Altamarea-sindacati dialogo in salita
Posizioni differenti su centrale Enipower e sviluppo futuro dell’economia in relazione alla presenza dell’Ilva
L’invito del segretario Fumarola alla prudenza e a un confronto senza diktat su tutti i temi ambientali Dal mondo del lavoro solo l’adesione «morale» alla marcia
Oggi incontro dei tre segretari La difficile mediazione di D’Isabella (Cgil)
FULVIO COLUCCI (GdM)
• «Adesione morale». Per ora è solo questo il risultato del difficile confronto tra gli ambientalisti di «Altamarea» e le segreterie di Cgil, Cisl e Uil.
«Adesione morale» alla marcia di sabato contro l’inquinamento non significa, per ora, la formale partecipazione dei sindacati. Ieri pomeriggio l’incontro tra le associazioni e i segretari D’Isabella (Cgil), Fuma rola (Cisl) e Sorrentino (Uil) non ha prodotto gli effetti sperati da qualcuno. Oggi i tre dirigenti sindacali si incontreranno per cercare una posizione comune, una sintesi, rispetto al documento sul quale «Altamarea» chiede l’adesione incondizionata.
Due i nodi spinosi discussi senza trovare l’intesa. La centrale Enipower («Altamarea» contraria, sindacati possibilisti) e lo «sviluppo alternativo» (per gli ambientalisti comprensivo, nel tempo, della chiusura dell’area a caldo Ilva; per i sindacati declinabile solo al futuro in termini di crescita aggiuntiva e diversificata, ma senza ipotizzare la dismissione dello stabilimento siderurgico).
Oggi sapremo se sarà possibile una «sintesi» delle posizioni sindacali e un riavvicinamento con Altamarea. Ci vorrà molta di quella «scienza» e «coscienza» di cui parla il segretario della Cisl Fumarola. Molta di quella «prudenza» da applicare senza troppi indugi, bandendo gli estremismi. L’ipotesi più accreditata racconta di una piattaforma comune ambientalisti-sindacati che nascerà, sì. Ma solo dopo la marcia.
La posizione più difficile rimane quella del segretario Cgil D’Isabella. L’organizza - zione, per tagliare i ponti col referendum anti-Ilva, ha scommesso tutto su «Altamarea» pensando di trascinare con sè Cisl e Uil. Tocca a lui, ora, provare a uscire dall’impasse.
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