venerdì 6 novembre 2009

Zitti e sotto! Anche allo stadio

Riportiamo la notizia di una censura che circola sui siti degli amici di Grillo e di Tarantosupporters, ringraziandoli per la segnalazione.


Un altro atto di censura in questa città! Posted on Novembre 6, 2009 by letaizia
In occasione della partita di basket femminile del torneo Eurocup tra CRAS BASKET TARANTO e UMMC EKATERINBURG dei tifosi hanno voluto lanciare un appello al mondo attraverso la diretta tv. Hanno esposto uno striscione con su scritto: STOP THE ENVIRONMENTAL DISASTER IN TARANTO NOW (FERMATE IL DISASTRO AMBIENTALE A TARANTO, ADESSO!) Lo striscione è stato rimosso…Perchè? A chi dava fastidio? Sinceramente sono delusa dallo scoprire che anche lo sport ha influenze dall’alto…D’altronde il Palamazzola è patrocinato dalla Provincia di Taranto…..VERGOGNA! NON VOGLIONO CHE IL MONDO SAPPIA CHE QUI SI MUORE!


DECRETO PISANU - Articolo 2-bis. (Divieto di striscioni e cartelli).
1. Sono vietati, negli impianti sportivi, l'introduzione o l'esposizione di striscioni e cartelli che, comunque, incitino alla violenza o che contengano ingiurie o minacce. Salvo che costituisca più grave reato, la violazione del suddetto divieto è punita con l'arresto da tre mesi ad un anno. Resta fermo quanto previsto all'articolo 2, comma 1, del decreto-legge 26 aprile 1993, n. 122, convertito, con modificazioni, dalla legge 25 giugno 1993, n. 205.
decreto-legge 26 aprile 1993, n. 122 all'articolo 2, comma 1
Chiunque, in pubbliche riunioni, compia manifestazioni esteriori od ostenti emblemi o simboli propri o usuali delle organizzazioni, associazioni, movimenti o gruppi di cui all'articolo 3 della legge 13 ottobre 1975, n. 654, è punito con la pena della reclusione fino a tre anni e con la multa da lire duecentomila a lire cinquecentomila.
Legge 13 ottobre 1975, n. 654 art. 3
SALVO CHE IL FATTO COSTITUISCA PIÙ GRAVE REATO,AI FINI DELL'ATTUAZIONE DELLA DISPOSIZIONE DELL'ARTICOLO 4 DELLA CONVENZIONE È PUNITO CON LA RECLUSIONE DA UNO A QUATTRO ANNI:
a) CHI DIFFONDE IN QUALSIASI MODO IDEE FONDATE SULLA SUPERIORITÀ O SULL'ODIO RAZZIALE;
b) CHI INCITA IN QUALSIASI MODO ALLA DISCRIMINAZIONE,O INCITA A COMMETTERE O COMMETTE ATTI DI VIOLENZA O DI PROVOCAZIONE ALLA VIOLENZA,NEI CONFRONTI DI PERSONE PERCHÉ APPARTENENTI AD UN GRUPPO NAZIONALE,ETNICO O RAZZIALE.
È VIETATA OGNI ORGANIZZAZIONE O ASSOCIAZIONE AVENTE TRA I SUOI SCOPI DI INCITARE ALL'ODIO O ALLA DISCRIMINAZIONE RAZZIALE.CHI PARTECIPI AD ORGANIZZAZIONI O ASSOCIAZIONI DI TAL GENERE,O PRESTI ASSISTENZA ALLA LORO ATTIVITÀ,È PUNITO PER IL SOLO FATTO DELLA PARTECIPAZIONE O DELL'ASSISTENZA,CON LA RECLUSIONE DA UNO A CINQUE ANNI. LE PENE SONO AUMENTATE PER I CAPI E I PROMOTORI DI TALI ORGANIZZAZIONI O ASSOCIAZIONI.
Legge 25 giugno 1993, n. 205

Misure urgenti in materia di discriminazione razziale, etnica e religiosa

DOMANDA A CHI DI COMPETENZA: A QUALE NORMA CONTRAVVENIVA LO STRISCIONE Stop the enviromental disaster in Taranto now?

Articolo di FULVIO COLUCCI su La Gazzetta di Taranto

• Rimosso dalla Digos diventa un caso su Facebook. Lo striscione esposto poco prima che iniziasse la partita tra Cras Basket Taranto e le campionesse russe dell’Ekate - rinburg, recitava in inglese: «Stop the environmental disaster in Taranto now» (fermiamo subito il disastro ambientale a Taranto). Voleva intercettare l’onda lunga della diretta satellitare su Raisport più e sul sito internet del canale Rai per porre il mondo di fronte ad una verità ormai scomoda: Taranto è capitale europea dell’in - quinamento.
Ma i telespettatori del continente hanno potuto leggere quelle parole come pietre solo per pochi minuti. Prima che iniziasse l’incontro di pallacanestro femminile lo striscione è scomparso dai teleschermi. La polizia ha ufficialmente spiegato che la rimozione non è stata effettuata per i contenuti del messaggio, ma per le proteste di chi, occupando in gradinata i posti a ridosso del parquet lamentava l’ostruzione totale o parziale della visuale. Inoltre, sempre secondo la Digos, lo striscione era di carta e non di materiale ignifugo: un pericolo per la sicurezza se avesse preso fuoco.
La società Cras è stata avvisata dalla Digos della decisione presa (in caso contrario sarebbe scattata una multa) anche se fa sapere che non aveva nessun motivo per ritenere lo striscione offensivo.
A difendere la «provocazione» il popolo di Facebook. Postata più volte ieri, sui vari profili, la foto del Palamazzola con annesso striscione, ripresa dal sito Tarantosupporters. «Perché rimuoverlo - ha scritto il leader di Peacelink Marescotti -. A chi dava fastidio la democratica espressione del pensiero garantita dalla Costituzione?». A Taranto parlare di inquinamento resta un tabù. E per l’Europa resta un mistero.

1 commento:

Letaizia ha detto...

Non contravveniva nessuna di queste leggi. L'unica legge alla quale andava contro era quella famosa formula tutta tarantina per cui la vita è meno importante del profitto....SONO DISGUSTATA!