La denuncia dell’ambientalista tarantino Fabio Matacchiera
San Paolo assaltata dai predoni Saccheggiati molo e fortezza
L’isola della Marina militare è ormai abbandonata Sottratte le chianche.
Chianca dopo chianca se la stanno portando via. L’isola di San Paolo, una delle due Cheradi di fronte alla rada del mar Grande di Taranto, è ormai priva di interesse per la Marina italiana. Difatti non c’è più personale militare sul possedimento. La sua dismissione, però, è ancora di là da venire, quindi l’isolotto non è ancora passato all’agenzia del Demanio. Si trova nella classica terra di nessuno della quale approfittano i malintenzionati che la stanno facendo a pezzi. Magari su commissione di qualcuno che vuole farsi una casetta in campagna o un vialetto o un muro a secco. Può anche darsi che quelle pietre bianche e levigate siano trasferite e trapiantate al nord, come gli ulivi e i trulli. La segnalazione al ministero della Difesa, all’Ammiragliato e alla Capitaneria di porto l’ha lanciata Fabio Matacchiera, l’ambientalista animatore dell’associazione Caretta Caretta.
Ha reso pubblica una voce circolante nell’ambiente dei pescatori accortisi da tempo delle manovre di smontaggio dei pontili e di parte dell’ex fortezza di Laclos. Da tempo c’è all’opera un gruppo di una decina di ladri che, armati di attrezzi adatti, rimuovono le chianche delle banchine e i grossi mattoni dei frangiflutti, non disdegnando neanche le pietre dell’ex fortificazione. Murata più volte dalla Marina militare è stata sistematicamente riaperta al saccheggio. Agiscono verosimilmente durante la notte, approdano con due barconi, smontano e poi ritornano per portare via il carico. Molti vedono, nessuno parla. «Andremo a verificare sul posto - afferma il capitano di vascello Giuseppe Barbera, capo ufficio stampa del dipartimento dello Ionio, - perché non abbiamo più personale sull’isola che è in via di dismissione. Siamo ancora responsabili del bene, è ovvio, però dobbiamo accertare quanto dipende dal saccheggio e quanto dalle mareggiate o dalle intemperie. Abbiamo murato molte volte la fortezza proprio per evitare ingressi indesiderati, ma abbiamo verificato che la sfondano ogni volta».
Matacchiera sostiene che «le operazioni di sbancamento vengono effettuate con l'asportazione di migliaia di grosse chianche levigate che costituiscono la bellissima pavimentazione e la rimozione di molte centinaia di pesantissimi mattoni bianchi, di pregiata fattura e del peso di alcuni quintali che formano i moli della banchina e della stessa fortezza. Il materiale, una volta rimosso, viene trasportato e raccolto furtivamente all'interno del porticciolo, dove poi viene caricato a bordo di grosse barche per destinazione ignota. Sono anche evidenti delle zone dove i mattoni, le chianche ed i pesanti blocchi sono stati raccolti, per essere presto caricati nuovamente su grosse imbarcazioni. Nel totale stato di abbandono dell'isola assistiamo, questa volta, alla terza violazione di un bene storico e militare da parte di vandali, cittadini italiani e tarantini ». Il vice sindaco Alfredo Cervellera, che si occupa della aree demaniali, conferma le manifestazioni di interesse per San Paolo. «Abbiamo presentato alcuni progetti di utilizzazione dell’isola - osserva - per farci una riserva sottomarina o un centro di attività legate alla nautica e alla vela. La dismissione procede con lentezza, però, tanto che abbiamo scritto una nuova lettera al presidente del consiglio Berlusconi per avviare la trattativa del passaggio all’agenzia del demanio. In assenza di risposte faremo iniziative clamorose perché la città ha bisogno di recuperare le aree demaniali».
Cesare Bechis (La gazzetta del mezzogiorno)
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