Politici e sindacalisti uniti per dire che oltre l'Ilva, a Taranto, c'è solo l'Ilva!
Cassa integrazione straordinaria all'Ilva L’ansia di Taranto: «Salvate il sito»
Istituzioni e sindacati in allarme per il futuro dello stabilimento: «Giù le mani dai livelli occupazionali»
TARANTO — Dall’8 dicembre, dopo i primi dodici mesi di cassa integrazione ordinaria, scatterà il periodo di cassa straordinaria per tutti i lavoratori dell’Ilva di Taranto. L’azienda ha però garantito che nessuno perderà il posto di lavoro. L’annuncio della nuova misura, dovuta al perdurare della crisi dell’acciaio sui mercati internazionali, ha provocato la reazione delle istituzioni e del sindacato.
«Mentre tutti si affannano a convincerci che la crisi è passata e che siamo entrati in una fase di ripresa — commenta Peppe Lazzaro, segretario generale della Fim-Cisl —, la fabbrica siderurgica più grande d’Italia risponde con un ulteriore calo di produzione dovuto a una nuova stagnazione della domanda di prodotti siderurgici. Dopo un piccolissimo risveglio del mercato siamo ritornati in una fase di forte stagnazione dovuto alla sola ricostituzione delle scorte da parte dei consumatori d’acciaio».
Il sindacato chiederà che anche nel periodo di cassa straordinaria sia garantita la rotazione tra i dipendenti e il mantenimento della quota salario, come durante l’anno di cassa ordinaria. «La Fim — aggiunge Lazzaro — continua a essere convinta che Taranto e provincia non possano fare a meno del tessuto industriale e di conseguenza della grande industria. Dal punto di vista della tutela ambientale ritiene sbagliata qualsiasi scorciatoia, come il referendum popolare, e continuerà a spingere nei confronti di Ilva affinché l’azienda prosegua sulla strada degli investimenti, ricercando sempre le migliori tecnologie disponibili al fine di determinare finalmente la ecosostenibilità delle produzioni industriali » .
Gianni Florido, presidente della Provincia di Taranto, sottolinea che «la crisi economica sta mettendo a dura prova tutto il sistema produttivo di Terra Ionica e proprio in queste ore l’Ilva è chiamata ad attuare scelte molto importanti. Il primo dato che credo vada sottolineato è che per il gruppo Riva la centralità dello stabilimento tarantino non è in discussione e pare che le decisioni che l’azienda sta adottando serviranno proprio a salvaguardare il futuro della fabbrica tarantina. E’ di fondamentale importanza, inoltre, rendere la fabbrica ecocompatibile perché non possiamo e non vogliamo arretrare di un centimetro su questo versante fermo restando la salvaguardia dei livelli occupazionali».
Secondo Piero Bitetti, assessore alle Politiche del lavoro del Comune di Taranto, «l’Ilva rappresenta un punto di riferimento insostituibile per il nostro apparato industriale e sappiamo degli sforzi che si stanno compiendo per tentare di limitare i danni in questo momento di grave difficoltà. Il nostro auspicio è che si esca dalla crisi il più presto possibile e soprattutto senza alcun ridimensionamento dell’organico».
Cesare Bechis (Corriere del Mezzogiorno)
1 commento:
Il problema di Taranto è che con una classe dirigente così terra-terra, incapace di programmare, immaginare e fare qualcosa di buona, non si va da nessuna parte. Immaginavo questa corsa a chi corteggia di più l'industria...fattore che ILVA non si lascerà sfuggire di sfrtuttare fino in fondo. Non dovremmo combattere le industrie inquinanti, ma tutti i politicanti e sindacalisti che ci assediano!
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