Inquinamento, sigilli a «Li Cicci»
Controlli di polizia, polizia provinciale e Arpa. Dalla ex discarica esce percolato
[M.Mas.]
• MANDURIA. Manutenzione scarsa o inestistente. La discarica «Li Cicci» di Manduria a rischio inquinamento. E così la polizia, dopo una breve indagine portata avanti in collaborazione con gli agenti della polizia provinciale e con i tecnici dell’Arpa di Bari e Taranto, l’ha posta sotto sequestro.
I sigilli sono stati apposti al sito, all’interno del quale era stata notata la presenza di percolato, il 4 novembre scorso. La discarica, ormai da anni esaurita, era servita in passato per raccogliere i rifiuti del comune di Manduria. L’intero sito adibito a discarica, si estende su un’area di circa sei ettari, lungo il versante nord della città, all’interno della strada che conduce a San Cosimo.
La discarica era utilizzata per raccogliere i rifiuti solidi urbani, oltre che di Manduria come si diceva, anche dei comuni limitrofi ed era stata data in gestione a una società, che ha diviso le attività societarie e creato altre imprese satelliti, secondo il meccanismo delle cosiddette “scatole cinesi”. L’azienda alla quale era stata affidata la gestione del sito è stata poi liquidata e ceduta ad un uomo di 71 anni, residente in provincia di Bari, risultato irreperibile. L’anziano, al termine degli accertamenti, è stato anche denunciato dalla polizia per aver omesso di verificare lo stato di abbandono del sito.
Il terreno occupato dalla discarica «Li Cicci», attualmente versa in stato di evidente abbandono. Da diversi anni in fase di post-gestione in quanto ha esaurito le volumetrie utili allo smaltimento. L’ultimo sopralluogo ha permesso di accertare che la discarica si trova in condizioni tali da costituire pericolo per l’ambiente, a causa della fuoriuscita nel terreno di percolato. La copertura utilizzata per proteggere il terreno dalle infiltrazioni delle sostanze inquinanti, risulterebbe infatti danneggiato in più punti.
La polizia ritiene che il cattivo stato di conservazione del sito sia anche causato dalla totale assenza di un servizio di custodia e di vigilanza. Gli agenti hanno accertato inoltre, l’as - senza di impianti e di strutture idonei a mantenere sicuro il sito dal quale esalano cattivi odori. I primi riscontri hanno evidenziato pure l’assenza di un piano di gestione post-operativa e dei necessari controlli da parte del Comune. Così, ultimati gli accertamenti, è scattato il sequestro. (La gazzetta di taranto, p.V)
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