneritori della Campania. Un modo per uscire dall'emergenza rifiuti, si disse.
Ora è arrivato l'emendamento che prevede una proroga per concedere il Cip6 anche gli altri impianti costruiti, o in costruzione, delle zone a rischio emergenza rifiuti.
Pare che il provvedimento sia pensato soprattutto per gli inceneritori della Sicilia. Ma chissà quante emergenze potranno crearsi in futuro, visto che chi le gestirà accederà ai fondi Cip6...
(Qualenergia)Quanto costeranno gli incentivi che il nuovo decreto, se confermato, estenderà? Il GSE attende l’approvazione definitiva della legge per dare una cifra, ma qualche numero già gira. Secondo stime l’estensione ci costerà 2 miliardi in più: “un impegno ben più consistente di quello destinato alla tanto sbandierata social card”.
Soldi che finiranno soprattutto in Sicilia, regione in cui anziché a integrare, gli inceneritori andrebbero a sostituire, una raccolta differenziata che stenta a partire. Per la deputata Elisabetta Zamparini la Regione, caratterizzata da un “panorama di collusioni tra pubblici amministratori, anche apicali, e cosche mafiose, impegnate ad acquisire un sostanziale monopolio sull'erogazione di denaro pubblico nel settore dei rifiuti”, assorbirà “il 70% dei due miliardi di euro”.
(MIZ)Nel 2007 in Italia sono stati elargiti alle fonti fossili assimilate circa 3,7 miliardi di euro, mentre alle rinnovabili sono andati solo 847 milioni di euro. Al solare fotovoltaico finanziato con il conto energia, sono stati erogati appena 26 milioni di euro, meno dell'1% sul totale.
Il problema - fa notare - Greenpeace è che su 5,3 miliardi di euro di incentivi per l'energia pulita circa 4,4 miliardi sono stati erogati alle società che producono le assimilate (combustibili fossili di processo, residui di raffinazione, rifiuti). I restanti 932 milioni di euro sono andati ad incentivare le vere fonti rinnovabili. In sostanza gli incentivi per le rinnovabili vanno per la maggior parte verso le stesse aziende che producono energia da fonti non rinnovabili, in particolare verso le raffinerie.
(Qualenergia) Tutto ciò in netto contrasto con le indicazioni in materia dell'Unione Europea che nel 2005 aveva avviato una procedura d’infrazione proprio per questo motivo.
E di più: la proroga del meccanismo Cip6 contenuta nel decreto in fase di conversione fa sì che dell’incentivo possano continuare ad avvalersi anche altri impianti a fonti non proprio pulite, che peraltro sotto questo regime particolare non sono tenuti a rispettare le quote di emissioni previste dall’UE: il Cip6 in Italia va anche a vari tipi di impianti a fonti fossili (si pensi che in Sardegna lo si vuole concedere anche a una centrale a carbone).
Nessun commento:
Posta un commento